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Fattura PA pagata ma errata: come rimediare



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Un avvocato si ritrova con due fatture emesse per il medesimo pagamento (una intestata al comune e una intestata al cliente) e una certificazione unica con somme che sostanzialmente non ho incassato. Come risolvere

Pubblicato il 4 ott 2023

Salvatore De Benedictis

dottore commercialista



bollo fattura elettronica forfettari
bollo fattura elettronica forfettari

In qualità di avvocato ho ottenuto una sentenza per conto di un mio cliente nei confronti di un Comune, contenente anche una statuizione di condanna al pagamento delle spese legali in mio favore. Il comune dopo avermi chiesto una specifica delle somme dovute provvede al pagamento di una parte del dovuto, effettuando un bonifico sul mio c.c.

Trattengo la somma a me dovuta a titolo di spese legali ed effettuo un bonifico al cliente per la differenza, da imputare ad acconto sulla sorte capitale. In prima battuta emetto una fattura per le spese legali intestata al comune, controparte che ha provveduto ad effettuare il pagamento in mio favore. Approfondendo la questione in particolare Circolare del 06/12/1994 n. 203 – Min. Finanze, ho ritenuto che correttamente la fattura avrebbe dovuto essere intestata al mio cliente, indicando come solvente il Comune. Ho quindi emesso nota di credito relativa alla fattura intestata al comune ed emesso nuova fattura del medesimo importo e causale, intestata al mio cliente indicando come solvente il comune. Allo stesso tempo, ho effettuato a favore del mio cliente un bonifico relativo alla somma da imputarsi a sorte capitale e versata sul mio c.c..

Le problematiche sono due:
1) il comune non accetta la nota di credito affermando che essa è ormai collegata ad un mandato di pagamento già eseguito;

2) il comune compila la certificazione unica indicando non soltanto l’importo da me trattenuto a titolo di spese legali, ma anche la somma eccedente imputata a sorte capitale che ho già versato al cliente. Mi ritrovo quindi con due fatture emesse per il medesimo pagamento (una intestata al comune e una intestata al cliente) e una certificazione unica con somme che sostanzialmente non ho incassato.

Come se ne viene fuori?

RISPOSTA
Se Lei parla di CU probabilmente i fatti indicati si riferiscono all’anno 2022. Ai fini reddituali Lei per l’anno 2022 dovrebbe dichiarare solo le somme ricevute come compensi; non ci sarebbe corrispondenza tra CU e dichiarazione, e di ciò Lei dovrebbe dare giustificazione in caso di controllo dell’ADE. Potrebbe tentare di interloquire col Comune per chiedere la rettifica della CU, posto che la ritenuta (se è stata effettuata) non penso sia stata calcolata anche sulle spese, né tanto meno l’IVA, quindi siamo in presenza di un errore materiale. Se avesse la possibilità di rimettere tutta l’operazione in discussione, penso che il Comune probabilmente accetterebbe la nota di credito se Lei restituisse le somme, in modo che così potrebbe generare un reversale di incasso a cui associare l’introito; solo successivamente a ciò si potrebbe regolarizzare l’operazione, emettendo la fattura in maniera corretta. In questo modo verrebbe generata per l’anno 2023 una operazione sostanzialmente neutra sia sotto il profilo reddituale che sotto quello dell’IVA, dal momento che ci troveremmo in presenza di una nota di credito e di una fattura che, sia pure intestate a soggetti diversi, si neutralizzerebbero tra loro.

Per porre domande a Salvatore De Benedictis sul tema “Fatturazione Elettronica e Conservazione Digitale” è possibile scrivere a: esperto@agendadigitale.eu. Potranno essere presi in esame solo i quesiti sottoscritti con cognome e nome

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