Recentemente, nella conferenza MusicAlly Connect, l’EVP, chief digital officer di Universal Music Group, Michael Nash, ha rilasciato alcuni interessanti numeri e previsioni sull’espansione del mercato mondiale della musica, grazie alla crescita dello streaming.
Secondo Nash, siamo ormai alla cifra di 600 milioni di abbonati ai servizi musicali a livello globale, ed entro il 2030 si arriverà al miliardo. Di questi, 100 milioni arriveranno dai tredici principali mercati ma oltre 200 milioni arriveranno da nuovi mercati emergenti.
La crescita dei repertori locali e l’espansione in nuovi mercati emergenti
La trasformazione del settore musicale, sempre più dominato dai repertori locali, sta confermando le opportunità di molti mercati a livello di ricerca e sviluppo (A&R) di nuovi talenti.
Le global chart di IFPI (la federazione dell’industria discografica mondiale) hanno evidenziato come nel 2022 la top venti sia stata costituita per la prima volta negli ultimi venti anni per il 50% da artisti non di lingua inglese, il mainstream che ha dominato il mondo della musica dalla nascita dell’industria discografica.
Il successo della musica latina e del K-pop a livello globale
Dal K-pop al Latin passando per la crescente quota di mercato dell’Africa e del Medio Oriente.
L’incremento del mercato Latin non ha significato solo maggiori ricavi nella regione, arrivati nel 2022 a 1,3 miliardi di dollari, ma anche un incremento della quota di mercato della musica latina in mercati come gli Stati Uniti. Complessivamente la market share della Latin music a livello globale è passata dal 3,8 % del 2018 al 4,9 % del 2022
Le cooperazioni tra artisti latino-americani sono diventate comuni in tutto il mondo consentendo ai fan di scoprire nuovi cantanti e i relativi cataloghi.
Il K-pop coreano, oltre dominare il mercato asiatico ha visto crescere la quota di repertorio nella top 200 di Billboard dai 2 del 2018 ai 19 del 2022 Il successo dei pionieri del genere, i BTS, ha guidato un’intera generazione di nuove band e superstar del genere a livello globale.
Molti Paesi dell’Asia, del Medio Oriente e dell’Africa sono ancora nella fase iniziale di espansione ma il successo di un forte repertorio locale, condito con l’espansione degli abbonati ai servizi streaming, sta portando questi paesi a generare rilevanti ricavi per l’industria discografica, oltre a sviluppare nuovi talenti che si affermano anche fuori dai confini.
La promozione della musica africana contemporanea: il progetto AFROTEQUE
Di recente, Sony Music Italy, in collaborazione con Soul Food Promotions, ha dato vita ad AFROTEQUE, un progetto pioneristico volto a promuovere in Italia la musica africana contemporanea. Questa iniziativa non è solo un tributo alla ricchezza musicale del continente africano, ma anche un impegno a costruire una connessione tra il pubblico italiano e la musica afrobeats & amapiano, aprendo le porte all’incontro di diverse culture, alla scoperta di nuovi suoni e di talenti straordinari. Una generazione incredibile di artisti africani che è riuscita ad affermare la propria identità in tutto il mondo, costruendo ponti con la diaspora sia in Europa che in America; non stiamo parlando solo di successo discografico ma di una tendenza che sta spopolando nei club di tutti i paesi, avvicinando un pubblico sempre più trasversale.
L’espansione degli abbonamenti allo streaming in Africa e Medio Oriente
Nigeria e Sud Africa stanno mostrando le dinamiche più rapide anche nell’espansione degli abbonamenti allo streaming, con un salto generazionale che mostra grandi prospettive di crescita nei prossimi anni.
Secondo Temi Adeniji, MD di Warner Music Africa, tra brand partnership e tour dal vivo, gli artisti africani si stanno facendo strada tra i fan di musica del continente. Tutte le major discografiche hanno oramai creato team dedicati nei paesi emergenti per produrre e sviluppare nuovi talenti che possano conquistare non solo i mercati locali ma anche scalare le classifiche globali.
L’investimento delle major in mercati emergenti e la crescita della regione MENA
Investimenti delle major sono avvenuti negli Emirati arabi, in Libano, oltre al Magreb. Nel 2021, secondo i dati IFPI, la regione MENA è stata quella con la crescita più pronunciata a livello globale.
Universal Music Group, Sony Music, Warner Music Group e Spotify stanno lavorando con artisti arabi, con l’obiettivo di promuovere la musica e la cultura araba. Gli Emirati Arabi Uniti, l’Arabia Saudita, il Bahrein e l’Oman stanno tutti creando le proprie sottoculture musicali e le piattaforme streaming vedono crescere gli abbonati.
Anghami, la risposta del mondo arabo a Spotify, ha visto un’ulteriore espansione a seguito di un nuovo investimento di 5 milioni di dollari da parte di SRMG Ventures, segnale che l’area si sta sviluppando molto velocemente.
Secondo Goldman Sachs, che conferma quando dichiarato da Nash, una buona parte della crescita del settore, tra il 2023 e il 2030 arriverà dai mercati emergenti.
Il recente report di IFPI, Engaging with Music, ha focalizzato l’attenzione in particolare sui fan di musica di Cina, India, Vietnam, Filippine, Indonesia, Nigeria, Emirati Arabi. Tutti paesi dove le ore settimanali dedicate all’ascolto di musica sono sopra la media globale.
Conclusioni
Questi numeri confermano come il settore musicale abbia subito non solo una rilevante trasformazione tecnologica, grazie al digitale, ma come questa trasformazione abbia modificato sensibilmente anche gli aspetti riguardanti generi musicali e repertori, mutando sensibilmente lo scenario che aveva caratterizzato l’industria discografica per decenni.