Benché il Cloud computing sia in forte espansione, non si tratta di una tecnologia nuova. Per rimanere ancorati alla storia dell’informatica distribuita senza fare escursioni nel passato più remoto, nel 1998 Microsoft ha introdotto il servizio Rds (Remote Desktop Services) con il quale permetteva agli utenti di eseguire software a distanza su macchine con a bordo Windows NT 4.0 Terminal server edition.
Oggi una simile architettura verrebbe chiamata Cloud computing. Nel frattempo, però, la quantità di servizi e la modalità, secondo le quali è possibile accedervi, sono cambiate molto.
Che cos’è il Cloud computing
Con il termine Cloud computing si intende l’accesso mediante internet a server, e infrastrutture di rete, software e spazio di archiviazione. Per fare un esempio, dalla sua postazione di lavoro un dipendente avvia un’applicazione che non viene eseguita sul proprio computer ma su un server remoto, sgravando così la propria postazione dai carichi di esecuzione locali.
Qualsiasi risorsa può essere posta in regime di Cloud computing: server, sistemi operativi, software di qualsiasi natura (come suite per l’ufficio, programmi gestionali, eccetera), database, spazio di archiviazione e via dicendo.
Quali sono le quattro caratteristiche del Cloud computing
Navigando sul web, diverse risorse individuano differenti caratteristiche principali. Questo perché evolvendo, il Cloud computing lascia emergere nuovi punti di forza che contribuiscono a ridisegnarne le specifiche e le possibilità d’uso.
Per restare fedeli però a quelle che – a nostro avviso almeno – dovrebbero essere caratteristiche inalienabili, citiamo:
- scalabilità: ampliare o ridurre le prestazioni a seconda delle necessità di chi ne fa uso. Il caso tipico è quello secondo il quale un’azienda, dovendo per esempio rimpinguare i propri effettivi, possa facilmente adattare la struttura Cloud computing alle proprie necessità,
- on demand: i servizi Cloud computing devono essere erogati al momento in cui ne viene fatta richiesta, questo diminuisce gli sprechi e contribuisce a rendere le soluzioni molto più vantaggiose di quelle erogate in Cloud on-premise, ossia installate su server locali
- autonomia e trasparenza: chi fa uso del Cloud computing deve potere utilizzare le risorse senza la mediazione di personale specializzato, sia questo interno o esterno all’impresa,
- accessibilità: le risorse in Cloud devono essere raggiungibili da qualsiasi luogo, in qualsiasi momento e con qualsiasi dispositivo.
Aggiungiamo altre specifiche che sono parimenti importanti: sicurezza, privacy e riservatezza devono essere garantite in ogni momento. Con il Cloud computing il tema della sicurezza diventa ancora più vitale, considerando che il controllo degli accessi alle risorse, che può essere effettuato da un numero crescente e variabile di dispositivi, deve essere sempre garantito ed efficace.
Quali sono i servizi Cloud più diffusi
Ce ne sono molti e, in genere, rispecchiano le abitudini già consolidate all’interno delle organizzazioni. In generale sono tre i servizi cloud più diffusi:
Amazon Aws
Google Cloud
Microsoft Azure
Se si pensa alle suite da ufficio (elaborazione testi e fogli di calcolo su tutte), viene quasi spontaneo citare i servizi messi a disposizione da Microsoft che, con la suite Office 365, permette di usare in Cloud computing le applicazioni che hanno contribuito a renderla famosa ovunque nel mondo. In una direzione simile si muove Google Workspace, uno degli antagonisti di Microsoft.
Ma non ci sono soltanto le suite da ufficio, hanno un ruolo fondamentale nello sviluppo del Cloud computing anche i database e le applicazioni e, in questo caso, a regnare sul mercato ci sono i database Amazon, database Google, database Oracle e, ancora una volta, database Microsoft. I tanti prodotti che mettono a disposizione contemplano anche l’uso di potenza di calcolo e di strumenti per l’analisi dei dati, la creazione e l’uso di applicazioni per qualsiasi esigenza e l’uso o lo sviluppo di algoritmi per l’addestramento delle Intelligenze artificiali.
Per principio qualsiasi funzione o applicazione può essere migrata in Cloud, anche se prima di procedere occorre fare dei test per comprendere se un’applicazione specifica può essere utilizzata secondo i dogmi della nuvola.
Quanti tipi di Cloud computing esistono
Le categorie principali, che sono in realtà dei macro-contenitori nei quali possono entrare una varietà di servizi, sono:
- Infrastructure-as-a-Service (Iaas)
- Platform-as-a-Service (Paas)
- Software-as-a-Service (SaaS)
- Elaborazione serverless
Come detto, sono categorie decisamente ampie tant’è che, leggendo la letteratura di settore, spesso si incontra il termine stack di Cloud computing, perché sono categorie basate una sull’altra.
Nel dettaglio:
- le soluzioni IaaS prevedono che l’infrastruttura IT venga affittata da un provider. Si tratta, tipicamente, di macchine virtuali dotate di sistemi operativi, spazi di archiviazione e rete proprietaria. Su tali macchine vengono installate le applicazioni necessarie all’azienda.
- la formula PaaS è da considerare al pari di un laboratorio e un punto di distribuzione. Il provider di servizi di Cloud computing mette a disposizione ambienti per lo sviluppo, il test, il training e l’eventuale distribuzione di applicazioni.
- SaaS è una modalità di distribuzione di applicazioni a chi ne fa uso, centralizzando così anche il rilascio di aggiornamenti e di migliorie. Gli utenti fanno uso delle applicazioni mediante browser o software apposito.
- Le architetture serverless si sovrappongono alle soluzioni PaaS. Chi ne fa uso pensa soltanto alla creazione di applicazioni senza occuparsi dell’infrastruttura hardware necessaria alla loro implementazione. Il provider configura i server per conto degli utenti, sgravandoli da ogni compito amministrativo.
In comune, come vedremo, queste soluzioni hanno un minore impatto in termini di costi diretti e indiretti. Questo è uno dei motivi per i quali il Cloud computing si sta diffondendo.
Cloud ibrido, la soluzione intermedia
Il cloud ibrido è un modello di elaborazione che combina risorse di cloud pubblico, cloud privato e infrastruttura locale per fornire un’ampia gamma di servizi di cloud computing. In questo modello, i carichi di lavoro possono migrare senza problemi tra i diversi ambienti in base alle esigenze specifiche dell’azienda.
Ecco alcuni dei vantaggi del cloud ibrido:
- le aziende possono scegliere l’ambiente più adatto per ogni carico di lavoro, in base a fattori come la sicurezza, le prestazioni e i costi.
- i dati sensibili possono essere conservati in un cloud privato, mentre i carichi di lavoro meno critici possono essere spostati su un cloud pubblico più economico.
- le aziende possono sfruttare i vantaggi economici del cloud pubblico, come l’elasticità e il pay-as-you-go, pur mantenendo il controllo sui costi.
- in caso di un problema con un ambiente cloud, i carichi di lavoro possono essere spostati su un altro ambiente senza interruzioni.
Ecco alcuni degli svantaggi del cloud ibrido:
- la gestione di un ambiente cloud ibrido può essere complessa, richiedendo competenze specifiche e strumenti di gestione adeguati.
- è importante garantire la sicurezza dei dati e delle applicazioni in tutti gli ambienti cloud.
- le aziende devono assicurarsi di essere conformi alle normative applicabili in tutti gli ambienti cloud.
Esempi di casi d’uso del cloud ibrido:
- le aziende possono utilizzare un cloud pubblico per lo sviluppo e il test di applicazioni, e poi spostare le applicazioni in un cloud privato per la produzione.
- le aziende possono utilizzare un cloud pubblico per archiviare e analizzare grandi volumi di dati, e poi spostare i dati in un cloud privato per la conformità o la sicurezza.
- le aziende possono utilizzare un cloud pubblico per il disaster recovery, in modo da poter ripristinare rapidamente i dati e le applicazioni in caso di un disastro.
Come si usa il Cloud computing
Gli scenari sono diversi. Qui ne ipotizziamo due diversi i quali, peraltro, sono aderenti a realtà fattuali e attuali.
Il primo scenario è una modalità IaaS, ossia Infrastructure-as-a-Service, rapportata a un’azienda commerciale con diverse decine di collaboratori.
Una struttura IT tipica di una simile realtà aziendale, per restare nel mondo Microsoft, supponendo un’architettura single-master, prevede l’uso di almeno tre server: un controller di dominio, uno per la posta elettronica e uno su cui fare girare applicativi gestionali e che funga anche da file server. A ciò si aggiungono un computer per ogni collaboratore e diverse stampanti, supponiamo sessanta pc e venti stampanti.
Questa infrastruttura può essere replicata in Cloud, affittandola da un provider. Così facendo, oltre a non avere bisogno di server e della manutenzione che questi richiedono, l’azienda può dotarsi di thin client, computer pensati per lavorare connessi a un server e che, per loro natura, hanno una dotazione hardware minima. Il sistema operativo è di norma embedded, quindi più leggero in termini di risorse, sono dotati di poca ram e di processori poco performanti, proprio perché le applicazioni vengono eseguite sui server a cui sono collegati. Quindi, tecnicamente, il collaboratore che avvia il gestionale aziendale, benché faccia il classico doppio clic sulla relativa icona, lancia il software sul server remoto. Allo stesso modo, il collaboratore che lancia il client di posta elettronica o un elaboratore di testi, li sta in realtà eseguendo su un server remoto. I file prodotti, allo stesso modo, vengono archiviati in Cloud.
Un altro scenario, più afferente al Software-as-a-Service (SaaS), è quello secondo il quale un’azienda, pure essendo dotata di computer canonici e magari anche di qualche server al proprio interno, fa uso di una o più applicazioni che risiedono sul Cloud, per esempio un software gestionale al quale accede via browser. Anche in questo caso la potenza di calcolo e le risorse hardware funzionali all’applicazione sono a carico del provider Cloud.
Quali sono i vantaggi del Cloud computing
Oltre alle già citate flessibilità, autonomia, accessibilità e possibilità di farvi ricorso on demand, il Cloud sgrava le aziende di una parte più o meno consistente dei costi legati alle infrastrutture IT. Occorrono meno server, meno computer con dotazioni hardware di un certo rilievo, meno spese di amministrazione, gestione e manutenzione.
Pay as you go: paga quanto consumi
Pay as you go” (PAYG) è uno dei vantaggi offerti dal cloud computing, poiché significa pagare solo per le risorse che si utilizzano proprio come si paga la bolletta dell’elettricità. È diverso dai modelli di pagamento tradizionali a tariffa fissa, indipendentemente da quanto effettivamente i servizi siano usati.Utile per chi gestisce, ad esempio, siti di ecommerce che registrano picchi di traffico stagionale.
Ci sono anche altri vantaggi e, tra i più importanti, figurano quelli legati alla sicurezza. Il traffico verso l’infrastruttura gestita dal provider Cloud, sia questa hardware, software o di entrambi i tipi, viene tipicamente amministrato dal provider stesso il quale si fa carico delle questioni legate alla cyber sicurezza. Ciò non sgrava i clienti da una corretta profilassi e da un’appropriata cultura della security, ma dà una mano consistente soprattutto alle organizzazioni più piccole e nelle quali ci sono know how digitali limitati.
I servizi offerti dal cloud computing
I molteplici servizi offerti dalle aziende di cloud computing generalmente sono on-demand e possono essere suddivisi in tre macro-categorie: IaaS (Infrastructure as a Service), PaaS (Platform as a Service) e SaaS (Software as a Service) e il più recente Ai based service.
IaaS: le aziende provider forniscono l’accesso a risorse informatiche come server, storage e rete. Questo permette alle imprese di scalare le proprie risorse in base alle necessità, senza dover investire in hardware e software costosi.
Esempi di servizi IaaS:
- Amazon Elastic Compute Cloud (EC2)
- Microsoft Azure Virtual Machines
- Google Compute Engine
PaaS: offre una piattaforma completa per lo sviluppo, l’implementazione e la gestione di applicazioni. Questo include l’ambiente di sviluppo, il middleware, i database e i servizi di runtime. Il PaaS permette alle aziende di concentrarsi sulla sviluppo del software, senza dover preoccupare della gestione dell’infrastruttura sottostante.
Esempi di servizi PaaS:
- Amazon Web Services Elastic Beanstalk
- Microsoft Azure App Service
- Google App Engine
SaaS: offre software in abbonamento, accessibile tramite internet. Questo modello elimina la necessità di installare e gestire software sul proprio computer. Il SaaS è una soluzione conveniente e scalabile per molte applicazioni aziendali, come la posta elettronica, la gestione dei documenti e la CRM.
Esempi di servizi SaaS:
- Microsoft Office 365
- Salesforce
- Google Workspace
Cloud AI based service: servizi basati su intelligenza artificiale (AI) su cloud, integrati con API, e sono offerti da molti fornitori, tra cui Google, Amazon e Microsoft.
Esempi di servizi Cloud AI based service
- Riconoscimento facciale: per identificare le persone in foto o video
- Analisi del sentiment: per identificare il tono o l’umore di un testo
- Generazione del linguaggio naturale: o text-to-speech per generare testo, come articoli di notizie o post sui social media
- Traduzione automatica: per tradurre testo da una lingua all’altra.
Oltre a queste macro-categorie, le aziende di cloud computing offrono anche una serie di altri servizi, tra cui:
- Networking: Reti virtuali, VPN, load balancing
- Storage: Archiviazione di dati, backup e disaster recovery
- Database: Database SQL e NoSQL
- Big data: Analisi di dati su larga scala
- Machine learning: Intelligenza artificiale e apprendimento automatico
- IoT: Internet of Things
Mercato delle soluzioni cloud adottate da altre aziende
Il marketplace delle aziende che offrono cloud per acquistare soluzioni già implementate da altre aziende è un portale online dove le aziende possono:
Trovare in cloud soluzioni software già pronte
- Le aziende possono sfogliare un catalogo di soluzioni software già implementate in vari settori, come CRM, ERP, gestione finanziaria, e-commerce, marketing automation, e molti altri.
- Possono filtrare le soluzioni per funzionalità, prezzo, settore e fornitore.
- Possono leggere le recensioni di altri clienti che hanno già utilizzato le soluzioni.
Acquistare le soluzioni software cloud in modo rapido e semplice
- Le aziende possono acquistare le soluzioni direttamente dal marketplace, con un processo di pagamento sicuro e veloce.
- Possono scegliere tra diverse opzioni di abbonamento, in base alle loro esigenze.
- Possono ottenere supporto tecnico dal fornitore della soluzione.
Implementare le soluzioni software in cloud rapidamente
- Le soluzioni già implementate sono generalmente facili da installare e configurare.
- Le aziende possono ricevere assistenza dal fornitore della soluzione per l’implementazione e la configurazione.
- Possono iniziare a utilizzare la soluzione in tempi brevi.
Ridurre i costi e il tempo di sviluppo
- L’acquisto di soluzioni già implementate può aiutare le aziende a risparmiare denaro e tempo rispetto allo sviluppo di soluzioni interne.
- Le aziende possono evitare i costi di progettazione, sviluppo, test e manutenzione del software.
- Possono iniziare a utilizzare la soluzione subito, senza dover aspettare mesi o anni per lo sviluppo.
Alcuni esempi di marketplace di soluzioni cloud già implementate
Perché usare il Cloud computing
Oltre ai motivi già citati, il Cloud computing offre una continuità di produzione vicina al 100%. I provider hanno tutto l’interesse nel mantenere attivi e funzionanti i servizi che erogano e, non da ultimo, chi vi fa ricorso demanda al provider anche le questioni legate alla sicurezza fisica all’infrastruttura, accessi indesiderati ed eventi naturali (allagamenti, incendi, eccetera) inclusi.
I provider hanno di norma strutture ridondate e sistemi di sicurezza e prevenzione evoluti.
Usare il Cloud computing vuole dire spostare all’esterno dell’impresa una parte variabile della propria infrastruttura hardware e software. Tutto ciò ha un costo che però va valutato nel suo insieme e non solo limitatamente ai prezzi applicati dal provider, tant’è che diminuiscono in modo più o meno netto anche i costi di manutenzione, di gestione e di messa in sicurezza.
Cloud on premise o cloud computing: come scegliere?
L’articolo The Big Cloud Exit Faq di David Heinemeier Hansson ha destato molto scalpore: la sua azienda Hey World ha deciso di abbandonare il cloud computing per passare al cloud on-premise, poiché valutato più economico. Questo caso di studio, però non potrebbe valere per tutte le aziende.
Decidere se abbandonare o meno il cloud è una scelta complessa che richiede un’attenta considerazione delle esigenze e delle priorità tipiche di ogni impresa.