servizi pubblici

Dalla bolletta a PagoPA: come digitale ha semplificato i pagamenti alla PA



Indirizzo copiato

L’obiettivo di semplificare e velocizzare le procedure di pagamento nella Pubblica Amministrazione ha portato all’introduzione di strumenti come il modello F24 e PagoPA. Quest’ultimo, sostenuto dal PNRR, rappresenta un passo significativo verso servizi pubblici semplificati, per enti e cittadini. Il Comune di Udine emerge come esempio virtuoso di questa trasformazione

Pubblicato il 10 apr 2024

Gea Arcella

Assessore al Comune Udine alla smart city ed innovazione digitale



pagopa

I pagamenti alla pubblica amministrazione ed in particolare verso gli enti locali sono da sempre un punto sensibile dell’amministrazione: poter contare su un sistema efficiente per la riscossione sia dei tributi che delle tariffe per i servizi erogati dall’ente pubblico è fondamentale per la sua corretta gestione e per la conseguente allocazione delle sue risorse finanziarie.

Diversi i metodi tradizionali utilizzati per effettuare i pagamenti a fronte di un processo spesso caratterizzato dalla presenza di procedure manuali e cartacee, quali: bollettini postali, bonifici bancari, addebiti diretti e pagamenti diretti in contanti presso gli sportelli.

Ognuno di questi mezzi di pagamento presupponeva la ricezione da parte del cittadino di una bolletta cartacea con le istruzioni per il pagamento e comportava la conseguente necessità di recarsi o agli sportelli postali per pagare il bollettino, o utilizzare le poste o le banche per inviare un bonifico, con la compilazione manuale dei dati di pagamento e l’inserimento delle informazioni richieste sul modulo di bonifico o sul bollettino se non precompilato, o l’accesso fisico allo sportello per effettuare il pagamento in contanti o con altri metodi accettati.

Soltanto in caso di addebito diretto si consentiva alle pubbliche amministrazioni di prelevare automaticamente gli importi dovuti dai conti correnti dei cittadini.

In questo processo risulta evidente come da un lato l’amministrazione doveva emettere una bolletta o quanto meno un avviso (come, ad esempio, per la TARI), il cittadino doveva a sua volta compilare un ulteriore documento per effettuare il pagamento ed infine l’amministrazione doveva emettere un documento che attestasse lo stesso (la quietanza).

Sul fronte interno a sua volta l’amministrazione doveva effettuare una operazione di riconciliazione tra la richiesta (attestante il credo verso il privato) e il mezzo di pagamento utilizzato, chiudendo l’operazione contabile.

Tipicamente ciò avveniva attraverso i cosiddetti servizi di tesoreria, che nell’ambito della gestione finanziaria di una pubblica amministrazione si occupavano di vari aspetti tra cui proprio le transazioni finanziarie.

Il modello F24

Una prima rivoluzione è avvenuta con l’introduzione del modello F24 che attualmente deve essere utilizzato da tutti i contribuenti, titolari e non titolari di partita Iva, per il versamento di tributi, contributi e premi, esso permette di effettuare con un’unica operazione il pagamento delle somme dovute, compensando il versamento con eventuali crediti[1].

Va però compilato, a mano o online, in tutti i suoi campi, per poi essere presentato a seconda dei casi, presso qualsiasi sportello di Agenzia delle Entrate-Riscossione, una banca o un ufficio postale, o tramite servizi telematici [2].

Nonostante la parziale digitalizzazione del processo anche la modalità di pagamento tramite F24 telematico richiede il rilascio di una quietanza successiva per il cittadino e comporta l’attività di riconciliazione del pagamento per l’ente ricevente; va inoltre tenuta presente la circostanza non secondaria che le somme non sono immediatamente disponibili ma vengono accreditate alla PA dopo 10 giorni, di qui l’emissione non immediata della quietanza.

L’introduzione di PagoPA

L’introduzione di pagoPA[3] ha rappresentato per tutti gli enti pubblici un passo significativo verso la digitalizzazione e la modernizzazione dei pagamenti alla pubblica amministrazione in Italia, offrendo un sistema unificato, efficiente e interoperabile[4] che permette ai cittadini di gestire le transazioni finanziarie in modo più conveniente e trasparente.

La piattaforma ha semplificato notevolmente i processi di pagamento, riducendo la necessità di pratiche cartacee e migliorando l’accessibilità ai servizi pubblici, inoltre la molteplicità dei canali di accesso permette ai cittadini di utilizzare indifferentemente il sito web dedicato, gli sportelli bancari, gli uffici postali, e gli altri canali offerti dagli enti aderenti.

L’integrazione tra PagoPA, Spid e Cie

L’integrazione di PagoPA con il Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID) e con la CIE (Carta d’Identità Elettronica) consente ai cittadini di accedere ai servizi online in modo sicuro, attraverso un sistema di autenticazione digitale.

L’obbligo di adesione a questo sistema, per le PA, è sancito dall’art. 5 del CAD (Codice dell’Amministrazione Digitale) e dall’articolo 15, comma 5bis, del D.L. 179/2012, i quali stabiliscono che esse sono obbligate ad offrire ai cittadini la possibilità di pagare elettronicamente e che, per farlo, devono avvalersi della piattaforma tecnologica nazionale denominata Nodo dei Pagamenti, analogo obbligo hanno le società a controllo pubblico (escluse le società quotate) e i gestori di pubblici servizi.

Proprio per dare una spinta decisiva all’adozione di tale sistema nell’ambito delle misure PNRR per digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA (Missione 1 Componente 1 (M1C1) è prevista la misura 1.4.3 “Adozione Piattaforma PagoPA”.

Degli oltre 6 miliardi messi a disposizione complessivamente per la Missione 1, circa 2 sono destinati alle PA locali, in particolare la misura dedicata all’adozione della piattaforma pagoPA per i Comuni ha visto uno stanziamento complessivo 35 milioni di euro.

I vantaggi per i Comuni

I punti di forza di questo sistema per un Comune sono una gestione degli incassi più efficiente per un servizio migliore ai cittadini, in quanto centralizzato, l’immediata ed effettiva ricezione del dovuto e l’automatica riconciliazione delle posizioni debitorie, fornendo così un sistema efficace e trasparente per ricevere qualsiasi tipo di pagamento.

Di fatto un unico documento contiene la richiesta del dovuto ed i dati esatti per effettuarlo, eseguita la transazione, con la modalità di pagamento prescelta dal cittadino (bonifico, carta di credito, addebito diretto, bollettino postale e altri metodi elettronici) la quietanza è immediata; pertanto, anche lato debitore un unico documento contiene i dati del pagamento e la conseguente ricevuta.

Una evidente semplificazione per l’ente e per i cittadini ed un passo concreto verso la digitalizzazione del paese.

I numeri del Comune di Udine

Il Comune di Udine ha implementato, anche grazie al PNRR, l’adozione di PagoPa e nel 2023 sono stati emessi 243.874 avvisi di cui pagati 134.179 per un transatto complessivo di 20.695.733,57 di euro.

Con riferimento ai soli tributi locali i dati dei pagamenti concretamente effettuati sono i seguenti:

  • CUP: n. 3.149 transazioni per un totale di 1.471.561,24 euro;
  • TARI: n. 81.861 transazioni per un totale di 9.543.999,10 euro.

Note


[1]      Il modello F24 è un modulo standardizzato che va utilizzato per pagare, oltre che le imposte a carattere nazionale dirette (come l’Irpef, Ires, le ritenute sui redditi da lavoro e sui redditi da capitale, l’Irap e le relative imposte sostitutive) o indirette (come Iva, le somme dovute per la registrazione dei contratti di locazione, per la presentazione della dichiarazione di successione,  per i servizi ipotecari e catastali o per la registrazione degli atti giudiziari), tutti i tributi locali  (come addizionale regionale e comunale all’Irpef, Imu, Imi, Imis, Ilia, Tari, Tasi, Tosap/Cosap, imposta comunale sulla pubblicità/canone per l’installazione di mezzi pubblicitari, imposta/contributo di soggiorno), oltre a moltissime altre imposte e tasse compresi eventuali interessi e sanzioni, dovute in caso di: autoliquidazione da dichiarazioni ravvedimento, controllo automatizzato e documentale della dichiarazione, avviso di accertamento, avviso di irrogazione di sanzioni, istituti conciliativi di avvisi di accertamento e irrogazione di sanzioni (accertamento con adesione, conciliazione giudiziale).

[2] Per i titolari di partita Iva vige l’obbligo di presentare il modello F24 esclusivamente con modalità telematiche in questo caso i versamenti possono essere effettuati : direttamente mediante i servizi telematici messi a disposizione dall’Agenzia delle Entrate (“F24 web” e “F24 online”), utilizzando i canali Entratel o Fisconline, oppure mediante i servizi di internet banking messi a disposizione dagli intermediari della riscossione convenzionati con l’Agenzia (banche, Poste Italiane, prestatori di servizi di pagamento) o tramite gli intermediari abilitati (professionisti, associazioni di categoria, Caf, ecc.) .

[3] Il sistema PagoPa è composto da: Pubbliche Amministrazioni/Gestori di pubblici servizi: sono gli Enti Creditori, ovvero i beneficiari dei pagamenti che transitano nel sistema. I Gestori di pubblici servizi sono soggetti ai quali le PA hanno affidato, quindi esternalizzato, tali servizi (ad es. acqua, rifiuti, parcheggi, etc.), che possono aderire in via facoltativa;

Prestatore di Servizi di Pagamento (PSP): è il soggetto che eroga il servizio di pagamento, cioè incassa la somma dal cittadino e la trasferisce sul conto dell’Ente Creditore. Si tratta quindi di banche, istituti di pagamento o istituti di moneta elettronica che forniscono servizi bancari e/o di gestione di conti di pagamento e che, nell’ambito di pagoPA, offrono i propri strumenti e canali di pagamento (con carte di credito o di debito, app/home banking, ATM, sportelli fisici, etc.).

Cittadini e imprese che devono effettuare un pagamento a favore di una PA e scelgono tra gli strumenti e i canali di pagamento messi a disposizione da tutti i PSP aderenti al sistema.

Nodo dei Pagamenti – SPC: è l’infrastruttura tecnologica sviluppata e gestita da PagoPA SpA che si pone al centro tra PA/Gestori di pubblici servizi e PSP

Intermediari/Partner Tecnologici: sono soggetti che forniscono all’Ente creditore il servizio di connessione al Nodo dei Pagamenti. Gli Intermediari sono soggetti pubblici già aderenti al sistema (tipicamente Regioni), mentre i Partner Tecnologici sono soggetti privati che vendono il servizio di connessione.

[4] L’interoperabilità di pagoPA tra diversi enti pubblici e soggetti erogatori di servizi comporta che i cittadini possono utilizzare la stessa piattaforma per pagare servizi di enti diversi.

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Analisi
Video
Iniziative
Social
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati

Articolo 1 di 2