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Trimestrali Meta, Microsoft e Google: che ci dicono sul prossimo futuro



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I colossi della tecnologia Meta, Microsoft e Alphabet-Google hanno presentato i risultati finanziari del loro ultimo trimestre fiscale, mostrando una crescita impressionante. Nonostante questo, le reazioni di Wall Street sono state diverse, influenzate da prospettive future e investimenti in intelligenza artificiale

Pubblicato il 26 apr 2024

Umberto Bertelè

professore emerito di Strategia e chairman degli Osservatori Digital Innovation Politecnico di Milano



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Meta, Microsoft e Alphabet-Google hanno recentemente rilasciato i risultati finanziari del loro ultimo trimestre fiscale. Numeri che parlano di una crescita eccezionale, ma che vengono accolti con reazioni diverse da Wall Street. A fare la differenza sono le prospettive future e gli investimenti, in particolare quelli sull’Intelligenza Artificiale.

I risultati di Meta

Mercoledì 24 aprile, Meta ha presentato i dati del primo trimestre:

  • 36,5 miliardi di dollari i ricavi, più 27 per cento rispetto ai 28,6 del I trimestre dello scorso anno, una crescita un po’ superiore alle attese degli analisti;
  • 12,4 miliardi di dollari l’utile netto, oltre il doppio dei 5,7 dell’anno precedente.

Non male, sono risultati che quasi tutte le imprese del mondo sognerebbero, ma il mercato after-hours non la pensa così: meno 12 per cento, ritoccati il giorno dopo – nelle contrattazioni ufficiali – a meno 10,56 per cento. Più di 130 miliardi di dollari di capitalizzazione spazzati via, per dare un ordine di grandezza più della somma dei valori di Borsa di Enel (66,3) ed Eni (52,4).

I risultati di Microsoft e Alphabet-Google

Giovedì 25 aprile, è la volta di Microsoft e Alphabet-Google. Inizio con i numeri di Microsoft:

  • 61,9 miliardi di dollari i ricavi, più 17 per cento rispetto a un anno fa e più delle aspettative degli analisti;
  • 21,9 miliardi di dollari l’utile netto, più 20 per cento circa rispetto all’anno precedente.

Più 4,5 per cento il parere del mercato after-hours, che vedremo se verrà o meno confermato nelle contrattazioni ufficiali di oggi (Wall Street è ancora chiusa mentre scrivo).

E infine Alphabet-Google:

  • 80,5 miliardi di dollari i ricavi, più 15 per cento rispetto a un anno fa: una crescita superiore al più 13,5 per cento del trimestre precedente e anch’essa al di là delle aspettative degli analisti;
  • 23,7 miliardi di dollari l’utile netto, più 57 per cento rispetto all’anno precedente.

Superiore al 15 per cento la crescita nell’after-hours trading, con la capitalizzazione che – se il numero non verrà troppo ridimensionato – balzerà per la prima volta sopra la soglia dei due trilioni: “Alphabet set to surge past $2tn valuation as search giant announces first dividend: Shares of Google’s parent company jump after first-quarter earnings beat expectations and $70bn stock buyback” (Alphabet si appresta a superare i 2 trilioni di dollari di valutazione mentre il gigante della ricerca annuncia il primo dividendo: le azioni della società madre di Google balzano dopo che gli utili del primo trimestre hanno superato le aspettative e il riacquisto di azioni per 70 miliardi di dollari), il titolo del commento del Financial Times.

Mentre Microsoft ritornerà, nel caso di riconferma, sopra la soglia dei 3 trilioni e Meta – nonostante il calo – è rimasta sopra la soglia del trilione, settima (anche se distanziata da Amazon) fra le imprese con la più alta capitalizzazione al mondo, come si può vedere dalla Tab. 1.

La differente reazione di Wall Street

Perché il mercato ha reagito in modo così diverso? Molto ha a che fare con l’Intelligenza Artificiale, con gli enormi investimenti che essa richiede e con le incertezze sui loro ritorni

Microsoft, Alphabet-Google e Meta sono le imprese fra le big tech – con l’eccezione di Nvidia salita più recentemente alla ribalta – che più si sono impegnate nell’Intelligenza Artificiale (AI-Artificial Intelligence) e più hanno tratto vantaggio in termini di capitalizzazione dalle enormi aspettative seguite al lancio di ChatGPT da parte di OpenAI, con alle spalle Microsoft.

La Tab. 2 mostra come le tre abbiano avuto un incremento complessivo della loro capitalizzazione di 2,75 trilioni di dollari (più del PIL italiano che si aggira sui 2 trilioni), con un incremento percentuale dell’80 per cento circa: un incremento dovuto a una serie di cause molto più ampie, tra cui il forte recupero di efficienza, ma sicuramente agevolato dall’atmosfera di ottimismo sul futuro dell’economia – la cosiddetta hype – creata dal lancio (per la prima volta anche al largo pubblico) dell’AI generativa e dalla gigantesca macchina mediatica messa in campo da Microsoft e OpenAI.

Quello che a questo punto il mercato comincia però a richiedere è di vedere risultati concreti – nei bilanci – che giustifichino le enormi cifre messe in gioco per gli investimi in R&D e data center. E si preoccupa se vede che le cifre degli investimenti sono a livelli giudicati troppo elevati.

Il caso Meta: investimenti elevati e prospettive incerte

“Meta proves AI hype has its limits – Artificial intelligence is a multibillion-dollar project with no clear timeline for revenues” (Meta dimostra che l’hype per l’AI ha i suoi limiti – L’intelligenza artificiale è un progetto multimiliardario senza una chiara tempistica per i ricavi), scrive FT-Lex; “Meta’s Costs Rise Rapidly as Zuckerberg Vows to Keep Spending on AI Arms Race – Meta Platforms reported record first-quarter sales, building on AI momentum in its ad business, although investors soured on forecasts of rising costs” (I costi di Meta aumentano rapidamente mentre Zuckerberg promette di continuare a spendere per la corsa agli armamenti dell’intelligenza artificiale – Meta Platforms ha registrato un fatturato record nel primo trimestre, grazie allo slancio dell’intelligenza artificiale nel suo business pubblicitario, anche se gli investitori si sono scoraggiati di fronte alle previsioni di aumento dei costi), fa eco The Wall Street Journal, a fronte dell’annuncio che i costi di investimento – nell’AI ma anche nel metaverso – saliranno a 40 miliardi di dollari nel 2024, a fronte dei circa 28 nell’anno precedente, con prospettive molto incerte sulla loro “monetizzazione”. E di qui la punizione di cui ho parlato in precedenza, nonostante gli ottimi risultati.

Il caso Microsoft: progetti e prodotti impattanti sui ricavi

Diverso il trattamento riservato a Microsoft, ritenuta l’impresa che più si è data da fare per progetti e prodotti in grado di impattare sui ricavi. Ma anche qui la consistenza dei ritorni attesi non è così evidente. Viene evidenziato il vantaggio per il suo cloud Azure, che mette a disposizione non solo i modelli GPT di OpenAI, ma anche quelli di imprese concorrenti come Mistral e Cohere. Ma non i numeri del progetto Copilot, che affianca a pagamento un assistente AI (denominato appunto copilot) ai suoi diversi software, ma solo una dichiarazione del CEO Nadella “Microsoft Copilot and Copilot stack are orchestrating a new era of AI transformation, driving better business outcomes across every role and industry.”

Alphabet-Google: accoglienza trionfale nonostante investimenti crescenti

Infine Alphabet-Google, con la sua accoglienza trionfale. Non fornisce numeri, ma fa solo vaghi cenni ai vantaggi derivanti dalla presenza nell’AI. Preoccupa per il volume degli investimenti, che – seppur inferiore in relazione al fatturato rispetto a Meta – è in crescita rispetto al 2023: potrebbe superare i 48 miliardi, a fronte dei 32,3 dello scorso anno. Ma entusiasma il mercato per il significativo aumento dei margini, in parte dovuto alle riduzioni del personale tuttora in corso. E probabilmente ancor più (come era capitato a Meta pochi mesi fa) con l’annuncio del primo dividendo della sua storia e la conferma del buyback da 70 miliardi.

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