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L’IA travolge il lavoro dei traduttori professionisti: una convivenza è possibile?



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L’uso dell’IA nelle traduzioni è in crescita, con strumenti come Google Translate e DeepL sempre più diffusi. Questo sviluppo solleva dubbi sul futuro dei traduttori professionisti. Sebbene l’IA offra velocità e convenienza, rimangono irrisolti problemi di precisione e contesto, suggerendo una possibile coesistenza con i traduttori umani

Pubblicato il 4 giu 2024

Federica De Stefani

avvocato e docente di Digital Media Law presso Università degli Studi Link



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L’intelligenza artificiale è, ormai, molto diffusa nel campo delle traduzioni.

Da Google translate a Reverso Traduzione, passando per Deepl, gli strumenti di traduzione “automatica” ai quali ci si affida per tradurre testi da una lingua all’altra stanno diventando sempre più numerosi e più utilizzati, soprattutto nelle loro versioni gratuite che, solo in alcuni casi, hanno come unico limite un numero massimo giornaliero di caratteri da poter tradurre.

Ci si chiede, quindi, se questo impiego dell’intelligenza artificiale possa portare al declino della professione del traduttore professionista, modificandola sostanzialmente o, addirittura, decretandone l’estinzione, o, al contrario, possa coesistere con la stessa, magari prevedendo solamente una rimodulazione delle attività svolte dal professionista.

Algoritmi e reti neurali per la traduzione automatica

La traduzione automatica di testi può avvenire sia attraverso l’impiego di un algoritmo basato su processi statistici, sia attraverso l’impiego di reti neurali artificiali che agiscono in modo molto simile alla mente umana.

Questi sistemi si basano su enormi database di testi in diverse lingue: maggiore è il numero di testi presenti per una determinata lingua, maggiore sarà la precisione del traduttore automatico verso quella combinazione linguistica. Bisogna infatti considerare che la traduzione avviene attraverso la scelta dei termini su base probabilistica, analizzando la ricorrenza del termine da tradurre in relazione alle parole che si trovano vicino allo stesso nella medesima frase, confrontandolo, poi, con i testi del database. Maggiore sarà la ricorrenza, maggiore sarà la probabilità che al termine venga attribuito un determinato significato.

La rilevanza statistica è quindi una parte fondamentale del processo di traduzione automatica, anche se non è possibile conoscere con esattezza la proporzione di testi nel database per le singole lingue proposte dal sistema di traduzione e, di conseguenza, la precisione per la lingua desiderata.

Se e come la traduzione automatica può sostituirsi all’attività di un traduttore “umano”

Senza addentrarci nel funzionamento tecnico, ciò che qui interessa è comprendere se, e in che termini, la traduzione automatica possa sostituirsi all’attività di un traduttore professionista.

Se da un lato, infatti, sono innegabili i vantaggi dell’utilizzo dell’IA in termini di velocità della produzione della traduzione, di disponibilità (pressoché senza limiti di tempo, 24 ore su 24, 7 giorni su 7) del servizio, di innumerevoli combinazioni linguistiche tra cui scegliere e di convenienza di prezzo rispetto al professionista, dall’altro ci sono degli aspetti che, se analizzati, non propendono così nettamente a favore dell’intelligenza artificiale.

Partendo dal presupposto che ogni traduttore automatico ha caratteristiche peculiari che andrebbero valutate prima del suo impiego, si possono comunque individuare due diverse categorie di aspetti che dovrebbero essere analizzati al fine di verificare la validità del servizio offerto e l’opportunità dell’impiego del traduttore automatico.

L’opportunità di affidarsi ad un traduttore automatico

Un primo aspetto da valutare attiene all’utilizzo dell’IA in quel determinato contesto, con quello specifico scopo: è opportuno affidarsi ad un traduttore automatico?

Non esiste una risposta univoca, dipende dalle circostanze, dalla finalità per la quale si utilizza la traduzione e dal contesto.

Così come non è possibile conoscere la proporzione di testi presenti nel database per le determinate lingue proposte, non è nemmeno possibile conoscere la tipologia di testi presenti, siano essi testi di carattere generale, testi narrativi, testi informativi o testi tecnici di settori specifici. Non si ha quindi la possibilità di comparare l’accuratezza e la precisione di questi sistemi di traduzione in relazione al settore e al contesto del testo che dobbiamo tradurre.

L’accuratezza è però un requisito fondamentale per l’attività di traduzione in quanto tradurre erroneamente un termine può cambiare il significato dell’intero testo, rendendolo incomprensibile o, peggio, veicolando un messaggio opposto al testo di partenza.

Ad esempio, se un sistema di traduzione si basa su un database di testi di carattere generico in cui un termine viene utilizzato e tradotto maggiormente nel suo significato primario, difficilmente il sistema di traduzione sarà in grado di discernere quando questo termine è invece utilizzato con il suo significato secondario, statisticamente meno rilevante (si pensi alla parola “cane” in italiano, nei suoi significati di animale ma anche di elemento delle armi da fuoco portatili).

O ancora, pensiamo al ruolo dell’ironia, alla presenza di elementi e rimandi culturali comprensibili solo da un determinato pubblico o all’utilizzo di espressioni idiomatiche molto spesso senza un reale equivalente nelle altre lingue: solo un traduttore professionista è in grado di comprendere questi elementi e di cercare la traduzione migliore nella lingua di arrivo, senza dover procedere a un’inutile traduzione letterale parola per parola che renderebbe l’output del testo incomprensibile.

Possiamo utilizzare un sistema di traduzione automatica per la traduzione di una ricetta di cucina che vogliamo realizzare per i nostri familiari? Un traduttore professionista può utilizzare l’IA per realizzare una traduzione che gli è stata affidata?

Le due ipotesi sono ben diverse tra di loro: la prima presuppone un utilizzo personale, non professionale e slegato da qualsivoglia sfruttamento economico della traduzione, quindi, in sostanza si tratta di una traduzione utilizzata esclusivamente dalla persona che ha adoperato il traduttore. Nel secondo caso, invece, l’utilizzo dell’IA si inserisce in un contesto diverso, nel quale la traduzione (del traduttore automatico) viene utilizzata nell’ambito di un rapporto professionale al quale è collegato anche un aspetto economico.

Già in questo contesto gli interrogativi sull’opportunità di utilizzare l’IA sarebbero sufficienti a far riflettere sul rapporto tra professionista e traduzione automatica, interrogativi per di più legati all’etica e alla deontologia professionale, ma si aggiunge un ulteriore aspetto, di carattere tecnico e legale.

Il funzionamento e la responsabilità

Come anticipato ogni sistema di traduzione automatica ha caratteristiche peculiari che lo differenziano dagli altri: basta leggere le condizioni di utilizzo di ciascuno di essi per capire che il meccanismo e le procedure sono differenti.

Al di là delle carenze giuridiche (soprattutto in tema di data protection) e delle incongruenze che sono state riscontrate nell’analisi dei vari sistemi (sono stati analizzati 20 esempi di traduttori automatici e di piattaforme per i traduttori) ciò che deve essere considerato è l’aspetto relativo alla responsabilità inerente al processo al quale viene sottoposto il testo da tradurre (il c.d. input) e il risultato della traduzione, ossia la qualità del testo, tradotto, che viene fornito (ossia dell’output).

Si tratta di problematiche diverse che, tuttavia, possono essere risolte con un unico strumento: il contratto.

Il traduttore professionista e l’intelligenza artificiale

È facile immaginare che il traduttore professionista sia vincolato da un dovere di riservatezza e da un divieto di diffusione delle informazioni alle quali ha accesso in ragione della sua attività.

Si pensi ad un traduttore giuridico che traduce atti e documenti contenenti dati personali o ancora ad un professionista che si confronta con testi contenenti dati aziendali riservati o segreti industriali.

È quindi possibile, per il professionista, utilizzare i sistemi di intelligenza artificiale?

Anche in questo caso non c’è una risposta valida e corretta in assoluto ed anzi, probabilmente la domanda più corretta dovrebbe essere: “quali precauzioni deve utilizzare il traduttore per poter utilizzare i sistemi di IA nello svolgimento della propria attività?”.

La stessa domanda dovrebbe essere collegata alla responsabilità del traduttore per l’impiego dell’IA, soprattutto con riferimento alla qualità della traduzione ottenuta e fornita al proprio cliente, o alla presenza di eventuali errori nel testo.

L’importanza del contratto

Partiamo dallo strumento che abbiamo anticipato essere la soluzione delle problematiche esposte, ossia il contratto.

Un contratto scritto in maniera dettagliata e specifica, anche con riferimento all’impiego degli strumenti di intelligenza artificiale, serve per poter perimetrare eventuali responsabilità, eventuali attività ammesse e quelle, al contrario, vietate.

Dal canto suo, in ogni caso, il traduttore deve aver contezza del funzionamento del sistema o della piattaforma che intende utilizzare.

Esistono sistemi di traduzione automatica che danno la possibilità al traduttore di caricare i propri glossari: si tratta di elenchi di termini suddivisi per diversi settori con le relative traduzioni nelle lingue di lavoro che sono strumenti indispensabili per i traduttori professionisti.

Questo permette al professionista di personalizzare l’output della traduzione, avendo la certezza della correttezza dei termini presenti in questi strumenti.

Questi però contengono talvolta termini da utilizzare suggeriti dal cliente stesso per mantenere una brand identity riconoscibile nella completezza del testo e nelle lingue utilizzate, ed essi, al pari delle informazioni confidenziali o dei dati personali, potrebbero essere tutelati da un vincolo di riservatezza.

Come anticipato ci sono casi in cui le condizioni di utilizzo forniscono indicazioni poco chiare e incongruenti, come per esempio il fatto che il testo inserito nel sistema di traduzione non viene utilizzato per finalità diverse, salvo poi affermare, qualche riga oltre, che i testi dei quali viene richiesta la traduzione o i file caricati nel sistema vengono utilizzati per l’implementazione dell’IA.

Il traduttore dovrà, inoltre, evitare di inserire dati personali, testi coperti da copyright o informazioni riservate e confidenziali.

Non meno importante è l’utilizzo che il traduttore dovrà fare del testo tradotto dall’IA.

Anche qualora dovesse utilizzare l’intelligenza artificiale, nei limiti del proprio contratto, la responsabilità della traduzione fornita al cliente rimarrà a carico del traduttore professionista, salva diversa (e improbabile) previsione contrattuale. Sarà pertanto necessaria una revisione e un controllo di correttezza della traduzione automatica con le correzioni di eventuali errori, con una particolare attenzione al contesto e al settore del testo da tradurre per l’accuratezza dei termini specialistici, e a eventuali riferimenti culturali o modi di dire.

Conclusioni

Lo scenario più probabile, per quanto riguarda il futuro, è quello di una coesistenza del traduttore professionista con i sistemi di traduzione automatica.

Per quanto si possano affinare le traduzioni, per quanto l’IA possa produrre traduzioni corrette e limitare al massimo gli errori, ci sono ambiti, come per esempio quello medico o quello giuridico, in cui il controllo umano, a parere di chi scrive, continuerà ad essere necessario e indispensabile per i possibili effetti che avrebbe una traduzione errata sui diritti fondamentali dell’uomo.

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