L’utilizzo di grafiche generate dall’intelligenza artificiale comporta una serie di implicazioni globali e rischi legali. Non esiste ancora una normativa internazionale che regoli in modo uniforme la questione dei diritti d’autore applicati all’AI, rendendo fondamentale la necessità di un dialogo transnazionale su questo tema. Inoltre, le differenze nelle legislazioni nazionali possono creare incertezze per le aziende che operano a livello globale.
Un caso emblematico è quello di Ultraman in Cina: un precedente giudiziario che ha sollevato interrogativi sulla valutazione delle violazioni da parte del tribunale e sulle misure preventive adottate per eludere responsabilità legali nell’uso di grafiche generate artificialmente. Di fronte a questi scenari inediti e complessi, gli obblighi e la responsabilità civile del fornitore di contenuti generati dall’IA vengono sotto esame, con implicazioni globali non indifferenti.
Il contesto del dibattito sul Manifesto Egair al Comicon
Poco meno di un anno fa, ho avuto l’opportunità di partecipare al Comicon – un evento di spicco nel mondo della cultura pop e del fumetto – dove ho discusso, insieme agli illustratori e artisti visuali LRNZ e Flavio Rosati, del Manifesto Egair, una proposta per la regolamentazione etica dell’intelligenza artificiale nel campo creativo.
In quel periodo, l’avanguardistico modello text-to-video Sora non era ancora stato svelato al pubblico, e strumenti text-to-image come Midjourney stavano iniziando a guadagnare notorietà (e grande preoccupazione tra gli artisti), anche grazie al caso di Krish Kashtanova e al primo “Copyright Ibrido” relativo ad un fumetto generato dall’intelligenza artificiale, il cui riconoscimento era stato valutato dall’US Copyright Office.
Il dibattito sul manifesto si è tenuto in un contesto non casuale. Il Comicon, che tradizionalmente ospita una vasta gamma di artisti, illustratori, scrittori e appassionati, si è confermato come un ambiente eccellente per discutere di temi di attualità e importanza, avendo attirato circa 200.000 visitatori nell’ultima edizione, suddivisi tra Napoli e Bergamo, e avendo esteso la sua influenza fino a Berlino. Questo contesto ha offerto l’opportunità di esplorare in profondità le problematiche legate al diritto d’autore e di valutare possibili soluzioni per proteggere gli artisti dall’uso non autorizzato delle loro opere nell’addestramento delle intelligenze artificiali.
Un anno fa, molte delle questioni sollevate sembravano avere risposte incerte e governate dai differenti interessi a livello globale, con Stati Uniti, Europa e Cina in prima linea a muoversi per una governance dell’AI.
Oggi, tuttavia, iniziamo a vedere dei cambiamenti. Prendendo in esame la problematica della violazione massiva dei diritti d’autore, le parole di Sam Altman, presidente di OpenAI, hanno messo in luce una realtà tanto palese quanto per molti mesi concettualmente osteggiata: è praticamente impossibile addestrare un’intelligenza artificiale senza incorrere in violazioni di copyright.
Questa affermazione solleva un interrogativo fondamentale: al netto di partecipare alle (seppure numerose) cause e class actions intentate negli Stati Uniti contro le NeoBigTech, quali strade restano aperte agli artisti, o ai detentori dei diritti di utilizzazione economica di opere dell’ingegno, per difendere i propri diritti?
Il caso Ultraman e la violazione del fumetto: un precedente giudiziario in Cina
Una risposta parziale proviene proprio dal mondo del fumetto e da e da un caso giudiziario in Cina, precisamente dal Tribunale di Guangzhou, che è intervenuto, per la prima volta a livello globale, per quantificare il risarcimento del danno relativo al’uso non autorizzato delle opere grafiche da parte di un modello di intelligenza artificiale.
Il personaggio grafico protagonista di questa vicenda è il celebre Ultraman, la cui proprietà intellettuale appartiene alla Tsuburaya Productions Co., Ltd., azienda che ha concesso i diritti esclusivi delle opere di Ultraman in Cina alla Shanghai Character License Administrative Co., inclusi il diritto di riproduzione, il diritto di preparare opere derivate e anche il diritto di far rispettare. Tsuburaya ha anche registrato regolarmente le immagini della sua serie di Ultraman presso l’Ufficio Copyright Cinese.
Alla fine di Dicembre del 2023, il ricorrente ha scoperto che, inserendo prompt contenenti o correlati a “Ultraman”, il sito web di proprietà del convenuti generava immagini identiche o sostanzialmente simili alle immagini della serie di Ultraman, citandolo quindi l’imputato per violazione del copyright.
Il Tribunale di Guangzhou ha quindi esaminato due questioni principali: se il ricorrente abbia infranto i diritti d’autore di Tsuburaya, in particolare il diritto di riproduzione e di creare opere derivate, e il diritto alla loro diffusione online; e le eventuali responsabilità civili che la convenuta dovrebbe assumersi in caso di violazione del copyright.
La valutazione delle violazioni da parte del tribunale
Nella valutazione dei rimedi appropriati, il tribunale ha esplorato dettagliatamente le misure preventive che un fornitore di contenuti generati dall’intelligenza artificiale dovrebbe adottare per eludere potenziali responsabilità. Citando le Misure GAI 2023, che fungono da riferimento normativo “provvisorio” in Cina, è stato determinato che l’azienda convenuta non ha adempiuto adeguatamente al proprio dovere di cura, contravvenendo agli articoli 4, 12 e 15 di tali misure.
- Violazione del diritto di riproduzione: Il tribunale ha osservato che Ultraman è un’opera ben conosciuta in Cina, accessibile su piattaforme come iQiyi. Dato ciò, si presume che l’azienda convenuta avesse accesso alle opere in questione. Le immagini generate dal sito erano notevolmente simili agli originali protetti da copyright, lasciando presupporre una violazione del diritto di riproduzione.
- Violazione del diritto di creare opere derivate: Le immagini create dall’IA incorporavano inoltre elementi delle opere originali di Ultraman, ma introducevano anche nuove caratteristiche, risultando in opere derivate non autorizzate. Di conseguenza, il tribunale ha confermato la violazione di questo diritto da parte dell’imputato.
- Violazione del diritto di diffusione online: Avendo già stabilito le violazioni dei diritti di riproduzione e di creazione di opere derivate, il tribunale ha deciso di non procedere ulteriormente su questa accusa, considerando le violazioni precedentemente accertate.
Le misure preventive per eludere responsabilità legali
L’imputato ha argomentato di non aver sviluppato personalmente il modello di AI Generativa, ma di aver piuttosto utilizzato un fornitore terzo, suggerendo di non rientrare nell’ambito delle Misure GAI 2023. Il tribunale ha respinto questa difesa, affermando che i fornitori di Gen-AI includono chiunque offra servizi correlati tramite interfacce con programmi di terze parti. Di conseguenza, il convenuto è stato qualificato come fornitore di contenuti generati dall’Intelligenza Artificiale secondo la definizione delle Misure GAI 2023.
Nonostante l’adozione di alcune precauzioni, come il filtro di specifiche parole chiave, il tribunale ha rilevato che era ancora possibile generare immagini simili a quelle protette da copyright di Ultraman tramite il sito in parola. Di conseguenza, è stata richiesta l’implementazione di misure aggiuntive affinché la funzionalità di AI Generativa non producesse ulteriori immagini assimilabili alle opere originali di Ultraman.
Gli obblighi e la responsabilità civile del fornitore di contenuti generati dall’IA
Nel valutare la responsabilità civile dell’imputato, con ragionamenti giuridici che potrebbero trovare ampia similitudine nei tribunali europei e nordamericani, il Tribunale di Guangzhou ha sottolineato la necessità di considerare la colpa del convenuti nella determinazione del risarcimento per danni. È stato osservato che, come fornitore di contenuti generato artificialmente, l’azienda non ha rispettato un adeguato dovere di cura in diversi aspetti:
- Mancata implementazione di un meccanismo di segnalazione dei reclami: In violazione dell’articolo 15 delle Misure GAI 2023, non è stato istituito alcun sistema di segnalazione sul sito, impedendo ai titolari dei diritti di far valere le proprie pretese.
- Assenza di avvertenze agli utenti sui diritti di proprietà intellettuale: il tribunale ha altresì rilevato l’omissione del siti nell’informare gli utenti sui rischi di violazione dei diritti di proprietà intellettuale attraverso l’uso dei servizi di creazioni di contenuti.
- Mancata marcatura degli output; secondo l’articolo 12 delle Misure GAI 2023, che ritroviamo anche nell’ultima versione consolidata dell’AI ACT, i fornitori di contenuti Gen-AI sono tenuti a distinguere chiaramente gli questi ultimi da quelli creati da persone fisiche. Anche tale, obbligo risultava trascurato.
In conclusione, il tribunale ha constatato quindi la negligenza del convenuto, imponendogli di corrispondere un risarcimento di 10.000 RMB per la violazione commessa.
Risarcimento per danni e implicazioni future
La decisione di risarcire il querelante con una cifra pari a poco meno 1300 euro per la violazione del copyright di Ultraman crea un precedente davvero interessante nell’ottica della quantificazione economica.
Questa sentenza fa seguito a quella di dicembre 2023 del Tribunale di Internet di Pechino che ha riconosciuto il diritto d’autore delle opere d’arte generate dall’IA, dettagliando ulteriormente il quadro giuridico che circonda l’IA Generativa ed i diritti di proprietà intellettuale.
Quest’ultima sentenza accelera ancor di più la possibilità che si facciano sempre più spazio i reclami relativi agli utilizzi impropri, sia da parte dei singoli artisti che delle aziende detentrici dei diritti.
A maggior ragione in un momento in cui si dilunga l’attesa di una riflessione giuridica globale che permetta di ipotizzare, con crescente perplessità di chi scrive, una normativa ontologicamente in grado di offrire compatibilità tra l’AI Generativa ed il diritto d’autore come lo abbiamo conosciuto nella sua declinazione novecentesca.
Implicazioni globali e rischi legali nell’uso di grafiche generate artificialmente
Il verdetto del Tribunale di Guangzhou, iniziando ad offrire numeri e quantificazioni, potrebbe quindi influenzare per davvero ed in modo significativo l’avviamento di giudizi per rispondere agli usi impropri susseguenti al massivo training dei modelli di AI.
La comunità giuridica internazionale si trova a dover modificare le attuali leggi sul diritto d’autore per tenere conto di questi nuovi sviluppi, ma ancora di più a discutere -come accennavo poc’anzi – della compatibilità di questi modelli con le normative sul diritto d’autore. Con il potenziale impatto sui futuri quadri giuridici internazionali, questa sentenza rappresenta un passo importante verso il riconoscimento dell’intricato legame tra IA e diritto d’autore.
Alla luce della decisione del Tribunale di Guangzhou, diventa non rimandabile, per qualsiasi soggettività giuridica che utilizzi immagini generate dall’intelligenza artificiale, riconoscere le plausibili e potenzialmente costosissime implicazioni legali che potrebbero sorgere.
Per quanto riguarda il risarcimento economico assegnato a titolo risarcitorio, che potrebbe sembrare alquanto basso (circa 1300 euro), è importante notare che l’importo determinato dal Tribunale cinese non può fungere da riferimento universale per casi simili in altre giurisdizioni. Date le grandi differenze nel modo in cui il valore della proprietà intellettuale è valutato in tutto il mondo, le ripercussioni finanziarie per violazioni simili potrebbero variare in modo significativo.
Conclusioni
Per coloro che sfruttano l’IA per generare ed utilizzare contenuti verosimiglianti ad immagini protette da diritto d’autore, questa sentenza è una chiara indicazione che le decisioni legali e le relative ricadute economiche sono, anche in Italia, dietro l’angolo.