Questa maratona delle nostre istituzioni europee per approvare l’AI Act prova che, seppur con tutti i suoi limiti, la democrazia resta un grande e complesso esercizio che non va mai dato per scontato.
AI Act approvato, quali impatti su diritti: i punti chiave
Prime rassicurazioni sui diritti
In attesa di leggere il testo finale, sono lieto di vedere che sui diritti fondamentali non ci sono state troppe cessioni, col rischio di allontanarsi troppo dall’esempio del GDPR, che ricordiamolo, costituirà una base importante per l’Autorità chiamata a vigilare sulla corretta attuazione del regolamento.
Ben vedo la presenza di una valutazione d’impatto sui diritti fondamentali, che andrà a rinforzare quello che già facciamo nel settore della protezione dei dati personali.
Governance
È un peccato che l’autorità prescelta non sarà necessariamente indipendente, come lo sono il Garante Privacy, l’AGCOM e l’AGCM, aspetto che potrebbe non garantire una continuità a livello nazionale nel processo decisionale ma confido che questo non sarà un problema, vista l’importanza di questo regolamento e visto lo spazio di manovra che comunque gli Stati hanno in questa importante scelta.
Equilibrio tra innovazione e compliance
Sulle AI generali sono lieto che si sia trovato il giusto bilanciamento tra necessità di innovare e al contempo di non lasciare il peso della compliance sulle imprese che useranno questi sistemi sviluppati da altri.
Come ai primi tempi del GDPR, tutto questo processo può sembrare una inutile burocrazia ma col tempo se ne apprezzeranno le scelte, per il bene tanto delle imprese che dei cittadini.