Negli ultimi anni, si è assistito ad un cambiamento nella visione dell’azienda nei confronti delle proprie persone: si è passati dalla mera erogazione di stipendio ad una presa in considerazione del benessere dei dipendenti.
In questo contesto si inseriscono i programmi di welfare, ovvero l’insieme di benefit che un’azienda offre ai propri dipendenti al fine di migliorarne la qualità della vita. Tuttavia, spesso questi programmi non sono efficaci, poiché i dipendenti non li utilizzano in modo efficiente. Il problema principale è che i dipendenti non vedono questi benefit come propri, ma come una concessione dell’azienda.
È necessario, quindi, cambiare il modo in cui questi programmi vengono pensati e implementati, ponendo il dipendente al centro.
Dipendenti come consumatori
In primo luogo, è importante considerare i dipendenti come consumatori e, di conseguenza, fornire loro soluzioni di welfare altamente personalizzate. Continuare a considerare l’individuo come dipendente e non come consumatore crea la percezione che i budget destinati al welfare siano “dell’azienda” e non veramente del dipendente.
Le aziende mettono a disposizione dei dipendenti strumenti funzionali come CRM, tool HR e gestionali, ma l’esperienza di utilizzo dei budget welfare spesso viene trascurata. Per garantire un’esperienza di utilizzo ottimale, le aziende dovrebbero investire nell’adozione di una piattaforma dedicata al welfare aziendale, ricca di benefit personalizzati secondo le esigenze di ogni singolo dipendente, ad esempio servizi per la cura della persona, servizi di assistenza sanitaria, asili nido, etc.
L’esperienza di utilizzo della piattaforma deve essere intuitiva e user-friendly, in modo da permettere ai dipendenti di utilizzare i benefit in modo semplice e immediato. Non è pensabile inoltre implementare un piano senza un’adeguata educazione e informazione dei destinatari (i dipendenti che lo utilizzeranno) sia sulle potenzialità dei benefit stessi, spesso ancora poco conosciuti, che sulle modalità di utilizzo.
Infine, per garantire la massima soddisfazione dei dipendenti, le aziende dovrebbero raccogliere periodicamente feedback sulla soluzione adottata, tramite sondaggi anonimi o focus group. In questo modo, oltre a raccogliere informazioni preziose circa l’utilizzo (o il non utilizzo) di determinati servizi e il miglioramento della selezione offerta, l’azienda dimostra apertura e ascolto verso i propri dipendenti. Non è forse anche questa una forma di welfare?
Rete di accettazione personalizzata
Un altro aspetto importante da considerare è la necessità di creare una rete di accettazione che risponda alle esigenze delle persone. Oltre alle grandi catene e ai brand di successo, bisogna pensare ai negozi di fiducia sotto casa e alle piccole attività, oltre agli e-commerce, che rispecchino le abitudini di acquisto di utilizzatori sempre più attenti e consapevoli. Inoltre, con l’aumento del lavoro remoto, sempre più lavoratori si stanno spostando in aree geografiche diverse, e un piano welfare limitato alle grandi città risulterebbe svantaggioso per molti dipendenti dell’azienda.
Personalizzazione dei programmi di welfare
Non solo una rete di accettazione personalizzata, ma anche un piano welfare flessibile e capace di adattarsi alle persone. Ogni dipendente ha esigenze diverse e, pertanto, è fondamentale che i benefit offerti siano aperti alle necessità di chiunque. Ad esempio, un dipendente con figli potrebbe avere bisogno di servizi di babysitting, mentre un altro potrebbe aver bisogno di corsi di formazione professionale. Inoltre, la personalizzazione dei programmi di welfare può essere estesa a includere anche altri servizi, come l’assistenza familiare e sanitaria, le spese per il trasporto pubblico, i piani pensionistici e altri servizi che possono aiutare i dipendenti a gestire meglio la propria vita e la propria carriera.
In questo modo, i dipendenti si sentiranno più apprezzati e, di conseguenza, saranno più motivati e produttivi sul lavoro. L’estensione del perimetro del welfare e quindi il superamento del modello precedente basato su piani che andavano “ad escludere” piuttosto che includere, è un modo per le aziende di dimostrare che si preoccupano dei propri dipendenti e che vogliono aiutarli a raggiungere i loro obiettivi personali e professionali.
Un’esperienza user-friendly
Considerando che i dipendenti sono sempre più abituati a interagire con prodotti e servizi altamente user-friendly e intuitivi, è fondamentale che anche i programmi di welfare adottino un approccio analogo. Ciò significa che l’esperienza di utilizzo dei benefit dovrebbe essere il più possibile semplice e immediata, in modo da non richiedere ai dipendenti un impegno eccessivo per poter accedere ai servizi a loro disposizione.
Come già accennato, per garantire una buona UX (User Experience), le aziende dovrebbero scegliere un fornitore che parli la loro stessa lingua di semplificazione, immediatezza, facilità di implementazione e di comunicazione con gli altri tool aziendali/consulenti. Una piattaforma dedicata al welfare aziendale deve essere facile da usare e accessibile da qualsiasi dispositivo, in modo da consentire ai dipendenti di utilizzare i benefit in modo semplice e rapido, anche quando si trovano fuori dall’ufficio.
Conclusioni
In sintesi, il successo di un piano di welfare dipende da come viene pensato e implementato. Concentrarsi sui dipendenti come consumatori, creare una rete di accettazione che soddisfi le loro esigenze, personalizzare i programmi di welfare e garantire una UX user-friendly, può migliorare l’efficacia dei programmi di welfare e portare benefici sia ai dipendenti che alle aziende.
Per esempio, si potrebbe offrire ai dipendenti una maggiore flessibilità nella scelta dei programmi di welfare, in modo che possano selezionare solo quelli che soddisfano le loro esigenze specifiche. Inoltre, si potrebbe considerare l’implementazione di programmi di welfare in grado di supportare i dipendenti in situazioni di difficoltà, come ad esempio la malattia o la perdita di lavoro. Questo non solo aiuterebbe i dipendenti a superare momenti difficili, ma potrebbe aiutare l’azienda a tenerli con sé più a lungo e aumentare la loro produttività.