Cresce l’attività malevola in campo cyber ai danni di enti governativi, infrastrutture critiche e operatori privati in Italia.
Lo rivelano i dati della Relazione annuale riferita all’anno 2022 dell’ACN, l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, che raccoglie tutti i dati e i progetti dell’Agenzia e che testimonia l’intensità delle sue attività e le sfide che ha dovuto affrontare seguendo le direttive della Strategia Nazionale di Cybersicurezza 2022-2026 per il potenziamento della sicurezza del nostro Paese.
Come lo stesso Direttore Generale dell’ACN Bruno Frattasi ha dichiarato, all’attuale organico di 180 risorse se ne aggiungeranno presto altre, in modo da raggiungere le 300 unità entro fine anno. Seguirà a breve anche una roadmap del piano di Ricerca e Innovazione realizzato in collaborazione con il Ministero dell’Università e della Ricerca e nuovi bandi PNRR. Le parole di Frattasi: “È stato un anno intenso e ricco di sfide. Continueremo il lavoro avviato nel solco tracciato dalla Strategia nazionale di cybersicurezza per mettere in pista attività e progetti innovativi allo scopo di rendere il paese più forte e sicuro dal punto di vista cibernetico”.
I numeri della Relazione annuale Acn
L’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, nata a metà del 2021 per dedicarsi al cyberspazio e alle sue insidie e opportunità, ha registrato numeri importanti nel 2022. Dai 1.094 incidenti informatici trattati dal CSIRT, Computer Security Incident Response Team, di cui 126 con impatto confermato dalle vittime, alle 81 segnalazioni derivanti da obblighi di legge, ai 129 progetti di cybersecurity finanziati a 51 pubbliche amministrazioni, di cui 16 centrali e 35 locali, fino alle 67 misure realizzate per l’affidabilità delle infrastrutture digitali, considerando i livelli minimi di sicurezza, capacità elaborativa e risparmio energetico e garantendo le caratteristiche di qualità, di sicurezza, di performance e scalabilità, interoperabilità, portabilità dei servizi cloud.
E poi 5 missioni internazionali tra Bruxelles, gli Stati Uniti per due volte, Israele e Canada, 19 incontri bilaterali con riferimenti di cybersecurity esteri, governativi e intergovernativi e 27 riunioni del Nucleo di cybersicurezza, NCS, sede principale di coordinamento interministeriale sul piano tecnico-operativo su cybersicurezza e resilienza nazionale nello spazio cibernetico.
Importante ricordare anche il Cyber Innovation Network, una rete di collaborazioni atta a sviluppare programmi congiunti in materia cyber, e tutte le azioni che hanno coinvolto ricerca, start-up e alta imprenditoria per sostenere l’innovazione, il potenziamento tecnologico e industriale italiani all’interno di un programma di Ricerca e Innovazione in ambito cybersecurity. Non è mancata la stretta collaborazione con organizzazioni europee e partner internazionali, nonché governativi, per promuovere un’unità di intenti contro la minaccia cibernetica.
Incidenti e attacchi cibernetici
All’interno della Relazione, il terzo capitolo, dedicato alla “Prevenzione e gestione di incidenti e attacchi cibernetici”, evidenzia l’incremento di attività malevola in campo cyber di cui sono state vittime enti governativi e infrastrutture critiche, fenomeno che si è acuito e ha trovato terreno fertile a causa del conflitto russo-ucraino in corso durante quasi tutto l’anno di riferimento della Relazione, il 2022. In questo quadro, l’Italia è risultata particolarmente soggetta ad attacchi malware e cibernetici mirati, in particolare contro il settore sanitario ed energetico.
In merito alle attività connesse al conflitto russo-ucraino, che necessariamente hanno intensificato l’operatività dell’ACN, a titolo esemplificativo viene dichiarato nella Relazione che le comunicazioni dirette soprattutto ai soggetti inclusi nel Perimetro di sicurezza nazionale cibernetica riferite al solo periodo tra il 26 febbraio 2022 e il 29 marzo 2022 sono state 19.500 circa, 1.000 quelle tra il periodo dal 17 al 18 maggio 2022 e il 28 giugno 2022, tutte riguardanti l’individuazione di DDoS, attacchi Distributed Denial of Service, contro soggetti nazionali, ma anche europei.
Focus su ransomware e attacchi DDoS
Il focus sui ransomware, tra le minacce più impattanti, come sottolineato nella Relazione, parla di 130 eventi registrati verso PA e operatori privati, che ha colpito principalmente il settore manifatturiero, in particolare nelle zone di Roma, Milano, Torino e i distretti di Nord Ovest e Nord Est, e a seguire quello tecnologico, del retail e sanitario.
Gli attacchi DDoS sono aumentati con lo scoppio della guerra anche in Italia, ma sono stati perlopiù a fini dimostrativi e non distruttivi. Lo stesso sito web istituzionale dell’ACN ne è stato vittima, proprio a seguito dell’invasione russa in territorio ucraino, attacco mitigato dai sistemi di sicurezza preposti. In totale sono stati 44 gli attacchi DDoS, per la maggior parte destinati ai settori della Pubblica Amministrazione, 14 per la precisione. A questi 14, se ne sono aggiunti molti altri che la Pubblica Amministrazione ha dovuto gestire, infatti, sono stati 160 gli eventi malevoli in totale, di cui 57 con un impatto importante che ha provocato il malfunzionamento dei sistemi e conseguenti ritardi nell’erogazione dei servizi. Il ransomware si riconferma la tipologia di attacco più usata per colpire le istituzioni pubbliche, seguono i DDoS e altri tipi di malware. Si legge nella Relazione: “È possibile osservare che, mentre le Amministrazioni Centrali dello Stato sono state colpite in prevalenza da DDoS, il settore sanitario, i Comuni e le Regioni sono oggetto principalmente di ransomware”.
Le sfide italiane sulla cybersecurity
Secondo il sottosegretario alla presidenza del Consiglio ed autorità delegata per la sicurezza della Repubblica, Alfredo Mantovano, “La gestione della coda pandemica, la vicinanza del conflitto russo-ucraino, le ricadute che quest’ultimo ha in termini di insicurezza delle rotte energetiche costituiscono talune delle sfide che l’Italia, nel contesto europeo e internazionale, si trova oggi ad affrontare: esse delineano un quadro fragile, al cui interno la tutela degli interessi nazionali è determinata dal concorso di molteplici fattori. La salvaguardia di tali interessi nello spazio cibernetico – in cui assume un rilievo crescente la richiesta di servizi digitali da parte di cittadini, istituzioni e operatori economici – è accompagnata da un processo di trasformazione digitale, influenzato anche dalla comparsa di nuove tecnologie, tutte bisognose di cautele operative”.
All’adeguamento a questa trasformazione bisogna affiancare anche “un’azione programmatica a lungo termine” che permetta di sviluppare le soluzioni tecnologiche necessarie per “un’autonomia strategica di settore”.
Il sistema produttivo nazionale, per essere solido, ha bisogno di elevati standard di sicurezza e resilienza cibernetiche che tutelino le infrastrutture critiche del Paese e l’ACN, come dimostra la Relazione annuale 2022, ha contribuito al fine comune.