approfondimento

Bring your own AI, i vantaggi per le aziende e come integrare il modello



Indirizzo copiato

L’utilizzo in autonomia di tool di intelligenza artificiale da parte dei dipendenti, per valorizzare i risultati: ecco in cosa consiste il Byoai – Bring your own AI e le conseguenze per le organizzazioni

Pubblicato il 29 lug 2024

Luca Mastella

Ceo e fondatore di Learnn



openai anduril

Non è l’intelligenza artificiale in sé che ruberà all’uomo il lavoro, bensì il suo utilizzo, che permette, ad esempio, ad un competitor di essere potenzialmente più all’avanguardia e accattivante sul mercato automatizzando molti processi che sarebbero invece svolti manualmente e in tempi mediamente più lunghi. Le ricerche sembrano dare ragione a questa percezione: stando ai dati di Microsoft, infatti, il 62% dei manager italiani afferma di non voler assumere persone senza competenze in materia di AI e il 76% dei leader aziendali ha invece compreso l’importanza di adottare l’intelligenza artificiale per rimanere competitivi sul mercato.

Al contempo, però, il 50% di questi teme che la propria azienda non abbia piani specifici e strutturati per l’implementazione di questa tecnologia. I dati di queste ricerche mostrano anche l’altra faccia della medaglia: l’utilizzo di strumenti di intelligenza artificiale da parte dei dipendenti è il risultato di una loro personale iniziativa e non di un incoraggiamento proveniente dall’azienda. Questo fenomeno viene chiamato Byoai, ossia Bring your own AI tool (letteralmente, “porta/utilizza il tuo strumento AI”.

Questo avviene perché chi oggi sta utilizzando l’intelligenza artificiale a supporto del proprio lavoro ritiene che questo sia più semplice da gestire (92%), che l’AI rappresenti un grande supporto per la creatività (92%) e che aiuti a concentrarsi sulle attività più importanti, facendoli così sentire più motivati (93%).

Bring your own AI, le implicazioni

Per Bring your own AI si intende l’utilizzo in autonomia dell’intelligenza artificiale da parte dei dipendenti per massimizzare il loro impatto nell’organizzazione aziendale. Questo approccio è analogo al più noto concetto di Byod (Bring your own device), modalità secondo il quale i dipendenti utilizzano i propri dispositivi personali per scopi aziendali, come ad esempio il proprio cellulare, tablet o personal computer.

Il fenomeno del Byoai ha diversi risvolti, che possono avere effetti significativi su diversi aspetti di un’organizzazione, portando quindi con sé allo stesso tempo sia vantaggi che svantaggi. Il Byoai consente infatti ai dipendenti di utilizzare strumenti con cui hanno già dimestichezza e che possono essere più adatti alle loro esigenze specifiche.

I vantaggi

Questo può portare a una maggiore efficienza e soddisfazione sul lavoro, ma vi è altresì la possibilità che si vadano a creare difficoltà nella gestione di una varietà di strumenti e tecnologie, rendendo più complesso il supporto IT e la manutenzione da parte degli addetti dell’impresa stessa.

Ad ogni modo, se gestito correttamente, questa modalità può migliorare la sicurezza dei dati, permettendo l’uso di strumenti AI avanzati con migliori funzionalità di sicurezza, così come favorire l’innovazione e l’agilità, poiché i dipendenti possono così sperimentare e implementare nuove tecnologie rapidamente, senza dover attendere miglioramenti e sviluppi da parte dell’azienda stessa.

A livello economico, il Byoai potenzialmente contribuisce alla riduzione dei costi aziendali legati all’acquisto e alla manutenzione di strumenti AI, spostando parte dell’onere finanziario sui dipendenti. Bisogna però fare attenzione ad evitare che sorgano, in una seconda fase, costi nascosti legati alla gestione della sicurezza, alla formazione e al supporto IT.

In sintesi, il Byoai può offrire notevoli benefici in termini di flessibilità, innovazione e riduzione dei costi, richiedendo però un’attenta gestione per mitigare i potenziali rischi legati alla sicurezza, alla conformità e alla gestione dei dati. Le aziende che intendono adottare questo approccio devono quindi implementare politiche chiare e condivise, insieme a strumenti di monitoraggio capaci di supportare in modo adeguato i dipendenti per garantire che i benefici superino i potenziali rischi.

Consigli per integrare il Byoai in azienda

Le aziende, per integrare al meglio il Byoai devono formare i propri dipendenti nell’utilizzo dell’intelligenza artificiale, dedicando un budget all’acquisto di strumenti adeguati e fornendo chiare linee guida su cosa è consentito e cosa non è consentito fare.

Questo si traduce nella definizione degli strumenti e dei modelli di intelligenza artificiale che possono essere utilizzati, specificandone i criteri di sicurezza e conformità che devono soddisfare, insieme a stabilire chi può utilizzare quali strumenti e per quali scopi. Questo procedimento consente di  garantire l’accesso ai dati sensibili solo al personale autorizzato, minimizzando così il rischio di attacchi malevoli dall’esterno. Particolarmente consigliate per le aziende possono essere alcune valutazioni regolari del rischio, per assicurarsi che l’uso di AI personale sia conforme alle normative locali e internazionali sulla privacy e la protezione dei dati, ma anche valutazioni riguardo le prestazioni degli strumenti AI utilizzati dai dipendenti per assicurarsi che soddisfino le aspettative aziendali.

L’importanza dei feedback

Ultimo consiglio, non per importanza, rimane quello di raccogliere feedback continui dai propri dipendenti sull’uso degli strumenti di intelligenza artificiale che in autonomia utilizzano, così da identificare le aree di miglioramento volte a ottimizzare le politiche Byoai. Con una gestione attenta e un supporto adeguato, infatti, le aziende possono così trasformare il Byoai in un vantaggio competitivo significativo, permettendo loro di sfruttare al meglio le potenzialità dell’intelligenza artificiale e facendo crescere in questo modo tutta l’azienda stessa.


EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Analisi
Video
Iniziative
Social
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati

Articolo 1 di 3