Siamo tutti in attesa di scoprire i dettagli definitivi dell’AI Act e di comprendere le tempistiche precise della sua entrata in vigore. In questo periodo di incertezza, sorge la legittima domanda su come le società che intendono produrre, distribuire o utilizzare l’intelligenza artificiale debbano prepararsi. In tale contesto, spicca l’iniziativa pionieristica dell’AI Pact, promossa dalla Commissione Europea.
L’AI Pact si propone come un sistema di Anticipated Voluntary Compliance, invitando le aziende ad anticipare le misure previste nel documento stesso. Questa strategia potrebbe dimostrarsi particolarmente vantaggiosa, considerando l’accelerazione degli sviluppi tecnologici e la sempre più diffusa adozione dei sistemi di intelligenza artificiale generativa.
Con il futuro dell’AI Act ancora da delineare, aderire all’AI Pact potrebbe offrire alle imprese un vantaggio strategico, consentendo loro di adeguarsi in anticipo alle normative emergenti e di affrontare con maggiore tempestività le sfide del panorama tecnologico in rapida evoluzione.
Cosa si intende per Anticipated Voluntary Compliance
Nel contesto dell’evoluzione normativa e della sempre crescente importanza della Corporate Social Responsibility (CSR), emerge il concetto di Anticipated Voluntary Compliance. Ma cosa si cela dietro a questa pratica e quali sono le sue implicazioni? L’Anticipated Voluntary Compliance rappresenta una forma di CSR proattiva, concepita come un’alternativa al rispetto delle regolamentazioni statali sul comportamento delle imprese. I suoi sostenitori argomentano che, in un’ottica di costruzione di un’immagine pubblica favorevole, le imprese dovrebbero adottare comportamenti socialmente responsabili per evitare azioni pregiudizievoli. Tuttavia, sorge la questione se questa adesione volontaria si traduca effettivamente in comportamenti conformi a regolamentazioni autoimposte o se rimanga solo una dichiarazione formale.
Voluntary compliance e Fisco
La pratica della voluntary compliance non è nuova, soprattutto se si considerano gli esempi nel settore fiscale, come il Tax Compliance Framework adottato in Italia dal 2015 con il d.lgs. 128/15. Tale esperienza ha rivelato una criticità e un’opportunità. La criticità è data dalla scarsa adesione a questo meccanismo, attribuibile alla complessità operativa e a una soglia di accesso ritenuta troppo elevata (è riservata attualmente alle società con un fatturato superiore al miliardo di euro). L’opportunità è data dalla possibilità per le imprese di pianificare una strategia fiscale coerente con il proprio business, evitando il rischio di sanzioni.
Anticipated voluntary compliance ed ESG
In un contesto in cui il concetto di CSR assume sempre maggiore rilevanza, l’Anticipated Voluntary Compliance si pone come una sfida e un’opportunità per le imprese che intendono essere protagoniste di un cambiamento positivo, bilanciando responsabilità sociale ed esigenze di profitto.
Aggiunge ulteriore stimolo a questa pratica l’importanza crescente degli aspetti ESG (Ambientali, Sociali e di Governance), che spingono le imprese a considerare la sostenibilità e la responsabilità sociale come driver essenziali per la creazione di valore a lungo termine.
Quali sono le caratteristiche dell’AI Pact
L’AI Pact è uno schema che favorirà l’implementazione anticipata delle misure previste dall’AI Act. Le società avranno l’opportunità di dimostrare il loro impegno verso gli obiettivi futuri dell’AI Act e di prepararsi in anticipo per la sua attuazione. Tale patto incoraggerà le società a comunicare volontariamente i processi e le pratiche che stanno mettendo in atto per la conformità e per garantire che la progettazione, lo sviluppo e l’uso dell’AI siano affidabili.
Le società partecipanti faranno dichiarazioni di impegno (pledges) per conformarsi all’AI Act futuro, accompagnate da dettagli sulle azioni concrete in corso o pianificate per soddisfare requisiti specifici dell’AI Act. Questi impegni verranno raccolti e pubblicati dalla Commissione per aumentare la visibilità, la credibilità e la fiducia nelle tecnologie sviluppate dalle aziende coinvolte nell’AI Pact.
I partecipanti al Pact riceveranno supporto dalla Commissione per la costruzione di una comprensione comune degli obiettivi del futuro AI Act, l’adozione di azioni concrete per comprendere, adattarsi e prepararsi per la futura implementazione dell’AI Act, la condivisione di conoscenze e l’aumento della visibilità e credibilità delle salvaguardie adottate per dimostrare un’AI affidabile. Il Pact offrirà ai partecipanti più avanzati la possibilità di testare e condividere le loro soluzioni con la comunità più ampia, conferendo loro un vantaggio da “pionieri”.
L’AI Pact coinvolgerà volontariamente i principali attori dell’industria dell’UE e non dell’UE in una comunità di scambio delle migliori pratiche. Questo mira ad aumentare la consapevolezza dei principi che sottendono al futuro AI Act e a garantire l’impegno nell’anticipare e colmare il divario prima dell’applicabilità del regolamento sull’AI.
A che punto siamo
Attualmente, la Commissione ha lanciato un “appello di interesse” per le organizzazioni interessate a partecipare attivamente all’AI Pact. Nel primo semestre del 2024, la Commissione radunerà le parti interessate per discutere delle ambizioni del Pact e raccogliere idee preliminari e migliori pratiche che potrebbero ispirare futuri impegni. Dopo l’adozione formale dell’AI Act, l’AI Pact sarà ufficialmente lanciato e le organizzazioni “pionieristiche” saranno invitate a rendere pubblici i loro primi impegni.
Perché l’AI Pact è un’opportunità e non un rischio
Negli ultimi anni, il quadro normativo europeo relativo alle nuove tecnologie (GDPR, Digital Service Act, AI Act, Data Governance Act) e, in parte, anche quello nazionale, ha adottato due principi fondamentali: l’approccio basato sul rischio e il principio di accountability. In mancanza di norme dettagliate ed esaustive, come nel caso del GDPR, si è scelto di affidare al destinatario della normativa l’interpretazione delle disposizioni nel contesto aziendale, con particolare enfasi sulla necessità di valutare il livello di rischio ritenuto adeguato a garantire sia la continuità aziendale che il rispetto delle normative.
Questo si basa sul principio di accountability, che si fonda essenzialmente sulla capacità di “rendicontare”, ossia di motivare le decisioni adottate. Tuttavia, tale approccio impone di evitare l’uso di criteri di valutazione del rischio basati sul passato, poiché le nuove tecnologie hanno dimostrato la rapidità con cui superano problemi precedentemente insolubili (pensiamo alla banda larga che ha trasformato interi settori industriali) e generano nuove sfide imprevedibili (ad esempio, i deep fake video creati con l’intelligenza artificiale) che sfuggono al controllo.
Il ruolo del foresight
In questa dinamica, emerge l’importanza del foresight, una pratica che va oltre la semplice previsione, coinvolgendo la proiezione attiva nel futuro attraverso l’analisi dei trend, l’identificazione delle possibili evoluzioni e la valutazione delle implicazioni a lungo termine. L’adozione di tecniche di foresight diventa quindi essenziale nel contesto delle nuove tecnologie, poiché consente alle aziende di anticipare cambiamenti significativi, adattarsi alle sfide emergenti e partecipare attivamente alla definizione del proprio percorso evolutivo.
L’unico approccio praticabile è quello di adottare tecniche di foresight e di instaurare un dialogo con istituzioni e comunità, coinvolgendo tutti gli attori, anche competitor, che devono affrontare simili problematiche. Questa è, in sintesi, la filosofia alla base dell’AI Pact, un’iniziativa che auspichiamo trovi ampia adesione e si trasformi in uno strumento prezioso per navigare nel complesso panorama normativo relativo all’intelligenza artificiale che ci attende nei prossimi anni.