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I marketer nell’era dell’IA: sette modi per aggiornare le competenze (e sopravvivere)



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Nonostante chi lavora nel marketing sia solito adottare per primo le nuove tecnologie, non è così per quanto riguarda l’intelligenza artificiale: c’è preoccupazione per il futuro. Ma occorre ricordare che l’IA è qui per affiancare, non sostituire e conoscerla farà la differenza

Pubblicato il 7 giu 2023

Yasutaka Mizutani (Mizu)

Chief Marketing Officer di Colt Technology Services



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All’inizio di quest’anno, l’entusiasmo legato all’intelligenza artificiale e alimentato da ChatGPT-3 (ora 4), Google Bard e Salesforce Einstein, ha suscitato una certa agitazione. Se avessimo chiesto a qualche professionista del marketing il suo pensiero sulle piattaforme di IA, avrebbe risposto borbottando sulla prossima bolla dot.com, sui problemi di sicurezza, sugli errori e le imprecisioni presenti.

Nonostante chi lavora nel marketing sia solito adottare per primo le nuove tecnologie, non è così per quanto riguarda l’intelligenza artificiale. Questo perché c’è preoccupazione per il futuro, anche se il mondo è ormai sempre più ossessionato da questa tecnologia.

IA e marketing: non sostituire, ma assistere

Per mettere le cose in chiaro è bene sottolineare che l’intelligenza artificiale non è qui per sostituire i marketers, ma per assisterli. È giunto il momento di abbracciare l’IA e di aggiornarsi per sfruttare il potere trasformativo di questa tecnologia anche nel settore del marketing. L’esperienza e conoscenza approfondita, le competenze e le connessioni hanno sempre un valore inestimabile quando si rivede e si corregge ciò che l’IA produce; inoltre, la personalità e il carattere che si apporta al proprio ruolo sono molto più coinvolgenti rispetto ad una piattaforma di IA. Ma se si nasconde la testa sotto la sabbia, si sta perdendo l’opportunità più dirompente e trasformativa che abbia colpito il settore da decenni.

Se non ci si aggiorna, si rischia di essere trascurati a favore di professionisti che stanno invece utilizzando l’IA come la più grande opportunità di aggiornamento da quando abbiamo abbandonato Altavista, Bebo e MySpace per Google, Instagram e TikTok.

Aggiungere la capacità di “gestione di piattaforme di intelligenza artificiale” al CV aumenterà le prospettive professionali dimostrando la capacità di produrre di più e il proprio impegno verso una mentalità basata su un continuo apprendimento. Ecco sette modi per migliorare le proprie competenze grazie all’intelligenza artificiale, così da potenziare il proprio background professionale:

Perfezionare le interazioni con l’intelligenza artificiale

“Trash in, trash out” – o la versione poco educata di questo modo di dire – è ancora un mantra tra i marketers, applicabile a qualsiasi attività, dalla gestione dei dati alla ricerca. Lo stesso vale per l’intelligenza artificiale. Così come ci è voluto un po’ di tempo per capire che la ricerca in rete può essere migliore se si inseriscono le “virgolette” alle keyword, così ci sono modi per affinare e migliorare anche i risultati dell’IA. Se si utilizza l’intelligenza artificiale per generare contenuti, è necessario essere specifici e precisi con gli input evitando parole con molteplici significati o insinuazioni e, almeno inizialmente, evitando di cercare dati molto recenti. Imparare a estrarre i dati giusti da una piattaforma di intelligenza artificiale, in modo rapido ed efficace, è un’abilità potente.

Aggiornare e ridefinire i contenuti

Abituarsi a testare e provare i contenuti tramite l’intelligenza artificiale è una buona pratica. Si può beneficiare così di un secondo paio di occhi – virtuali o meno – sui contenuti portando una nuova prospettiva grazie all’uso di uno strumento di IA. Può inoltre aiutare a eliminare le parole troppo settoriali e gli acronimi aziendali rendendo così i contenuti più accessibili e comprensibili.

Scoprire come integrare le piattaforme di IA nel percorso verso l’automazione

La comprensione dell’automazione è una competenza chiave per chi lavora nel marketing: uno studio dimostra che il 75% dei professionisti utilizza almeno uno strumento di automazione. Inoltre, oltre il 40% delle aziende B2B sta pianificando di adottare l’automazione anche nel marketing, se non l’ha già fatto, e questa tendenza è destinata a crescere. Salesforce e OpenAI hanno abilitato il download di ChatGPT in Slack; HubSpot e ChatSpot.AI ha integrato un content assistant; altre aziende seguiranno la scia, quindi capire come l’AI si inserisce nello stock di risorse a disposizione del marketing è davvero importante.

Migliorare i dati dei clienti

Le piattaforme di intelligenza artificiale sono incredibilmente preziose per costruire i profili del business dei clienti: piani, sfide, sedi aziendali e in quale fase del ciclo di acquisto si trovano, ad esempio. Inoltre, si potrà creare contenuti più coerenti, rendere più facile l’identificazione di lacune e opportunità e, in ultima analisi, fornire un’esperienza personalizzata e rilevante per i clienti.

Identificare tendenze e schemi comportamentali dal feedback dei clienti

Il feedback dei clienti è fondamentale per il successo futuro di un’azienda, ma troppo spesso è fornito attraverso diversi punti di contatto, in vari formati e su diverse piattaforme. Le piattaforme di intelligenza artificiale possono riunire questi dati per creare informazioni coerenti, significative e di immediato utilizzo che possono spingere al cambiamento.

Migliorare la produttività e dedicare tempo alle attività a maggior valore aggiunto

Tutti noi abbiamo compiti che rimandiamo: sappiamo che sono importanti, ma il tempo e l’impegno che comportano sono superiori ai risultati. Le piattaforme di intelligenza artificiale possono completare queste task, migliorando la gestione del tempo, l’efficienza e aumentando così la produttività. Per chi è bilingue o multilingue, l’uso di piattaforme di intelligenza artificiale può far migliorare la conoscenza della lingua, mentre chi è neuro-divergente può risparmiare tempo nella generazione di contenuti.

Contribuire a rimuovere i bias dai contenuti

Ogni touchpoint, coinvolgimento e contenuto che si produce ha un ruolo da svolgere nell’aumentare l’equity. Ma troppo spesso ciò non succede. Nonostante le migliori intenzioni, la natura stessa dei bias è inconscia facendo sì che spesso non si riescono a valutare le implicazioni nascoste in un testo, o a capire come possa essere percepito in modo diverso da pubblici diversi. L’intelligenza artificiale non fa ipotesi sull’identificazione o sull’orientamento di un lettore ma chiedere ad una piattaforma di intelligenza artificiale di rimuovere i preconcetti da un testo per creare contenuti più equi in pochi secondi potrebbe essere utile.

Conclusioni

Si stima che l’IA creerà 97 milioni di nuovi posti di lavoro entro il 2025. Secondo il World Economic Forum, sempre grazie all’intelligenza artificiale si creeranno più posti di lavoro di quanti ne verranno automatizzati. I marketer che impiegheranno l’intelligenza artificiale e coglieranno l’opportunità di espandere le proprie competenze e ottimizzare il potenziale dell’IA saranno i changemaker, i più richiesti in tutto il settore.

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