L’iPhone 12 base non è a norma perché emette radiazioni sopra la soglia di tolleranza. A dirlo è l’Agenzia nazionale delle frequenze – ANFR francese che ha imposto ad Apple misure correttive entro 15 giorni dall’accertamento. In caso contrario, dovrà ritirarlo dal mercato. Sono salvi gli altri modelli della stessa serie (12) come il Mini, il Pro e il Pro Max. Ma come stanno davvero le cose? C’è da preoccuparsi? Quali norme sono state violate? Spieghiamo la questione.
L’iPhone 12 modello base ritirato dal mercato francese, ecco perché
Lo scorso 12 settembre 2023 l’ANFR, dopo aver effettuato specifici rilievi, ha ritenuto che il telefono iPhone 12 superi la soglia dei normali valori del tasso di assorbimento specifico (SAR) ovvero di “5,74 W/kg per un valore regolamentare di 4 W/kg”.
Si tratta di parametri fissati dall’Unione Europea tramite delle Raccomandazioni[1] secondo le quali i dispositivi andrebbero valutati a contatto con il corpo per il DAS “arto” ad una distanza di 5 mm. In pratica, al di sotto di questa precisa soglia che, per intenderci, si traduce nell’immaginario di uno smartphone tenuto in tasca della giacca o dei pantaloni, e quindi se non rispetta i valori-limite normativi di 4 W/kg per il SAR “arto” e di 2 W/kg per il SAR “tronco”, viola la normativa secondo cui gli smartphone dovrebbero dare un valore minimo garantito non più di 2W/kg. Altrimenti sono (potenzialmente) pericolosi.
SAR: che cos’è e cosa indica
L’acronimo SAR sta per “Specific Absorption Rate” cioè il “tasso di assorbimento specifico” vale a dire quel valore che indica la quantità di energia elettromagnetica assorbita dal nostro organismo.
Secondo alcune fonti scientifiche, questo tasso si misurerebbe in watt per chilogrammo; esattamente come vengono misurate le onde elettromagnetiche emesse da un dispositivo.
Quali sono i limiti SAR, il ruolo e le risultanza dell’ANFR
L’ANFR ha il preciso compito di vigilare su tutti gli aspetti concernenti la radiofrequenza e le emissioni radio, a livello nazionale. Con riferimento al caso in questione, l’Autorità dopo aver effettuato vari test, come anticipato, ha rilevato nelle emissioni di radiofrequenza “livelli superiori ai limiti consentiti dagli standard europei”, per il solo modello base dell’iPhone 12.
Gli altri modelli della stessa serie (mini, Pro e Max), invece e lo ribadiamo, soddisfano i requisiti del mercato europeo.
Secondo l’Autorità francese, entrando più nel merito, il solo iPhone 12, avrebbe “uno Specific Absorption Rate (SAR) di 5,74 watt per chilogrammo nella simulazione a una distanza inferiore ai cinque centimetri dal corpo, superiore quindi alla soglia di 4,0 Watt per chilogrammo fissata dalle regolamentazioni europee”. Mentre, continua l’Autorità “il tasso di assorbimenti specifico alla distanza di cinque centimetri è invece inferiore alla soglia di 2,0 Watt per chilogrammo specificata dalle regolamentazioni europee”.
Il dato incriminato quindi è proprio il SAR. Da qui, il monito e il possibile ritiro dal mercato se Apple non corre subito ai ripari con qualche aggiornamento correttivo.
I campioni esaminati dal laboratorio dell’ANFR e il dato incriminato
L’ANFR avrebbe monitorato i tassi di assorbimento specifico (SAR) di 141 telefoni tra cui l’iPhone 12 di Apple. Dalle analisi effettate, i valori di SAR registrati, si attesterebbero a 5,74 watt per chilogrammo, cioè molto al di sopra della soglia limite ammessa in Europa.
Da qui, l’imposizione ad Apple di adottare nell’immediato tutte le misure necessarie per abbassare, in maniera significativa, la SAR onde evitare che tutti i modelli di iPhone 12 (base) siano ritirati uno ad uno.
Cosa deve fare Apple ed entro quando
Apple per gli iPhone 12 già venduti, deve subito mettere in atto azioni correttive per rendere conformi gli smartphone interessati, se non vuole richiamarli, con tutte le problematiche annesse.
In concreto, deve predisporre un aggiornamento che di fatto abbassi i rischi di radiazioni ad oggi riscontrate. Questo update di natura correttiva dovrà avvenire sotto lo stretto controllo dell’ANFR.
Dal canto suo, Apple in una nota avrebbe detto che è sua intenzione risolvere quanto prima “…il problema con un aggiornamento software per i clienti francesi” e che adatterà “l’iPhone 12 al protocollo utilizzato dalle Autorità che regolamentano il mercato francese”.
Intende, in pratica, mettere in pista un update risolutivo entro la fine di questo mese di settembre, rispettando così i 15 giorni dati dall’ANFR.
L’Autorità francese naturalmente rende noto che se le misure correttive rilasciate da Apple renderanno il telefono conforme, la questione sarà risolta e, quindi il “ritiro temporaneo” dal mercato (francese) verrà subito revocato.
Il superamento della soglia è pericoloso?
In realtà non sembra esserci un reale pericolo. A dirlo è anche il Governo francese, non solo Apple. Il problema è più formale-legale, insomma.
A dirlo non è solo Apple ma anche lo stesso Governo francese e vari esperti.
Il ministro francese per le questioni digitali, Jean-Noël Barrot, ha dichiarato che i livelli di radiazione dell’iPhone 12 sono “leggermente superiori” agli standard dell’UE, ma “significativamente inferiori ai livelli per i quali gli studi scientifici ritengono che possano esserci conseguenze per gli utenti”. I limiti normativi – basati sul rischio di ustioni o colpi di calore dovuti alle radiazioni del telefono – sono già fissati dieci volte al di sotto del livello in cui gli scienziati hanno trovato prove di danni. “Ma una regola è una regola”, ha detto Barrot.
“Dal punto di vista della salute e della sicurezza, non c’è rischio per nessuno”, ha dichiarato il professor Rodney Croft, presidente della Commissione internazionale per la protezione dalle radiazioni non ionizzanti (ICNIRP), che stabilisce le linee guida globali sui limiti SAR.
Croft conferma anche l’idea che i risultati francesi potrebbero differire da quelli registrati da altre autorità di regolamentazione solo perché l’ANFR valuta le radiazioni con un metodo particolare, diverso da quello di Apple e forse anche da quello italiano.
Va aggiunto che L’OMS ha stabilito che “l’esposizione a bassi livelli di campi elettromagnetici non ha [ad oggi] alcuna conseguenza [nociva] sulla salute”. Anche se le ricerche certo continuano.
Il caso dell’iPhone 12 non compare nel sistema Rapex italiano
Una notizia per noi italiani è particolarmente confortante: da una ricerca effettuata sul sistema Repex del ministero della Salute la piattaforma dedicata “…alle informazioni rapide sui prodotti…” il caso iPhone 12 non compare, dal momento che, secondo alcuni, sono “soglie comunque conservative”, e quindi al di sotto di ogni probabile pericolo.
Se così fosse, la soluzione starebbe in protocolli più o meno rigidi variabili da Paese a Paese.
L’iPhone 12 non è conforme alle normative europee
Da un punto di vista legale, però, le cose sono diverse. L’Unione Europea, come anticipato, ha stabilito delle Raccomandazioni sul “massimo valore di SAR consigliato dei dispositivi radiomobili”. Ogni Stato membro è poi libero di scegliere se e come recepire questi suggerimenti poiché si tratta di “raccomandazioni” e in quanto tali non vincolanti, ma fortemente consigliate.
Secondo l’Esposizione pubblica, l’ANFR non solo ha testualmente chiesto “ad Apple di ritirare dal mercato francese, a partire dal 12 settembre 2023, l’iPhone 12 [modellobase] a seguito del superamento del limite del tasso di assorbimento specifico (SAR)”, ma anche l’ha esortata “…di implementare tutti i mezzi disponibili per rimediare rapidamente a questo malfunzionamento”.
Diversamente, Apple dovrà richiamare tutti dispositivi venduti.
L’iPhone 12 e il problema delle emissioni potrebbe valere per tutta l’Europa
La notizia della vicenda “iPhone 12” con il dato incriminato scoperto dall’ANFR, ha fatto il giro del mondo, e ha messo in allarme anche altri Paesi come la Germania, il Belgio, e l’Olanda. Non al momento l’Italia.
Se l’iPhone 12 dev’essere omologato in Francia, va fatto su tutto il territorio della UE
Ricordiamo ancora che le misure correttive per l’iPhone 12 in termini di omologazione alle soglie elettromagnetiche prima citate, non valgono solo per la Francia, ma anche per tutto il territorio dell’Unione Europea. Infatti, l’ANFR precisa ancora che “se la Francia avesse qualche dubbio sulla conformità di questo telefono in altri Stati membri, lo avviserebbe agli altri Stati membri e alla Commissione europea, che sono già stati informati di questa situazione, affinché possano prendere le misure necessarie”. Si tratta, in altri termini, di una procedura di “salvaguardia” che, se del caso, estenderà gli effetti della decisione francese agli altri Stati membri, a meno che la Commissione europea non decida diversamente a seguito di eventuali obiezioni formulate.
Bisognerà però vedere anche se il superamento del limite non riguardi – come sostiene Apple – solo il metodo di test usato dalla Francia.
La scelta della clausola di salvaguardia a tutela di tutti
Di contro, la scelta della clausola di salvaguardia a tutela di tutti nella fattispecie consumatori, avrebbe indotto molti altri Stati membri (come il Belgio, ad esempio) a chiedere ad Apple di estendere l’aggiornamento per l’iPhone 12 a tutta l’area, anche in assenza di rimostranze da parte di un’Autorità.
Una scelta cautelativa dettata da ragioni di prudenza, ma anche di buon senso e che si pone nel solco di un’unica direzione, nello spirito di una Unione europea conforme e uniforme.
L’impatto per Apple
Il mondo Apple a questa notizia, quasi alla vigilia del lancio del nuovo iPhone 15, ne ha risentito l’impatto potrebbe non ridursi a una mera “questione di facciata”. L’ANFR come abbiamo visto ha posto condizioni rigide e strette che se non rispettate imporrano il richiamo di tutti i modelli di smartphone iPhone 12 presenti sul mercato, a prescindere dal canale di distribuzione. Ciò varrebbe anche per gli iPhone 12 ricondizionati, con tutti i suoi distributori della rete analogica e digitale costretti applicare le disposizioni di cui sopra.
In definitiva, il colosso mondiale di Cupertino, se non corre presto ai ripari, sarà tenuto a impartire a tutti i suoi distributori istruzioni molto chiare in merito alla cessazione della commercializzazione. Quand’anche non lo facesse, i distributori dovranno interrompere tassativamente la commercializzazione, come è previsto per legge[2], e su questo l’ANFR è stata molto chiara e tassativa, senza lasciare margini di dubbi e/o ripensamento.
[1] Secondo la Raccomandazione del Consiglio dell’Unione Europea del 12 luglio 1999 sulla limitazione dell’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici da 0 Hz a 300 GHz (1999/519/CE) sono definite “le restrizioni fondamentali e i livelli di riferimento che garantiscono un cd elevato livello di protezione della salute contro l’esposizione ai campi elettromagnetici”.
[2] Al riguardo, secondo l’articolo IV dell’articolo R. 20-13-1 del CPCE “I distributori che ritengono, o hanno motivo di credere, che le apparecchiature radio che hanno messo a disposizione sul mercato non siano conformi alla presente sezione, assicurano che siano adottate le misure correttive necessarie per renderle conformi, rimuoverle dal mercato o richiamarle loro, se necessario. […]”