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Digital Service Act, obblighi di trasparenza e legal design: come adeguarsi



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Il DSA pone l’accento sulla necessità di una maggiore trasparenza nei termini e condizioni delle piattaforme online e promuove la chiarezza e l’efficienza del linguaggio contrattuale: gli utenti devono essere pienamente e chiaramente informati su come funzionano le politiche di moderazione dei contenuti, comprese le procedure utilizzate per identificare contenuti illegali o dannosi

Pubblicato il 9 mag 2024

Massimo Borgobello

Avvocato a Udine, co-founder dello Studio Legale Associato BCBLaw, PHD e DPO Certificato 11697:2017



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Tra le innovazioni più importanti apportate dal Digital Service Act (DSA) rientra a pieno titolo l’obbligo generalizzato di trasparenza imposto agli operatori in materia di condizioni generali di contratto (Terms and Conditions, T&C) e di legal design. Vediamo quali sono gli obblighi per le piattaforme e le tutele per gli utenti.

Termini e condizioni e Legal Design

Il paragrafo 1 dell’articolo 14 obbliga i prestatori di servizi a fornire informazioni chiare e trasparenti su due elementi essenziali: gli elementi della moderazione dei contenuti, algoritmi compresi ed il sistema di gestione dei reclami in caso di sospensione o di ban degli account.

Questo sistema di trasparenza tutela gli utenti delle piattaforme e dei motori di ricerca, di modo da consentire loro sia di conoscere con chiarezza a priori cosa è lecito e cosa no, sia di avere un’indicazione precisa dei mezzi di tutela[1].

Obblighi di trasparenza nelle condizioni generali di contratto

Il Considerando 45 è molto chiaro nell’indicare l’imposizione di obblighi di trasparenza per le piattaforme ed i motori di ricerca.

“(45) Benché la libertà contrattuale dei prestatori di servizi intermediari debba, in linea di principio, essere rispettata, è opportuno stabilire determinate norme sul contenuto, sull’applicazione e sull’esecuzione delle condizioni generali di tali prestatori nell’interesse della trasparenza, della tutela dei destinatari del servizio e della prevenzione di risultati iniqui o arbitrari. I prestatori di servizi intermediari dovrebbero indicare in modo chiaro e mantenere aggiornati nelle loro condizioni generali le informazioni relative ai motivi per cui potrebbero limitare la prestazione dei servizi. In particolare, dovrebbero includere informazioni su politiche, procedure, misure e strumenti utilizzati ai fini della moderazione dei contenuti, tra cui il processo decisionale algoritmico e la revisione umana, nonché le regole procedurali del loro sistema interno di gestione dei reclami. Dovrebbero altresì fornire informazioni facilmente accessibili sul diritto di cessare l’utilizzo del servizio. I prestatori di servizi intermediari possono utilizzare elementi grafici nelle loro condizioni di servizio, come icone o immagini, per illustrare gli elementi principali dei requisiti di informazione previsti dal presente regolamento. I prestatori dovrebbero informare i destinatari del loro servizio, attraverso mezzi adeguati, delle modifiche significative apportate alle condizioni generali, ad esempio quando modificano le norme sulle informazioni consentite sul loro servizio, o di altre modifiche che potrebbero incidere direttamente sulla capacità dei destinatari di avvalersi del servizio”.

Libertà di espressione e di informazione nel DSA

Altro tema delicato, con riferimento a T&C e legal design, è quello della libertà di espressione e di informazione: qui è il Considerando 47 – pensato, soprattutto, per piattaforme di grandi dimensioni e social network – a fare chiarezza.

“(47) Nel progettare, applicare e far rispettare tali restrizioni, i prestatori di servizi intermediari dovrebbero agire in modo non arbitrario e non discriminatorio e tener conto dei diritti e degli interessi legittimi dei destinatari del servizio, compresi i diritti fondamentali sanciti dalla Carta. A titolo di esempio, i fornitori di piattaforme online di dimensioni molto grandi dovrebbero in particolare tenere debitamente conto della libertà di espressione e di informazione, compresi la libertà e il pluralismo dei media. Tutti i prestatori di servizi intermediari dovrebbero inoltre tenere debitamente conto delle pertinenti norme internazionali in materia di tutela dei diritti umani, quali i principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani”.

Si registra, quindi, un vero e proprio obbligo di preimpostare le T&C in modo chiaro, comprensibile direttamente dalla progettazione (by design)dell’interfaccia.

DSA compliant: come adeguarsi alle nuove disposizioni

In altri termini, un’azienda che voglia essere DSA compliant per operare online deve necessariamente impostare interfaccia e T&C in modo armonico, se non, addirittura, contemporaneamente.

Va detto che chiarezza e trasparenza non solo una questione di linguaggio – che deve, comunque, essere reso comprensibile ed accessibile, abolendo, per quanto possibile, i tecnicismi ridondanti.

È necessario, ad esempio, che il gioco di rimandi tra un articolo ed un altro non rendano incomprensibile il testo contrattuale (le T&C sono condizioni generali di contratto); è necessario comprimere i testi per non renderli illeggibili in termini di lunghezza.

È altamente consigliato l’utilizzo di icone grafiche e, in generale, qualunque mezzo possa essere considerato utile a rendere il testo comprensibile.

Conclusioni

Gli obblighi di trasparenza del DSA sono importanti per l’utente e costituiscono una sfida per i professionisti . di solito del settore legale – che devono redigere i documenti contrattuali per le piattaforme.

Il tema del linguaggio giuridico – il famigerato giuridichese! – si pone in svariati ambito della vita quotidiana ed economica, ma impatta in modo sostanziale sull’esercizio dei diritti nel contesto dei servizi digitali.

Un testo oscuro è fonte di responsabilità per la piattaforma e, d conseguenza, lo è per il professionista: ottimo motivo per fare una riflessione sul come scrivere e, soprattutto, sul come non scrivere un testo contrattuale.


[1] Sul punto si veda, diffusamente, M. Borgobello, Manuale di Diritto della protezione dei dati personali, dei servizi e dei mercati digitali, Milano, 2023.

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