La Missione 1 del PNRR è dedicata all’evoluzione dell’economia del nostro Paese grazie alle tecnologie digitali. La realizzazione delle opere che consentono il completamento della copertura di rete a Banda Ultra Larga in fibra ottica in Italia nei tempi ravvicinati, in accordo alle Milestones del PNRR sulle Aree Grigie e dei fondi ancora disponibili per il completamento delle Aree Bianche, può trarre vantaggio da otto strategie fondamentali che qui vengono sintetizzate.
- Uso delle centrali esistenti e dei tracciati della rete di telecomunicazioni tradizionale esistente per la progettazione, posa e terminazione della rete in fibra ottica FTTH.
- Riuso di tutte le infrastrutture esistenti con priorità di quelle già presenti nella rete di telecomunicazioni esistente (ossia le palificazioni, canalizzazioni e tubazioni). Le tecniche di rilevazione digitali sono fondamentali per ottenere un “Digital Twin” del sistema delle infrastrutture esistenti.
- Uso sistematico della microtrincea e delle altre tecniche di scavo “leggere” (no dig, minitrincea) per gli scavi che comunque saranno necessari per raggiungere ed entrare negli edifici e per completare le infrastrutture di canalizzazione e tubazione ove non presenti.
- Adozione di un processo ulteriormente semplificato, deterministico e veloce per la richiesta e ottenimento dei permessi di posa, di creazione dei pozzetti, dei pali e delle altre infrastrutture di posa nei comuni italiani.
- Stimolo alle imprese di progettazione e di realizzazione della rete ottica e di costruzione delle infrastrutture a investire in assunzioni e formazione di progettisti (ne occorrono oggi alcune centinaia) e di giuntisti (ne occorrono oggi alcune migliaia) consentendo da un lato anticipi e consuntivazioni a stato di avanzamento lavori e dall’altro facilitazioni fiscali.
- Apertura all’utilizzo delle risorse formate e assunte per il progetto Italia a 1 GIGA in altre opere di durata ancora maggiore che riguardano le infrastrutture di telecomunicazioni nelle nuove Reti Ferroviarie ad alta velocità, le Smart Grids delle utilities, le Smart Road e le Smart Cities.
- Incremento e accelerazione dei VOUCHER per l’adozione di collegamenti FTTH con definizione di una data certa per lo Switch Off (ossia per il passaggio regolato dalla rete in rame alla rete alla rete ottica) che necessariamente dovrebbe collocarsi due anni dopo la conclusione del cablaggio ossia nel 2028.
- Evoluzione da una logica Long Run Incremental Cost (LRIC) a quella RAB (Regulatory Asset Base) per la determinazione dei prezzi dei servizi wholesale e retail di accesso nelle telecomunicazioni in modo tale da introdurre, anche nelle telecomunicazioni, un meccanismo che consenta di remunerare gli investimenti e la qualità delle reti lasciando meno spazio alla competizione sui prezzi al cliente finale.
Con l’adozione delle strategie indicate è possibile cogliere pienamente gli obiettivi di copertura al 2026 e adozione entro il 2030, secondo le linee guida e gli obiettivi Italiani ed Europei, ed inoltre è possibile restituire quel valore che l’industria delle Telecomunicazioni ha avuto sino ai primi anni 2000 correggendo le problematiche che oggi sono insite in una competizione sui prezzi troppo spinta e una costante erosione del valore dei servizi operata dagli OTT e Content Providers i quali riversano nelle reti enormi quantità di dati senza minimamente contribuire allo sviluppo delle infrastrutture stesse.
Indice degli argomenti
Strategia 1: progettare le infrastrutture ftth sui tracciati della rete di telecomunicazioni esistente
Il progetto di cablaggio delle Aree Bianche si è basato storicamente sui tracciati elettrici con i POP basati sulle cabine primarie. Il riutilizzo delle reti elettriche e di illuminazione è stato intorno al 70%. Mentre il riutilizzo della rete di Telecominicazioni tradizionale è stato basso: sotto il 10%.
Gli operatori attivi nel cablaggio in fibra ottica del Paese, lo scorso anno, hanno stipulato un accordo sull’utilizzo delle palificazioni e per l’utilizzo delle canalizzazioni della rete di Telecomunicazioni esistente. Ancora oggi questo accordo è poco utilizzato.
Se si riutilizzassero sistematicamente le infrastrutture di telecomunicazioni esistenti nelle Aree Bianche, eventualmente aggiornando i progetti già realizzati, il piano di realizzazione sarebbe molto più veloce.
Per le nuove Aree Grigie PNRR questo tipo di indicazione progettuale può portare a una percentuale di riuso di oltre l’85% e una velocità di realizzazione più che doppia rispetto a quella attuale. In sintesi:
- I nuovi POP devono essere istallati nelle centrali di Telecomunicazioni esistenti e deve essere consentito un prezzo per l’utilizzo di tali spazi con un ragionevole sconto a volume, come è stato fatto per le palificazioni tramite accordi per acquisti massivi.
- Le infrastrutture della rete primaria e secondaria devono essere ancora una volta quelle di Telecomunicazioni esistenti con alcune integrazioni che possono utilizzare l’illuminazione pubblica e la rete aerea elettrica.
- Le adduzioni nei palazzi e l’ingresso in palificazione nelle case sparse devono riutilizzare le canalizzazioni e le palificazioni esistenti.
La raccomandazione è quella di invitare gli Operatori a presentare lo stato attuale degli accordi sia a livello tecnico che commerciale e ragionare, anche insieme a INFRATEL, sulla possibilità di un uso massiccio delle infrastrutture di centrale e dei tracciati esistenti. L’uso massivo delle infrastrutture di Telecomunicazioni esistenti potrebbe abilitare a prezzi in ottica wholesale con caratteristica di uso massivo interessanti e competitivi rispetto alla realizzazione di nuove infrastrutture.
Questa azione è di gran lunga la più efficace e va realizzata prima possibile.
Strategia 2: conoscere e utilizzare tutte le infrastrutture di posa esistenti
Nel precedente paragrafo è evidenziata l’opportunità di progettare l’infrastruttura della rete FTTH seguendo i tracciati della rete di telecomunicazioni esistente superando l’impostazione iniziale di fare perso sui tracciati della rete elettrica.
Tuttavia, oltre alle infrastrutture della rete di telecomunicazioni ve ne sono molte altre disponibili, come ad esempio l’illuminazione pubblica (IP), la rete elettrica, in palificazione e tubazione, le gallerie dei pubblici servizi, ove esistenti, i tracciati delle metropolitane. L’uso sistematico di tutte le infrastrutture, se si è partiti dal progetto basato sui tracciati di telecomunicazioni, consente di minimizzare a pochi punti percentuali la proporzione di nuovi scavi rispetto al totale linghezza dei tracciati. Percentuale minore al 10%.
Un particolare elemento di infrastruttura è l’adduzione all’interno degli edifici. Questo elemento, frequentemente, è esistente in quanto realizzato per l’ingresso dei cavi in rame. Nelle aree rurali l’adduzione è aerea con palificazioni cosiddette “di abbonato” oppure con la terminazione di posa in facciata.
Oggi non esiste ancora, nonostante da molti anni sia stata individuata con precisione e lungimiranza tale necessità, un data base delle infrastrutture del sottosuolo, e anche più generale delle infrastrutture di posa esistenti e in corso di pianificazione. L’iniziativa SINFI di Infratel ha questo obiettivo.
Sono disponibili tecnologie di rilevazione digitali (LIDAR, GEORADAR, …) che consentono di rilavare modelli digitali molto precisi i quali contengono non solo informazioni sulle varie tipologie di infrastrutture esistenti (identificando i pozzetti, palificazioni, illuminazione, armadi stradali, …) ma anche sulla immagine 3D dei palazzi, delle strade e di altre infrastrutture fino alla rilevazione, con precisione alta anche non perfetta, delle unità immobiliari. Queste tecnologie sono di forte ausilio alle attività di Walk Out e Walk In propedeutiche a una buona progettazione.
Gli Operatori hanno richiesto, per la progettazione delle Aree Grigie, lo sviluppo di questi “Digital Twin” dei comuni da cablare e dunque si muove nella direzione giusta. C’è da rilevare esplicitamente che la costruzione dei “Digital Twin” delle città ha un significato e un interesse molto più generali della sola fase di progettazione e realizzazione del cablaggio in fibra ottica. Oggi gran parte delle rilevazioni avviene con metodi che ricalcano quanto fatto da alcuni anni da Google per realizzare Street View, anche se con strumentazione più professionale e risultato a maggiore precisione, basati su macchine LIDAR montate su automobili. Cominciano a essere utilizzati anche i droni per fotogrammetria.
Nell’ambito delle attività di progettazione è necessario sviluppare la rilevazione sistematica di tutte le infrastrutture esistenti utilizzando: 1) metodologie digitali che utilizzano rilevazioni LIDAR e GEORADAR, 2) metodologie fisiche con ispezioni capillari e analisi delle cartografie disponibili e con saggio di pervietà, 3) richieste sistematiche a utilities, operatori e comuni con verifica basata con interrogazioni alla base di dati SINFI.
Spingere gli Operatori a raggiungere percentuali di riuso delle infrastrutture dell’ordine del 90% ottenibili proprio grazie all’uso dei tracciati della rete di telecomunicazioni esistente, come già indicato, integrando con altre infrastrutture esistenti disponibili in modo di rendere quasi trascurabile il ricorso ai nuovi scavi.
Questa spinta e questa strategia è certamente chiara ma non banale da attuare e dunque il ruolo di indirizzo, controllo e stimolo delle Istituzioni è cruciale.
Strategia 3: usare tutte le nuove tecniche di posa leggere
Una volta utilizzate sistematicamente le infrastrutture esistenti è necessario, per la restante lunghezza di tracciato che collega la centrale con la casa del cliente, utilizzare tecnologie di scavo cosiddette leggere, ossia la micro trincea, la mini trincea, il no dig e la posa in facciata.
L’uso della micro trincea e della mini trincea è raccomandato da molti anni nei decreti scavi che si sono susseguiti nel tempo, tuttavia, il reale utilizzo di queste tecnologie è stato fino a oggi abbastanza contrastato e limitato dalle posizioni dei tecnici dei comuni e dalle varie sovrintendenze. L’esperienza ha dimostrato, invece, che queste tecnologie, accompagnate dalla progressiva riduzione del diametro dei cavi in fibra ottica, consentono una valida soluzione in ambito metropolitano, sia per quanto riguarda le aree ad alta densità sia per quanto riguarda quelle a media e bassa densità. Inoltre, il metodo della micro trincea è considerato estremamente valido nel caso in cui l’adduzione negli edifici è inesistente, e dunque va creata ex novo.
È vero che già dal 2007 si parla di mini trincee ma si continua a evolvere. La minitrincea classica è uno scavo profondo 40 centimetri e largo 10 centimetri. La micro trincea è larga 5 cm, e oggi anche 3 cm, e profonda 30 cm. Essere passati da 5 a 3 centimetri può sembrare poco, ma è un grosso passo avanti. È possibile grazie a nuovi apparati: frese molto piccole, con denti particolari per aggredire l’asfalto e accoppiate a un camion che aspira i detriti. Per avere anche un confronto sulla velocità del cantiere, occorre considerare che lo scavo tradizionale, largo 40 centimetri e profondo oltre un metro, avanza di 30 metri al giorno e costringe a tenere la strada bloccata per molto tempo in seguito nell’attesa che questa venga riasfaltata. La mini trincea e micro trincea invece fanno 100 metri al mattino e altrettanti il pomeriggio, e lasciano la strada subito agibile. Il traffico riprende già due ore dopo la chiusura.
La raccomandazione è quella di recepire in tutti i regolamenti scavi dei comuni italiani e nelle norme di scavo applicabili nelle infrastrutture per la viabilità ANAS, Ferrovie e Autostrade, la possibilità di uso delle tecnologie di scavo leggere con priorità alle micro trincee e mini trincee. È in corso la sottoscrizione della nuova “CONVENZIONE RETI ULTRAVELOCI PNRR” (la Convenzione PNRR) tra:
- Presidenza del Consiglio dei ministri;
- ANCI;
- INFRATEL ITALIA;
- Operatori di Telecomunicazione: Open Fiber, Telecom Italia, Vodafone, Inwit.
Tale Convenzione PNRR rende più cogente l’uso delle tecniche di scavo leggere, semplifica ulteriormente e con tempistiche certe le procedure di richiesta e ottenimento dei permessi di scavo e in generale di istallazione delle infrastrutture per le reti ultraveloci e, infine, definisce un canone unico di uso del sottosuolo da recepire nei regolamenti comunali.
Occorre completare la sottoscrizione della Convenzione a livello nazionale e attuare un processo che in pochi mesi consenta la sottoscrizione in tutti i comuni italiani per poter adottare le nuove previsioni per la velocizzazione delle opere necessarie alle reti ultraveloci.
Strategia 4: velocizzare e semplificare l’iter per la richiesta e ottenimento dei permessi di scavo e di posa
Lo sviluppo di un progetto per la realizzazione della rete FTTH nei comuni italiani necessita di molte autorizzazioni rilasciate da più Enti. I principali di essi sono i Comuni, tramite istruttorie svolte dagli uffici tecnici comunali, le Sovraintendenze che tutelano le Belle Arti e il Paesaggio, il Genio civile per le verifiche statiche sugli shelter dedicati agli apparati elettronici previsti nei POP della rete.
Oltre ai permessi pubblici, che debbono essere rilasciati dagli Enti sopra indicati, spesso nei tracciati di rete vi è l’esigenza di transitare per terreni privati e di entrare negli edifici laddove le canalizzazioni di adduzione non sono presenti. In questi casi sono necessari i permessi dei proprietari (cosiddetti permessi privati) per raccogliere i quali vi sono complessità sia nell’individuazione dei soggetti proprietario e sia nelle trattative per ottenere effettivamente il permesso di posa. Ciò, purtroppo, avviene anche se da molti anni il Codice delle Comunicazioni Elettroniche (aggiornato al 31 maggio 2021) ha qualificato le reti in fibra ottica come opere di urbanizzazione primarie.
Infine, quando i tracciati interessano il sedime stradale, autostradale e ferroviario il coinvolgimento per la autorizzazione delle opere riguarda le società concessionarie di tali strutture di viabilità come Anas, Autostrade e Ferrovie dello Stato.
Lo strumento delle Conferenze Dei Servizi (o anche CDS) governato dalle Regioni si è rivelato utile laddove utilizzato sistematicamente e con la necessaria frequenza per consentire la presentazione e analisi congiunta dei progetti tra i vari enti che rilasciano permessi, la definizione delle prescrizioni e integrazioni ritenute necessarie per l’approvazione dei progetti e, infine, la concessione dei permessi. È cruciale la frequenza delle Conferenze dei Servizi che in questa fase di forte sviluppo deve essere almeno settimanale in ciascuna Regione.
In tutti i casi è necessario applicare sistematicamente il principio del Silenzio Assenso che consente il rilascio dei permessi richiesti dagli Operatori, passati 30 giorni dalla regolare e documentata richiesta, anche ove non sia stato emesso un esplicito decreto di autorizzazione. Tuttavia, nella pratica, è oggi non semplice l’applicazione di questo principio in quanto è spesso visto come contrapposizione tra gli Operatori che realizzano le opere e gli uffici tecnici dei Comuni che devono autorizzarle. Questa contrapposizione non è certamente una buona prassi per la conduzione successiva dei canteri.
Nel caso di uso delle infrastrutture esistenti, una volta che esse sono state identificate, si rendono necessarie verifiche di pervietà e verifiche statiche rispettivamente sulle infrastrutture in tubazione e in palificazione. Tali verifiche sono coordinate ed effettuate dai grandi Operatori (elettrici e di telecomunicazioni). L’esperienza fino a ora è stata non positiva per assenza assoluta di Service Level Agreement (dunque tempi certi e programmabili) e il conseguente rilascio delle autorizzazioni all’uso delle infrastrutture esistenti in tempi eccessivamente lunghi e spesso con costi anch’essi eccessivi.
Un ulteriore punto delicato e cruciale è quello della gestione delle varianti. L’esperienza fatta negli ultimi anni nelle opere realizzate fino a oggi non è stata positiva. Le Varianti sono state in numero eccessivo e spesso motivate non tanto da esigenze del territorio o esigenze dettate da opere interferenti sviluppate in tempi successivi, ma dettate da scorciatoie identificate in sede realizzativa, magari a valle di identificazione di ulteriori infrastrutture disponibili, dunque ascrivibili a una non perfetta pianificazione e progettazione iniziali delle opere. L’uso delle Varianti va regolato e, nel caso di non perfetta rilevazione iniziale sulle aree di progetto, va opportunamente sanzionato.
La raccomandazione è quella di migliorare significativamente il processo di richiesta e rilascio dei permessi necessari alla realizzazione delle reti tramite:
- Standardizzazione e ulteriore formazione sui regolamenti per la realizzazione delle opere in ambito Comunale, Sovraintendenza e Aziende concessionarie per la viabilità stradale, autostradale e ferroviaria.
- Adozione sistematica e frequente, con frequenza almeno settimanale, delle CDS anche con supporto informatico di supporto ai Work Flow documentali e autorizzativi.
- Rendere obbligatoria l’applicazione del Silenzio Assenso in modo che essa non sia vista come discrezionale per gli Operatori ma diventi una previsione contrattuale nell’ambito delle regole poste da Infratel e recepite nella citata CONVENZIONE RETI ULTRAVELOCI PNRR.
- Fissare, già a partire dalla Convenzione prima citata, precisi Service Level Agreement e priorità per l’autorizzazione all’uso delle infrastrutture esistenti con particolare riguardo a quelle di Telecomunicazioni siano esse in canalizzazione, tubazione, aeree e in facciata.
- Dare sistematica applicazione le previsioni già contenute nel Codice delle Comunicazioni Elettroniche per rendere certo e prevedibile il processo di rilascio dei permessi privati ove deve essere applicato il ricorso al Silenzio Assenso citato nel caso dei permessi pubblici.
Molto si è fatto negli scorsi anni ma la guardia non va abbassata e il processo va ancora migliorato e velocizzato per il raggiungimento degli obiettivi PNRR al 2026.
Strategia 5: formare e assumere le risorse necessarie per la progettazione e realizzazione delle reti in fibra ottica
Già nel mese di ottobre 2021 alcuni soggetti dell’industria delle Telecomunicazioni avevano portato all’attenzione del Ministero dell’Innovazione Tecnologica e Digitalizzazione alcune importanti istanze ed esigenze indispensabili per realizzare gli obiettivi del PNRR. La sintesi riportata nel documento “Incontro con il Ministro Colao e con il Team Digitale” del 12 ottobre 2021 indicava alcune raccomandazioni tra le quali:
- È necessario incrementare le risorse di Progettazione e di Realizzazione disponendo di Contratti di Appalto pluriennali e vincolanti. L’attuale disponibilità (stima riferita al 2021) di personale specializzato nella progettazione è pari a circa 1.000 unità e di realizzazione è di 11.200 unità. I piani cumulati dei singoli operatori e del PNRR previsti per i prossimi anni richiedono la disponibilità ulteriore di circa 800 unità di progettazione e 9.200 unità per la realizzazione. È importante avviare un piano di formazione e di assunzione delle risorse supportato da contratti pluriennali per le imprese esecutrici che coprano l’intera durata del Piano. I contratti pluriennali consentirebbero alle imprese di effettuare gli opportuni investimenti in competenze e strumenti che assicurino la realizzazione degli stessi.
- È importante evitare approcci al massimo ribasso ed offerte anomale, per preservare la remunerabilità degli investimenti richiesti all’Industria (es. reclutamento e formazione di nuovo personale, aumenti costi materie prime e componentistica, etc.).
- È necessario adottare piani di fatturazione che seguano l’avanzamento delle attività di progettazione e realizzazione. Allineamento agli standard europei sia per quanto attiene il valore riconosciuto all’industria (es in Francia prezzi medi superiori del 25%) che per quanto riguarda i tempi di fatturazione e pagamento che seguono la progressione delle opere realizzate con forte raccomandazione a riconoscere una quota di anticipo intorno al 20% per facilitare l’organizzazione stabile dei cantieri e il reperimento iniziale di tutte le risorse necessarie alla realizzazione delle opere.
Quanto indicato allora è stato indirizzato soltanto in una limitata percentuale. Oggi continua ad esserci sul mercato una drammatica carenza di progettisti e giuntisti per realizzare i Piani dei due Operatori principali i quali, tra l’altro, continuano a programmare sovrapposizioni di copertura in molte aree del Paese e anche nelle nuove aree previste dagli interventi PNRR.
In ambito Progettazione la carenza intorno a 800 risorse è ancora attuale e l’aggravante sta nel fatto che non sono state avviate iniziative sistematiche di formazione che, nel giro di 6 mesi, avrebbero potuto sfornare tali progettisti e utilizzare gli stessi nei progetti PNRR.
Oggi è ancora possibile farlo. Ci sono esempi rilevanti come le iniziative in corso in alcune scuole di formazione professionale. Occorre dedicare alcune delle risorse PNRR a questo scopo. Inoltre, è davvero incomprensibile come iniziative di riqualificazione e aggiornamento professionale non siano state fatte proprio negli Operatori di Telecomunicazioni i quali, notoriamente, sono afferri da alcuni esuberi di personale e che certamente dispongono di personale con le basi necessarie per essere formato sulle nuove normative di progettazione delle reti ottiche.
Infine, sta emergendo una preoccupazione rilevante tra gli addetti ai lavori e tra gli imprenditori del settore: cosa succederà dal 2025 per la progettazione e dal 2027 per la realizzazione una volta che le opere PNRR saranno terminate? Quale continuità operativa sarà possibile consegnare ai 2000 progettisti e ai 20.000 giuntisti che avranno progettato e realizzato tali opere? Non è semplice rispondere a tali quesiti. Certamente la possibilità di ricorrere a contratti pluriennali, a tempo determinato aiuta, ma è altrettanto vero che la presenza di queste professionalità e capacità andrebbe indirizzata su altre opere contigue facilitando l’accesso alle gare in tali settori delle Aziende che dispongono delle maestranze citate. Di questo punto si parlerà diffusamente nei prossimi paragrafi.
C’è comunque da rilevare che a valle del completamento della copertura di rete, nel 2026, saremo arrivati al 100% di copertura e al 25% della connessione e adozione delle linee FTTH (circa 6 milioni quando oggi siamo a 3,5 milioni di linee FTTH in Italia). Nel caso di un piano di forte stimolo alla domanda si può pensare a raggiungere a lungo termine 24 milioni di linee FTTH con l’incremento di 2 milioni di linee / anno per circa 8 anni. Questo ritmo di sviluppo, che è doppio di quello attuale, impegna circa 4000 tecnici giuntisti / anno e ulteriori 2000 tecnici saranno necessari per le attività di Assurance e Manutenzione.
La raccomandazione è quella di incrementare significativamente le competenze e le risorse di progettazione e realizzazione delle reti ottiche FTTH con una visibilità pluriennale dei contratti, con prezzi ragionevoli ottenuti evitando gare a massimo ribasso e tramite la disponibilità di risorse economiche in anticipo per dare sufficiente stabilità finanziaria ai processi realizzativi. In sintesi:
- Formazione di un numero di progettisti intorno alle 600 – 800 unità entro il 2023. Tale obiettivo si può raggiungere con contributi alle scuole di formazione e alle Aziende che desiderano avviare delle Academy di Progettazione delle Reti Ottiche FTTH e ai giovani che frequentano tali corsi di durata di 6 mesi.
- Identificazione e formazione di alcune migliaia di giuntisti di fibra ottica che sono cruciali per realizzare la rete entro il 2026 raggiungendo il livello di circa 20.000 tecnici di realizzazione delle reti ottiche.
- Adozione di procedure di gara basate su contratti pluriennali per tutta la durata dello sviluppo delle aree grigie ossia almeno fino al 2026.
- Concessione di anticipi all’avvio dei lavori pari al 20% per consentire stabilità finanziaria alle imprese per lo sviluppo veloce e con risorse costantemente allocate.
- Promuovere Conferenze Intersettoriali su Telecomunicazioni, Utility, Infrastrutture, Città per presentare i reciproci Piani abilitati dal PNRR e dare visibilità a una impiegabilità di lungo termine alle risorse di progettazione e realizzazione.
Strategia 6: indirizzare le aziende e le risorse che sostengono il progetto Italia a 1 giga nella progettazione e realizzazione di altri piani di infrastrutture
Continuano a sussistere oggi molte criticità nel recruitment di progettisti e giuntisti da dedicare ai progetti delle Aree Grigie e al completamento delle Aree Bianche come descritto nel paragrafo precedente.
Comunque, difficoltà a parte, le aziende di Progettazione e Realizzazione stanno assumendo.
Comincia, però, a emergere una riflessione che riguarda quale future attività possano essere intraprese quando, inevitabilmente il picco della progettazione terminerà, verosimilmente nel 2025, e terminerà anche il picco delle esigenze per le attività di realizzazione, nel 2027.
In altri contesti internazionali, come noto, vi è più mobilità della mano d’opera e dunque le aziende hanno meno vincoli a seguire la richiesta del mercato con fasi di assunzione intense ma fasi di licenziamento altrettanto repentine ai primi segnali di decrescita dei mercati di riferimento. Ne è buona dimostrazione il comparto cosiddetto Big Tech dominato da Meta, Amazon, Microsoft, Apple, Alphabet, il quale dopo aver conosciuto anni di fortissima espansione che ha portato queste 5 aziende a capitalizzare oltre 15.000 miliardi di dollari con crescite continue di volumi di mercato e conseguentemente di risorse umane, ha invertito la tendenza e a fronte di lievi trend di decrescita vi sono state campagne di licenziamento estremamente rilevanti (centinaia di migliaia di licenziamenti nel mondo).
Nel nostro Paese questo livello di mobilità non c’è. Certo sono possibili i contratti a tempo determinato ma nei contesti tecnologici e vista la criticità di reperimento delle figure indicate la parte del leone la fanno i contratti a tempo indeterminato. Quindi l’attenzione si sposta sulla domanda: come è possibile utilizzare le competenze create in un orizzonte di almeno decennale e non solo di pochi anni?
Le linee strategiche del PNRR, a nostro avviso, vengono in aiuto in quanto indirizzano una prima fase della digitalizzazione di molte “infrastrutture strategiche” e in particolare:
Missione 1, Componente 1 (M1C2): Digitalizzazione, Innovazione Competitività nel sistema produttivo. Realizzazione di connessioni veloci in Fibra Ottica e 5G. In questo caso, come attività complementare a quella della fibra ottica cui è indirizzata questa nota, vi è lo sviluppo del 5G in aree a fallimento di mercato sia come connessione dei 12.000 siti non raggiunti dalla fibra ottica e sia con lo sviluppo di circa 800 nuovi siti in località a bassa densità. Oltre a questo, c’è da prevedere che gli Operatori velocizzeranno il deployment di questa tecnologia sia adeguando i siti esistenti e i relativi collegamenti e sia eseguendo la strategia di densificazione che vedrà una moltiplicazione di un fattore 10 dei siti esistenti, attraverso le nuove tecnologia delle small cells e delle Open RAN. Dunque, nel medio lungo termine dagli 80.000 siti attuali ci si avvicinerà a 1 milione di siti tutti connessi con collegamenti in fibra ottica con cavi di significativa dimensione. Rilevante, a riguardo, è il recente progetto 5GRoma che prevede lo sviluppo di 6000 small cells nel territorio.
Missione 2, Componente 2 (M2C2): Energia rinnovabile, Idrogeno, Rete e Mobilità sostenibile. Potenziamento e digitalizzazione delle infrastrutture di rete per accogliere l’aumento di produzione da FER e aumentarne la resilienza a fenomeni climatici estremi. In questo obiettivo rientra l’accelerazione dello sviluppo delle Smart Grids le quali richiedono la connessione in fibra ottica e in tecnologia 5G di oltre 500.000 cabine di trasformazione secondarie e l’inserimento di elementi in tecnologia edge computing i quali integrano componenti software e intelligenza per rilevare in tempo reale i parametri di funzionamento della rete e comandare la configurazione e la ridondanza di rete al fine di incrementare affidabilità e resilienza e predisporsi alla crescita della produzione da Fonti Energetiche Rinnovabili (FER).
Missione 2, Componente 3 (M2C3): Energia rinnovabile, Idrogeno, Rete e Mobilità sostenibile. Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici pubblici e privati.
Missione 3, Componente 1 (M3C1): Investimenti sulla rete ferroviaria. Digitalizzazione delle reti di trasporto. Nel PNRR sono previsti sviluppi di molte importanti nuove tratte di alta velocità, le quali richiedono il forte potenziamento della rete radiomobile dedicata alla copertura di tali tratte. Viene data forte attenzione nel Piano al potenziamento anche delle attuali direttrici, le quali non hanno, a tutt’oggi, una copertura degna dell’importanza che hanno assunto tali tratte nel trasporto passeggeri soprattutto in ambito professionale e di business.
Anche se non direttamente correlato al PNRR si vuole dare evidenza alle iniziative di Smart Road le quali richiedono il dispiegamento di nuova fibra ottica in oltre 5.000 km di strade statali ANAS, la realizzazione di Small Cells per la copertura wireless e 5G a beneficio di scenari “Vehicle to Infrastructure” e “Vehicle to Vehicle” importanti per lo sviluppo delle Autonomous Cars e della guida assistita.
Inoltre, è in corso la progettazione delle infrastrutture per il monitoraggio delle reti di viabilità soprattutto nei ponti e viadotti. Tale monitoraggio richiede la disponibilità di fibre ottiche lungo la direttrice stradale, autostradale e ferroviaria con il dispiegamento di sensori e gateway di raccolta e comunicazione dei dati di monitoraggio.
L’applicazione sempre più intensa e sistematica dell’innovazione digitale alle Infrastrutture Strategiche richiede il mix di competenze ingegneristiche multidisciplinari che sono di fatto un ottimo scenario per dare prospettiva di lungo termine alle risorse che si stanno formando per sostenere l’accelerazione dello sviluppo di reti in fibra ottica.
La raccomandazione è quella di promuovere nell’ambito delle Aziende che guideranno lo sviluppo delle Smart Grids (Utility e in particolare Enel e Terna), delle Smart Roads & Railways (Autostrade per l’Italia, Anas, Ferrovie dello Stato, altre società per le Autostrade) le competenze sviluppate nell’ambito delle aziende di progettazione e delle imprese di rete coinvolte nei piani di cablaggio delle Aree Grigie PNRR.
In parallelo è importante, da parte del Sottosegretario all’Innovazione Tecnologia e da arte del Dipartimento della Trasformazione Digitale, presentare il dettaglio dei programmi indicati e le esigenze che questi avranno in termini di competenze e di dimensione di risorse specialistiche coinvolte.
Strategia 7: adottare significative azioni di stimolo e indirizzamento della domanda (voucher e switch off)
Il recente rapporto dell’osservatorio trimestrale di Agcom indica uno sviluppo dei collegamenti FTTH e un numero totale di linee Telecomunicazioni fisse ancora non soddisfacenti. Le linee fisse restano a quota 20 milioni e non sta avvenendo il trend di crescita e avvicinamento al target di 24 milioni che è atteso, con il passaggio alla fibra ottica, entro il 2030. Le linee di telecomunicazioni FTTH sono a quota 3,5 milioni, ossia intorno al 17,5% del totale, con una crescita nel 2022 di 860.000 linee FTTH.
Dato che la copertura FTTH a fine 2022 era intorno al 52%, ossia 10.400.000 linee, la percentuale di adozione (linee attive FTTH / linee coperte da rete FTTH) è stata del 32% circa. Tale percentuale di adozione è ancora distante da quella dei Paesi più avanzati e ben lontana dall’obiettivo finale di un’adozione che si avvicina al 100% delle linee disponibili a regime.
Tra le strategie per ottenere una migliore penetrazione delle linee FTTH c’è da un lato la velocizzazione della copertura, della quale abbiamo parlato nei precedenti paragrafi, e dall’altro c’è la dotazione di voucher per le famiglie e le imprese che intendono passare a FTTH. Ricordiamo che nei primi anni 2000 la dotazione di voucher per il passaggio alla Banda Larga Broad Band (o BB), basata sulla tecnologia ADSL, significò un periodo di alcuni anni dove lo sviluppo superò i 2 milioni di linee BB ogni anno. Anche in questo caso di passaggio a FTTH i voucher sono estremamente utili e oggi sono stati previsti. Occorre utilizzarli e rafforzarli per i prossimi anni. Oggi sono attivi i voucher per la connettività per le imprese e per le persone fisiche titolari di partita IVA presenti su tutto il territorio nazionale che possono richiedere un contributo, da un minimo di 300 euro ad un massimo di 2.500 euro, per servizi di connettività a Banda Ultra Larga da 30 Mbit/s ad 1 Gbit/s (e superiori).
Figura 1: VOUCHER di fase II dedicati a Imprese e Partite IVA.
Oltre ai voucher è utile accelerare la strategia di switch off che indichi la data di cessazione del supporto dei servizi voce tradizionali, la cosiddetta PSTN, e successivamente la cessazione dell’uso della rete in rame per i servizi di Telecomunicazioni.
Per quanto riguarda il primo tipo di switch off, che indicheremo come PSTN switch off, è noto che TIM ha da alcuni anni programmato tale evento ma deve soddisfare delle regole piuttosto stringenti da parte di AGCOM che, oggi, andrebbero riviste. Di fatto esse non rendono attuabile questo tipo di provvedimento come invece lo è in altri Paesi europei. Con il PSTN switch off la comunicazione voce di rete fissa avviene con tecnologia VOIP, non vi sarebbe più continuità di alimentazione assicurata dalle centrali telefoniche tradizionali. Sappiamo che questa oggi non è una limitazione ormai rilevante nel momento in cui gran parte delle comunicazioni voce avvengono con il mobile. A mano a mano che i servizi voce diventano VOIP realizzati su rete Ultra Broad Band (FTTC, FTTH, FWA) più della metà delle 10.400 centrali locali possono essere dismesse a beneficio di una rete più compatta ed efficiente.
Il secondo tipo di switch off, chiamato switch off della rete in rame, riguarda la vera e propria cessazione e dismissione di tutta la rete in rame con migrazione dei servizi di accesso ancora supportati da FTTC verso le due tipologie di rete Ultra Broad Band FTTH e FWA (tali reti a livello UE sono denominate reti VHCN (Very High Capacity Networks).
La raccomandazione è quella di prevedere e incrementare i voucher per l’adozione dell’accesso FTTH per le famiglie e le imprese. Il valore dei voucher dovrebbe coprire i costi di attivazione e almeno sei mesi di canone mensile. I voucher, che fino a oggi sono previsti anche per gli accessi a Banda Ultra Larga FTTC, devono essere previsti solo per gli accessi di tipo FTTH. I voucher devono essere dedicati a chi oggi non ha un collegamento FTTH, indipendentemente dalla sua fascia di reddito, e devono essere già considerati nelle offerte degli Operatori che poi otterranno i ristori dal Governo. Se consideriamo un canone mensile di circa 30 euro e un costo di attivazione di 120 euro i VOUCHER, per le famiglie, dovrebbero essere di 300 euro e sostenere un volume di 2 milioni di linee FTTH l’anno e dunque avere un valore annuo di circa 600 milioni / anno fino al 2030 (in totale 4,2 miliardi di euro) parte dei quali finanziati con fondi PNRR.
Aggiornare la delibera AGCOM 348/19/CONS per prevedere lo switch off della rete in rame in tempi ravvicinati e comunque entro il 2030 prevedendo prima il passaggio totale dei servizi su rete Ultra Broad Band NGA (tecnologie FTTC, FTTH, FWA) e successivamente il passaggio totale dei servizi sulla rete Ultra Broad Band VHCN (tecnologie FTTH, FWA).
Strategia 8: adottare la metodologia rab per la determinazione dei prezzi di accesso con stimolo agli investimenti e alla qualità dei servizi
Questa strategia è la più complessa in quanto la tematica dei prezzi all’ingrosso è molto specialistico e richiede il coinvolgimento attivo dell’Autorità Italiane e delle Autorità Europee e di inserisce in una Regolamentazione, quella di Agcom, molto strutturata ed evoluta. Ne è un esempio la recente Delibera 377 – 22 – CONS che ha stabilito i nuovi prezzi dei servizi di accesso all’ingrosso per il 2023.
L’impostazione regolatoria è da sempre basata sul concetto dell’Operatore Efficiente che utilizza un modello di rete ottimizzato con tecnologie innovative e i costi di gestione anch’essi ottimizzati necessari. Il modello va sotto il nome di Long Run Incremental Cost (LRIC).
Dunque, per determinare i prezzi di accesso si presuppone una rete che fornisce tali servizi di tipo tecnologicamente evoluto ed efficiente. Si calcola il costo totale ossia (OPEX + ammortamenti+ reminerazione del capitale) e si divide per la quantità di servizi erogati ottenendo così il prezzo del singolo servizio.
Oggi a queste componenti occorre aggiungere l’ammortamento dell’investimento per Innovazione e per la Qualità del Servizio da sviluppare sulle reti esistenti. Dunque, il numeratore si incrementa di due ulteriori addendi includendo: Opex, Ammortamento degli investimenti di sostituzione, Ammortamento degli investimenti per l’innovazione, Ammortamento degli investimenti per la qualità del servizio e remunerazione del capitale investito.
Conclusioni
Questa impostazione di principio, qui indicata in modo molto generale e dunque meritevole di notevoli approfondimenti tecnici, che fa evolvere la metodologia dalla metodologia LRIC a una metodologia di tipo RAB, caratteristica di altre infrastrutture a rete, merita un tavolo di lavoro delle Istituzioni con l’Autorità del settore e con i principali soggetti del Mercato.
La raccomandazione è quella di avviare l’approfondimento dell’evoluzione metodologica per la determinazione dei prezzi di accesso wholesale qui accennata.