Abbiamo provato a mettere in forma grafica tutti i nodi che la trasformazione digitale dell’Italia dovrà sciogliere nel 2017. E’ emerso un quadro di estrema incertezza su numerosi punti.
La situazione è invariata rispetto a quanto scritto un mese esatto fa. Con in più qualche incertezza aggiuntiva anche sull’attuazione di Industry 4.0. La caduta del Governo aggiunge ulteriore incertezza.
· Il piano triennale che indirizza la spesa IT della pubblica amministrazione è ufficialmente in ritardo. Arriverà intorno a febbraio, a quanto si apprende da fonti vicine alla Presidenza del Consiglio, perché solo da una settimana è nelle mani di Diego Piacentini l’ultima bozza fatta dall’Agenzia per l’Italia Digitale. Bozza che comunque- a quanto risulta- il commissario intende modificare nella sostanza.
· La squadra di Piacentini non è ancora completa e solo in corso d’opera vedremo il modello di lavoro (e se funzionerà, date le poche risorse) di collaborazione con l’Agenzia. Posto che comunque, sulla carta delle norme, i poteri nelle mani del commissario sono grandi abbastanza nei confronti degli enti. Ma con la caduta del Governo e la perdita di endorsement diretto Renzi-Piacentini, il commissario difficilmente potrà esercitare la spada di damocle del commissariamento come era stata ipotizzata. Dovrà invece contare di più su un endorsement multi-stakeholder, condiviso, dal basso. Ma non è chiaro l’effettivo potere che avrà nei confronti dei ministeri (per alcuni progetti come Anpr o giustizia digitale, che sono i più rognosi) e il metodo di lavoro e collaborazione da attuare con l’Agid. Sappiamo solo, genericamente, che Agid sarà soggetto esecutore-attuatore e Piacentini quello che definirà la strategia (di concerto con il comitato d’indirizzo dell’Agid, a quanto pare).
· Mancano le regole attuative del CAD e a Palazzo Chigi si sta affermando l’idea che sarà sforata la scadenza di gennaio (prevista dal decreto per il loro arrivo). Ergo si continuerà sine die con le regole vecchie (su questo vedi uno speciale di approfondimento).
· Mancano all’appello anche i decreti attuativi del nuovo Codice degli Appalti e in questa fase di incertezza sono ritardate le gare pubbliche, necessarie all’innovazione PA.
In questa situazione quello che succederà è che nel breve periodo l’Italia continuerà a lavorare nel digitale con le vecchie regole. Una clima di stallo e stagnazione che non possiamo più permetterci.