Trasformazione digitale e intelligenza artificiale, cloud e blockchain, ESG, transizione digitale ed ecologica.
Sono queste le basi su cui l’evoluzione sociale, economica e tecnologica si sta muovendo negli ultimi anni. Fattori quali il carbon footprint, le emissioni in atmosfera, la tutela delle risorse naturali e gli ESG sono il “rating” con cui le aziende e le comunità verranno misurate da ora in poi.
Questi fattori sono entrati a gamba tesa nell’economia reale costringendo tante aziende a fare investimenti pur di rimanere competitive in un mercato che cerca non solo il prodotto o il servizio, ma cerca di capire come quel prodotto o quel servizio viene realizzato e quale è il suo impatto sull’ambiente prima ancora delle caratteristiche e delle prestazioni.
Intelligenza Artificiale e sostenibilità: un equilibrio possibile?
E questi investimenti passano attraverso una forte spinta alla digitalizzazione e all’uso dell’intelligenza artificiale. Ma quale è l’impatto di queste tecnologie a livello globale per la sostenibilità? Enorme.
Si, enorme perché i grandi data center e le reti di telecomunicazione, che servono a far funzionare i motori di intelligenza artificiale, a fare storage di dati e analisi, sono tra i sistemi più energivori in assoluto e ancora di più quelli dove sono ospitati i sistemi di intelligenza artificiale, tant’è che si stima che entro il 2030 il solo insieme dei sistemi di intelligenza artificiale consumerà il 3,5% dell’energia elettrica mondiale. Se si pensa poi a cosa sono capaci di fare le ultime evoluzioni di intelligenza artificiale da Chat-GPT 4 a Gemini AI, si capisce che la potenza di calcolo necessaria è fuori dalla portata di molte aziende anche grandi.
L’impatto energetico dei data center: come migliorarlo
Si scopre così che in tema di sostenibilità tanto l’Intelligenza artificiale quanto i CIO delle aziende possono fare un gran lavoro per raggiungere gli obiettivi.
Infatti, i data center, e i sistemi in essi installati, possono essere rivisti per un consumo più efficiente dell’energia, piuttosto che posizionati in aree fredde o facilmente raffreddabili, possono essere alimentati con energie rinnovabili o essere dotati di avanzati sistemi di controllo dei consumi e delle prestazioni.
Un primo passo potrebbe essere proprio la migrazione di tutti i sistemi in cloud pubblico, ovvero la dismissione il più possibile di tutti i piccoli o medi data center privati. Già questo, secondo uno studio di Gartner, avrebbe come effetto la riduzione delle emissioni di carbonio dovuta ai data center del 70%.
Anche facendo ciò i grandi data center che ospitano i sistemi di intelligenza artificiale rimarrebbero energivori, ma il vantaggio vero sarebbe l’utilizzo di questi ultimi, ad esempio, fare previsioni accurate dei consumi di materie prime e ottimizzazione di processi, supportare il raggiungimento dei KPI del business, fare analisi e previsioni gestionali, gestire la crescita delle aziende e in senso più ampio delle comunità.
Sapendo che più potenti e complessi sono gli algoritmi e più energia occorre, il vero punto da smarcare è quanti benefici ottengo con l’utilizzo di questi sistemi.
Sostenibilità, il ruolo strategico dei CIO
Ed è per questo che i CIO di tutte le grandi aziende hanno ancora una volta una opportunità unica e strategica per il raggiungimento degli obiettivi di transizione ecologica, sostenibilità ambientale, sociale e di governance (ESG): devono trovare sempre più applicazioni, anche piccole e microapplicazioni dell’intelligenza artificiale, che portino benefici diretti verso la sostenibilità utilizzando il più possibile i sistemi di AI a loro disposizione.
Per fare questo i CIO devono diventare dei profondi conoscitori del business, delle organizzazioni, delle practice operative, dei prodotti ed essere investiti degli stessi obiettivi strategici delle aziende, non solo degli obiettivi di conduzione della struttura dei servizi ICT.
In molte corporations o grandi aziende, soprattutto quelle a forte vocazione innovativa, il CIO riveste già questo ruolo e forse deve prendere consapevolezza di quanto il suo operato possa fare più di tante altre iniziative nel raggiungere i più ampi obiettivi di sostenibilità. In tutte le altre aziende, e soprattutto nel settore pubblico, il CIO è ancora relegato al ruolo di mero gestore dei servizi informatici ed infrastrutturali.
Ebbene è proprio in queste aree che i CIO devono fare una vera evoluzione culturale e di competenze, sapersi affermare come partner di business e partner per la sostenibilità.
L’intelligenza artificiale a servizio del risparmio energetico
È indubbio che la tecnologia deve seguire di pari passo a cominciare dai consumi energetici degli apparati nel suo complesso, fino ai consumi del singolo chip o componente elettronico. Ad esempio, nelle nuove infrastrutture di rete 5G troviamo a bordo degli apparati delle stazioni radio base nuovi chipset con disegno e funzionalità del software dedicate al risparmio energetico basate su intelligenza artificiale, piuttosto che chipset di ultima generazione con capacità di calcolo raddoppiata e con funzionalità e operazioni che utilizzano l’apprendimento automatico (machine learning) per ridurre il consumo energetico della stazione base. Non a caso le reti 5G, da prove fatte in campo, consumano il 44% di energia in meno rispetto al pur avanzato 4G.
Stesso approccio si ha nelle reti in fibra ottica dove si tende a ridurre l’energia necessaria per bit trasmesso attraverso l’utilizzo sia di nuovi chipset che nuovi algoritmi. Mentre assistiamo alla nascita sui sistemi di gestione e monitoraggio delle reti, di nuove e sofisticate dashboard per il controllo energetico in tempo reale, dashboard che dialogano direttamente con i nuovi chipset e che regolano i consumi, ad esempio, in funzione del traffico dati sulla rete, fanno analisi predittive per ridurre gli apparati accesi quando non servono, verificano l’ottimale regime di funzionamento regolando la temperatura delle singole macchine grazie al raffreddamento a liquido. Quest’ultima innovazione, il raffreddamento a liquido, è tra le più importanti introdotte nei data center perché, in termini di efficienza energetica, permette di regolare la temperatura di ogni apparato al suo punto ottimale ma anche il recupero del calore per altri utilizzi.
L’importanza del riuso degli apparati
Sempre in tema di sostenibilità, molto possono fare i CIO per l’economia circolare con il riuso di apparati. Infatti, se la sostenibilità energetica la si raggiunge anche con il minor consumo e l’uso di energie rinnovabili, quindi con ammodernamenti tecnologici, non bisogna dimenticare che ogni nuovo apparato, anche un semplice tablet, porta con se consumo di preziosi materie prime durante la sua produzione ma anche oneri di smaltimento a fine vita. Ecco perché, in tante applicazioni, è importante trovare il modo di riutilizzare il più possibile gli apparati usati sia all’interno della propria azienda, sia assumendosi una responsabilità sociale e cercando soluzioni all’esterno di essa e nelle comunità che circondano l’azienda. Questo in un bilancio complessivo di sostenibilità ambientale, economica e di governance.
È un momento delicato quello che stiamo vivendo, la transizione ecologica verso consumi consapevoli ed energie rinnovabili rischia di spostare il tema della sostenibilità dalla nostra scrivania verso luoghi a migliaia di chilometri di distanza da noi dove le preziose materie, che occorrono per la produzione di nuovi apparati energeticamente più sostenibili, sono estratte e lavorate.
Calcolare il ROI della sostenibilità nelle soluzioni AI
Calcolare quindi il ROI della sostenibilità di una soluzione di intelligenza artificiale è una operazione molto complessa perché se ci limitiamo al sistema in sé è sicuramente poco interessante, il ROI diventa invece interessante quando i CIO ne assumo il controllo strategico e diffondono le soluzioni di AI nei mille rivoli delle attività quotidiane della propria azienda, dei prodotti e nelle interazioni con tutti gli stakeholder dentro e fuori l’azienda.