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Meno stress sul lavoro con le app di IA: quali sono, gli impatti



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L’utilizzo di app di intelligenza artificiale può aiutare a monitorare i parametri del team, ridurre il burnout, prevenire situazioni di stress e migliorare il coinvolgimento dei dipendenti. Inoltre, può sgravare le persone dalle attività ripetitive. Ecco come può rivelarsi utile nell’ambito del marketing e della comunicazione e non solo

Pubblicato il 4 ago 2023

Alessio Pecoraro

coordinatore PAsocial Emilia-Romagna, marketing & communication manager



disinformazione, fake news

L’intelligenza artificiale generativa non ha fatto il suo ingresso solo nel mondo della creazione di contenuti, ma sta entrando sempre di più anche nel campo del monitoring delle performance aziendali che si sono diffuse, in maniera importante, nell’ultimo periodo, con un’accelerata decisa dalla crisi pandemica in avanti.

La pandemia ha introdotto nuove modalità di esecuzione delle prestazioni lavorative, il cosiddetto smart working, e la conseguente necessità di controllare lavoratori e mansioni anche a distanza.

Ma, grazie all’intelligenza artificiale, siamo alla soglia di uno step evolutivo ancor più importante, che supera il concetto di controllo e sposta la questione verso l’analisi.

L’IA aiuta a rilevare lo stress: le app

L’Intelligenza Artificiale ha il potenziale di migliorare la qualità del lavoro, riducendo il carico di compiti ripetitivi e noiosi e permettendo ai lavoratori di concentrarsi su attività più creative e gratificanti. Emblematico è il caso del GitHub Copilot, l’assistente virtuale basato su AI che aiuta gli sviluppatori a programmare. Una recente ricerca mostra com’è in grado di raddoppiare la produttività del lavoro, dimezzando i tempi di sviluppo.

Per fare ciò, però, bisogna rispondere prima di tutto ad una domanda: cosa significa essere produttivi?

Certamente lavorare sotto stress incide sulla produttività. Si stima che circa il 25% dei lavoratori europei soffra di almeno una condizione di salute mentale, con l’ansia che è la più diffusa.

Pulse di Fierce

L’app Pulse di Fierce, una società di consulenza aziendale con sede a Seattle, ha debuttato lo scorso anno e monitora – tramite dispositivi indossabili – la variabilità della frequenza cardiaca. Il CEO della società, Edo Beltran, afferma che il sistema di intelligenza artificiale sviluppato può rilevare quando le persone entrano in modalità “stress” in base al modello della frequenza cardiaca di una persona e può integrarsi con i calendari dei lavoratori per aiutare le persone a identificare la situazione che potrebbe aver portato a livelli troppo elevati di stress.

Kintsugi Health

Kintsugi Health, l’app fondata da Grace Chang e che prende il nome da un’antica tecnica di restauro ideata alla fine del 1400 da ceramisti giapponesi per riparare tazze in ceramica per la cerimonia del tè, l’anno scorso ha raccolto un finanziamento da 20 milioni di dollari per lo sviluppo della sua tecnologia di intelligenza artificiale in grado di rilevare la depressione e l’ansia analizzando brevi clip audio come ad esempio un messaggio vocale.

Ad oggi, l’app è stata scaricata da circa 12.000 utenti in tutta Europa.

“L’assistenza sanitaria mentale è diventata molto più diffusa nella vita delle persone durante la pandemia e penso che i datori di lavoro abbiano riflettuto molto su quale tipo di soluzioni possono essere messe lì perché c’è un’evidente carenza di specialisti in grado di affrontare alcuni di questi problemi”, ha spiegato Grace Chang.

L’app – spiegano gli sviluppatori – è in grado di rilevare lo stato di ansia e depressione con una precisione che sfiora l’80%. Un dato più accurato rispetto a quello dei medici umani, che identificano solo il 47% dei casi di depressione tramite una visita. Quando l’app identifica un potenziale caso di depressione o ansia, offre agli utenti un percorso guidato per ottenere cure.

Secondo una recente indagine Eu-Osha, l’agenzia d’informazione dell’Unione europea in materia di sicurezza e salute sul lavoro, il 46% dei lavoratori europei sente infatti di essere esposto al sovraccarico di lavoro e ha paura di non avere abbastanza tempo per svolgere le mansioni richieste; circa il 36% mostra dei sintomi d’ansia connessi alla scarsa comunicazione e cooperazione all’interno dell’azienda, mentre il 50% teme che rivelare un problema di salute mentale possa incidere in maniera negativa sulla propria carriera.

WinningTemp

La piattaforma di coinvolgimento dei dipendenti WinningTemp sta sviluppando l’intelligenza artificiale che aiuta a rilevare il burnout. Mentre i tradizionali sondaggi sul coinvolgimento dei dipendenti inviano lo stesso set di domande a ogni persona, WinningTemp utilizza l’intelligenza artificiale per determinare quali domande porre agli utenti in base alla loro risposta positiva o negativa alle parti iniziali del sondaggio.

La griglia di domande è progettata per identificare come si sente il personale riguardo a fattori come la soddisfazione sul lavoro e l’autonomia. Le risposte negative attivano l’alert di probabilità di burnout. La piattaforma presenta i dati del sondaggio resi anonimi ai manager, che registrano il modo in cui affrontano le risposte negative: l’intelligenza artificiale apprende quali approcci sono più efficaci nel tempo in base al miglioramento delle risposte al sondaggio futuro. L’algoritmo cerca anche schemi per determinare se un dipendente stava semplicemente avendo una brutta giornata o soffriva di qualcosa di cronico.

Navina

Navina è un’altra start-up basata sull’intelligenza artificiale che lavora per combattere il burnout nel settore sanitario. Una delle cause più diffuse del burnout dei medici sono gli adempimenti burocratici che tolgono tempo al lavoro con i pazienti. L’intelligenza artificiale di Navina funge da assistente medico analizzando automaticamente la storia e le cartelle cliniche del paziente sintetizzando le informazioni più pertinenti. Ciò consente al medico di concentrarsi sull’incontro faccia a faccia con il paziente. Un caso in cui l’intelligenza artificiale serve per migliorare il contatto tra esseri umani.

Al di là delle interazioni medico-paziente, la capacità dell’IA di automatizzare gli aspetti più banali del lavoro ha enormi implicazioni anche in altri settori, tra cui il marketing e la comunicazione permettendo ai lavoratori di concentrarsi sulle parti a maggior valore aggiunto del lavoro lasciando alle macchine le parti più ripetitive e noiose. Secondo Yair Lewis, vicepresidente senior del reparto medico di Navina, “Non dover sperperare energia mentale, liberando quel carico cognitivo, lo vedo come una parte enorme della riduzione del burnout”.

Secondo un recente rapporto di Deloitte, il 42% dei leader aziendali prevede che entro il 2027 la tecnologia che sfrutta i principi della psicologia, della sociologia e delle scienze comportamentali contribuirà a ottenere migliori risultati organizzativi.

Il rapporto ha anche rilevato che oltre il 90% dei leader aziendali ritiene che l’utilizzo di tale tecnologia per migliorare i risultati del lavoro e le prestazioni del team sia importante per il successo della propria organizzazione.

Lavoratori più sorvegliati con l’IA?

Le aziende che sviluppano sistemi di intelligenza artificiale sono certe che i loro sistemi potranno aiutare, grazie al monitoring, i lavoratori a migliorare le proprie performance, essere meno stressati sul posto di lavoro e sentirsi più connessi con l’ecosistema lavorativo.

Quasi la metà dei lavoratori che utilizzano la tecnologia digitale per il proprio lavoro afferma di avere spesso difficoltà a trovare le informazioni e i dati di cui ha bisogno, ha affermato la società di ricerche di mercato statunitense Gartner. Ma alcuni esperti avvertono che l’eccessivo monitoring da parte delle aziende potrebbe creare un sentiment negativo da parte dei lavoratori che potrebbero sentirsi spiati da un “Grande Fratello” durante le loro attività lavorative.

Steve Ozer, capo della comunicazione alla LexChem azienda chimica con sede a West Chester, in Pennsylvania, ha affermato di ritenere che ci siano alcuni casi in cui il monitoraggio dei dipendenti è legittimo, ad esempio per motivi di sicurezza. Detto questo, un monitoraggio eccessivo può ritorcersi contro: “Dimostra una mancanza di fiducia con i propri dipendenti”, ha detto. “In un momento in cui dovremmo costruire legami con datori di lavoro e dipendenti, la sorveglianza intrusiva può ridurlo o reciderlo completamente”.

“Se i software di intelligenza artificiale potessero dimostrare la loro capacità di aiutare i dipendenti a crescere più velocemente e ottenere risultati migliori, sarei favorevole”, ha detto. “Ma sono fortemente contrario a tutto ciò che fa sentire le persone sorvegliate” ha spiegato al Washington Post.

Conclusioni

Soprattutto in ambiti come il marketing e la comunicazione che per sopravvivere ai grossi cambiamenti in atto, nella società e quindi sul mercato, devono diventare funzioni sempre più interdisciplinari capaci di abbracciare diversi ambiti aziendali, l’ausilio dell’intelligenza artificiale per monitorare i parametri del team, diminuire il burnout, prevenire le situazioni di stress e migliorare il coinvolgimento (oltre che sgravare dalle funzioni ripetitive) può rappresentare un vantaggio competitivo davvero notevole.

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