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Quanto costa la censura internet all’economia globale e alla nostra libertà



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L’accesso a internet è ritenuto ormai un diritto fondamentale e le sue interruzioni una minaccia alla stabilità globale. Il rapporto TOP10VPN esplora le ripercussioni economiche e sociali delle interruzioni di internet. Le perdite globali hanno superato i 4 miliardi nel 2020, ma il costo va oltre il monetario, influenzando le libertà digitali e il diritto all’informazione

Pubblicato il 26 feb 2024

Mario Di Giulio

Professore a contratto di Law of Developing Countries, Università Campus Bio-Medico Avvocato, Partner Studio Legale Pavia e Ansaldo



Le sfide della Smart Mobility nell'era del Data Act

La libertà di espressione e l’accesso all’informazione sono diritti fondamentali riconosciuti a livello globale. Ma nel contesto digitale, queste libertà sono continuamente messe alla prova. Da un lato, abbiamo la crescente tendenza di alcuni regimi autoritari di bloccare l’accesso a social media e servizi web, dall’altro, le interruzioni di internet che causano perdite economiche significative su scala mondiale.

Il recente rapporto TOP10VPN offre una panoramica dettagliata dell’impatto economico globale delle interruzioni di internet nel 2021, riflettendo non solo sulle dimensioni monetarie del problema ma anche sulle sue profonde implicazioni sociali e umane.

Il costo globale delle interruzioni di Internet

Le interruzioni di Internet, come quelle praticate dall’India a fini di ordine pubblico rappresentano non solo una ferita all’esercizio delle libertà democratiche, del diritto all’informazione e spesso dello stesso diritto allo studio (nei paesi in via di sviluppo sovente internet rappresenta lo strumento con il quale accedere ai testi scolastici, che non sono altrimenti disponibili), ma anche causa di perdite economiche per coloro che svolgono la propria attività attraverso la rete.

I danni economici dei blocchi internet: il rapporto TOP10VPN

Nei primi giorni di gennaio 2024, è stato reso pubblico il rapporto TOP10VPN che quantifica in circa 9 miliardi di dollari USA le perdite economiche subite dai cittadini di vari paesi a seguito delle interruzioni di internet e sospensione dei social media disposte dalle autorità di vari paesi.

TOP10VPN è un sito che svolge attività di analisi e revisione di software VPN.

Nel rapporto in argomento, sono analizzati i danni economici causati dalle interruzioni dei servizi internet e dei blocchi dei social media causati da scelte di regime autoritari al fine di limitare la libertà di espressione o comunque l’“ordine pubblico”.

I paesi che hanno riportato i danni maggiori

L’analisi si concentra su 25 paesi, in un elenco che parte dalla nazione che ha riportato maggiori danni economici dalle interruzioni.

La triste classifica è guidata dalla Russia (circa 4 miliardi di perdite in dollari USA), seguita dall’Etiopia (1,6 miliardi) e Iran (0,9 miliardi) nelle pozioni di testa.

Le ore complessive di interruzione di internet sono circa 25 mila, mentre i blocchi dei social media ammontano a circa 54 mila ore.

Le persone che sono state interessate dalle interruzioni sono circa 747 milioni.

Paragonato al 2023, l’anno 2022 è stato peggiore visto che il danno a livello globale è stato stimato in circa 24 miliardi di dollari USA, con la Russia una volta ancora a guidare la classifica, seguita dal Myanmar e di nuovo dall’Iran.

Nei diversi anni l’India mantiene sempre una posizione elevata.

Interessante notare che il social più spesso interrotto è X (Twitter).

Le interruzioni appaiono per circa il 50% legate al divieto di assembramento. Da notare che, a volte, queste interruzioni sono utilizzate anche per ragioni di ordine pubblico, per fermare campagne d’odio diffuse mediante i social media che conducono spesso alla caccia all’uomo in paesi fragili in cui la presenza di differenti etnie e credi religiosi produce scintille sulla paglia di ostilità latenti e mai risolte.

Per completezza di informazione, nel 2023 lo stato indiano di Manipur è quello che ha totalizzato il maggior numero di ore di interruzioni di internet, con oltre 5 mila ore, mentre l’Iraq si segnala per il più alto numero di interruzioni (66), operate – tuttavia – in connessione con gli esami scolastici, ad insegnare a noi occidentali, sempre pieni di noi stessi, che il mondo si sta digitalizzando rapidamente e che se un tempo si portavano vari foglietti per facilitarsi l’esame, ormai uno smartphone è il pericolo da evitare se si vuole assicurare la validità di una prova d’esame.

Metodologia per la determinazione delle perdite economiche

La metodologia utilizzata da TOP10VPN si basa su dati resi pubblici o comunque stimati dalla Banca Mondiale e considera le interruzioni volontarie e non quelle causate da fattori materiali. Nella determinazione delle perdite economiche, si considera il valore percentuale sui ricavi riferibili ai servizi internet e ai social media.

Ovviamente, la metodologia non considera come la perdita di un ricavo rispetto a un certo operatore economico possa causare un maggiore guadagno per un altro operatore (si pensi, ad esempio, che se non posso acquistare una pizza su una piattaforma digitale, è probabile che io decida di uscire e andare direttamente in pizzeria e magari spendere il doppio) ma sostanzialmente i numeri sono tali da fare comprendere la rilevanza del fenomeno e sono comunque riferiti ai servizi su internet e social (nell’esempio di prima, la perdita economica non è data certo dalla pizza non acquistata ma dalla commissione che l’app avrebbe incassato per il servizio di vendita online).

Implicazioni sociali delle interruzioni di internet

In un mondo sempre più digitalizzato, le connessioni e i social non sono solo strumenti di comunicazione, di apprendimento e istruzione, ma spesso strumenti di lavoro che consentono le più disparate utilizzazioni. Basti pensare all’utilizzo degli smartphone fatto dai medici nelle zone rurali, laddove coperte dalla rete, per eseguire diagnosi a distanza e prescrivere cure, o allo stesso utilizzo di social quali Facebook o Instagram che spesso sono utilizzati quali bacheche online per esporre i propri prodotti da parte di artigianali e piccoli produttori, in luogo di più costosi siti web, molte volte lasciati a se stessi e trascurati dai potenziali clienti.

La pervasività della rete porta a considerare che se, per ipotesi, vi fosse un’interruzione globale, le perdite economiche sarebbero quantificabili in circa 20 milioni di dollari USA per ogni minuto d’interruzione con Stati Uniti e Cina, essendo quest’ultimi in lista tra i paesi più danneggiati, con circa 7 milioni di dollari USA entrambi (fonte Techspost del 16 gennaio 2024): determinazioni, queste, basate sull’utilizzo di internet prima dell’introduzione di ChatGPT, che dovrebbe spingere a esacerbare i danni.

I potenziali danni sono calcolati attraverso il tool prodotto dalla ONG NETBLOCKS, lo stesso utilizzato anche dal report di TOP10VPN e che si basa su indicatori elaborati dalla Banca Mondiale, World Bank, ITU (International Telecommunication Union), Eurostat e US Census.

Il diritto a internet come diritto fondamentale

Dobbiamo inoltre ricordare che gli smartphone sono spesso gli strumenti per accedere ai servizi pubblici attraverso identità digitali e le interruzioni dei collegamenti costituiscono di fatto – vere e proprie barriere che impediscono non solo l’accesso ai sevizi ma anche alle contribuzioni pubbliche, come accade in India per l’erogazione dei sussidi di disoccupazione.

È pertanto facile comprendere perché il diritto ad internet stia diventando sempre più – nella concezione generale – un vero e proprio diritto fondamentale, non solo come diritto di libertà ma come diritto dell’individuo per assicurarsi i servizi essenziali e lo stesso riconoscimento della propria persona.

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