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Il multicloud ibrido leva d’innovazione nel settore pubblico



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Il multicloud ibrido offre molti benefici nel contesto della trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione, aprendo la strada a un futuro più efficiente e innovativo. A fronte dei molteplici vantaggi vi sono però anche delle sfide da affrontare. Facciamo il punto

Pubblicato il 4 ott 2023

Benjamin Jolivet

Country Manager di Nutanix Italia



Storage,Technology,Concepts,Transfer,Data,To,Cloud,Computing,Platforms.,A

La trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione è un fattore chiave nel percorso di modernizzazione del Sistema Italia e ciò è confermato dal PNRR che riconosce tale processo come una priorità, spingendo per velocizzare il percorso di digitalizzazione delle amministrazioni pubbliche.

In questo contesto, il multicloud ibrido si sta rivelando una soluzione promettente per il settore pubblico, offrendo numerosi benefici. Vediamo quali sono.

La spesa IT delle pubbliche amministrazioni

Secondo un recente report di Gartner la spesa delle pubbliche amministrazioni di tutto il mondo in soluzioni IT avanzate sarà pari a 590 miliardi di dollari nel 2023, un incremento del 7,6% rispetto all’anno precedente, mentre in Italia, secondo i dati diffusi dall’AgID (Agenzia per l’Italia Digitale), nel 2022 sono stati spesi 7 miliardi di euro, senza considerare l’effetto PNRR.

Dati incoraggianti, dunque, che mostrano che le organizzazioni pubbliche, spesso caratterizzate da infrastrutture obsolete, si stanno adeguando alla nuova era digitale, guidate dalla necessità di modernizzazione e dal desiderio di proteggere e gestire meglio i dati sensibili, mantenendone il controllo, indipendentemente dal fatto che si trovino on-premise, in co-location o nel cloud pubblico. I dati sono una risorsa strategica per ogni organizzazione e l’imperativo è mantenerli aggiornati, sicuri e disponibili, nel rispetto del GDPR e di altri requisiti di privacy.

L’impatto del multicloud ibrido sulle organizzazioni del settore pubblico

Secondo l’Enterprise Cloud Index (ECI) uno studio che abbiamo realizzato in collaborazione con la società di ricerca Vanson Bourne e che analizza l’impatto del multicloud ibrido sulle organizzazioni del settore pubblico di tutto il mondo, nei prossimi tre anni le organizzazioni del settore pubblico si lanceranno in investimenti nel multicloud ibrido. L’8% degli intervistati dichiara di aver implementato il multicloud ibrido mentre il 73% prevede di gestire molteplici ambienti IT entro il 2026.

La penetrazione del multicloud ibrido dovrebbe raggiungere il 39% entro il 2026, con l’11% esclusivamente nei cloud pubblici. L’uso esclusivo di servizi di infrastruttura IT in hosting salirà al 14%. Inoltre, secondo gli intervistati, in questo periodo, l’uso di tutti gli altri modelli operativi IT diminuirà.

Sicurezza informatica e sovranità dei dati

Tra i principali fattori che stimolano gli investimenti nell’infrastruttura IT vi sono la sicurezza informatica e la sovranità dei dati, ovvero la capacità di rispettare le normative nazionali in materia di archiviazione e controllo dei dati, con il 13% ciascuno. Per quanto riguarda il nostro paese, ciò non stupisce se consideriamo che le amministrazioni pubbliche locali, le scuole e le organizzazioni sanitarie sono state prese sempre più di mira negli ultimi mesi, come sottolineato dal rapporto Clusit 2023 secondo il quale il settore più attaccato in Italia nel 2022 è stato quello governativo, con il 20% degli attacchi.

Tali dati danno indicazione della tendenza generale e dei motivi alla base delle strategie governative per l’adozione del multicloud. Tanto l’Unione Europea quanto gli Stati Uniti hanno sviluppato piani propri per favorire l’utilizzo del cloud e al centro di queste strategie c’è la modernizzazione, che consente di utilizzare applicazioni aziendali avanzate che sfruttano l’intelligenza artificiale, il machine learning e l’automazione, tutte tecnologie che riducono il rischio di errori umani e migliorano la trasparenza e la protezione dei dati.

Inoltre, il 98% degli intervistati del settore pubblico dell’ECI dichiara di aver spostato applicazioni tra le infrastrutture IT negli ultimi 12 mesi e per il 47% la motivazione principale è stato il desiderio di migliorare il livello di sicurezza della propria azienda o la capacità di soddisfare i requisiti normativi. Il rafforzamento della sicurezza dei dati è stato anche il motivo principale dello spostamento delle applicazioni tra tutti gli intervistati dell’ECI, con una percentuale simile (46%). Seguono la speranza di accelerare la velocità di accesso ai dati (39%) e il desiderio di integrazione con servizi native nel cloud, come l’intelligenza artificiale e il machine learning (38%).

I vantaggi della migrazione al multicloud ibrido

I vantaggi derivanti dalla migrazione al multicloud ibrido sono molteplici ma vi sono anche delle sfide da affrontare in particolare per ciò che concerne la complessità. Per il 94% degli intervistati dell’ECI infatti l’ideale sarebbe avere un’unica piattaforma per gestire le diverse infrastrutture pubbliche e private e che la gestione dei dati, la sicurezza, il backup e lo storage sono gli aspetti più impegnativi della gestione di ambienti IT ibridi.

Sebbene il 93% degli intervistati del settore pubblico sia d’accordo sul fatto che per affrontare le sfide della gestione cross-cloud sia necessario avere visibilità su dove risiedono tutti i dati nell’infrastruttura IT estesa, un numero molto inferiore (36%) dichiara di godere effettivamente di questa visibilità attualmente.

Inoltre, per l’86% degli intervistati del settore pubblico il controllo dei costi del cloud è una sfida nella gestione delle loro attuali infrastrutture IT e il 36% la definisce una sfida “significativa”.

È evidente che il settore pubblico sta vivendo un rapido processo di cambiamento, ponendo in primo piano la protezione e la sicurezza dei dati, una maggiore visione delle informazioni e la modernizzazione delle infrastrutture.

Conclusioni

Nei prossimi tre anni, il settore pubblico si troverà di fronte a una fase di svolta nella sua evoluzione, liberandosi finalmente del passato per adottare un’infrastruttura di multicloud ibrido, un mix unico di data center, cloud pubblico, edge computing e colocation e probabilmente alcune tecnologie legacy essenziali per fornire servizi critici che, al momento, non possono essere facilmente sostituiti o rimpiazzati.

L’adozione dell’hybrid multicloud segnerà dunque un importante traguardo nella trasformazione del settore pubblico, aprendo la strada a un futuro più efficiente e innovativo, e dando vita a un sistema avanzato in grado di fornire a dipendenti, imprese e cittadini una piattaforma sicura, flessibile e resiliente, accessibile da qualsiasi luogo e attraverso qualunque tipo di dispositivo.

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