Con la decisione del 24 gennaio, la Commissione Europea si appresta a far nascere l’Artificial Intelligence Office (AI Office), che svolgerà un ruolo fondamentale nel sostenere e agevolare l’applicazione dell’AI Act, il prossimo regolamento europeo sull’Intelligenza Artificiale, la cui ultima bozza, comprensiva dell’accordo politico siglato a dicembre 2023, è stata resa pubblica nei giorni scorsi.
Lo scopo e i compiti dell’AI Office
L’istituzione di questo nuovo ufficio, all’interno della stessa Commissione e facente parte del Directorate-General for Communication Networks, Content and Technology (o Directorate-General), non pregiudicherà i poteri e le competenze delle autorità nazionali e degli organi, uffici e agenzie dell’Unione nella supervisione dei sistemi di IA, come previsto dal regolamento stesso.
Lo scopo principale di questo ufficio dovrebbe essere quello di fornire orientamenti e linee guida, in modo da non duplicare le attività degli organi, uffici e agenzie pertinenti dell’Unione ai sensi della normativa settoriale. Vediamo più in dettaglio di cosa si tratta.
Supporto nell’applicazione e armonizzazione delle norme sull’IA
Il ruolo principale dell’AI Office sarà quello di supporto nell’applicazione e nell’armonizzazione delle norme relative all’Intelligenza Artificiale. Anche se la maggior parte delle competenze spetteranno alle autorità nazionali competenti, all’ufficio è stato assegnato il controllo dei General-Purpose AI system (GPAI), ovvero quei sistemi che fanno uso di AI e che possono essere utilizzati in un ampio numero di contesti applicativi, anche se non progettati specificatamente per essi, con un occhio di riguardo ai GPAI di grandi dimensioni con rischi sistemici. Compito dell’AI Office sarà quello di individuare le metodologie e i parametri di riferimento per valutare le capacità di tali modelli, tra i più potenti al momento, se pensiamo a GPT-4 di OpenAI, che alimenta il famosissimo chatbot ChatGPT.
Monitorare l’applicazione delle norme sui sistemi GPAI
L’ufficio dovrebbe poi essere capace di monitorare l’applicazione delle norme su questi sistemi GPAI, in particolare quando sviluppati da uno stesso fornitore, e individuare o far emergere i rischi non preventivamente individuati derivanti dal loro utilizzo, anche confrontandosi con esperti del settore. A ciò si aggiunge la possibilità di raccogliere reclami e segnalazioni relativamente a violazioni riferibili ai sistemi GPAI e il potere di richiedere l’applicazione di mitigazioni o altre misure analoghe.
Coordinare l’applicazione dell’AI Act con altre normative
Infine, compito dell’Ufficio sarà anche quello di coordinare l’applicazione della legge sull’intelligenza artificiale sui sistemi di intelligenza artificiale già coperti da altre normative dell’UE, come i sistemi di raccomandazione dei social media ai sensi della Legge sui Servizi Digitali (Digital Service Act o DSA) e gli algoritmi di classificazione dei motori di ricerca ai sensi della Legge sui Mercati Digitali (Digital Markets Act o DMA).
Le attività di supporto
Nell’ambito del supporto, che rimane l’attività più importante dell’ufficio, sono diverse le attività che vedranno coinvolto il nuovo AI Office.
Favorire l’applicazione uniforme del regolamento
In primis, esso dovrà operare per favorire l’applicazione uniforme del regolamento, fornire linee guida e strumenti a supporto della standardizzazione, la creazione di sandbox normativi, lo sviluppo di codici di condotta.
Agevolare l’attuazione delle norme
Dovrà poi agevolare l’attuazione delle norme sulle pratiche di IA vietate e sui sistemi di IA ad alto rischio in coordinamento con gli altri organismi competenti e responsabili ai sensi della legislazione di settore, anche facilitando lo scambio di informazioni e la collaborazione tra autorità nazionali, raccogliendo notifiche e creando piattaforme di informazione e banche dati, in particolare quando un sistema o modello GPAI è integrato in un sistema di IA ad alto rischio.
Collaborare con attori pubblici e privati e con la Commissione Ue
Durante tutta questa attività sarà fondamentale, come evidenziato dalla decisione della Commissione EU, consultare regolarmente le parti interessate del mondo scientifico e della società civile. Sarà infatti compito dell’AI Office “istituire un forum per la cooperazione con la comunità open source al fine di identificare e sviluppare le migliori pratiche per lo sviluppo e l’uso sicuri di modelli e sistemi di IA open source”, e collaborare con attori pubblici e privati e con la comunità delle start-up oltre che, naturalmente, con organi europei quali il Garante Europeo per la Protezione dei Dati (European Data Protection Supervisor o EDPS) o altri dipartimenti della Commissione stessa.
L’Ufficio dovrà anche collaborare con la Commissione nella cooperazione internazionale in materia di AI, sostenendo la gestione responsabile dell’IA, promuovendo l’approccio dell’Unione verso un’IA affidabile e contribuendo alla cooperazione internazionale in materia di regolamentazione e governance dell’IA, anche fornendo sostegno agli Stati membri.
AI Office: i nodi ancora da chiarire
L’idea iniziale, che proviene dal Parlamento europeo, era quello di predisporre un Ufficio AI per centralizzare l’applicazione delle norme sull’IA. Successivamente, durante i vari negoziati, tale idea si è ridimensionata, fino a giungere alla realizzazione odierna, ovvero la creazione di una agenzia all’interno della Commissione stessa, seppure con un bilancio separato. Quanta autonomia sarà garantita a questa agenzia? Avrà propri obiettivi o sarà solo una appendice di chi avrà la responsabilità dell’AI Act? Sono tutti nodi da chiarire: ma la clausola secondo la quale l’attività di questo ufficio non dovrà interferire con le azioni della Commissione sembra essere un vincolo che ridimensiona fortemente l’idea che il Parlamento aveva riguardo all’AI Office.
Altro punto dolente è rappresentato dall’aspetto finanziario: la mancanza di flessibilità negli stanziamenti di bilancio EU e la reticenza degli stati membri di destinare parte del loro bilancio a questo ufficio, ne limiterà le possibilità? Al momento, l’assunzione di personale temporaneo e le spese operative saranno finanziate con la ridistribuzione del bilancio del programma Europa Digitale.
Secondo il documento divulgato dalla Commissione Europea, la decisione dovrebbe entrare in vigore con urgenza il 21 febbraio, prima dell’adozione formale dell’AI Act.