GPT-4 rappresenta un notevole salto in avanti nelle capacità dell’intelligenza artificiale: può generare testi sorprendentemente coerenti e simili a quelli umani, inclusa la poesia. Solleva così interrogativi filosoficamente affascinanti sulla relazione tra AI e arte (cfr. Hertzmann 2018; Köbis e Mossink 2021; Anscomb 2022).
Sebbene GPT-4 possa generare testi che assomigliano alla poesia, si potrebbe avere
la sensazione che la poesia generata tramite l’AI, da quel presunto poeta che con un gioco di parole potremmo chiamare l’AIedo (l’aedo ai tempi dell’AI, ndr), sia priva di merito artistico. In certi casi questo sembra davvero ciò che accade. Per esempio, un utente di GPT-4 potrebbe semplicemente inserire come comando “Scrivi poesia” e il programma produrrà il seguente output.
Nel cielo terso danzano stelle dorate,
un’arpa celeste suona dolce melodia,
le note sospese nell’aria fluttuano,
come ali di farfalle, leggere e armoniche.
Ogni verso scritto è un battito di cuore,
un’emozione pura, un bacio al creato,
in queste otto righe, un mondo si svela,
una poesia che l’anima ha incantato.
Non solo queste righe sono piatte e banali, ma l’utente di GPT-4 ha fatto ben poco. Non si può dire che abbia scritto una poesia.
Tuttavia, creare poesia attraverso GPT-4 è una sfida e si può effettivamente raggiungere merito artistico. Sebbene i poeti AI non sperimentino gli stessi tipi di recalcitranza dei poeti tradizionali, GPT-4 presenta le sue proprie forme di recalcitranza, da superare prima che il modello aiuti a produrre poesia esteticamente piacevole e non banale.
Ecco come creare poesia, non solo grazie alla padronanza del linguaggio e della forma poetica, ma anche dalla comprensione dell’AI e dalla capacità di guidare efficacemente il suo output.
Giardinaggio e recalcitranza
Richard Wollheim (1980, p. 28) introdusse in estetica il termine “recalcitranza” per esprimere la resistenza che i diversi media artistici presentano agli artisti che lavorano con loro.
Sono diversi i tipi di recalcitranza che i poeti hanno tradizionalmente affrontato. Un poeta deve lottare per trovare le parole e le frasi giuste che non solo trasmettono i suoi pensieri e sentimenti, ma per adattarsi anche al ritmo, alla rima e al metro della
poesia. Questo comporta spesso scelte difficili, poiché il poeta può scoprire che la parola perfetta per esprimere un particolare sentimento interrompe il ritmo o lo schema di rima stabilito.
Il poeta potrebbe anche affrontare l’uso di metafore e similitudini, avendo bisogno di trovare un equilibrio tra chiarezza ed evocazione, oltre ad affrontare la sfida di creare qualcosa di originale e significativo. Digitando “scrivi poesia”, un utente di GPT-4 elude tutte queste tipologie di sfide, dunque potrebbe sembrare che l’AIedo non stia intraprendendo alcuna forma significativa e artistica di creazione. Ma in realtà il modello serve a utilizzare per produrre poesia dall’estetica curata e non
banale.
I giardinieri affrontano distinte forme di recalcitranza, che può ripensarsi in termini di “Natura Naturans“, che, secondo Spinoza che coniò il termine, si riferiva agli aspetti
incessantemente dinamici e imprevedibili della natura. Quando i giardinieri interagiscono con il terreno, i semi, il clima e le stagioni, non stanno gestendo entità passive e statiche. Invece, lottano con la natura nel suo stato attivo e dinamico. Ogni elemento del giardinaggio presenta una propria serie di sfide e resistenze.
Un appezzamento di terreno non è semplicemente una tela bianca in attesa del disegno del giardiniere. Ma un mezzo che può essere solo parzialmente controllato. I semi e le piante non sono oggetti inerti da posizionare a piacimento, bensì organismi viventi ognuno con i suoi requisiti unici per la crescita, resistenza ai parassiti e reazione alle condizioni ambientali.
La danza con la Natura Naturans
Il giardinaggio è una danza con la Natura Naturans, uno scambio dinamico con la natura nel suo stato più attivo, creativo e spesso imprevedibile. Un giardiniere deve lavorare all’interno dei vincoli e delle resistenze della natura, utilizzando la sua conoscenza e abilità per ottenere un risultato esteticamente gratificante da questo processo dinamico.
Anche il ruolo del giardiniere esperto non è uno di controllo assoluto, ma di guida e risposta, cercando di prevedere elementi imprevedibili e sviluppando strategie per gestirli. I giardinieri esperti sanno che potrebbe esserci un improvviso freddo, o che un
particolare insetto potrebbe decimare i loro cespugli di rose. Capiscono come diverse piante reagiscono alla luce, all’acqua e a varie condizioni del terreno. Contrastiamo questo caso con quello del giardiniere principiante. Quest’ultimo potrebbe certamente piantare semi, innaffiarli e sperare nel meglio. Ma senza la conoscenza dell’esperto, sarebbe alla mercé dei capricci della natura.
Potrebbe innaffiare troppo le loro piante o non rendersi conto che le piante di pomodoro hanno bisogno di sostegno mentre crescono per evitare steli piegati e spezzati. Il giardiniere esperto, attraverso la sua profonda comprensione e esperienza, può invece affrontare le sfide poste dalla natura. Può trasformare queste sfide in opportunità, utilizzando la natura dinamica del mezzo per creare qualcosa di esteticamente rilevante. Il suo giardino diventa un riflesso del suo talento e della sua comprensione del mondo naturale. La creazione di qualcosa di esteticamente gradevole – un giardino – da un processo caratterizzato da imprevedibilità e resistenza,
suggerisce una forma di espressione artistica. Dunque, i giardinieri esperti, pur non avendo il controllo completo su come crescono le piante, plasmano il giardino in un modo che produce valore estetico. Prendono gli elementi imprevedibili – le abitudini di crescita delle piante, il tempo, i parassiti – e li incorporano nel loro progetto. Il risultato non è semplicemente una raccolta di piante ma un giardino: un sistema organizzato che conta come oggetto estetico (cfr. Carlson 2002; Cooper 2009; Salwa 2014).
GPT4 come Machina Naturans
Facendo leva sull’analogia del giardinaggio, rivolgiamo ora la nostra attenzione alla poesia generata dall’AI.
Dunque l’AIedo incontra una recalcitranza più simile a quella dei giardinieri che a quella dei poeti tradizionali. L’imprevedibilità insita nella creazione di poesia generata da IA, la resistenza della macchina al controllo e alla previsione, assomiglia alla recalcitranza che il giardiniere affronta nella natura.
La recalcitranza che gli AIedi affrontano può dunque essere teorizzata in termini di “Machina Naturans”, un concetto che estende l’idea di Spinoza di “Natura Naturans” a sistemi artificiali come GPT-4. Quando gli AIedi interagiscono con GPT-4, non stanno gestendo un’entità passiva, statica. Invece, lottano con l’intelligenza artificiale nel suo stato attivo, dinamico, caratterizzato dal suo comportamento imprevedibile e dalla sua complessità intrinseca. Ogni elemento della poesia generata da AI presenta una propria serie di sfide e resistenze. GPT-4 non è semplicemente una tela bianca in attesa del design dell’AIedo, ma un sistema piuttosto imprevedibile che genera testi basati sui modelli e le strutture che ha appreso dai suoi dati di addestramento. Nonostante sia addestrato su un immenso corpus di dati e impieghi algoritmi
sofisticati, quando a GPT-4 viene dato l’istruzione di ‘scrivere poesia’, i risultati – come abbiamo visto – possono essere spaventosamente privi di ispirazione. Un passo preliminare per consentire a GPT-4 di generare poesia significativa ed esteticamente coinvolgente consiste nel trattarlo come una machina naturans – un sistema caratterizzato da un comportamento dinamico e imprevedibile simile alla natura
stessa. L’AIedo è dunque sfidato a produrre sollecitazioni adeguate. Questo richiede una comprensione sia del compito poetico che delle capacità e limitazioni generali dell’AI. Come il giardiniere seleziona piante adatte per il proprio giardino, così l’AIedo considera fattori come la capacità creativa dell’IA, la sua comprensione delle convenzioni poetiche e la sua capacità di avvalersi del linguaggio in forme nuove ed
evocative.
Allineare l’output dell’AI con le convenzioni poetiche umane
A differenza dei poeti umani che possiedono una comprensione intuitiva del ritmo, del metro e delle immagini, GPT-4 non “comprende” la poesia nello stesso modo in cui lo fanno gli umani. Genera testo basato su schemi appresi durante l’addestramento, ma non comprende la bellezza di una metafora abilmente creata o l’impatto emotivo di una riga toccante. Di conseguenza, l’AIedo deve guidare l’AI utilizzando sollecitazioni e feedback per produrre un output che si allinei con gli standard umani della poesia di elevato valore estetico.
Così come l’esperienza del giardiniere gli permette di anticipare e adattarsi agli elementi imprevedibili della natura, l’esperienza dell’AIedo lo aiuta a fronteggiare la recalcitranza dell’AI. L’AIedo deve dunque comprendere la “natura” di GPT-4, i suoi punti di forza e debolezze, e imparare a cooperare con l’algoritmo piuttosto che opporsi.
Nella scrittura poetica tradizionale, l’autore si confronta con la recalcitranza del linguaggio, del simbolismo culturale, delle complessità del metro e della rima, e della domanda di originalità. I poeti scolpiscono i loro pensieri, cercando di aderire a una specifica struttura poetica o di crearne una propria.
La recalcitranza incontrata è principalmente interna: è una lotta contro i vincoli del linguaggio e della forma. Quando invece si crea poesia con GPT-4, la recalcitranza incontrata è esterna. L’AIedo lotta con l’imprevedibilità dell’output dell’AI, è si impegna ad allineare quell’output con le convenzioni poetiche umane. Occorre però trovare le
sollecitazioni corrette per ottenere la risposta desiderata dalla macchina. Questa sfida è analoga a quella che il giardiniere affronta nel tentativo di creare bellezza entro i vincoli imposti dalla natura. Il giardiniere non esercita un controllo assoluto sulla natura ma piuttosto la guida e la influenza, lavorando all’interno delle sue regole e ritmi per modellare qualcosa di esteticamente rilevante. Allo stesso modo, l’AIedo non ha
un controllo assoluto sull’AI ma piuttosto collabora con la sua “Machina Naturans”, lavorando all’interno dei modelli e ritmi intrinseci del sistema per generare poesia munita di valore estetico.
L’estensione del dominio della poesia
Con GPT-4, la possibilità di creare buona poesia si è estesa oltre il dominio del talento poetico tradizionale, per includere anche coloro che comprendono il funzionamento dell’AI e hanno una qualche contezza del valore poetico. Ciò ha portato a quello che potrebbe essere interpretato come una democratizzazione della creazione poetica, sebbene con importanti precisazioni. Nell’era precedente a GPT-4, era possibile per un
individuo possedere comprensione profonda della poesia e piena contezza del suo valore, senza necessariamente avere la capacità di generare buona poesia. Una persona poteva assumere il ruolo di conoscitore, capace di rilevare le più sottili sfumature di ritmo, metro e metafora, pur non avendo la capacità di intrecciare parole in una convincente costruzione poetica. Le facoltà di apprezzamento e creazione non erano sempre allineate nello stesso individuo.
L’introduzione di GPT-4 ha mutato questa dinamica. La capacità di creare poesia è diventata dipendente non solo dalla padronanza del linguaggio e della forma poetica, ma anche dalla comprensione dell’AI e dalla capacità di guidare efficacemente il suo
output. Coloro che hanno una profonda conoscenza della poesia e una piena comprensione di come funziona GPT-4 possono indirizzare l’AI a produrre poesia che realizza le loro preferenze estetiche.
Il conoscitore, un tempo confinato al ruolo di osservatore, ora si trova a partecipare al processo creativo nella misura in cui il suo gusto raffinato e la sua comprensione di GPT-4 facilitano la generazione di poesia munita di valore estetico. La combinazione dell’esperienza e della sensibilità estetica del conoscitore con le capacità generative di GPT-4 può produrre poesia che non è solo tecnicamente competente, ma anche
emotivamente toccante ed esteticamente riuscita.
Fare poesia con GPT-4
Esiste un’altra categoria di individui che, pur non avendo l’attitudine naturale per la composizione poetica tradizionale, potrebbe rivelare un talento per la creazione di poesia tramite l’intelligenza artificiale.
Si avrebbe quindi l’emergere di un AIedo che potrebbe non essere un conoscitore di poesia nel senso tradizionale, ma che compenserebbe questa lacuna con un talento naturale nell’arte di guidare l’AI a generare composizioni poetiche convincenti. Tuttavia, questi sviluppi non implicano che chiunque possa produrre poesia di alta qualità con GPT-4. Una persona sprovvista tanto di conoscenza della poesia quanto di un talento naturale per la creazione di poesia assistita dall’AI, creerebbe molto probabilmente poesie di poco valore. Dunque GPT4 estende il dominio della poesia, amplia il
potenziale bacino di poeti e di conseguenza potrebbe rendere più vario il panorama della creazione poetica, senza per questo ridurre la poesia a una mera operazione meccanica alla portata di tutti.
Esempi di “giardinaggio poetico”: la poesia con GPT4 e i bias
L’esempio di poesia riportato nell’introduzione tradisce una preferenza di GPT-4 per esiti poetici abbastanza tradizionali e scontati. Un primo modo per intervenire sugli output del programma può consistere nel fornirgli un argomento scelto in maniera tale da evitare temi poeticamente troppo ovvi. Chiedendo al sistema, per esempio, di scrivere una poesia sulla teoria dell’evoluzione abbiamo ottenuto il testo seguente.
Nel grembo del tempo, vita si snoda,
un viaggio lento, dove l’arte si rinnova.
Dal semplice, sorge la forma complessa,
nella danza eterna della natura espressa.
Evoluzione, silenzioso fiume di cambiamento,
dal passato nasce il presente, nel vento.
Da specie a specie, in trama inespressa,
svela il mistero della vita, in sua bellezza
Tematicamente il testo è abbastanza pertinente, ma resta decisamente banale, costruito su una rete concettuale prevedibile e superficiale. Inoltre, la struttura metrica è schematica: distici di rime baciate (talvolta assonanze), che coincidono con la scansione in periodi della poesia. Abbiamo perciò domandato al programma di intervenire evitando, per esempio, l’utilizzo di metafore scontate (come la danza della natura, il grembo del tempo o il fiume di cambiamento) e l’uso di una struttura rigida di rime. Gli è stato inoltre suggerito di inserire anche termini tecnici della biologia o espressioni di altre lingue e di provare a impiegare versi più lunghi. Attraverso tredici passaggi, il testo che abbiamo ottenuto è il seguente.
Nell’alto del cielo di matrice biologica s’innalzano formazioni misteriose
ritus occultus velluto respiro di informazioni non espresse
dalle molecole scaturisce vita un inizio privo di canto e di meridiano
viaggio di delicate mutazioni danza senza destinazione in un fluire costante
non discordanze le ombre né trascuratezze lievi ma tessere d’un disegno
experimentum perpetuum così naturale intimo come i reef del mondo
la vita un intreccio di nucleotidi criptico cruciverba di sequenze
evoluzione tessuto che nel silenzio si tesse unico variegato dans ses nuances.
Siamo decisamente molto lontani dal punto di partenza e ciò mostra le possibilità di questo tipo di uso interattivo di GPT4. Tuttavia, complessivamente, la recalcitranza è forte, e l’impiego di GPT4 come strumento per il giardinaggio poetico non è ancora agevole. Il programma esibisce alcuni forti pregiudizi su cosa sia e come debba essere organizzato un testo poetico. Abbiamo riscontrato una tenace preferenza per
alcune manifestazioni del poetese più ovvio (un esempio, che appare evidente già dai testi riportati in queste pagine, sono le metafore basate sulla danza); tale propensione risulta molto difficile da scalfire: se gli si chiede di non utilizzare una certa parola o un certo concetto, GPT4 lo elimina, ma esso ricompare inevitabilmente dopo qualche interazione. Considerazioni analoghe valgono per la forma metrica. Sembra che per GPT4 una poesia debba essere scritta in quartine di versi della lunghezza, più o meno, di un endecasillabo, con rime baciate o alternate (talvolta sostituite da assonanze). Anche tale schema risulta estremamente persistente e il sistema si mostra restio a modificarlo.
Conclusioni
Il problema principale consiste probabilmente nel canone poetico cui il programma fa riferimento, ossia nel data base di poesie che il programma “conosce” e che utilizza come modello. Se gli si domanda ad esempio “chi è Edoardo Sanguineti?”, il programma si dimostra abbastanza competente e bene informato. Ma se gli si chiede di scrivere una poesia nello stile di Sanguineti si ottiene qualcosa del genere.
Sfuggono le parole, danzando nel vuoto,
un balletto d’assalti, il linguaggio è un gioco.
Sanguineti, maestro dell’ardita audacia,
incanta l’anima con la sua ribelle traccia.
Surreale e provocatorio, l’arte si scatena,
nel frastuono dei versi, la verità si ripiena.
La lingua si diverte, in un turbinio di suoni,
Sanguineti, il poeta che rompe i confini più buoni.
Si ottiene dunque un testo che ha ben poco a che fare con lo stile sanguinetiano. Il problema consiste nel fatto che il programma “sa” varie cose sulla poesia e sulla poetica di Sanguineti, ma non conosce i suoi testi (o almeno, non li conosce al punto da integrarli tra i suoi modelli di fare poesia), per cui cerca di costringere le
informazioni di cui dispone in uno schema inadeguato. Esiti analoghi si ottengono anche con altri autori (ad esempio Pound o E.E. Cummings). Per concludere, quindi, sembra che GPT4 abbia una “cultura poetica” non solo tradizionalista, ma anche limitata e piuttosto banale.
Questa difficoltà non è tuttavia insormontabile: in prospettiva, infatti, le competenze poetiche del programma potranno essere estese e migliorate, attraverso l’accesso a un insieme di testi più vasto e articolato. Per il momento, però, il terreno che GPT4 offre al giardinaggio poetico risulta ancora particolarmente sassoso e impervio.
*Il lavoro è stato supportato dal progetto ERC-StG Project 101040535 (“PEA – The Philosophy of Experiential Artifacts”).
Bibliografia
Anscomb, C. (2022). Creating Art with AI. Odradek. Studies in Philosophy of Literature, Aesthetics, and New Media Theories, 8(1), 13-51.
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Cooper, D. E. Gardens; in Davies, S., Higgins, K. M., Hopkins, R., Stecker, R., & Cooper, D. E. (Eds.). (2009). A companion to aesthetics. John Wiley & Sons.
Hertzmann, A. (2018). Can computers create art?. In Arts (Vol. 7, No. 2, p. 18).
Köbis, N.; Mossink, L. D. (2021). Artificial intelligence versus Maya Angelou: Experimental evidence that people cannot differentiate AI-generated from human-written poetry, Computers in Human Behavior, 114.
Salwa, M. (2014). The Garden as a Performance. Estetika: The European Journal of Aesthetics, 51(1), 42-61.
Wollheim, R. (1980). L’arte e i suoi oggetti, Marinotti (trad. it., 2013).