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AWS, Azure o Google: quale piattaforma cloud scegliere per il business



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Le infrastrutture cloud sono all’ordine del giorno e diventano imprescindibili. I vantaggi sono noti, a fare la differenza possono essere le peculiarità delle differenti piattaforme. Qui entriamo in profondità comparando i tratti salienti dei servizi erogati da AWS, Azure e Google

Pubblicato il 10 nov 2023

Giuditta Mosca

Giornalista, esperta di tecnologia



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hybrid cloud

Ridurre i costi delle infrastrutture rendendole anche più scalabili, ridurre la complessità amministrativa e gli oneri di gestione e, parallelamente soprattutto, rendere i perimetri aziendali sempre più sicuri nell’epoca della mobilità. Il mantra è sempre lo stesso e le piattaforme cloud ben si prestano al raggiungimento di questi obiettivi.

Tuttavia, i servizi cloud differiscono uno dall’altro e AWS, Azure e Google Cloud non fanno eccezione. Qui passiamo in rassegna le principali differenze, quelle che possono fare pendere la bilancia verso la scelta di uno o l’altro fornitore.

Va detto che le peculiarità sono molte di più di quelle sulle quali ci soffermiamo e vanno dalla natura delle macchine virtuali fino al networking, dal load balancing fino all’attachment e al detachment dei dischi virtuali.

Le principali caratteristiche di AWS, Azure e Google Cloud

Le caratteristiche principali sono riassumibili in alcune sottocategorie, a partire dai servizi erogati.

Iniziando da Amazon Web Services (AWS), va evidenziata una notevole predisposizione per i Big data e per la potenza di calcolo che sono messe a disposizione anche a chi è avvezzo all’uso di tecnologie Open source come per esempio pensando ai database, MySQL o MariaDB.

Interessante è anche la connettività secondo AWS, che utilizza un cloud privato virtuale per la rete e un gateway API per la connettività.

Azure è la scelta migliore per chi necessita o preferisce un cloud ibrido, fermo restando che nelle organizzazioni in cui si usano sistemi operativi Windows, l’uso di Azure risulta essere molto più semplice e intuitivo.

Al contrario di AWS, Azure usa una rete virtuale per il networking e un gateway VPN per la connettività.

Il confronto tra AWS e Google Cloud Platform vede la prima più attiva sul fronte dei servizi e delle funzionalità erogate, mentre Big G è più orientata ai servizi di cloud computing, tant’è che risulta in vantaggio nel Machine learning e nell’analisi dei dati.

Appannaggio di AWS c’è l’esperienza e la disponibilità: l’ecosistema cloud di Amazon è più maturo, rodato e utilizzato. Valori misurabili soprattutto nel momento in cui si manifestano problemi e strettamente legati alla documentazione disponibile, senza però voler istillare il dubbio che le piattaforme concorrenti non siano sufficientemente documentate. Non da ultimo, AWS offre un supporto di elevata qualità agli utenti che provengono da altre piattaforme o che necessitano di interfacciarcisi.

Anche il mondo di Azure è variegato e articolato. Nel confronto con Google Cloud Platform, la soluzione Microsoft meglio si presta agli ambienti ibridi mentre, sui piatti della bilancia di Google spicca la maggiore predisposizione ai Big data e alla loro analisi.

AWS vs Azure vs GCP | Amazon Web Services vs Microsoft Azure vs Google Cloud Platform | Simplilearn

Appannaggio di Google Cloud Platform subentra – e anche questo è legato alla vocazione per i Big data – una maggiore potenza di calcolo.

Sia Azure sia Google Cloud ripiegano su una rete virtuale per la consegna dei contenuti e su un gateway VPN per la connettività.

Difficile invece stabilire differenze sostanziali per quanto riguarda la scalabilità: AWS, Azure e Google Cloud sono distribuibili in modo rapido semplicemente agendo mediante l’apposita console messa a disposizione degli amministratori.

Le logiche di pricing sono variabili e, di queste, parleremo sotto.

Confronto tra AWS, Azure e Google Cloud: quale offre le migliori funzionalità

La risposta può essere una soltanto: le migliori funzionalità offerte da una o dall’altra piattaforma si cristallizzano a seconda delle esigenze dell’organizzazione che decide di farne uso.

La potenza di calcolo non è oggetto di discussione perché tutti i tre provider sono in grado di supportare le esigenze di ogni organizzazione. Diventano metri di valutazione le esigenze specifiche di ogni azienda, le architetture di rete, l’uso di sistemi ibridi o i sistemi operativi in uso. Va da sé che le organizzazioni le cui infrastrutture sono architettate su sistemi Windows e quindi su Active Directory, possono essere normalmente orientate a scegliere Azure, che rispetta policy e gruppi così come le aziende le hanno impostate.

Anche le quote di mercato possono assumere un peso specifico nella soluzione finale: Amazon detiene il 32%, Azure il 22% e Google Cloud l’11%. Va da sé che l’interoperabilità tra piattaforme dipende dalla penetrazione che queste hanno.

AWS, Azure e Google: quale piattaforma cloud è la più economica

Domanda generica a cui può essere data una risposta generica. I servizi erogati sono molti, nel caso di AWS persino centinaia, individuare i listini prezzi di ognuno appare proibitivo. Ci limitiamo a elencare i prezzi dei servizi più gettonati.

La logica di AWS si fonda principalmente sulle Regioni e i servizi più richiesti hanno questi prezzi (espressi in dollari)

I prezzi variano a seconda dell’uso, dei dati trasferiti, di quelli conservati e di quelli elaborati.

Anche le politiche attuate da Azure sono suscettibili alle variabili regionali. I prezzi dei principali servizi sono riassunti in questa pagina, dalla quale si possono avviare i periodi di prova.

  • Macchine virtuali a partire da 0,008 dollari l’ora
  • Archiviazione dati a partire da 0,00099 dollari al mese
  • Database SQL a partire da 0,004 dollari l’ora

Anche i prezzi di Azure cambiano a dipendenza dell’uso e delle configurazioni scelte.

Infine, Google Cloud Platform segue i principi del pay-per-use e offre 300 dollari di credito per provare i servizi erogati, che possono essere sfruttati dalla medesima pagina utile a richiedere preventivi particolareggiati in base alle esigenze espresse.

AWS, Azure e Google Cloud: quali sono le differenze in termini di sicurezza

Sicurezza, compliance e privacy rientrano a pieno titolo tra le prime caratteristiche che devono attirare l’occhio di chi vuole ricorrere a soluzioni cloud.

I parametri cruciali sono i criteri, i processi e le tecnologie adottate per garantire sia i dati sia l’infrastruttura, perché anche la continuità di servizio è fondamentale.

È ovvio che AWS, Azure e Google Cloud garantiscono alti standard di sicurezza, sempre includendo compliance e privacy nell’accezione del termine. Pure rimanendo in superficie, i tre player si distinguono per:

  • sicurezza dell’infrastruttura proprietaria: completamente demandata alle stesse Amazon, Microsoft e Google, il livello di sicurezza e gestione offerti sono quanto di meglio si possa offrire. I tre hanno reparti dediti al mantenimento in perfetta funzione ed efficacia delle rispettive architetture cloud
  • sicurezza nel cloud: i tre offrono servizi aggiuntivi per la tutela di applicazioni e dati

Sistemi di crittografia AES a 256 bit per i dati in-transit e at-rest, tecnologie per prevenire gli attacchi DDos, firewall, controllo degli accessi per proteggere le risorse aziendali ovunque queste si trovino (mobilità) e informazioni chiare sulla responsabilità condivisa sono proprietà dei tre provider.

Individuare la piattaforma più sicura è compito arduo: sono giudicabili sicure allo stesso modo e mantenute tali in modo persino maniacale.

AWS, Azure e Google Cloud: un confronto delle prestazioni e della scalabilità

Parlando di potenza di calcolo, AWS e Google Cloud si distinguono a discapito di Azure. Considerando il traffico dati sono AWS e Azure a spuntarla in materia di latenza ma, a suo vantaggio, Google Cloud guadagna terreno con i file di dimensioni superiori ai 5 MB e questo indica che la larghezza di banda supera le disponibilità di Amazon e Microsoft.

Allo stesso modo, se si resta nel dominio dell’analisi dei dati e dell’apprendimento automatico, Google Cloud è la soluzione più indicata.

La questione della scalabilità è per lo meno double-face. Parlando della possibilità che le aziende hanno di espandere i servizi cloud a un numero variabile di nodi, la scalabilità offerta da AWS, Azure e Google Cloud è pressoché identica. Infatti, mediante le apposite console destinate agli amministratori, le tre piattaforme consentono di gestire con facilità e in modo pratico il numero di utenti o end-point (server, computer e dispositivi in genere) a cui estendere determinati servizi.

Considerando la scalabilità sul piano geografico, va sottolineato che AWS, oltre a offrire più di 200 servizi erogati mediante oltre 60 zone in tutto il mondo.

Azure ha 54 regioni in tutto il mondo e raggiungono più di 140 paesi mentre Google Cloud è presente praticamente ovunque e incrementa il numero di servizi che eroga.

AWS vs Azure vs Google Cloud: quale piattaforma cloud offre il miglior supporto clienti

Argomento dolente perché, e questa è una specifica comune ai tre player, il supporto gratuito è assente o limitato. AWS non lo offre, Azure lo offre solo tramite email e con tempi di risposta non garantiti mentre Google Cloud lo offre solo per alcuni servizi.

Le cose cambiano per chi usa servizi specifici a pagamento e, in questo caso, l’assistenza diventa più estesa e rapida.

Tuttavia, considerando le quote di mercato e la longevità delle piattaforme cloud, AWS è un passo avanti tanto nella risoluzione di eventuali problemi infrastrutturali quanto nel supportare i clienti in difficoltà.

Questo non vuole dire che il servizio ai clienti fornito da Microsoft e da Google sia scadente, significa soltanto che AWS ha una maggiore esperienza.

Anche la valutazione del supporto erogato è fondamentale in rapporto alle esigenze specifiche.

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