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IA generativa, big tech e startup alla resa dei conti



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Le big tech e le grandi aziende in generale stanno investendo in questa tecnologia per potenziare i loro servizi ed evitare di essere sostituite da startup emergenti, come avvenne nelle precedenti ondate di innovazione

Pubblicato il 19 set 2023

Giancarlo Vergine

Tech Entrepreneur | Crowdfunding Expert



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Da quando, lo scorso anno, ChatGPT ha fatto il suo ingresso trionfale nel mondo dei comuni mortali, diventando fruibile per tutti e non solo per programmatori e beta tester, internet è stato inondato da analisi, opinioni e previsioni su quanto l’intelligenza artificiale (IA) “generativa” possa essere disruptive, ossia cambiare i paradigmi organizzativi e operativi anche di imprese e mercati molto consolidati.

Tra le tante autorevoli voci, persino Bill Gates ha espresso entusiasmo in un post sul suo blog personale, dichiarando che questa tecnologia sarà altrettanto rivoluzionaria al pari della nascita di internet e del microprocessore.

IA generativa, una profonda trasformazione in molti settori

È indubbio, almeno dai primi mesi di utilizzo generalizzato, che ampi segmenti delle attività umane, dalla mediazione all’istruzione, passando per la legge e l’assistenza sanitaria, sono destinati a subire una profonda trasformazione, che anzi stanno già in parte subendo.

A prima vista, sembrerebbe che chi non beneficerà di questo avvento sono i player considerati “vecchi e stanchi”, ossia tutte quelle grandi imprese consolidate che non si sono mosse per tempo rispetto alla ricerca e all’adozione di nuove tecnologie, un po’ come accadde a Kodak e Blockbuster quando furono travolte dalle precedenti ondate di innovazione tecnologica, che nello specifico vennero spazzate da smartphone e streaming in cloud.

Startup all’assalto dei mercati tradizionali

A tal proposito, si sta osservando come una nuova ondata di startup abbia intravisto l’opportunità di guadagnare una posizione di rilievo, facendo un ingresso disruptive appunto, in mercati tradizionali come l’assistenza legale o medica oppure nella creazione e analisi di contenuti: sul mercato infatti sono arrivati chatbot di supporto legale basati su IA, medici virtuali, assistenti alla scrittura e così via.

Ciò che si evince da queste dinamiche è che sicuramente alcune di queste startup contribuiranno a creare una nuova industria di creatori di modelli di IA che raggiungeranno rapidamente valutazioni elevate, data anche l’attuale FOMO (Fear of Missing Out) negli investimenti in questa tecnologia, proprio come successe agli attuali giganti tecnologici durante alcune delle ondate avvenute ciclicamente nell’era di internet.

Un ruolo in questo pluralismo di prodotti e aziende lo giocherà anche il movimento open source, sostenuto da Meta, che sta rilasciando open il suo modello LLAMA.

Tuttavia, in questo scenario sembra che l’IA non sarà necessariamente una tecnologia volta a rivoluzionare interi mercati costringendo colossi a dover chiudere battenti o a ridimensionarsi, bensì è molto probabile che tale tecnologia possa rafforzare e accrescere le dimensioni e le attività di alcuni colossi, grazie all’integrazione volta all’automatizzazione e all’accelerazione di alcune attività interne o di interfaccia con i clienti.

Le big alzano le barricate

Un esempio su tutti quello di Microsoft che ha collaborato con OpenAI, società che ha dato origine a ChatGPT, per arricchire il pacchetto Office con funzionalità basate su IA, permettendo di fatto agli utilizzatori (gran parte dei lavoratori a livello mondiale) di automatizzare attività come la scrittura di email, la sintesi di documenti e l’analisi di data base articolati.

Vista così, questa integrazione di fatto lascerà poco spazio ad eventuali startup concorrenti nell’ambito dell’automazione della creazione documentale, perché ovviamente la dimensione, il numero di clienti e la capillarità distributiva di Microsoft è impareggiabile a parità di funzionalità avanzate. Anche Salesforce e Zendesk, entrambi leader mondiali rispettivamente nella creazione di servizi software per lo sviluppo commerciale e per il customer care management, stanno integrando funzionalità basate su IA nei loro strumenti, vendendo gli upgrade abilitati dall’IA alla già vasta folla di clienti mondiali, di fatto rendendo più utili e performanti i loro prodotti.

I vantaggi per le grandi aziende che adottano l’AI

Ovviamente al fattore commerciale e distributivo si aggiunge anche quello legato alla brand awareness e alla sicurezza data da grandi brand e realtà già affermate, nella vendita di taluni servizi, che di fatto verrebbero preferite dalla maggior parte delle aziende clienti in quanto le stesse potrebbero non sentirsi a proprio agio ad affidarsi a realtà, senza storico, per ricevere consulenze legali, fiscali o di altro tipo. Ciò di fatto porterà, e sta portando grandi studi legali come Allen & Overy, a utilizzare l’IA per velocizzare compiti onerosi e noiosi.

Un altro grande vantaggio delle grandi aziende che stanno adottando l’IA per accrescere i loro business e le loro quote di mercato, sta nella facilità di accedere a dati storici e proprietari, che potranno essere utilizzati per adattare i modelli di IA a mercati specifici. Nella fattispecie Bloomberg, la famosa data company finanziaria, ha utilizzato il suo vasto archivio di informazioni per addestrare un chatbot che aiuta gli analisti nell’analisi finanziaria di titoli e aziende. Ad essa si aggiunge anche la prestigiosa società di consulenza strategica, McKinsey, ha formato un chatbot sulla base del suo patrimonio di proprietà intellettuale, favorendone l’utilizzo da parte dei suoi consulenti.

E volendo fare altre ipotesi applicative da quest’ottica si potrebbe immaginare come chi si occupa di assistenza sanitaria, ospedali, cliniche o centri medici, potrebbe sfruttare i propri registri medici per finalità di analisi approfondita volta a prevenire o ottimizzare il proprio servizio. E come loro le compagnie di assicurazioni con gli archivi storici di richieste e sinistri, le media company, organizzando e archiviando notizie, video e contenuti in genere. Questo porterebbe sicuramente le attuali aziende ad avere sempre una posizione di vantaggio enorme rispetto ad una qualsiasi startup che ovviamente non disporrebbe di tale mole di dati storici.

Un altro motivo per dubitare che l’IA possa ribaltare l’ordine gerarchico nei mercati globali riguarda il modo in cui i modelli di IA vengono utilizzati. Mentre il commercio elettronico ha richiesto ai rivenditori e ai commercianti di creare un’infrastruttura completamente nuova, un nuovo canale (siti e-commerce), per la vendita online, gran parte dello sviluppo dell’IA odierna è guidato da chi crea modelli abilitanti all’utilizzo della stessa, come OpenAI e dalle Big Tech come Alphabet e Amazon, che poi di fatto può essere integrata in vari modi. Infatti le aziende tradizionali possono facilmente integrare questi modelli di IA nei loro sistemi, rendendo più difficile per i nuovi arrivati competere e acquisire quote di mercato significative.

Ovviamente, anche a valle di queste riflessioni, la sopravvivenza delle grandi aziende non è garantita. Le aziende che esitano nell’adozione dell’IA lasceranno sempre il vantaggio ai concorrenti più veloci e coloro che la ignorano del tutto potrebbero comunque subire lo stesso destino delle sopracitate Kodak o Blockbuster.

Conclusioni

In conclusione, sebbene l’avvento di ChatGPT e dell’IA generativa abbia suscitato previsioni di una grande perturbazione all’interno degli ecosistemi dell’innovazione a livello globale, le grandi aziende del panorama mondiale possono ancora trarne vantaggio per evolversi, avendo sicuramente meno flessibilità rispetto alle startup, ma possedendo gli strumenti necessari per resistere alla tempesta.

L’integrazione dell’IA nelle piattaforme esistenti, l’accesso ai dati proprietari e l’infrastruttura per supportare lo sviluppo dell’IA sono risorse potenti che potrebbero aiutare le Big Corps a superare la rivoluzione dell’IA. Tuttavia, l’agilità e la volontà di abbracciare l’innovazione dell’IA rimarranno fattori chiave nel determinare quali aziende alla fine avranno successo in questo mutevole panorama tecnologico.

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