Le batterie sono il cuore pulsante delle auto elettriche, ma le batterie allo stato solido rappresentano un vero rompicapo.
Volkswagen (VW) ha tentato di sviluppare una batteria allo stato solido per auto elettriche in collaborazione con la startup statunitense QuantumScape, ma ritardi, hanno funestato l’alleanza.
Il gruppo automobilistico tedesco sta dunque allargando la sua rete alla ricerca di una tecnologia potenzialmente innovativa.
Secondo Reuters, il colosso dell’auto sta discutendo con la francese Blue Solutions, che già produce batterie allo stato solido per gli autobus elettrici Daimler, per adattare il progetto alle automobili.
“Nonostante alcune dichiarazioni dei Ceo nel settore automobilistico sembrino scettiche riguardo all’elettrificazione”, commenta Daniele Invernizzi, presidente Fondazione eV-Now!, fondatore del Tesla Owners Italia, “i grandi investimenti in tecnologie avanzate per le batterie scoprono le carte in tavola: i costruttori investono alacremente nel settore degli accumulatori e in particolare quelli europei avendone ignorata l’importanza hanno un gap di almeno vent’anni da colmare velocemente”.
Le auto elettriche e le batterie allo stato solido
Volkswagen e Blue Solutions puntano a raggiungere un accordo di sviluppo congiunto nei prossimi mesi, secondo la fonte, che a Reuters ha chiesto di non essere identificata perché i colloqui sono privati.
La mossa di Volkswagen di ampliare le proprie opzioni nel settore evidenzia la serie di ostacoli tecnici che frenano un più ampio sviluppo della tecnologia a stato solido, vista dai suoi sostenitori come il “Santo Graal” delle batterie per veicoli elettrici, che promette una maggiore autonomia di guida e tempi di ricarica più brevi rispetto alle soluzioni tradizionali agli ioni di litio.
“L’innovazione in pile allo stato solido, come quelle esplorate da Volkswagen e altri, si affianca all’adozione di chimiche emergenti come LiFePO4 e nuove, come gli ioni di sodio”, spiega Daniele Invernizzi: “Queste ultime, già una realtà per via della loro abbondanza e sostenibilità ed i forti investimenti ad oriente, saranno complementari agli obiettivi a medio termine delle batterie allo stato solido”.
VW ha dichiarato che la sua impresa con QuantumScape apre una nuova porta, ma ha rifiutato di commentare quando le è stato chiesto di eventuali discussioni con Blue Solutions.
Un portavoce di Blue Solutions, un’unità del conglomerato francese Bollore, ha confermato di essere al lavoro su una batteria per autovetture e ha dichiarato di aver firmato accordi di sviluppo con BMW e di essere in trattative con una terza azienda, ma ha rifiutato di identificare le altre.
Le sfide attuali del mercato: l’AI entra in campo e può fare la differenza
Volkswagen, Toyota, BMW e altre case automobilistiche mondiali sono in lizza per risolvere l’enigma delle batterie allo stato solido, che rimangono tecnicamente inafferrabili nonostante decenni di ricerca e miliardi di dollari di investimenti.
“Molte promesse non sono state mantenute e diverse case automobilistiche e investitori sono rimasti scottati”, ha dichiarato Rory McNulty della società di consulenza Benchmark Mineral Intelligence. “Ci sono un sacco di dati e tecnologie verificate davvero buone, ma” la domanda da porsi è se l’industria “possa farlo in modo affidabile, su scala”.
Blue Solutions, da parte sua, deve affrontare sfide difficili per ridurre radicalmente il tempo di ricarica di quattro ore richiesto dalle sue attuali batterie, che è fattibile per gli autobus parcheggiati durante la notte nei depositi. Il portavoce dell’azienda ha dichiarato a Reuters che sta lavorando a una batteria per autovetture con un tempo di ricarica di 20 minuti e che intende costruire una “gigafabbrica” entro il 2029.
“Come spesso accade settori cruciali e ad alto investimento come l’aerospaziale, le competizioni, il settore industriale e quello militare stanno accelerando l’adozione di sistemi di accumulo sempre più performanti e in particolare industria e trasporti segnano la strada per domanda e necessità di flessibilità”, conferma Daniele Invernizzi.
Lo scarso successo commerciale del settore ha però smorzato l’entusiasmo del mercato. Secondo i dati di PitchBook, l’anno scorso l’ammontare delle operazioni di venture capital a livello globale nelle aziende produttrici di batterie allo stato solido ha registrato un declino del 72%, raggiungendo i 146 milioni di dollari.
“L’interesse degli investitori per le batterie allo stato solido scende. Si stanno chiedendo se il rischio delle batterie allo stato solido valga la pena”, secondo Jeff Peters, partner di Ibex Investors.
Tuttavia “ora c’è un attore in più, che tra l’altro sta già salendo a bordo delle auto del gruppo VW in forma di assistente: é l’AI“, mette in guardia Daniele Invernizzi. Intelligenza artificiale che sta avendo un impatto dirompente in molteplici settori e che, dunque, potrebbe sparigliare le carte anche in questo mercato.
Conclusioni
Nelle batterie allo stato solido stanno lavorando Volkswagen, QuantumScape, Toyota (la startup dal 2025, ma prevede scalabilità dal 2027-2028), LG Energy Solution, Solid Power, ProLogium, Honda e Nissan, oltre a Tesla. Promettenti sono le batterie con gli anodi in litio metallico. Le cinesi Nio e Seres hanno lanciato modelli di veicoli elettrici con batterie “semi-solide” che presentano componenti elettrolitici sia solidi che gel, ma non utilizzano anodi di litio-metallo.
E a sparigliare le carte potrebbe essere l’AI. “Come dimostrato dall’intelligenza artificiale di Google DeepMind con la scoperta di nuovi materiali, non sarà limitato a essere un assistente di bordo più evoluto degli attuali, ma nella sua forma di ricerca è già un catalizzatore fondamentale in questa rivoluzione, promettendo di trasformare l’intero settore degli accumulatori non solo nei trasporti, ma nel settore energetico in generale“.
La sfida, dunque, non è ancora vinta, ma non si può neanche parlare di fallimento. Almeno per ora. L’intelligenza artificiale sta innovando interi settori, dunque potrebbe presto cambiare le carte in tavola e far pendere la bilancia a favore di nuove batterie per le auto elettriche.
“L’Italia, infine, non se ne sta a guardare”, conclude Invernizzi: “nella nostra rubrica settimanale, BatteryWeekly, abbiamo ospitato ricercatori e scienziati, progetti e università che nel settore elettrochimico stanno già facendo la differenza a livello internazionale“.