Quanto vale un brevetto? La risposta a questa domanda ha generato cause legali milionarie e lunghe trattative sulle royalties, evidenziando la complessità di un processo che ha suscitato i più accesi dibattiti.
Il valore strategico dei brevetti
Gli investimenti in proprietà intellettuale sono spesso considerati solo nella loro cornice legale, ovvero come sistema di tutela giuridica dei beni immateriali frutto dell’inventiva e dell’ingegno dell’uomo. Tuttavia, essi rappresentano un asset strategico per molte aziende dal momento in cui stimolano i fattori di competitività, d’innovazione e di crescita.
Bisogna partire con l’evidenziare che la valutazione attraverso il numero di brevetti nel portafoglio dell’azienda non stima con esattezza il valore della proprietà intellettuale. I beni immateriali sono però difficili da valutare, nonostante il ruolo cruciale che rivestono, a causa della forte volatilità e dell’alto rischio associato a investimenti in questo ambito.
Secondo i dati Cipher (2020) le aziende americane attribuiscono diversi obiettivi agli investimenti brevettuali, con il 62% concentrato sugli aspetti difensivi di tutela e il 16% sull’aspetto reputazionale. Oltre alla protezione legale, i portafogli brevettuali possono generare royalties attraverso il licensing-out e assicurare posizioni di monopolio nel mercato di riferimento. La gestione di tali strategie richiede però necessariamente un allineamento con la visione aziendale e la considerazione del fatturato complessivo prima di impegnarsi in investimenti significativi in ricerca e sviluppo.
Il ruolo chiave della proprietà intellettuale nella crescita di un’azienda
Il ruolo chiave della proprietà intellettuale nella crescita di un’azienda può essere individuato in primo luogo in relazione alla diversificazione dei ricavi. Difatti, il possesso di un portafoglio di proprietà intellettuale può consentire a un’azienda di generare entrate supplementari, attraverso la licenza di tecnologie o marchi a terzi, senza dover necessariamente ampliare la produzione o i servizi. Inoltre, la monetizzazione della proprietà intellettuale tramite le licenze può creare maggiori profitti, creando un vantaggio competitivo che può essere investito nell’ingresso in nuovi mercati fino a quel momento inesplorati.
I brevetti, infatti, consentono alle aziende di trarre vantaggi da licenze non direttamente legate alla produzione; tra i benefici degli investimenti in proprietà intellettuale ci sono il prestigio tecnico attraverso un portafoglio brevettuale innovativo e forme di tutela che scoraggiano i concorrenti dal brevettare nello stesso settore.
In questo scenario, la tutela del diritto di proprietà intellettuale può conferire, inoltre, una posizione monopolistica, seppur temporanea, su determinate tecnologie o prodotti, facendo sì che l’azienda possa stabilire una posizione di dominio nel mercato.
Come si calcola il ROI dei brevetti
Per valutare l’efficacia economica della proprietà intellettuale si utilizza la misura del ROI, il Return on Investment (ROI), una misura che prende in considerazione il costo totale degli investimenti (CI) rispetto al ritorno finanziario (RF). Calcolare il ROI per i brevetti può essere però un compito articolato che coinvolge molteplici variabili di natura finanziaria, temporale e di mercato. Inoltre, il ROI dei brevetti può variare notevolmente in base al settore, al tipo di brevetto e alle strategie di gestione della proprietà intellettuale dell’azienda.
La letteratura americana sull’innovazione economica esplora diversi approcci su questo tema:
• Una ricerca condotta da Estep et al. (2021) utilizza un modello decisionale gerarchico (HDM) per valutare gli indicatori di successo del processo attraverso il quale queste innovazioni vengono condivise e applicate in diversi contesti e settori. La metodologia d’analisi sfrutta le desirability curves, ovvero curve che identificano il grado di “desiderabilità” di una metrica per un decisore.
• Un secondo studio (Lee et al., 2022) fornisce dettagli sul budget ottimale per le aziende in base alla loro tolleranza al rischio in condizioni di mercato specifiche.
• Il modello econometrico di Ariel Pakes, terzo studio, esamina gli impatti dei brevetti sul rendimento del mercato azionario, influenzando il valore del programma di R&S aziendale.
• Altri studi, come quelli di Chan et al. e Richardson et al., adottano approcci difensivi considerando parametri come la mitigazione del rischio legale associato ai brevetti.
Questi ultimi suggeriscono che gli investimenti brevettuali dovrebbero variare tra il 35% e il 100% del costo massimo del portafoglio, proponendo metodi aggiuntivi per ridurre il rischio residuo. Secondo questa prospettiva, il ROI per lo sviluppo brevettuale è stimato al 10%; in linea generale gli studi sul trasferimento tecnologico negli USA oscillano tra l’8% e il 17,5%, con una media del 15%.
Differenze tra contesto europeo e statunitense
Va notato che tali calcoli possono differire nel contesto europeo. Ad esempio, la Francia ha investito 77 miliardi in 10 anni (PIA), istituendo un sistema di Trasferimento Tecnologico attraverso 13 società (SATT – Société d’Accélération du Transfert de Technologies). Questo investimento ha coinvolto la formazione di 650 esperti e l’implementazione di processi innovativi per accelerare lo sviluppo; strategia che ha portato alla creazione di 672 spin-off della ricerca, generando un ritorno di oltre 1 miliardo di euro nell’arco di dieci anni.
In Italia, uno studio Altems del 2021 ha evidenziato un effetto leva di 2,77 nei benefici per il Servizio Sanitario Nazionale derivante dagli investimenti diretti nella ricerca clinica.
Se si guarda al rapporto[1] pubblicato dall’Ufficio dell’Unione Europea per la Proprietà Intellettuale (EUIPO) – attraverso l’Osservatorio Europeo sulle Violazioni dei Diritti di Proprietà Intellettuale – solo il 10% delle PMI a livello europeo ha dichiarato di aver registrato un brevetto per la tutela della proprietà intellettuale. Di questi circa il 93% dichiara come la registrazione abbia migliorato l’immagine della propria azienda (60%) e, per quel che riguarda l’aspetto economico, ritengono che abbia conferito prospetti di lungo periodo nel settore del business (48%).
Le difficoltà delle PMI nell’accesso alla proprietà intellettuale
Resta, tuttavia, il problema di accessibilità delle PMI alla proprietà intellettuale che rischia di inibire i vantaggi economici derivanti dal suo impiego. Secondo il report dell’EUIPO, più della metà delle PMI che hanno adottato i diritti di proprietà intellettuale hanno riscontrato problemi con il costo di registrazione e un complesso apparato burocratico che ha portato a procedure lunghe e complicate.
Note
[1] 2022 Intellectual Property SME scoreboard