La sempre più alta frequenza di eventi meteorologici estremi causa l’indebolimento delle catene di approvvigionamento. Inondazioni, uragani e siccità, comportano tempi di consegna più lunghi, costi più elevati e una produzione inferiore. Come le aziende possono minimizzare questi impatti? Un’ottima soluzione, secondo Economist Impact, potrebbe essere quella di sfruttare i vantaggi dell’Intelligenza Artificiale, come per esempio nella previsione della domanda o nell’ottimizzazione delle scorte.
Facendo affidamento proprio sulla tecnologia e l’intelligenza artificiale, esistono quattro azioni che le aziende possono mettere in pratica per investire in una supply chain più sostenibile e resiliente.
L’AI e la logistica inversa: ridurre i resi e gli sprechi
Il tema dei resi è sicuramente molto rilevante, sia dal punto di vista dei costi, sia dal punto di vista ambientale, soprattutto considerando che il volume medio degli stessi genera dal 3% al 9% delle emissioni di gas serra, dovute allo shopping online, al packaging e alla spedizione. Per adottare una strategia di restituzione dei resi efficiente, è bene impostare un accurato processo di reverse logistic, o logistica inversa, il cui obiettivo è elaborarli rapidamente per fidelizzare il cliente e reintrodurli nel ciclo di vendita in tempi brevi, con lo scopo di ridurre gli sprechi e aumentare la sostenibilità.
Un valido alleato per la logistica inversa può essere, ad esempio, il software di Return Management, che ha permesso a brand come Antony Morato nel settore fashion di aumentare del +30% l’ottimizzazione del processo di reso e di diminuire del -25% gli sprechi nella filiera. Il software permette di verificare la congruità della merce di cui si richiede il reso, controllando, dove necessario, la corrispondenza con quanto spedito al cliente ed eventualmente con le quantità previste dagli accordi commerciali, risolvendo alla fonte gran parte delle criticità.
Controllare con anticipo la qualità dei prodotti
Strettamente collegato al processo di reverse logistic c’è il tema del controllo qualità dei prodotti. Poter controllare in anticipo lo stato e gli eventuali difetti di produzione di un articolo, prima che venga immesso sul mercato, contribuisce a diminuire notevolmente il numero dei resi. Si attesta infatti che il tasso medio dei resi, o return rate, nell’e-commerce corrisponda in media tra il 20% e il 30% e tra le principali ragioni troviamo: taglia errata, vestibilità non corretta, prodotti difettosi o qualità non idonea. Come è possibile, quindi, controllare con anticipo la qualità dei prodotti?
I software per il controllo qualità sono progettati appositamente per ottimizzare l’intero processo di controllo qualità di produzione di un’azienda, sia presso i fornitori sia presso i centri logistici, e si stima che siano in grado di ridurre del -25% gli sprechi e del -40% il time-to-market, cioè il tempo di reperibilità di un prodotto sul mercato.
Il ruolo dell’AI nell’ottimizzazione dei trasporti
Per le aziende che operano nel settore della logistica e trasporti, il monitoraggio dei costi di trasporto è l’obiettivo centrale per poter raggiungere la sostenibilità. In base ai dati raccolti da Banca d’Italia, l’incidenza dei costi di trasporto sul valore delle merci esportate e importate dall’Italia è salita in generale per il terzo anno consecutivo rispettivamente al +3,5% e +5%. A questa tendenza si è sommato un incremento di quasi il +20% dei costi medi stradali per tonnellata, dovuto ai prezzi più elevati dei carburanti, al significativo aumento dei volumi movimentati e al rincaro dei costi di manutenzione.
Attraverso moduli di ottimizzazione proprietari e scalabili per pianificare i viaggi di ritiro e consegna delle merci, è possibile, non solo, ridurre i costi di carburante del -10%, ma anche avvicinare le aziende del settore alla transizione ecologica.
Il Passaporto Digitale dei Prodotti: un passo verso la trasparenza
Il via libera definitivo al testo del Regolamento Ecodesign impone che tutti i prodotti di abbigliamento immessi sul mercato UE debbano essere progettati per essere ecocompatibili e sostenibili. Per spingere i consumatori e le aziende a intraprendere scelte più consapevoli per l’ambiente, subentra quindi il Passaporto Digitale dei Prodotti (DPP) che risolverà i principali problemi legati all’attività di realizzazione delle etichette, come il rischio di ricevere sanzioni o blocchi alla dogana dovuti a un’errata applicazione delle norme degli specifici mercati di destinazione.
Il Passaporto Digitale dei Prodotti è già stato adottato da importanti brand nel mondo della moda come Guess, e permette, attraverso un semplice QRCode, di accedere a una pagina web in cui sono presenti tutte le informazioni del prodotto, per promuovere la sostenibilità nel comparto moda, contribuendo così alla transizione verso un’economia più circolare.
Conclusioni
In conclusione, oggi più che mai, costruire una supply chain in grado di definirsi “sostenibile” è, indubbiamente, una sfida, ma rappresenta anche una scelta etica e una strategia intelligente per il successo a lungo termine delle aziende in un contesto globale in rapida evoluzione. Oltre a ridurre l’impatto ambientale, una supply chain sostenibile permette di aiutare le aziende a conformarsi alle normative, a ridurre i costi a lungo termine e a migliorare le relazioni con gli stakeholder, gli investitori, i dipendenti e i clienti sempre più attenti alle pratiche che rispettano l’ambiente.