Preparare i ragazzi ad entrare nel mondo del lavoro, con il rischio di appiattire la scuola sulle esigenze economico-produttive, rispetto a quello che dovrebbe essere un percorso per lo sviluppo di un pensiero autonomo e delle capacità di critica è il tema principale di cui si parla negli ultimi anni rispetto alla trasformazione della scuola.
Questa è anche la cornice in cui si pone, a pieno titolo, l’intelligenza artificiale, che, se non gestita, rimanda ad una visione della didattica esclusivamente, subalterna al sistema economico-produttivo.
La soluzione non potrà certo essere, quella di bloccare, impedire, inibire. L’unica via per conoscere, capire, sviluppare un approccio critico è fare i conti con questa tecnologia e governare l’impatto che ha sul sistema scolastico.
Una scuola per la società che cambia: i modelli di educazione
Si chiede allo studente di diventare imprenditore di sé stesso, di adeguarsi al mercato, un individuo adattato e flessibile, ingranaggio di un sistema economico produttivo generale. Va detto che già agli inizi nel Novecento, il sogno di risolvere scientificamente la questione del rapporto tra scuola e società svanisce, si esce perciò dal paradigma deterministico e si accetta l’idea che c’è un margine di manovra nell’organizzazione della società.
La società industriale può essere gestita in modi diversi, per esempio con un sistema liberale, democratico, cristiano, anarchico, socialista, fascista, comunista, ecologista, eccetera. Ognuno di questi sistemi prevede un certo tipo di cittadino e, dunque, un certo tipo di educazione. In altri termini, il modello di educazione si rivela relativo non solo all’assetto societario in senso sociologico, ma anche a ogni singola filosofia politica che, in detto assetto, prende vita attraverso l’attività”.
In tale trasformazione diventa importante riflettere sugli obiettivi storici dell’istruzione, sui più ampi cambiamenti sociali, sui bisogni emergenti nella società e sul futuro dell’istruzione e dell’apprendimento, con la consapevolezza del nesso tra sviluppo di modelli economico-sociali e sviluppo della pedagogia e dei relativi metodi didattici.
D’altro canto i problemi della scuola, sono annosi e complessi (l’edilizia scolastica, il sovraffollamento delle classi, la demotivazione, la precarietà degli insegnanti, l’abbandono scolastico).
La filosofia non serve a nulla, dirai; ma sappi che proprio perché priva del legame di servitù é il sapere più nobile. Aristotele
L’irruzione dell’IA a scuola: il ruolo del docente
Nell’ambito dei cambiamenti, le riflessioni sul ruolo del docente sono di rilevante importanza, tale ruolo sta subendo una profonda trasformazione: si passa da un insegnante che produce conoscenza, all’insegnante che deve certificare le competenze. Le chatbot sono apparse quando già molti insegnanti erano alle prese con il burnout, dopo la didattica a distanza adottata durante la pandemia, in cui il corpo docente ha messo in discussione metodologie consolidate per sperimentare altre forme di didattica, rimodulato obiettivi, programmazioni e quant’altro. Ora un altro fenomeno tecnologico rappresenta la nuova sfida che chiede loro di ripensare il modo di insegnare. Dopo l’allarmismo iniziale, alcuni insegnanti hanno iniziato a fare i conti con l’intelligenza artificiale, trovando il modo di incorporarla nelle lezioni. Anche perché molte questioni si sono mostrate in tutta la loro evidenza: come impedire agli studenti di far svolgere al chatbot i compiti al loro posto? Come arginare il rischio che gli studenti copiassero senza impegnarsi nei percorsi di apprendimento, come accertare i livelli di conoscenza richiesti?
Inoltre, visto da vicino, ChatGPT inteso come strumento legato alla didattica fa emergere una questione cruciale: nonostante sia in grado di scrivere testi simili a quelli delle persone, è una macchina statistica che, a volte, può dare informazioni fallaci e spesso ha bisogno di una guida e di interventi umani. La conoscenza, il sapere è in continuo divenire, attinge dall’esperienza e dalle emozioni; pertanto, non potrà mai essere ridotto ad un dato numerico, che, è di per sé, statico. Nel processo educativo, ciò che fa la differenza è la comprensione di un concetto e poi la capacità di trasformarlo in competenza e di applicarlo in nuovi contesti: questo l’AI non sa farlo ed è quindi l’insegnante che dovrà trovare le forme migliori per applicarlo.
La connessione tra processi cognitivi e sistemi motivazionali
Di fatto, il nesso tra sapere e modalità di apprendimento è stato sottoposto ad un’onda d’urto. È più importante che mai applicare metodologie e pratiche per provare a capire da dove veniamo e dove andiamo con la didattica, in relazione all’intelligenza artificiale.
Il centro per la ricerca sull’insegnamento elaborato dalla Temple University ci fornisce alcuni elementi sui quali riflettere: c’è una stretta connessione tra processi cognitivi e sistemi motivazionali. Uno studente motivato comprende i motivi per cui dovrebbe imparare ciò che sta apprendendo e ne riconosce la rilevanza. Le forme di apprendimento attivo rinforzano la convinzione negli studenti circa le proprie capacità di organizzarsi ed eseguire i compiti affidati, insieme al raggiungimento di obiettivi di apprendimento, rappresentano una spinta ad impegnarsi, senza cercare scorciatoie spesso non necessarie.
L’apprendimento diventa un processo ciclico, in cui è possibile verificare lo sviluppo delle conoscenze e delle abilità, nel tempo, in modo iterativo;
Una volta che gli studenti hanno acquisito le informazioni, come fargli esprimere ciò che hanno imparato?
Mettendo loro a disposizione diverse forme di verifica affinché possano esprimere ciò che hanno appreso nelle modalità ad essi più congeniali (ad esempio, scegliere se sostenere un test scritto o fare una presentazione orale o, ancora, svolgere un lavoro di gruppo) facilitando forme che stimolino la comunicazione e la partecipazione.
Altro aspetto didattico rilevante è la condivisione di esperienze e la co-progettazione tra docenti, fondamentale per la creazione di percorsi interdisciplinari efficaci. L’applicazione e l’uso delle tecnologie richiedono un approccio trasversale. Le ragazze ed i ragazzi hanno bisogno di esplorare usi alternativi e proficui degli oggetti, con cui hanno a che fare ogni giorno, per iniziare a farlo con consapevolezza e responsabilità.
Esperienze di didattica con IA Generativa
C’è chi ha provato a immaginare cosa direbbe Marx del mondo di oggi: “Marx è tra noi legge i giornali usa i social, alla luce delle sue teorie come analizzerebbe i fatti attuali?” e chi ha imparato a destreggiarsi tra le insidie del periodo ipotetico inglese. Queste e molte altre esperienze sono state possibili grazie a “Prompt Generation“, una gara organizzata da Open The Box che ha visto partecipare studenti delle scuole italiane con diverse attività sull’intelligenza artificiale generativa. Le classi che hanno aderito si sono cimentate nelle imprese più fantasiose, provando a saggiare potenzialità e limiti di programmi come Midjourney e ChatGPT. Molte e molti docenti hanno partecipato con progetti che hanno visto coinvolte diverse classi di Licei e Istituti in tutta Italia.
Perché Prompt Generation? Perché mette il focus sulle capacità, umana di fornire il comando giusto all’Intelligenza Artificiale, in modo che possa compiere le azioni richieste, prompt è la descrizione, ossia l’input, che diamo all’intelligenza artificiale generativa quando le chiediamo qualcosa.
Il prompt engineering è un aspetto cruciale delle ultime tecnologie di IA generativa perché pone l’accento sulla Comunicazione Artificiale (come posso collaborare meglio con una macchina) più che sul confronto uomo-macchina (chi è più intelligente.). I software di IA sono stati oggetto di sperimentazione e diverse esperienze didattiche. I docenti che hanno partecipato li hanno usati, ad esempio, per:
- adattare testi italiani per alunni non madrelingua:
- preparare verifiche, test ed esercitazioni
- tradurre poesie in immagini
- risolvere misteri ed escape room
- creare mappe su argomenti storici
- creare presentazioni e slide
- sviluppare laboratori di scrittura creativa
- cercare applicazioni di teoremi matematici
I progetti vincitori
Tra i progetti che hanno partecipato, due vincitori. Il progetto della docente Melissa Ferretti dell’Istituto Vittorio Emanuele II Ruffini (Ge) che ha creato un sito sull’Unione Europea con l’IA ChatGPT nell’ambito dello studio di educazione civica. I ragazzi si sono divisi in gruppi: alcuni hanno generato il codice del sito con ChatGPT, altri hanno utilizzato un CMS come Joomla o WordPress. Alcuni ragazzi hanno assemblato il codice di ChatGPT dimostrando competenze acquisite, altri hanno utilizzato l’IA per il codice Javascript dei cookie, riutilizzandolo. Il progetto ha dimostrato ai ragazzi il valore dell’IA come aiuto e supporto.
Il progetto della docente di inglese Giulia Lorenzoni del Liceo Muratori San Carlo (Mo) che ha lavorato su counter intuitive thinking e the third conditional. La docente ha creato un’attività con l’aiuto del ChatGPT e Bing AI. L’attività ha permesso agli studenti di sperimentare il concetto di responsabilità personale e di esercitarsi nella grammatica in modo coinvolgente. Dopo aver introdotto l’argomento tramite una storia, sono state fornite linee guida sui prompt per ChatGPT e Bing AI per permettere agli studenti di procedere autonomamente creando quiz ed esercitazioni sull’argomento.
Il Piano d’azione per l’istruzione digitale
Dato che “buona scuola”, la “buona università” e le ricette pedagogiche si sviluppano sulla base delle scelte politiche e dottrine di riferimento è utile riportare quali sono le priorità istituzionali per l’istruzione definite dalla comunità europea.
Di intelligenza artificiale si parla nel Piano d’azione per l’istruzione digitale (2021-2027), un’iniziativa dell’UE, per sostenere l’adeguamento sostenibile ed efficace dei sistemi di istruzione e formazione all’era digitale. il piano d’azione per l’istruzione digitale (2021-2027) delinea la visione della Commissione europea per un’istruzione digitale di alta qualità, inclusiva e accessibile in Europa. È un invito ad agire per rafforzare la cooperazione a livello europeo. Tra i principali aspetti che caratterizzano il piano spiccano un approccio integrato all’uso delle tecnologie digitali nell’istruzione, un’attenzione ancora più concentrata sullo sviluppo delle competenze digitali. Gli obiettivi del piano sono ora estesi anche all’istruzione non formale e all’apprendimento permanente.
Il nuovo piano vuole essere una guida per gli stati membri, al fine di strutturare in modo coerente e condiviso i rispettivi Recovery and Resilience Plan, favorendo altresì lo sviluppo di sinergie strutturate con strumenti di finanziamento (Erasmus, Horizon Europa, Digital Europe Programme, FSE, FESR, etc…).
Le priorità strategiche del Piano
Il piano si articola in due priorità strategiche.
Alla prima priorità strategica, “Sviluppare un ecosistema efficiente di istruzione digitale”, fanno capo le seguenti azioni:
- Avviare un dialogo strategico con gli Stati membri al fine di preparare un’eventuale proposta di raccomandazione del Consiglio entro il 2022 sui fattori che favoriscono il successo dell’istruzione digitale.
- Sulla base degli insegnamenti tratti dalla crisi COVID-19, proporre una raccomandazione del Consiglio sull’apprendimento online e a distanza per l’istruzione primaria e secondaria entro la fine del 2021.
- Sviluppare un quadro europeo per i contenuti dell’istruzione digitale che si baserà sulla diversità culturale e creativa europea.
- Sostegno, connettività delle scuole nell’ambito dei programmi “Connecting Europe Facility” e “Connectivity4Schools”. Incoraggiare gli Stati membri a sfruttare al massimo il sostegno dell’UE per quanto riguarda l’accesso a Internet.
- Sostenere i piani di trasformazione digitale attraverso progetti di cooperazione Erasmus. Supportare la pedagogia digitale e le competenze nell’utilizzo degli strumenti digitali per gli insegnanti. Lanciare lo strumento di autovalutazione online per gli insegnanti SELFIE for Teachers.
- Sviluppare linee guida etiche sull’intelligenza artificiale e sull’utilizzo dei dati nell’insegnamento e nell’apprendimento.
Per quanto riguarda la seconda priorità strategica, “Migliorare le competenze e le abilità digitali per la trasformazione digitale”, le azioni correlate sono:
- Elaborare orientamenti comuni per gli insegnanti e il personale didattico volti a promuovere l’alfabetizzazione digitale e a contrastare la disinformazione attraverso l’istruzione e la formazione.
- Aggiornare il quadro europeo delle competenze digitali al fine di includere l’intelligenza artificiale e le competenze connesse ai dati.
- Sviluppare un certificato europeo delle competenze digitali (EDSC) che possa essere riconosciuto e accettato dai governi, dai datori di lavoro e da altre parti interessate in tutta Europa
- Proporre una raccomandazione del Consiglio sul miglioramento dell’offerta di competenze digitali nell’istruzione e nella formazione.
- Migliorare il monitoraggio e sostenere la raccolta transnazionale di dati sulle competenze digitali degli studenti attraverso la partecipazione allo studio ICILS.
- Incentivare lo sviluppo di competenze digitali avanzate mediante misure mirate, tra cui l’ampliamento dell’iniziativa “Digital Opportunity traineeships”.
- Incoraggiare la partecipazione delle donne alle discipline STEM, in cooperazione con l’Istituto europeo di innovazione e tecnologia (EIT); sostenere la coalizione EU STEM per sviluppare nuovi programmi di istruzione superiore.
Di particolare rilevanza l’azione 14, “Istituire un polo europeo per l’istruzione digitale”, che prevede i seguenti punti:
- Sostenere una rete di servizi nazionali di consulenza per lo scambio di esperienze e buone pratiche, collegare le iniziative e le strategie nazionali e regionali in materia di istruzione digitale e le parti interessate.
- Monitorare l’attuazione del piano d’azione e lo sviluppo dell’istruzione digitale in Europa e condividere le buone pratiche contribuendo alla sperimentazione della ricerca e alla raccolta e all’analisi sistematiche di prove empiriche.
- Collaborazione inter-settore e nuovi modelli per lo scambio di contenuti di apprendimento digitale, compresi standard comuni per l’istruzione digitale.
- Sviluppo agile di politiche e pratiche nell’educazione digitale essendo un think-and-do-tank e coinvolgendo gli stakeholder nell’innovazione guidata dagli utenti attraverso l’Hackathon di Digital Education.
Intelligenza artificiale e utilizzo dei dati nell’istruzione e nella formazione
La Priorità 1 prevede, tra le varie azioni, quella relativa a Intelligenza artificiale e utilizzo dei dati nell’istruzione e nella formazione.
In questa azione si parla di orientamenti etici per gli educatori sull’uso dell’intelligenza artificiale e dei dati, nell’insegnamento e nell’apprendimento. Gli educatori devono dare prova di consapevolezza e verificare se i sistemi di IA che utilizzano sono affidabili, equi e sicuri; devono inoltre garantire che la gestione dei dati relativi all’istruzione, protegga la riservatezza delle singole persone e sia utilizzata per il bene comune. Inoltre, è fondamentale garantire che l’IA sia utilizzata come uno strumento di supporto per gli insegnanti e non come un sostituto completo dell’interazione umana.
Il Regolamento Ue sull’intelligenza artificiale
Al riguardo, a giugno 2023 il Parlamento europeo ha votato il Regolamento sull’Intelligenza Artificiale (IA), si tratta delle prime regole al mondo sull’Intelligenza Artificiale, finalizzate a garantire uno sviluppo umano-centrico ed etico dell’Intelligenza Artificiale che dovrebbe essere approvata a fine anno. Nei loro emendamenti, i deputati mirano a garantire che i sistemi di IA siano controllati dalle persone, siano sicuri, trasparenti, tracciabili, non discriminatori e rispettosi dell’ambiente. Vogliono anche avere una definizione uniforme per l’IA progettata per essere neutrale dal punto di vista tecnologico, in modo che possa essere applicata ai sistemi di Intelligenza Artificiale di oggi e domani. La proposta legislativa mette l’Unione Europea in prima linea, nella definizione di un quadro regolatorio, capace di indirizzare le nuove tecnologie a beneficio dei cittadini, e al contempo creare un ecosistema tecnologico innovativo e sostenibile, definendo uno spazio digitale europeo competitivo e giusto.
Il tentativo di rendere l’algoritmo trasparente, di rendere accessibili i dati, di rimarcare diritti, sono tutte espressioni della volontà del legislatore europeo di creare uno spazio di dialogo tra istituzioni, imprese e cittadini. Uno spazio digitale aperto, trasparente e partecipativo.
I livelli di rischio dell’IA
In linea con questa necessità, le norme seguono un approccio basato sul rischio e stabiliscono obblighi per fornitori e utenti a seconda del livello di rischio che l’IA può generare.
I sistemi di intelligenza artificiale con un livello di rischio inaccettabile per la sicurezza delle persone sono severamente vietati, compresi i sistemi che impiegano tecniche subliminali o intenzionalmente manipolative, che sfruttano le vulnerabilità delle persone o sono utilizzati per il punteggio sociale (classificazione delle persone in base al loro comportamento sociale, stato socio-economico, caratteristiche). Sono inoltre banditi i sistemi di intelligenza artificiale utilizzati per riconoscere le emozioni, il genere o l’orientamento sessuale e i sistemi di polizia predittiva. La legge ha ampliato la classificazione delle aree ad alto rischio per includere i danni alla salute, alla sicurezza, ai diritti fondamentali o all’ambiente delle persone, vieta inoltre la sorveglianza biometrica di massa negli spazi pubblici europei, mettendo la privacy dei cittadini, i loro diritti fondamentali e le loro libertà civili al centro dell’uso dell’IA, con l’obiettivo di proteggere i cittadini europei da pratiche di sorveglianza invadenti e potenzialmente discriminatorie.
Il Parlamento europeo è inoltre il primo a richiedere normative severe e vincolanti per l’IA generativa, come i modelli fondativi tipo ChatGPT. Per assicurare che questi sistemi siano auditabili, sicuri e imparziali. Allo stesso tempo il Parlamento riconosce come la profilazione di massa e algoritmi che hanno contribuito alla diffusione di disinformazione e fake news costituisca un enorme rischio per la democrazia, come già visto in precedenza con l’uso dei social media durante le elezioni. L’inclusione nella categoria ad alto rischio dei sistemi di IA utilizzati per influenzare gli elettori dimostra l’importanza di proteggere l’integrità del processo democratico. Le piattaforme non potranno utilizzare i dati delle persone senza consenso e saranno responsabili dei contenuti che generano, per evitare la diffusione di disinformazione, incitamento all’odio o altre forme di contenuti dannosi.
Conclusioni
Dragos Tudorache (Renew, Romania) ha dichiarato: “Dato il profondo impatto trasformativo che l’IA avrà sulle nostre società ed economie, la legge sull’IA è molto probabilmente l’atto legislativo più importante in questo mandato. È il primo atto legislativo di questo tipo al mondo, il che significa che l’UE può aprire la strada per rendere l’IA incentrata sull’uomo, affidabile e sicura. Abbiamo lavorato per sostenere l’innovazione dell’IA in Europa e per offrire lo spazio per crescere e innovare, proteggendo al contempo i diritti fondamentali, rafforzando il controllo democratico e garantendo un sistema maturo di governance e applicazione dell’IA.”
Con questa legge l’UE traccia il futuro dell’Intelligenza Artificiale compiendo un passo fondamentale verso l’approvazione di restrizioni storiche nel rispetto dei diritti e dei valori della Comunità Europea. È auspicabile che tale approccio si riverberi sulla necessità di trovare un equilibrio tra l’uso dell’IA e l’importanza di una scuola che metta al centro i giovani studenti, con la consapevolezza che l’educazione, oltre a esigenze sociali, dovrà realizzare il fine ultimo: la valorizzazione dell’essere persona che abiterà il mondo futuro.
Bibliografia
“Educare per il mondo automatizzato. le ricette pedagogiche di John Dewey e Mortimer Adler” Riccardo Campa, Jagiellonian University in Krakow
https://www.fondazionecriticasociale.org/2022/11/18/unaltra-scuola-e-possibile/