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L’AI trasforma il product placement: i vantaggi per aziende, creator e brand



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L’intelligenza artificiale generativa sta rivoluzionando il product placement, con tecniche innovative per inserire prodotti in contenuti multimediali in modo più naturale e integrato. Un’evoluzione che risponde ai cambiamenti nel consumo dei media e alle preferenze delle nuove generazioni, come la Gen Z e la Gen Alpha, che richiedono autenticità e sono meno recettive alla pubblicità…

Pubblicato il 5 mar 2024

Alessio Pecoraro

coordinatore PAsocial Emilia-Romagna, marketing & communication manager



Entro il 2033, l’Intelligenza Artificiale svolgerà metà dei lavori

Nell’ultimo periodo, l’intelligenza artificiale generativa ha letteralmente rivoluzionato il settore della produzione di contenuti multimediali. Un aspetto che ha avuto un impatto significativo nel mondo del marketing e, in un mercato pubblicitario saturo e nel mezzo di grandi cambiamenti, anche per quanto riguarda il product placement.

L’AI e i nuovi scenari del Product Placement

Il product placement, la forma di comunicazione in cui i prodotti di un brand vengono posizionati in modo apparentemente naturale in una struttura narrativa sia essa un film, una serie, un programma televisivo o un evento, sta entrando, quindi, in una nuova era.

Ormai siamo talmente abituati ad alcuni tipi di pubblicità “nascosta” all’interno dei film, il rapporto tra il product placement e i film di James Bond è un caso di studio tra i più citati (ma già nel cinema muto era solito filmare scene di fronte ai ristoranti che fornivano cibo per il cast e la troupe in cambio di un’inquadratura ben visibile della propria insegna nel film), nelle serie TV, tra i più riusciti quello in Friends, l’iconica serie americana, o sui social media attraverso recensioni, tag, unboxing (video in cui si spacchettano gli acquisti effettuati) che il product placement o embedded marketing non ha più successo come una volta tanto da spingere le aziende e i loro brand, ma anche i creator digitali, a esplorare nuove strade.

Il crescente successo dei servizi di streaming senza interruzioni pubblicitarie, la svolta dei social network che hanno recentemente lanciato abbonamenti per averli senza annunci pubblicitari, la perdita di appeal verso gli endorsement delle celebrities su un prodotto o un brand, il desiderio crescente di autenticità stanno contribuendo a rendere necessario l’aggiornamento delle tecniche e strategie di product placement.

Verso una Brand Integration più dinamica

I cambiamenti in atto hanno portato, già nell’ultimo periodo, all’avvento di un product placement più “integrato”, riconducibile alla strategia di Brand Integration. Il prodotto o meglio il brand in questo caso viene inserito all’interno di un contenuto preesistente, diventandone protagonista dinamico.

Così le caratteristiche principali di un particolare prodotto diventano parte integrante della narrativa, quindi del contenuto, senza interrompere la storia e quindi l’esperienza dello spettatore.

Un esempio? In Fast and Furious 9, la fortunata serie cinematografica d’azione, Jakob Toretto, il personaggio interpretato da John Cena, guida sia una Mustang del 2015, nella sua prima scena, che una Mustang del 1992 in un flashback della sua giovinezza. Questo crea un legame intrinseco tra la Ford Mustang e il personaggio di Jakob. Proprio come il Dodge Charger è collegato a Dom (il personaggio interpretato dall’attore Vin Diesel) o la Nissan Skyline è associata a Brian O’Conner  (interpretato dall’attore Paul Walker).

Così i prodotti, in questo caso le automobili dei marchi Ford (uno dei brand più presenti nel cinema), Dodge e Nissan, sono parte integrante della narrativa e non un “accessorio” utile solo a dare visibilità al brand.

L’importanza della Generazione Z nel mercato pubblicitario

Se la brand integration è già una realtà consolidata l’intelligenza artificiale generativa è pronta a ridare vigore, anche, al product placement classico, modellandolo – nei prossimi mesi – per permettere ai marketer ed ai pubblicitari di catturare l’attenzione soprattutto dei più giovani che sono i più inclini a saltare la pubblicità standard.

E ai marketer e al mondo della pubblicità in generale la generazione Z, i nati dal 1996 al 2010,  interessa. Infatti, la potenza economica della gen Z risulta quella in più rapida crescita, come illustra la Bank of America nel report “Ok Zoomer: Gen Z primer”.

Il reddito di questa generazione aumenterà di circa cinque volte entro il 2030 fino a raggiungere i 33 trilioni di dollari (pari a oltre 27,5 trilioni di euro al cambio di oggi), sfiorando il 27% del reddito globale e superando i Millennials l’anno successivo (2031).

Se guardiamo ai clienti di domani, la generazione alpha (i nati tra il 2010 e il 2020), che non hanno conosciuto il mondo senza smartphone e gadget tecnologici, sono parte – già oggi – di un mercato che in Italia vale 7 miliardi di euro.

Secondo la ricerca Doxa Junior il 41% dei bambini fra 8 e 11 anni si è fatto comprare/regalare prodotti di cui ha sentito parlare su YouTube, Instagram e/o TikTok.

Parliamo sia per la generazione Z che per quella Alpha di generazioni, quasi, costantemente online e che trascorrono o trascorreranno più di dieci ore al giorno attaccate al loro smartphone.

È a loro, soprattutto, che guarda il mondo della pubblicità sempre alla ricerca di nuovi modi per catturare l’attenzione, il bene primario nel mondo iperconnesso e in overload information, dei potenziali clienti.

Rembrand: un esempio di applicazione pratica di AI nel product placement

I dirigenti di Rembrand, la società focalizzata sull’utilizzo dell’IA nel video advertising con sede a Palo Alto, affermano che la loro tecnologia potrebbe trasformare l’intero settore del product placement.

La nuova tecnologia permette l’inserimento di versioni digitali e realistiche di prodotti all’interno di video su YouTube e TikTok senza alternarne il contenuto.

Omar Tawakol, CEO di Rembrand, ha detto di aver visto l’opportunità di utilizzare l’intelligenza artificiale per inserire prodotti virtuali nei video degli influencer e rendere l’acquisto di un prodotto ancora più facile e veloce.

Rembrand utilizza una forma di IA generativa che può prendere una scena esistente e capire come inserire un prodotto in essa. La capacità di inserimento di un prodotto e/o oggetto è uno dei valori aggiunti dell’azienda californiana. “Il prodotto deve sembrare esattamente identico a quello reale: le aziende non amano se a rimetterci è il loro brand”, ha spiegato Tawakol al New York Times.

Rembrand ha iniziato a usare la sua tecnologia con i podcast su YouTube perché tendenzialmente venivano registrati al chiuso, con telecamere fisse ed una scenografia semplice (una scrivania e un muro a fare da sfondo). Si è poi espanso su LinkedIn e TikTok; Instagram, invece, è la prossima sfida.

I vantaggi per creator e aziende

La tecnica sviluppata dall’azienda californiana potrebbe essere estremamente vantaggiosa, soprattutto, per i creator di intrattenimento che mettono l’accento sull’esecuzione, così come per i podcaster. Il podcasting è un segmento che spesso viene trascurato dalle aziende e dai brand quando si tratta di promuovere i propri prodotti o servizi. Tuttavia, il successo di alcuni podcast, capaci di raggiungere un alto numero di ascolti e views (nelle loro versioni video) potrebbe rappresentare un’opportunità preziosa per le aziende e i brand per raggiungere un pubblico nuovo e più ampio.

Per i creator si aprono nuove opportunità – sia creative che di guadagno – mentre per le aziende e i loro brand si tratta di un’occasione interessante per sponsorizzare i loro prodotti, anche in anteprima, senza inviarli fisicamente e in un modo più strategico.

Il product placement negli Stati Uniti, secondo la società di ricerca PQ Media, è un settore da quasi 23 miliardi di dollari e grazie all’utilizzo dell’intelligenza artificiale generativa potrebbe brillantemente superare le preoccupazioni per i consumatori che saltano gli spot pubblicitari o gli annunci prima dei video di YouTube ad esempio.

Prospettive future del product placement

Se per il provocatorio guru del marketing Seth Godin gli influencer sono il passato, l’intelligenza artificiale generativa sta aprendo, velocemente, una nuova era dove grazie a virtual influencer con l’ascesa dei generatori di intelligenza artificiale come Unstable Diffusion che produce oltre 500.000 immagini NSFW (non adatte ad un ampio pubblico) al giorno riflette una tendenza in crescita, e tecnologie come quella messe a punto da Rembrand possono rappresentare una nuova via per le aziende e i loro brand.

Da Palo Alto, quartier generale di Rembrand, fanno sapere che la società si aspetta, entro meno di un anno, di trasformarsi in una “piattaforma self-service” così da mettere a disposizione di qualsiasi creator, azienda e/o brand la propria tecnologia.

Un altro passo, secondo i media statunitensi, potrebbe essere l’integrazione di Rembrand in piattaforme come YouTube o su social media come TikTok e Instagram. Omar Tawakol, CEO dell’azienda californiana, ha detto di aver progettato e sviluppato la sua tecnologia per integrarla alle altre piattaforme.

La nuova era del product placement è appena stata inaugurata, ma, potrebbe durare a lungo.

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