Secondo gli ultimi dati diffusi dal Mise e riferiti al quarto trimestre 2022, il numero di startup innovative in Italia è pari a 14.262, in leggera diminuzione rispetto al trimestre precedente (-3%) che aveva fatto registrare il record assoluto in Italia.
Il Sud registra un fermento invidiabile, con la Campania come capofila dell’innovazione.
Startup al Sud: i numeri
Tra le regioni più popolose si distingue la Campania con le sue 1.410 startup (il 9,9% del totale), che mantiene salda la sua posizione sul podio, dopo la Lombardia e il Lazio. Nella top 10 delle imprese innovative figurano altre due regioni del mezzogiorno: la Sicilia con 711 startup (circa il 5% del totale) e la Puglia con 622 imprese innovative (il 4,26%). Napoli è la prima città del Sud e la terza in Italia, con una concentrazione di imprese innovative (717) pari alla metà rispetto a tutto il resto della regione. Bari si aggiudica invece il secondo posto per il Mezzogiorno e il sesto per quanto riguarda il panorama nazionale, preceduta solo da Milano, Roma, Napoli, Torino e Bologna.
Startup, i primati della Campania
Solo nella regione campana sono inoltre presenti 7 università per un numero complessivo di studenti che la pone al secondo posto in Italia per numero di iscritti. La Campania è anche al primo posto nel Mezzogiorno e al settimo a livello nazionale per investimenti in Ricerca e Sviluppo, con un valore di 1,4 milioni di euro (+7,7% tra il 2016 e il 2020), ed è anche prima nel Sud Italia per numero di ricercatori nel 2020 (14,9 mila, pari al 7% del totale nazionale).
Con un’età media di 43,3 anni, la Regione è la più giovane d’Italia (45,9 è l’età media italiana) ed è anche la prima per imprenditorialità giovanile con il 7,7% di titolari di imprese individuali under30 (5,6% è la media Italia).
Dati che non fanno che confermare la possibilità per i giovani di creare in Campania la propria impresa, contrastando l’ondata di fuga di cervelli che da anni ha investito il Belpaese: hanno i talenti formati nelle università per creare team di successo, hanno la possibilità di accedere con maggiore facilità rispetto a un tempo a fondi e finanziamenti per far crescere il business e possono contare su un ecosistema di imprese internazionali che hanno scelto di aprire al Sud con cui collaborare attivamente per lo sviluppo di innovazioni che avranno un impatto sulla società.
Fare impresa al Sud, come evitare errori
Come Managing Director di Atida eFarma e investitore di startup di successo come Unobravo, ai giovani che vogliono fare impresa al Sud vorrei fornire alcuni suggerimenti sui passi da compiere per evitare errori e affermarsi sul mercato:
- Non innamorarsi solo dell’idea di fare impresa. È necessario prima di tutto creare un business plan – utile a razionalizzare l’idea imprenditoriale – con delle proiezioni finanziarie che ne dimostrino la sostenibilità, i tempi di breakeven, e che riporti un accurato studio del mercato. Stendere un business plan è inoltre utile per identificare le sfide e trovare le soluzioni più adatte, oltre a fungere da presentazione per eventuali finanziatori o investitori e da strumento di monitoraggio.
- Studiare il mercato. È necessario individuare un target di riferimento a cui è destinata l’idea imprenditoriale e capire come questa sarà accolta, se ci sono altri competitor e come il business si posiziona rispetto ad altre realtà. A supporto delle analisi di mercato – sia di tipo qualitativo che quantitativo – esistono alcuni strumenti come A/B Testing, focus group, interviste e analisi predittive, quest’ultime utili soprattutto a valutare ciò che potrebbe accadere nel futuro. Avere chiari gli elementi che differenziano dai competitor è inoltre necessario per poi impostare una comunicazione coerente ed identificare una strategia di marketing adeguata. In aggiunta, uno studio approfondito del mercato può favorire l’internazionalizzazione, in modo da rendere le imprese competitive anche all’estero.
- Individuare una nicchia scoperta. Soprattutto per chi vuole avviare un business online è una delle chiavi principali per avere successo. Avere la pretesa di rivolgersi a tutti indistintamente è rischioso, non permette di mettere a fuoco bene il business e spesso richiede investimenti economici troppo grossi. Meglio concentrarsi su un target specifico, conoscerlo bene e offrire un servizio eccellente per quel target. Poi, in un secondo momento, si può decidere di ampliare il proprio orizzonte e scalare, magari guardando anche all’estero.
- Fare bootstrapping. Almeno nel primo periodo di creazione della vostra impresa è necessario cercare di rendere il proprio business sostenibile senza l’intervento di capitali esterni. Questo sistema, oltre ad essere immediato, funziona anche da alimentatore per le startup che, in questo modo, possono concentrarsi maggiormente sui bisogni dei clienti. Il bootstrapping consente di gestire i flussi di cassa, mantenendo sotto controllo i costi: questo è possibile grazie ad un popolare metodo chiamato lean startup, che prevede di iniziare con prodotto minimo funzionante e utilizzare i feedback dei clienti per sviluppare ulteriormente l’offerta. La ricerca di investitori e di fondi deve avvenire nel momento in cui si ha già una posizione sul mercato e un fatturato significativo. Solo in questa fase si può quindi pensare di mettere a piano un primo round di investimento, in cui intervengono business angel, acceleratori e venture capitalist.
- Creare un team in cui ogni talento possa portare valore dalle sue esperienze precedenti e creare per loro delle condizioni tali che li motivino a tornare al Sud o rimanervi. Le imprese del Sud devono essere in grado di reggere la concorrenza con le digital company basate a Milano e nel nord Italia per attrarre e trattenere talenti.