Da anni si cerca di dare una risposta alla domanda se “il talento è innato o sviluppato attraverso l’esperienza e l’ambiente”. La domanda che ci poniamo oggi è: L’apprendimento in ambienti “personalizzati”, tramite algoritmi di intelligenza artificiale, può favorire il pensiero creativo e lo sviluppo di talenti?”
Talento, creatività e intelligenza artificiale
Oggi il consenso è pressochè generale e indiscutibile: il talento è un elemento determinante del successo di individui ed organizzazioni in tutto il mondo. Più o meno tutti sono alla ricerca del talento negli altri e vogliono dimostrare il proprio. Tutti vogliamo lavorare con persone di talento. E’ un ottimo modo per sviluppare anche il nostro talento. Scoprire e valorizzare un talento latente, farlo crescere rappresenta, in definitiva, una delle sfide più gratificanti e significative della missione educativa oltre che della missione che dovrebbe avere qualsiasi società.
La domanda se si nasca talentuosi o si diventi persone di talento è stata oggetto di dibattito filosofico e scientifico per molto tempo. Filosofi come John Locke sostenevano l’ambientalismo, affermando che la mente umana è una “tabula rasa” alla nascita e che l’esperienza modella il talento come si può ben leggere dal suo Saggio sull’intelletto: «Donde [l’intelletto] ha tratto tutti questi materiali della ragione e della conoscenza? Rispondo con una sola parola: dall’esperienza.
È questo il fondamento di tutte le nostre conoscenze; da qui esse traggono la loro prima origine.» (Saggio sull’intelletto umano, libro II, cap. I). Secondo il vocabolario Treccani per talènto s. m. [da talènto1 si intende l’Ingegno, la predisposizione, la capacità e le doti intellettuali rilevanti, in quanto naturali e intese a particolari attività. Alcune volte si confonde il talento con la genialità.
Ma di fatto sono due corse diverse o meglio la genialità può essere definita come la capacità innata di “creare” dal nulla, mentre avere un talento è più che altro la predisposizione a “trasformare” nella maniera migliore ciò che esiste nel presente. Sono tante e diverse le definizioni di talento. Basti pensare che secondo uno studio condotto dalla Gallup, Inc., nota società americana di analisi e consulenza con sede a Washington, sono stati identificati 34 “temperamenti tematici” o “talenti”. Individuare una persona talentuosa può essere un processo complesso e soggettivo, poiché i talenti possono variare notevolmente tra individui e sono spesso influenzati dal contesto e dalle esigenze specifiche. Tuttavia, ci sono alcuni parametri che possono aiutare ad individuare il talento: Fantasia; Inventiva; Creatività; Curiosità (Figura 1).
Figura 1: Rappresentazione della 4 sfere del Talento: Fantasia, Inventiva, Creatività, Curiosità (elaborazione degli autori tramite algoritmo di intelligenza artificiale text to image)
Vogliamo soffermarci su un tipo specifico di talento, il talento creativo ovvero quel tipo di talento che si manifesta attraverso la creatività, l’immaginazione e l’abilità di pensare fuori dagli schemi per creare qualcosa di nuovo, unico o significativo. Un talento che grazie alla capacità di immaginare un futuro diverso genera nuove idee, capaciti di far “accadere” le cose.
Una cosa è certa, trovare i talenti richiede un processo di scoperta che può variare a seconda del campo di interesse e delle capacità in questione. Moltissimi cercano talenti che spesso non riescono a trovare. Molti pensano di aver trovato un “potenziale” talento che spesso non crea valore all’interno di un’organizzazione. Secondo The Conference Board, think tank fondato a New York nel 1916 come National Industrial Conference Board (NICB) da un gruppo di amministratori delegati preoccupati per l’impatto delle problematiche legate al posto di lavoro sulle imprese, il tema della ricerca dei talenti è in cima ai pensieri di amministratori delegati e cariche aziendali. Oggi la società rappresenta una delle “fonte più attendibile di statistiche e tendenze imparziale, seconda solo forse al Bureau of Labor Statistics degli Stati Uniti”.
Naturalmente la ricerca di talenti non è soltanto un problema di posti di lavoro.
Se da un lato nell’acquisizione di talenti l’utilizzo di piattaforme di intelligenza artificiale generativa sembrano essere un strumento potenziale dall’altro vogliamo affrontare la problematica da una prospettiva diversa ovvero “è possibile sviluppare il talento attraverso l’intelligenza artificiale e le nuove tecnologie? È possibile sviluppare quella scintilla creativa che rende le persone uniche nella sfera lavorativa ma anche nella sfera personale?
L’utilità pratica di tutto ciò è che scoprire un talento fino ad oggi sottovalutato procura notevoli vantaggi, sia come persona sia come organizzazione. Riuscire a cogliere il vero valore di ognuno di noi è il presupposto per creare non solo un team unico e motivato ma anche un individuo integrato in un mondo sempre più complesso, psicologicamente avanzato.
L’esempio de “L’attimo fuggente”
Uscito nel lontano 1989, “L’attimo fuggente” (titolo originale Dead Poets Society) è un film toccante ed ancora oggi ispiratore. Il film diretto da Peter Weir e scritto da Tom Schulman è ambientato nella Welton Academy, un prestigioso collegio. Racconta la storia di un insegnante di letteratura, John Keating, interpretato da Robin Williams che incoraggia i suoi studenti a “cogliere l’attimo” e a vivere la vita in modo significativo, distinguendosi dagli altri. “O Capitano! Mio Capitano!” è una frase tratta dalla poesia di Walt Whitman dedicata al presidente americano Abraham Lincoln ma divenuta celebre proprio grazie al film in cui ha significato simbolico: il Prof. Keating, insegnante influente e carismatico, riesce ad influenzare in modo significativo il processo di sviluppo del talento dei suoi studenti attraverso l’educazione, la guida ed il potere dell’ispirazione.
“L’attimo fuggente” è il film che ha voluto trasmettere molto, promuovendo l’importanza della ricerca della passione personale come componenti essenziali del percorso di sviluppo del talento.
È una storia potente che ha influenzato diverse generazioni perché, Keating attraverso un approccio didattico originale, celebra l’importanza della passione, dell’arte e dell’autenticità nella vita, mettendo in luce l’importanza di sviluppare nei giovani studenti la Fantasia, l’Inventiva la Creatività e la Curiosità. Il film ci invita a riflettere anche su un concetto chiave ovvero che per sviluppare il proprio talento, è utile considerare diverse prospettive e approcci per scoprire nuove opportunità, a imparare in modo continuo, a collaborare efficacemente e ad adattarti alle sfide.
Figura 2: Alcune immagini ispirate dal film “L’attimo fuggente” (elaborazione degli autori tramite algoritmo di intelligenza artificiale text to image)
Il film, in definitiva, è un vero e proprio inno alla creatività, all’importanza dello sviluppo del talento partendo dalla consapevolezza che la scarsità di talento si riflette anche a livello macroeconomico, in un modo globalizzato. Mai prima di oggi ci sono talenti che attendono di essere scoperti. Nella nostra società globalizzata la tecnologia è diventata ormai parte integrante di ogni aspetto della nostra vita.
È difficile pensare che questo processo di cambiamento non stia influenzando anche il modo di apprendere e non possa essere “sfruttato” per promuovere un apprendimento significativo per sviluppare nuovi talenti. In questo senso, l’intelligenza artificiale sta rivoluzionando l’esperienza didattica in molti modi personalizzando l’apprendimento, adattandolo alle esigenze individuali degli studenti, rendendo così l’istruzione più efficace ed inclusiva. In altre parole, la realtà virtuale ed aumentata, supportate dall’AI, possono consentire agli studenti di immergersi in esperienze di apprendimento interattive e coinvolgenti.
Modello moltiplicativo del successo: bias, euristiche e talento
Bias, euristiche e talento sono concetti interconnessi che possono influenzare la percezione e la valutazione delle abilità e delle capacità degli individui. Troppe volte siamo influenzati da un’idea iniziale che polarizza la nostra attenzione ed impedisce un’analisi del problema. Pochi di noi riescono a svincolarsi da questo dominio. A volte capita di trovarsi di fronte a problemi che sono apparentemente senza soluzione o che sembrano offrire dati insufficenti per proter trarre delle conclusioni. Altre volte, in balia di stanchezza e stress, tendiamo ad analizzare i problemi nella maniera più semplice possibile, affidandoci a scorciatoie di pensiero chiamate “Euristiche”. Tuttavia, l’analisi del problema è il vero problema. I dati sbagliati in entrata danno dati sbagliati in uscita (bias cognitivo). I bias cognitivi influenzano la nostra percezione, la nostra presa di decisione e il nostro giudizio (Tabella 1). Questi bias possono portare a conclusioni distorte o irrazionali. Esempi di bias cognitivi includono il bias di conferma (tendenza a cercare informazioni che confermano le nostre convinzioni), l’effetto Dunning-Kruger (sovraestimare le proprie capacità) e l’effetto di ancoraggio (essere influenzati da valori di riferimento iniziali).
Tabella 1: Classificazione delle diverse tipologie di Bias Cognitivi
Tipologia di Bias | Effetto | Errori sistematici |
Bias di conferma | La tendenza a cercare, interpretare e ricordare le informazioni in modo da confermare le nostre convinzioni preesistenti | Ignorare o sottovalutare le informazioni che non supportano le nostre opinioni o credenze. |
Bias di disponibilità | Dare maggior peso alle informazioni più facilmente accessibili o ricordabili | Creare false memorie basate su informazioni fuorvianti o distorte |
Bias di ancoraggio e aggiustamento | Essere influenzati da un numero o un valore di riferimento iniziale nella valutazione di informazioni successive | Non aggiornare in modo sufficiente le stime o le valutazioni iniziali quando nuove informazioni diventano disponibili |
Bias di attribuzione | Tendere a spiegare il comportamento degli altri in termini di tratti di personalità anziché in base al contesto | Giudicare un individuo in base agli stereotipi del suo gruppo di appartenenza |
Bias di sovrastima della consapevolezza di sé | Sovrastimare le proprie capacità o conoscenze in un determinato campo, spesso in modo inversamente proporzionale alle proprie abilità reali | Sopravvalutare la frequenza con cui gli altri condividono le nostre opinioni o credenze |
Bias di prospettiva | Sopravvalutare la probabilità di esiti positivi futuri e sottostimare i rischi | Dare un valore eccessivo agli oggetti o alle situazioni di proprietà personale |
Bias di status quo | Tendere a mantenere le attuali preferenze o scelte invece di considerare alternativ | Preferire l’opzione predefinita o attuale senza considerare alternative |
Bias di conferma sociale | Adottare le opinioni o i comportamenti della maggioranza per evitare l’isolamento sociale | Seguire una tendenza popolare senza esaminare criticamente le proprie convinzioni |
Bias di attribuzione di causa | Percepire erroneamente una relazione causa-effetto tra eventi casuali | Credere erroneamente che due eventi siano correlati quando in realtà non lo sono |
Bias emotivi | Evitare il rischio per paura di perdere qualcosa, anche se le probabilità sono favorevoli | Prendere decisioni basate sulla paura anziché sui dati oggettivi. |
È bene precisare che lo sviluppo del talento richiede una combinazione piuttosto stretta di caratteristiche diverse generando un potente effetto complessivo, vale il cosiddetto modello moltiplicativo del successo. In altre parole, essere persone di talento sembra presupporre un’interazione complessa tra bias, euristiche per il superamento dei pregiudizi o distorsioni cognitive ed errori di valutazione che si possono commettere in un qualsiasi contesto decisionale.
Esperienze didattiche tra ai e metaverso: talento di nascita, talento di professione
L’esperienza fornisce una base di conoscenza e competenze che possono essere applicate in modo creativo per affrontare sfide e risolvere problemi in una varietà di contesti. Grazie all’esperienza, è infatti, più probabile riconoscere i modelli ricorrenti nei problemi oppure comprendere meglio le conseguenze delle diverse azioni e decisioni. Ma se l’esperienza non è ben guidata ed indirizzata, anziché favorirci, essa stessa rappresenta a sua volta un ostacolo alla soluzione dei problemi, irrigidendo il pensiero entro determinati schemi funzionali. Il pensiero laterale, così come definito da Edward de Bono, può essere utilizzato per sfidare e superare i bias cognitivi che possono ostacolare “l’intuizione” dell’esperienza aiutando a sviluppare nuove idee aggirando gli sbarramenti dovuti all’influenza polarizzatrice di idee vecchi. Le nuove tecnologie digitali offrono, in questo senso, una vasta gamma di opportunità nell’approcciare i problemi e le sfide in modi non convenzionali e quindi nello sviluppo del talento e della creatività consentendo un apprendimento accessibile a chiunque in modi mai visti prima. Le potenzialità sembrano enormi. Si possono creare ambienti virtuali di apprendimento che consentono di acquisire nuove competenze in modo interattivo. Si può interagire con persone provenienti da diverse parti del mondo, con diverse culture, background e punti di vista. Ci si può immergere nella storia per “dialogare” con personaggi illustri. (Figura 3).
Figura 3: Possibili esperienze didattiche (elaborazione degli autori tramite algoritmo di intelligenza artificiale text to image)
Notizia recente riguarda la possibilità di visualizzare una cellula in 3D mediante l’utilizzo della realtà virtuale. Risultato di uno studio condotto congiuntamente dal Consiglio nazionale delle ricerche – l’Istituto di scienze applicate e sistemi intelligenti ‘E. Caianiello’ (Isasi) e l’Istituto sistemi e tecnologie industriali intelligenti per il manifatturiero avanzato (Stiima) – in collaborazione con il Dipartimento di medicina molecolare e biotecnologie mediche dell’Università degli studi di Napoli Federico II.
Figura 4: Il metaverso nella scienza. Visualizzare una cellula in 3D (elaborazione degli autori tramite algoritmo di intelligenza artificiale text to image)
Gli studi accademici e le ricerche su questo tema che stiamo conducendo nell’ambito del laboratorio LAPIS (Lean Advanced Production and Industrial Sustainable systems lab – Dipartimento di Ingegneria dell’Università degli Studi di Napoli Parthenope – Figura 5) dimostrano che le esperienze didattiche nel metaverso (Tabella 2) possono svolgere un ruolo importante e significativo nell’aiutare a superare i bias cognitivi e nel supportare lo sviluppo del talento. Possiamo infatti pensare al Metaverso come a un internet immersivo che ci consente di essere “dentro” i contenuti piuttosto che visualizzarli semplicemente.
Figura 5: Esperienza didattica e metaverso (Laboratorio LAPIS)
Tabella 2: Esperienze didattiche nel metaverso
Esperienze diattiche nel Metaverso | Descrizione attività |
Esposizione a Diverse Prospettive | Interazione in ambiente immersivo con persone provenienti da diverse culture e punti di vista. |
Simulazioni e Apprendimento Basato su Scenari | Creazione di simulazioni e scenari realistici in cui gli studenti possono applicare le proprie competenze e prendere decisioni. |
Feedback in Tempo Reale | Feedback immediato agli studenti per correggere gli errori e migliorare le competenze. |
Apprendimento Collaborativo | Creazione di ambienti immersivi per facilitare l’apprendimento collaborativo, consentendo agli studenti di lavorare insieme in ambienti virtuali. |
Personalizzazione dell’apprendimento | Creazione di ambienti immersivi per offrire opportunità di apprendimento personalizzato, adattando il contenuto e le sfide alle esigenze e al ritmo di ciascuno studente. |
L’esperienza può svolgere un ruolo cruciale nello sviluppo del talento, specialmente quando si adotta un approccio orientato a “quello che vedi è quello che ottieni” (WYSIWYG – What You See Is What You Get).
Creare ambienti di apprendimento più coinvolgenti, efficaci ed efficienti includendo nuovi metodi, strumenti, tecnologie e strategie può favorire l’apprendimento e lo sviluppo del talento in cui si può imparare dai successi e dai fallimenti in un mondo immersivo. Sono stati quindi sviluppati ambiente totalmente immersivi per la progettazione e gestione virtuale degli ordini e delle scorte all’interno di un processo industriale accessibile mediante visori per la realtà virtuale (Figura 6). L’utente, sia esso uno studente, un ricercatore, uno supply chain manager può immergersi in un mondo virtuale per collaborare con i fornitori nella progettazione della catena di fornitura.
Figura 6: Esperienza didattica. Il metaverso: Visualizzazione Immersiva ed ottimizzazione dei processi industriali (Laboratorio LAPIS)
Sono stati creati ambienti di formazione virtuali in cui gli studenti possono collaborare globalmente in tempo reale con diversi team di studio distribuiti geograficamente in diverse parti del mondo (Figura 7).
Figura 7: Esperienza didattica. Il metaverso: Formazione e Addestramento. (Laboratorio LAPIS)
Sono stati creati ambienti di formazione virtuali in cui gli studenti possono essere formati ad operare in ambienti virtuali per il Digital Twin per eseguire simulazioni in tempo reale all’interno di uno stabilimento industriale (Figura 8).
Figura 8: Esperienza didattica. Il metaverso: Formazione e Addestramento. (Laboratorio LAPIS)
E’ bene precisare che le esperienze nel “metaverso” sono in continua evoluzione. L’obiettivo finale dovrebbe essere quello di poter disporre di un unico mondo virtuale in cui diverse piattaforme e mondi virtuali possono interagire e comunicare in modo fluido tra loro rendendo il Metaverso più interoperabile. Tuttavia, la sinergia tra Metaverso e Intelligenza Artificiale rappresenta oggi una sfida tecnologica potente e promettente a cui non possiamo restare indifferenti poiché offre sicuramente opportunità significative per lo sviluppo del talento (collaborazione globale, sviluppo di competenze creative, simulazione ed addestramento, apertura mentale, adattamento a scenari diversi, ecc).
Conclusioni
La questione resta di vitale importanza: “il talento è innato o sviluppato attraverso l’esperienza e l’ambiente?” A nostro avviso, le nuove tecnologie possono aiutare a sviluppare il talento inteso come creatività e pensiero critico. Elementi essenziali per fare la differenza (indipendentemente dall’ambito in cui si opera). Uno degli aspetti più interessanti riguarda il “superamento” di alcuni limiti grazie all’utilizzo dell’intelligenza artificiale e delle nuove tecnologie. I concetti chiave possono essere riassunti in personalizzazione dell’apprendimento, diversità di esperienze di apprendimento, apprendimento attivo ed approccio basato sul problem solving. L’uso di tecnologie innovative come la realtà virtuale, la realtà aumentata, i dispositivi mobili e le piattaforme online può, quindi, arricchire l’esperienza di apprendimento, rendendola più coinvolgente e stimolante.
Tutto dipende anche da quale tipo di approccio abbiamo nei confronti di questa “novità”. Siamo consapevoli che le nuove tecnologie possono amplificare le nostre capacità di risolvere problemi complessi, promuovere la comprensione e possono, in definitiva, “valorizzare” il talento in modi innovativi. Disponiamo, a nostro avviso, di uno strumento “in più” per allenare il talento. Per potenziare i nostri sensi. È molto probabile che nel prossimo futuro vedremo una crescente collaborazione tra intelligenza artificiale e intelligenza umana per affrontare le sfide future e per “sfruttare” il potenziale dell’IA per migliorare la nostra comprensione del mondo e risolvere problemi complessi. Tuttavia, è importante notare che l’efficacia di queste pratiche dipende dalla loro adeguata implementazione e dal contesto in cui vengono utilizzate nel rispetto dei valori etici. E’ essenziale considerare anche le sfide legate alla privacy dei dati, alla sicurezza e all’equità nell’accesso alle risorse digitali.
Bibliografia
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F. De Felice, A. Petrillo. Effetto digitale. Visioni d’impresa e Industria 5.0. Ed. McGraw-Hill Education, Milano, 2021.
T. Cowen, D. Gross. Talento. Come scovare le persone vincenti, creative e piene di energia positiva. Ed. Egea, Milano, 2022.
L. Montagna. Metaverso. Noi e il web 3.0. Ed. Mondadori, Milano, 2022.