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Commercialisti, quale futuro per la professione con AI e digitalizzazione



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Una survey su scala nazionale realizzata dall’Associazione nazionale commercialisti e dalla società di consulenza Alavie indaga l’evoluzione del ruolo dei commercialisti tra compliance e innovazione: vediamo se i professionisti sono già pronti a un cambio di passo

Pubblicato il 30 lug 2024

Carla Fantoni

direttrice marketing Alavie



fattura elettronica, commercialisti, documenti digitali

I commercialisti italiani si trovano ad affrontare un panorama complesso e in continua evoluzione, caratterizzato da normative sempre più stringenti sia a livello nazionale che europeo. Temi caldi sono il registro del titolare effettivo, la dichiarazione degli adeguati assetti per la gestione delle crisi d’impresa e la definizione dei rischi e delle opportunità legati a digitalizzazione, cybersecurity e impatto dell’Intelligenza artificiale. Sfide sempre più complesse, che richiedono agli Studi professionali di essere proattivi e aperti alle novità.

In questo contesto, L’Associazione nazionale commercialisti, in collaborazione con la società di consulenza Alavie, ha condotto un’indagine che ha fatto luce su come gli studi dei commercialisti italiani affrontino la complessità degli adempimenti normativi. La survey, intitolata “Professionisti e compliance: attività, strumenti, evoluzioni”, ha coinvolto circa 300 professionisti da tutta Italia, esplorando le modalità e gli strumenti per raggiungere la conformità normativa e il livello di fiducia nelle nuove tecnologie, dalla digitalizzazione all’Ai.

Poco tempo e caos normativo: gli ostacoli alla conformità

L’indagine ha evidenziato che i principali ostacoli percepiti dai professionisti sono tempo e normative poco chiare. L’80% dei commercialisti considera infatti la mancanza di tempo come il principale freno al raggiungimento della compliance. Un dato che evidenzia la necessità di ottimizzare i processi e di ridurre le attività manuali attraverso l’adozione di strumenti digitali. Inoltre, il 63% degli intervistati ritiene che le normative siano poco chiare, a conferma dell’importanza di una formazione continua e di una spinta verso la semplificazione burocratica.

“Quali sono i principali ostacoli all’adeguamento del tuo studio” – Survey ANC e Alavie

Nonostante le difficoltà, i commercialisti dimostrano impegno e capacità di adattamento: oltre il 90% ritiene di avere un sistema adeguato o parzialmente adeguato per garantire la conformità delle proprie attività. I livelli di conformità percepiti dagli studi per i principali adempimenti sono medio-alti, con la sicurezza sul lavoro (74%), l’antiriciclaggio (72%) e il GDPR e la privacy (71%) in cima alla lista. Seguono la cybersecurity (59%) e la certificazione secondo gli standard ISO (10%).

Inoltre, i partecipanti hanno dichiarato che gli adempimenti normativi per i quali i loro Studi forniscono un elevato grado di consulenza ai clienti sono, in quest’ordine, Adeguati Assetti (46%), Antiriciclaggio (45%), Privacy (25%), Modello Organizzativo (21%), Sicurezza sul Lavoro (16%) e Whistleblowing (8%).

Antiriciclaggio, una sfida complessa

La normativa antiriciclaggio emerge come una delle aree più critiche per i commercialisti. Una sfida particolarmente complessa, soprattutto per quanto riguarda le procedure di controllo costante (68%) e la valutazione del rischio dei clienti (59%). La maggior parte degli intervistati (62%) ha già adottato strumenti digitali, abbandonando la gestione cartacea in favore di software e sistemi in cloud. Un dato che suggerisce una tendenza positiva verso la modernizzazione dei processi di compliance: i commercialisti riconoscono dunque il potenziale della digitalizzazione per semplificare questi processi, ridurre le attività manuali e migliorare l’efficienza.

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Didascalia: “Quali tra queste procedure antiriciclaggio ritieni che siano maggiormente dispendiose in termini di tempo e risorse?” – Survey ANC e Alavie

Digitalizzazione e AI, priorità per la crescita

Il 92% del campione considera la digitalizzazione una leva fondamentale per semplificare e snellire le operazioni. Gli studi stanno adottando principalmente software in cloud (55%), firma elettronica (45%), sistemi di videoconferenza (38%), piattaforme digitali per la gestione dell’antiriciclaggio (36%) e piattaforme di e-learning (34%). Anche la fiducia nell’intelligenza artificiale è alta: il 73% degli intervistati ritiene che possa essere utile in studio, soprattutto per ottimizzare tempi e risorse (79%) e per cercare informazioni in tempo reale (79%). Attualmente, il 12% del campione ha già adottato soluzioni basate sull’intelligenza artificiale, e il 35% intende farlo nei prossimi 12-24 mesi. Dati che confermano la predisposizione dei commercialisti all’innovazione e la loro capacità di cogliere le opportunità offerte dalle nuove tecnologie.

“In quali ambiti ritieni che l’intelligenza artificiale sia più utile nel tuo studio” – Survey ANC e Alavie

Conclusioni

L’indagine rivela una consapevolezza diffusa tra i commercialisti riguardo l’importanza sia della compliance, sia della digitalizzazione come strumento chiave per garantire la conformità normativa e migliorare l’efficienza operativa.

Abbracciando la trasformazione digitale e investendo in strumenti digitali come software e soluzioni di intelligenza artificiale, non solo saranno in grado di soddisfare le crescenti esigenze di conformità normativa, ma potranno anche assumere un ruolo centrale nel supportare le imprese italiane nel loro percorso di crescita e successo nell’era digitale. Questo permetterà ai commercialisti di rafforzare la propria posizione di consulenti strategici di riferimento per le aziende italiane, guidandole verso un futuro più efficiente, digitalizzato e sostenibile.

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