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Pizzetti: “Ecco il ruolo dell’Italia per fare la nuova Europa verde e digitale”



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Il 18 luglio 2024, Ursula von der Leyen ottiene la fiducia per un secondo mandato alla guida della Commissione europea. La votazione, segnata dal supporto dei verdi e dal dissenso degli eletti italiani, ha suscitato ampie discussioni. Il programma “Europe’s choice” e l’Agenda strategica 2024-2029 delineano una UE più coesa e protagonista globale. L’Italia dovrà…

Pubblicato il 23 lug 2024

Franco Pizzetti

professore emerito in diritto costituzionale, Università di Torino, ex Garante Privacy



von der leyen

L’Unione Europea si appresta a vivere una nuova era sotto la guida riconfermata di Ursula von der Leyen, il cui programma punta a rafforzare l’integrazione e la coesione tra gli Stati membri nei prossimi cinque anni.

I temi al centro dell’agenda 2024-2029 includono punti salienti come la difesa comune, una più marcata transizione verso il digitale e il verde, oltre a una serie di riforme istituzionali mirate a consolidare il ruolo dell’Europa nel contesto globale.

Per l’Italia, questo scenario rappresenta un crocevia di sfide ma anche significative opportunità di crescita e sviluppo. In questo contesto, i dettagli del documento programmatico “Europe’s Choice” emergono come fondamentali per comprendere le priorità e le direzioni future dell’Ue.

Rielezione di Ursula von der Leyen: il contesto politico

Il 18 luglio 2024 il Parlamento di Strasburgo ha dato la sua fiducia per un secondo mandato alla Presidente della Commissione Ursula von der Leyen con 401 voti su 720 aventi diritto al voto.

Gli esiti della votazione, dovuti anche al consenso espresso dai verdi e al dissenso degli eletti italiani appartenenti al partito della Presidente italiana del Consiglio hanno fatto molto discutere, dimostrando quanto ormai anche le decisioni del Parlamento europeo siano valutate con parametri politici, basati sugli schieramenti dei gruppi e sulle motivazioni di carattere politico espresse dai leaders a giustificazione delle scelte fatte.

Europe’s Choice: i punti chiave del documento programmatico

Minore attenzione invece è stata dedicata al documento programmatico presentato dalla von der Leyen intitolato Europe’s choice, il contenuto del quale è stato, ovviamente, anche alla base del discorso fatto in aula dalla candidata Presidente della Commissione.

Agenda Strategica 2024-2029: le priorità per l’Europa

Va detto subito, peraltro, che sia il documento programmatico che il discorso in Aula hanno seguito in modo puntuale il contenuto della Agenda strategica 2024-2029, approvata dal Consiglio europeo straordinario del 17-18 aprile anche se l’approvazione definitiva è stata data nella seduta del 27 giugno.

L’iter di adozione dell’Agenda strategica

L’Agenda strategica, frutto di un percorso che, iniziato il 24 giugno 2023 con una lettera del Presidente Michel sul contenuto della prossima Agenda, si è sviluppato attraverso la riunione informale dei Capi di Stato e di Governo di Granada del 6 ottobre 2023 e poi si è dipanato attraverso il Consiglio europeo del 26 e 27 ottobre 2023, le consultazioni dei leaders europei organizzate dal Presidente Michel e tenutesi con incontri di gruppi di capi di Stato e di governo a Berlino il 13 novembre 2023, a Copenaghen il 14 novembre 2023, a Zagabria il 16 novembre 2023, a Parigi il 28 novembre 2023 ,a Vilnius il 2 aprile 2024, a Bucarest il 3 aprile 2024, a Varsavia lo 11 aprile 2024, a Vienna il 12 aprile 2024. Si deve inoltre tenere conto che nel corso di questo percorso si sono tenuti anche due Consigli europei, uno il 14 e 15 dicembre 2023 3 l’altro dal 21 al 22 Marzo 2024.

Infine, l’Agenda strategica 2024-2029 è stata adottata, come già detto, dal Consiglio europeo straordinario del 17-18 aprile e 27 giugno 2024.

Le priorità dell’Agenda strategica

Nel contenuto, questa Agenda strategica indica come priorità del Consiglio:

  • la promozione e la salvaguardia dello Stato di diritto;
  • il rafforzamento della resilienza democratica e del dibattito democratico;
  • la tutela della libertà e del pluralismo dei media e della società civile;
  • la lotta alle ingerenze straniere e ai tentativi di destabilizzazione;
  • la garanzia che le grandi imprese tecnologiche garantiscano la tutela dei dibattiti democratici online;
  • la difesa della Carta delle Nazioni Unite e la promozione della pace, della giustizia e della stabilità a livello mondiale;
  • l’impegno a riformare il sistema multilaterale al fine di renderlo più inclusivo.

Difesa e sicurezza: le nuove politiche Ue

Inoltre, nel quadro di una Europa più forte e sicura la Agenda strategica 2024-2029 ha fissato le seguenti priorità del Consiglio europeo:

  • il sostegno alla Ucraina anche con riferimento alla pace e alla ricostruzione del Paese;
  • il rafforzamento della capacità della UE in termini di difesa e l’aumento della spesa e degli investimenti in questo settore;
  • la cooperazione con la NATO e gli alleati transatlantici;
  • la lotta conto la criminalità organizzata, la radicalizzazione e l’estremismo violento;
  • il rafforzamento della resilienza, della preparazione e delle capacità di prevenzione delle crisi e di risposta per proteggere i cittadini e le società dalle crisi e specificamente dalle catastrofi naturali e dalle emergenze sanitarie;
  • favorire un processo di allargamento della UE che si svolga parallelamente alle riforme interne necessarie;
  • sviluppare un approccio globale per il fenomeno delle migrazioni e modalità europee per la gestione delle frontiere.

La transizione digitale e verde secondo la nuova agenda

Inoltre, nel quadro di un’Europa prospera e competitiva il Consiglio nella Agenda strategica 2024/2029 ha indicato come priorità per la UE:

  • Lo sviluppo del mercato unico, in particolare per l’energia, la finanza e le telecomunicazioni;
  • Sforzi di investimento collettivo anche attraverso finanziamenti pubblici e privati, la Banca europea per gli investimenti e mercati europei di capitali integrati;
  • Una politica commerciale ambiziosa, solida, aperta e sostenibile
  • Le riduzione delle dipendenze dannose e la diversificazione e messa in sicurezza di catene di approvvigionamento strategiche;
  • Il miglioramento della capacità nelle tecnologie chiave quali la IA, le tecnologie a zero emissioni e i semiconduttori;
  • La transizione verde e digitale compresa una effettiva unione dell’energia e investimenti in tecnologie rivoluzionarie in Europa;
  • Un settore agricolo sostenibile e resiliente
  • Un ambiente favorevole alla innovazione e alle imprese
  • Il rafforzamento della cooperazione sanitaria
  • Investimenti comuni nelle competenze, nella formazione e nell’istruzione.

Come si vede la Agenda strategica 2024/2029 disegna una Unione Europea che va molto oltre lo sviluppo delle regole utili allo sviluppo della società digitale e dunque anche molto oltre il quadro del decennio digitale della UE che costituiva il precedente documento strategico-programmatico sia dell’Unione che del programma della prima Commissione von der Leyen.

Emerge con chiarezza infatti dalla Agenda 2024/2029 la volontà di costruire una UE non solo più coesa e integrata ma anche più capace di essere protagonista mondiale della transizione digitale in atto sia sul piano economico che su quello sociale.

L’ipotesi di una riforma dei Trattati Ue

Di più: l’Agenda strategica disegna anche una nuova Unione Europea e infatti, non a caso, nel dibattito europeo sempre più emerge fra le righe anche l’ipotesi di una riforma dei Trattati che dia alla UE istituzioni più adatte al nuovo ambizioso scenario e un sistema di governance al medesimo tempo più democratico e più capace di garantire alla UE una capacità di azione globale definita e stabile nel tempo, quale quella che è indispensabile per dare effettiva concretezza a una visione così ambiziosa e così ampia quale quella che emerge dalla Agenda programmatica 2024/2029.

Rispetto a questo quadro generale se una critica si può fare al discorso della Presidente von der Leyen non è certo quella di essere stato troppo audace ma caso mai quella di essere stato un discorso molto, troppo, cauto e più attento a ricerca del consenso di gruppi politici del Parlamento Europeo al fine di ottenere la fiducia che non a sfruttare e mettere in ordine le grandi ambizioni della Agenda e i davvero enormi impegni che essa pone sulle spalle della nuova Commissione.

L’Italia e il nuovo scenario europeo: opportunità e sfide

In questo quadro anche le discussioni già in atto sulle scelte che la Presidente farà rispetto alla nomina dei nuovi Commissari e alla ripartizione dei loro compiti appaiono, almeno nel quadro italiano, finora poco entusiasmanti.

Pare infatti che l’opinione pubblica italiana e le forze politiche guardino alla nuova Commissione e al ruolo che in essa potrà avere l’Italia con la testa girata all’indietro. Si continua a parlare, infatti, dell’Italia come di uno Stato che, in quanto Paese fondatore e terza o quarta potenza economica della UE deve avere all’interno della Commissione un adeguato riconoscimento mentre invece dovremmo capire che ormai il tema è ben più ampio e riguarda davvero il diritto e il dovere, come Italia e come sistema economico e politico italiano, di poter concorrere in modo adeguato alla costruzione della nuova Unione Europea che dalla Agenda strategica 2024/2029 emerge ancora come una statua già ben delineata nel blocco di marmo ma non ancora finita adeguatamente dallo scultore.

Visione futura dell’Ue: tra riforme istituzionali e ambizioni globali

Questo è, a mio giudizio, il vero punto: in questi anni, anche e soprattutto sulla spinta del trapasso alla nuova epoca digitale noi europei abbiamo capito che occorre costruire una nuova Europa adeguata alla nuova epoca.

Per questo nel quinquennio passato abbiamo dato tanta e giusta attenzione alla nuova regolazione digitale, non per affermare la sovranità digitale europea ma almeno la enorme capacità regolatoria della UE nel costruire questa nuova realtà e le relazioni economiche e internazionali che la caratterizzano.

Ora, col secondo quinquennio della von der Leyen si ape una nuova fase: quella di costruire concretamente la nuova Ue, adeguata alla nuova realtà digitale.

Uno sforzo, questo, al quale l’Italia non può in alcun modo restare estraneo ma per partecipare al quale occorre un forte e rapido sviluppo della capacità di progettazione sia da parte della classe politica che degli studiosi italiani dei dati e, soprattutto, un nuovo formidabile impegno delle imprese italiane operanti nel settore.

Vedremo nei prossimi mesi se saremo all’altezza di una sfida così alta

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