Molti esperti ritengono che l’energia da fusione nucleare sia ancora lontana decenni. Da tempo gli scienziati prevedono il 2050, come orizzonte temporale per la grande rivoluzione più attesa di sempre per decarbonizzare ed avere energia a prezzi competivi, in modo da facilitare la transizione ecologica e abbandonare i combustibili fossili. ,
Microsoft ritiene però che la fusione potrebbe essere finalmente dietro l’angolo. Non più a trent’anni di distanza, come pronosticano i fisici del settore da circa quarant’anni. Ma entro il 2028. Entro cinque anni, anche se Piero Martin, professore di Fisica sperimentale presso il dipartimento Fisica e Astronomia dell’Università di Padova, esperto di fusione termonucleare controllata, ripete che non bisogna illudersi, nonostante i passi avanti e i progressi.
Energia da fusione nucleare: gli accordi
Nel primo accordo commerciale per l’energia da fusione, Microsoft ha accettato di acquistare elettricità dalla startup Helion Energy entro circa cinque anni.
Helion, che gode del supporto del fondatore di OpenAI Sam Altman, il Ceo di ChatGPT, il chatbot AI che sta spingendo l‘intelligenza artificiale (AI) generativa (che richiede enorme potenza di calcolo, energivora), come mai era avvenuto fino al lancio di Gpt-4, si è impegnata ad avviare la produzione di elettricità attraverso la fusione entro il 2028. La startup ha archiviato il 2021 registrando 500 milioni di dollari di finanziamenti. Investimenti che segnano un mini boom di finanziamenti verso le start del settore di questa promettente fonte di energia pulita. Promettente, ma senza farsi eccessive illusioni, come mettono le mani avanti gli scienziati italiani.
La startup punta a produrre energia per Microsoft pari ad almeno 50 MegaWatt dopo un anno, pena il pagamento di sanzioni finanziarie. L’impegno è ambizione, e il progetto è audace dal momento che né Helion né nessun altro scienziato al mondo ha ancora prodotto elettricità dalla fusione. E non mancano gli scettici che dicono di voler leggere i paper, senza fermarsi a promettenti video e grafiche 3D. Perché le problematiche esistono e nessuno spiega come siano state superate per far uscire la fusione dalla fase di ricerca di base (R&D) e giungere addirittura a commercializzarla per costruire centrali elettriche. Il percorso infatti è ancora lungo, secondo gli esperti, prima che l’energia da fusione possa aspirare a diventare una fonte commerciale di elettricità.
La startup di Sam Altman (OpenAI) nella fusione nucleare: gli obiettivi di Microsoft
“Non avremmo stipulato questo accordo se non fossimo ottimisti sul fatto che i progressi ingegneristici stanno prendendo piede“, ha dichiarato il presidente di Microsoft Brad Smith. E in effetti, in un’intervista, Melanie Nakagawa, Chief sustainability officer dell’azienda, ha confermato che l’elettricità così prodotta “alimenterà i data center di Microsoft“. Il colosso di Redmond, in un recente rapporto, ha svelato la sua strategia globale di sostenibilità, a partire dalle tecnologie di rimozione del carbonio (1,4 milioni di tonnellate rimosse già nel 2022, anno in cui business ha registrato +18% e le emissioni -0,5%), non ancora testate su larga scala. Microsoft, che ad oggi è responsabile dello 0,03% delle emissioni globali (il 96% fuori dai data center), nutre infatti l’ambizione di diventare carbon neutral, dunque a zero emissioni, dal 2030. Un obiettivo davvero ambizioso, perché Microsoft deve abbattere le emissioni di settori complessi come acciaio, cemento e carburante per l’aviazione.
La fusione alimenta il sole e le stelle ed è potenzialmente in grado di fornire quantità quasi illimitate di energia senza emissioni di carbonio se si riuscisse a sfruttarla sulla Terra. L’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (Aiea) prevede che l’elettricità da fusione sarà prodotta nella seconda metà del secolo.
Helion sta costruendo un prototipo che, a suo dire, dimostrerà la capacità di generare elettricità attraverso la fusione il prossimo anno.
Constellation Energy
“L’obiettivo non è quello di realizzare la dimostrazione tecnologica più bella del mondo”, ha sottolineato Altman in un’intervista. “L’obiettivo è dare energia al mondo e farlo in modo estremamente economico”.
Altman ha dichiarato che avere un primo cliente è fondamentale per mantenere Helion in contatto con la realtà del business, tra cui la collaborazione con clienti, utility e operatori di reti elettriche.
All’inizio dell’anno Microsoft ha stretto una partnership multimiliardaria con OpenAI per espandere l’uso dell’intelligenza artificiale nei suoi prodotti.
Constellation Energy, che ha tra i suoi asset di produzione di energia la più grande flotta di impianti nucleari della nazione, sarà l’operatore del mercato dell’energia e gestirà la trasmissione per il progetto.
Investitori startup per la fusione nucleare
Altman ha dichiarato di sperare che Helion possa fornire elettricità alla rete anche prima del 2028. Ha investito 375 milioni di dollari in Helion e ha dichiarato di visitare l’azienda una volta al mese, aiutando i dirigenti a capire su cosa lavorare e come essere il più efficienti possibile, oltre a reclutare e valutare i talenti.
Numerosi investitori di spicco, da Altman a Bill Gates, hanno investito in aziende di fusione, che hanno raccolto più di 5 miliardi di dollari, secondo la Fusion Industry Association di Washington.
I sei prototipi di impianti di fusione di Helion, frutto di dieci anni di ricerca, hanno visto il sesto impianto raggiungere le temperature da plasma da 100 milioni di gradi. Il settimo prototipo promette di offrire la dimostrazione della capacità di produrre elettricità nel 2024.
Conclusioni
Il processo di scissione degli atomi nelle centrali nucleari fornisce circa il 20% dell’elettricità degli Stati Uniti. Ma i sistemi di fusione nucleare genererebbero elettricità dall’energia rilasciata quando gli atomi di idrogeno si combinano per formare l’elio.
Adesso bisogna capire se l’annuncio di Helion, di essere pronta a fornire energia da fusione dal 2028, sia una data operativa pianificata o se sia un’altra pericolosa illusione che ci distoglie dal percorso di transizione energetica dove il mix energetico deve contemplare – al momento – rinnovabili, fissione nucleare, geotermia eccetera. Senza distoglierci dalle soluzioni green già disponibili, che servono fin da oggi per affrontare il cambiamento climatico che – lo testimonia questa estate in cui la terra ribolle, come dice l’Onu, fra incendi devastanti, oceani caldi a livelli record e alluvioni – sta accelerando.