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Iran, laboratorio di lotta a sorveglianza e censura di Stato



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L’ultima è l’Sdk della Vpn Outline di Google per sfuggire alla censura, sempre più sofisticata, in Iran. Altri tool consentono di aggirare invece la sorveglianza, che però a sua volta diventa più potente. Non solo in Iran

Pubblicato il 20 set 2023

Tommaso Ruocco

Junior Analyst Hermes Bay

Maria Beatrice Versaci

Junior Analyst Hermes Bay S.r.l.



iran

A un anno dall’omicidio di Mahsa Amini da parte della polizia “morale”, le proteste in Iran non si sono ancora fermate. In risposta alla censura del governo, Google, attraverso la divisione Jigsaw, sta lanciando tecnologie anti-censura, come l’SDK di Outline, per garantire l’accesso a Internet in modo più sicuro e ampio sotto regimi oppressivi. Un passo significativo non solo per l’Iran, ma in generale nella lotta per la libertà di accesso a Internet a livello globale.

Creating a Signal Proxy To Bypass Iranian Censorship

La censura in Iran

La censura e la sorveglianza dei regimi avanzano di pari passo, purtroppo. L’Iran anche in questo è un caso notevole.

Con l’esplosione del movimento Zan, Zendeghi, Azade (Donna, vita, libertà), a seguito della morte della ragazza il 15 settembre 2022, le rimostranze si sono diffuse in tutto l’Iran, minacciando in modo concreto la stabilità del regime degli Ayatollah. Allo scopo di limitare la comunicazione tra i manifestanti e con la stampa estera, il governo iraniano ha iniziato quindi a disattivare l’internet mobile a Teheran, per poi arrivare a imporre un vero e proprio “coprifuoco della rete”, interrompendo il servizio dalle 16 fino a mezzanotte. Adesso il Governo arriva a offrire, a prezzi scontati, l’accesso a una sua internet “riveduta e corretta”, ossia censurata.

Le Vpn

Molti iraniani si affidavano quindi alle VPN come Outline, che creano una connessione crittografata tra il dispositivo dell’utente e un server remoto, nascondendo la posizione e proteggendo i dati dell’utente durante la navigazione in rete.

Outline, creato da Jigsaw, una divisione di Google che opera per la libertà su Internet, utilizza infatti un protocollo che lo rende difficile da individuare, consentendo agli utenti di navigare fuori dal controllo delle autorità. È stato registrato che, nel corso delle proteste del 2022, il numero di utenti giornalieri della VPN di Outline su Android è aumentato del 1.500%.

Ma allo stesso tempo, il governo iraniano ha anche bloccato occasionalmente l’accesso a Outline e alle applicazioni che dipendevano dalla VPN. Il team di Jigsaw si trovava quindi a dover diffondere in tempi brevi un nuovo codice open source che potesse eludere il blocco.

Sdk di Outline

Qui nasce il nuovo Software Developement Kit (SDK) di Outline. L’innovazione chiave è il rilascio del codice di Outline sotto forma di un kit per sviluppatori software. Questo permetterà ad altre applicazioni di integrare direttamente la resistenza alla censura nei loro prodotti. In pratica, ciò significa che gli utenti di un’applicazione che utilizza l’SDK non dovranno connettersi separatamente a una VPN per accedere a Internet. Questa semplificazione dovrebbe anche mettere gli utenti in vantaggio rispetto ai censori, rendendo più difficile per i regimi autoritari bloccare l’accesso a Internet.

L’SDK di Outline rappresenta una risposta diretta ai problemi causati dalla censura in Iran e consentirà a diverse organizzazioni di implementare questa tecnologia. Ad esempio, il sito web persiano Balatarin, simile a Reddit, intende utilizzare l’SDK per integrare direttamente una VPN nella sua app mobile, rendendo più facile per gli utenti accedere ai suoi servizi senza la necessità di competenze tecniche avanzate. Questo è particolarmente importante, poiché l’uso di una VPN può essere complesso e richiede più risorse energetiche rispetto alla navigazione standard su Internet.

L’SDK permetterà anche agli sviluppatori di diverse aziende di collaborare più facilmente nello sviluppo e nell’aggiornamento di applicazioni anti-censura, consentendo una risposta più rapida alle tattiche di censura in evoluzione.

Riconoscimento facciale

Più di recente, invece, la repressione digitale messa in atto dal regime invece è risultata in un’espansione della copertura di videosorveglianza attraverso le telecamere a circuito chiuso, che facilitino – anche attraverso l’ausilio del riconoscimento facciale – l’individuazione delle donne che rifiutano il hijab obbligatorio, in un momento in cui sono in corso le discussioni sulla nuova legge “Legge sul Hijab e la Castità”.

Internet separata

Per limitare l’utilizzo di internet alla popolazione, il governo iraniano ha inoltre creato una sua Intranet nazionale, il National Information Network (NIN), che viene incentivato dal regime attraverso tariffe più economiche – rispetto alla rete classica, più costosa nel paese – per le aziende e le famiglie. Grazie a tale infrastruttura, le autorità hanno la possibilità controllare e censurare il traffico in entrata e in uscita e di monitorare i dati.

Nel primo anniversario della morte di Mahsa Amini, Gli Stati Uniti hanno annunciato l’imposizione di sanzioni alle società iraniane Dourian e Arvan Cloud, accusandole di contribuire alla censura di Internet in Iran nell’ambito degli sforzi governativi per reprimere le proteste interne. Secondo il governo americano, Arvan Cloud avrebbe svolto un ruolo importante nello sviluppo dell’infrastruttura “NIN”, oltre ad aver esplicitamente accettato di fornire intercettazioni per il regime.

Douran Software Technologies, una delle principali aziende in Iran che assistono il governo nella censura e nel filtraggio di Internet. In coordinamento con il Comitato per la Determinazione di Casi di Contenuti Criminale (CDICC), Douran ha svolto un ruolo cruciale nelle operazioni di censura del governo, in particolare nel blocco di VPN e di altre soluzioni di filtraggio di Internet.

I filtri del Governo

Ma i blocchi e i controlli sulla rete non sono una novità per il governo iraniano. Nel 2015 è stato implementato un “filtro intelligente” in grado di identificare e censurare contenuti specifici su Internet senza bloccare intere piattaforme. Le autorità hanno applicato tale sistema su Instagram, in modo che pagine e post che andavano contro la moralità e le leggi della repubblica islamica rimanessero inaccessibili. Questa forma di censura è rimasta attiva fino al maggio dello stesso anno, quando Meta decise di impiegare la crittografia nei propri portali.

Chat anti sorveglianza

A questa avanzata delle tecniche del regime, gli attivisti rispondono con nuovi strumenti. Se le Vpn servono ad aggirare la censura, chat come Signal, con crittografia, e altri strumenti consentono di aggirare invece la sorveglianza. Signal nel 2024 consentirà un uso senza numero di cellulare, appunto come antidoto alla sorveglianza di regime.

Gli attivisti inoltre usano app per segnalazioni crowdsourcing dei movimenti della polizia morale, per consentire di sfuggirle.

La sorveglianza di regime globale

 Anche in Russia, Cina e Corea del Nord si registra una tendenza crescente alla censura e alla sorveglianza digitale. La Cina è leader in questo settore e utilizza un sistema di censura completo noto come “Great Firewall” per controllare tutte le informazioni digitali all’interno dei suoi confini.

Similmente, la Russia utilizza leggi come la Foreign Agents Law per censurare il dissenso e rafforzare il controllo sull’espressione online. Entrambi i Paesi utilizzano strumenti legislativi e tecnologici per legittimare e applicare la censura, ispirando altre nazioni ad adottare tattiche simili.

L’Azerbaigian, influenzato da Cina e Russia, codifica la censura ed espande il controllo sul flusso delle informazioni soprattutto durante le crisi interne al paese.

La Serbia, recentemente, ha iniziato ad applicare tecnologie di sorveglianza di massa, sollevando preoccupazioni a livello internazionale relativamente ad un possibile arretramento dello stato democratico. Spostandosi nel continente africano, l’Uganda sta stabilendo dei quadri legali per il controllo dei contenuti online, prendendo di mira giornalisti e attivisti con il pretesto della sicurezza nazionale. Il Paese utilizza anche tecnologie di sorveglianza fornite dalla Cina per monitorare il dissenso.

Questo aumento della censura digitale è una minaccia globale alla libertà di parola, ai diritti umani e alle società democratiche. Tale minaccia accresce anche in relazione al fatto che i regimi autoritari tendono a condividere le tattiche e le tecnologie di censura e usano Internet come arma politica. Tuttavia, anche le democrazie stanno adattando questi metodi. La Turchia utilizza leggi antiterrorismo per limitare la libertà di espressione, mentre il Nicaragua impiega pene severe e strumenti tradizionali come gli arresti per reprimere l’opposizione e la libertà di espressione ed opposizione al governo.

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