E’ passato un po’ inosservato, ma “l’atto di indirizzo per l’individuazione delle priorità politiche per l’anno 2017” sottoscritto dal ministero per la Salute il 23 settembre scorso ci dice molto sulla sanità che avremo nei prossimi tre anni.
Le macro-aree di intervento individuate nel documento programmatico sono in tutto nove e, in particolare, la quinta (“Promozione della qualità e dell’appropriatezza dell’assistenza sanitaria”) e la sesta (“Sistema informativo e statistico sanitario”), prevedono degli interventi specifici dedicati alla sanità digitale.
Come noto, nell’ambito della Conferenza del 7 luglio 2016, il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano hanno raggiunto l’intesa (rep. in atti 123/CSR) sul Patto per la sanità digitale (di seguito “Patto”) volto al conseguimento degli obiettivi di efficienza, trasparenza, e sostenibilità del SSN attraverso l’impiego sistematico dell’innovazione digitale in sanità, così come contemplato dall’art. 15, comma 1 del Patto per la Salute per gli anni 2014-2016.
A mente dell’art. 1 della citata intesa, il Patto è concepito come un piano strategico, unitario e condiviso, attraverso il quale è possibile realizzare modelli assistenziali ed organizzativi in grado di far fronte alle concrete necessità, sempre nuove e diverse, del SSN.
In tale prospettiva, come descritto nell’ambito della quinta linea di intervento dell’Atto di indirizzo, la digitalizzazione viene concepita come un’opportunità di miglioramento dell’assistenza sanitaria, nonché di crescita economica, su più versanti, attraverso: (i) l’implementazione e l’utilizzo di piattaforme e soluzioni ICT interconnesse ai vari livelli di governo in grado di garantire continuità assistenziale; (ii) adeguati livelli di care management; (iii) la deospedalizzazione, il cui scopo precipuo è l’abbattimento dei costi sanitari; (iv) l’utilizzo e la diffusione del Fascicolo Sanitario elettronico (FSE); (v) la piena cooperazione tra tutti i soggetti coinvolti nella filiera della salute e del benessere.
Tra le priorità di intervento del Patto, così come riprese nell’Atto, sono altresì annoverati tutta una serie di servizi rientranti nell’ambito della telemedicina, come il tele-salute (presa in carico del paziente cronico con trasmissione a distanza dei rispettivi parametri clinici interpretati e gestiti dai professionisti sanitari all’interno di un piano assistenziale individuale) il tele-consulto, il tele-refertazione, il tele-diagnosi, il tele-monitoraggio ed il tele-riabilitazione.
Per la realizzazione degli interventi in questione e, quindi, per la piena attuazione del Patto, le funzioni di indirizzo, coordinamento e controllo sono esercitate dalla Cabina di Regia del Nuovo Sistema Informativo Sanitario (NSIS), in raccordo con altri gruppi o comitati nazionali ed internazionali aventi tra le proprie finalità l’attuazione dell’e-Health.
Il NSIS, in virtù del patrimonio informativo di cui dispone, è lo strumento di misurazione della qualità, efficienza e appropriatezza del SSN e, proprio questo, deve garantire la diffusione di tutte le informazioni necessarie per l’individuazione delle buone pratiche in sanità. Proprio per questo, come previsto dalla sesta linea di intervento (par. 6.1) dell’Atto di indirizzo 2017, sono stati avviati appositi gruppi di lavoro di natura istituzionale con il compito di predisporre degli studi di fattibilità che si inseriscono nel processo di incremento del patrimonio dei contenuti informativi che vedrà luce attraverso l’adozione di appositi decreti ministeriali che definiranno tempistiche e modalità di rilevazione delle prestazioni erogate. Non è difficile intuire quindi il valore intrinseco del flusso informativo che fa capo alla cabina di regia NSIS nella misura in cui il dato, in quanto tale, diviene misuratore della qualità, dell’efficienza, dell’appropriatezza e del costo di ogni singola prestazione sanitaria.
Sempre nell’ambito della sesta linea di intervento (par. 6.2), particolare attenzione è dedicata al FSE in relazione al quale, in continuità con quanto previsto dal primo DPCM n. 178 del 29 settembre 2015, in attuazione, in parte qua, del D.lgs. 179/2012, è preannunciata la predisposizione di un secondo decreto per implementare i servizi connessi al FSE, anche mediante l’istituzione, in seno alla Cabina di Regia del NSIS, di un apposito tavolo tecnico di monitoraggio ed indirizzo finalizzato alla verifica dello stato di attuazione e di utilizzo del FSE presso le Regioni e le provincie autonome.
Previsioni, infine, anche a livello comunitario, in relazione al quale è contemplata la prosecuzione delle attività nell’ambito dell’e-Health Network, di cui all’art. 14 della Direttiva UE n. 24 del 9 marzo 2011 relativa cure transfrontaliere, il cui obiettivo è quello di rafforzare la continuità delle cure e garantirne un accesso sicuro e di qualità.
Nel quadro così delineato dal Ministero della Salute ben si comprende l’impatto delle azioni e, più in generale, delle strategie di innovazione digitale, sui modelli sanitari che interconnessi più che mai sono votati all’incremento dell’efficienza e della qualità delle prestazioni da garantire alla collettività.