trasformazione digitale

Cambiare la PA (e il Paese) col digitale: una strategia per spendere bene il PNRR



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Il settore pubblico ha “fame” di innovazione, ma gli investimenti devono guardare al lungo periodo e alle sfide strategiche. Solo se la PA spenderà in modo efficace i 47 miliardi per la digitalizzazione, il PNRR avrà successo. Ecco come fare

Pubblicato il 29 mar 2024

Gerardo Gargiulo

Responsabile BU Assistenza Tecnica e Capacitazione di PA Advice



PA PNRR digitale

Il PNRR mette a disposizione ben 47 miliardi di euro dedicati alla digitalizzazione: una cifra consistente che rappresenta il quantum ma che, però, rischia di essere incompleto senza il quid. E in questo gioca un ruolo cruciale la Pubblica Amministrazione.

LA PA guida per una gestione oculata del PNRR

Essa infatti non  deve solo essere motore di innovazione, impegnata a ridurre il divario digitale e a promuovere un’evoluzione omogenea a livello nazionale, ma anche come esecutore materiale, visto che circa il 60% di quelle risorse è gestito direttamente dalle PA centrali e locali. Oggi, nel bel mezzo esatto del cammino del PNRR, ci ritroviamo un’opportunità senza precedenti. L’enorme quantità di fondi per la digitalizzazione, arricchiti dalle risorse dei Programmi nazionali e regionali della Politica di Coesione 2021-2027, richiedono una gestione oculata e una visione lungimirante per assicurare non solo l’efficacia degli interventi, ma anche la loro sostenibilità oltre il 2026, data di conclusione del PNRR. In pratica, i soldi non bastano, come non basta spenderli. C’è bisogno di investimenti che possano dare risultati strutturali e di lungo periodo.

Procurement digitale, essenziale per trasparenza e rendicontazione

La PA ha la responsabilità cruciale di allocare efficacemente e velocemente queste risorse finanziarie a disposizione, garantendo al contempo trasparenza e rendicontazione nell’uso di tali fondi. In questo contesto, risulta essenziale l’impiego di strumenti digitali avanzati per gli acquisti pubblici. Consip, agendo come centrale di committenza nazionale, offre alla PA strumenti di procurement efficaci per l’attuazione di progetti di trasformazione digitale, quali le “Gare Strategiche” e le “Gare SPC – Sistema Pubblico di Connettività“. Come visto nel primo tempo dell’Accordo per la Digital Trasformation questi strumenti semplificano e velocizzano i processi, assicurando acquisti sostenibili e di alta qualità, e stimolano l’innovazione, migliorando di conseguenza i servizi pubblici per la collettività. Tanto è vero che i fondi a disposizione sono stati allocati molto velocemente.

Il secondo Accordo Quadro per la Digital Transformation

Sulla falsa riga dell’episodio precedente, a breve sarà attivo il secondo Accordo Quadro per la Digital Transformation, come strumento “pronto all’uso” per avviare iniziative progettuali. Con un importo di 400 milioni di euro e articolato in 8 lotti, questo strumento si propone di coprire vari aspetti della trasformazione digitale, dalla strategia ICT alla reingegnerizzazione dei servizi digitali, offrendo un supporto su misura per le diverse esigenze regionali e garantendo una transizione digitale efficiente e inclusiva.

Questi strumenti non solo facilitano l’accesso a servizi specialistici essenziali per la digitalizzazione, ma riducono anche i tempi di affidamento dei progetti. Tradizionalmente ostacolati da lunghi processi burocratici, gli enti pubblici possono ora invece usufruire di un percorso semplificato verso l’innovazione, grazie a un pool di fornitori pre-qualificati.

Questa agilità è cruciale per sfruttare appieno le risorse a disposizione e per rispondere con prontezza alle esigenze di modernizzazione del paese. Quindi attivazione veloce di progetti PNRR, ma anche progetti con fonti di finanziamento della politica di coesione, deve divenatre una best practice. Lo strumento funziona, sarebbe un peccato non sfruttarlo.

Per esempio, in questa fase di avvio della programmazione dei fondi 2021-27, le Autorità di Gestione dei Programmi UE potranno sfruttare questo strumento  per avviare velocemente iniziative di capacitazione amministrativa sui temi della digitalizzazione. Inoltre, la seconda edizione dell’Accordo Quadro potrà contare di una stretta collaborazione tra PA e fornitori qualificati tra cui colossi come KPMG, Intellera, McKinsey, ma anche PMI innovative come PA Advice, EasyGov e tante altre. Questi fornitiroi, con le loro competenze avanzate, sono alleati fondamentali nella realizzazione di servizi digitali che rispondano efficacemente alle esigenze dei cittadini, promuovendo al contempo un cambio culturale all’interno delle amministrazioni pubbliche.

Conclusioni

L’impegno verso la digitalizzazione è una corsa contro il tempo, dove tra l’altro siamo partiti con l’handicap. Tuttavia, strumenti come l’Accordo Quadro per la Digital Transformation, danno l’opportunità di trasformare le sfide in successi, avviando processi virtuosi che possono cambiare il volto della Pubblica Amministrazione e, di conseguenza, della società italiana nel suo complesso.

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