Gli ultimi due decenni hanno visto i policymaker e i city manager rivolgersi sempre di più alle tecnologie digitali per affrontare le sfide della gestione urbana, per trovare soluzioni ai problemi ambientali nelle città, nonché per aumentare la soddisfazione e il benessere dei cittadini modellando i contesti intelligenti o “smart”.
L’intelligenza, entro i confini della città
Il termine “città intelligente” o “smart city” identifica solitamente le città che utilizzano dati e tecnologie per creare efficienza, incentivi alla sostenibilità, sviluppo economico, abilitando il miglioramento della qualità della vita e l’inclusività per i cittadini (Giffinger et al. 2007; Chourabi et al., 2012; Gil-Garcia et al., 2015).
Ciò significa che una delle caratteristiche principali della città intelligente è la digitalizzazione dei servizi disponibili per i cittadini e per le infrastrutture urbane, l’implementazione di reti di telecomunicazioni a banda ultra-larga (fibra ottica e 5G), di sistemi di trasporto intelligenti e di infrastrutture energetiche efficienti.
Il topic delle smart city mostra una crescita costante nel dibattito scientifico (Boulanger, 2022; da Silva Tomadon et al. 2024) e si riflette anche nelle iniziative dell’Unione Europea (UE) a favore dello sviluppo delle città intelligenti (New European Bauhaus, Smart Cities Marketplace, Urban Agenda for the EU, Covenant of Mayors for Climate and Energy etc); infatti, secondo le statistiche della World Bank dell’anno 2023, circa il 76% della popolazione europea vive in un contesto urbano e merita i migliori condizioni della vita[1]. Nel complesso, gli sforzi interdisciplinari delle iniziative dell’UE sul campo della intelligenza urbana mirano a creare buone pratiche multidimensionali fornendo i finanziamenti per costruire le città intelligenti in Europa.
Il concetto di smartness oltre i confini cittadini
Nonostante questo trend appena illustrato, i territori al di fuori dell’ambiente urbano non possono essere trascurati, poiché le persone che vivono nelle aree non urbane meritano la stessa qualità di vita degli abitanti delle città e per questo motivo gli incentivi allo sviluppo regionale sono ampiamente adottati dalle organizzazioni internazionali (ONU, OCSE, UE) e dai governi nazionali nel mondo. Queste iniziative seguono l’agenda delle ONU sugli obiettivi di sviluppo sostenibile (The 2030 Agenda for Sustainable Development) e si concentrano principalmente sulle caratteristiche territoriali specifiche fornendo le strategie di investimento specifiche con lo scopo di promuovere l’attrattività dei territori fuori dai contesti urbani.
Gli accordi di coesione tra Ue e Stati membri
In particolare, la Commissione Europea ha stabilito gli accordi di partenariato con ciascun Stato membro dell’UE (Cohesion Policy Partnership Agreement) con lo scopo di adottare le soluzioni alle sfide socioeconomiche particolari delle regioni per migliorare la qualità della vita della popolazione. L’accordo di partenariato per la politica di coesione in vigore tra la Commissione Europea e l’Italia per il periodo 2021-2027 è stato adottato nel 2022[2]. Secondo l’accordo, l’Italia riceverà 42,7 miliardi di euro dall’UE nel settennio ed insieme con la dotazione nazionale investirà circa 75 miliardi di euro della promozione dello sviluppo economico e sociale dei territori ed in particolare delle regioni meridionali del Paese.
Altre iniziative di sviluppo regionale
Altre iniziative di sviluppo regionale adottate in Italia negli ultimi anni sono:
- Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza[3], che stanzia circa 82 miliardi di euro per lo sviluppo delle regioni del Mezzogiorno;
- La Strategia Nazionale per le Aree Interne[4] che è una politica nazionale con lo scopo di promuovere lo sviluppo dei luoghi remoti dell’Italia per offrire le migliori condizioni di vita ai residenti e stimolare le opportunità per le attività innovative;
- L’iniziativa Zone Economiche Speciali[5], istituita nel 2017 per rilanciare la crescita del Sud Italia facilitando l’attività imprenditoriale;
- I Contratti Istituzionali di Sviluppo[6], ovvero gli accordi tra Ministeri, Regioni ed enti attuatori per l’accelerazione della realizzazione di infrastrutture strategiche;
- Il Sistema Conti Pubblici Territoriali[7], che ha lo scopo di misurare e analizzare i flussi finanziari delle entrate e delle spese delle pubbliche amministrazioni e di tutti gli enti del settore pubblico;
- Smart Specialization Strategy (S3)[8] – si tratta di una strategia di sviluppo regionale che prevede l’evidenziazione dei principali punti di forza della regione (specialization areas) e il loro ulteriore sviluppo applicando bottom-up approach;
- Il Piano Sud 2030[9] è un piano di investimenti finalizzato allo sviluppo del Mezzogiorno connesso, inclusivo, innovativo e verde.
In che modo il concetto di territorio intelligente può aiutare lo sviluppo regionale
Per sostenere le iniziative di sviluppo regionale stiamo proponendo un concetto tanto semplice quanto nuovo in termini di policy e di letteratura che va oltre il concetto di smart city, ovvero quello di “smart territory “ o “territorio intelligente” che potrebbe implementare i vantaggi del modello di città intelligente e aiutare a sviluppare i territori fuori città nel modo più sostenibile. Dal punto di vista della divisione amministrativa, definiamo territorio intelligente come un insieme di unità amministrative di terzo livello (third-level administrative units); in Italia tali unità sono le municipalità. I cittadini di ciascun municipio dovrebbero godere delle condizioni di vita a disposizione dei residenti delle smart city.
Esternalizzare i servizi intelligenti dai territori vicini
Tuttavia, una città intelligente è un ecosistema completamente indipendente mentre le municipalità al di fuori dei confini urbani non possono sempre permettersi tutte le infrastrutture e i servizi intelligenti necessari; in questo caso i comuni possono esternalizzare i servizi intelligenti dai territori vicini fornendo migliori condizioni di vita ai residenti e diffondendo il concetto di “smartness” in tutta la regione.
Il modello di smart city elaborato da Van der Hoogen et al. (2019), che comprende nove dimensioni intelligenti, è stato adottato per formulare il nostro concetto del territorio intelligente; le dimensioni ovvero le caratteristiche smart delle città intelligenti riportate al concetto dei territori intelligenti definite nello studio sopra menzionato sono:
- smart economy,
- smart technology and ICT infrastructure,
- smart environment,
- smart mobility,
- smart people,
- smart governance,
- smart living,
- smart organization,
- smart policy.
Ogni dimensione intelligente è composta da questi componenti; come menzionato in precedenza, i territori che vogliono diventare smart non sono sempre in grado di dispiegare tutte queste capacità sul territorio e ciò accade per diversi motivi, tuttavia, i territori devono poter avere accesso alle componenti smart per fornire ai propri residenti le migliori condizioni di vita.
La mappatura di queste dimensioni e componenti sul territorio intelligente (fig.1) è un punto di partenza per lo sviluppo del concetto (Gorelova et al., 2024). Rimane tuttavia aperta la questione circa la distanza alla quale dovrebbero essere collocate le necessarie infrastrutture intelligenti per considerare il territorio come “smart”. Aspettiamo la discussione su questo tema a livello accademico, politico-amministrativo e manageriale nel prossimo futuro.
Figura 1. Il quadro concettuale del territorio intelligente
Conclusioni
Nel complesso, i policymaker dovrebbero porre maggiore attenzione alle condizioni di vita dei residenti al di fuori dei confini urbani utilizzando le migliori pratiche del settore delle città intelligenti e incentivando lo sviluppo di modelli e piattaforme di servizio federate.
In tal modo, la struttura dettagliata del territorio intelligente potrebbe essere estesa a livello globale su territori diversi per dimensioni e caratteristiche abilitando il trasferimento di tutti i vantaggi posseduti dai residenti delle città intelligenti anche al resto della popolazione.
Note e bibliografia
Boulanger, S.O.M. (2022) The Roadmap to Smart Cities: A Bibliometric Literature Review on Smart Cities’ Trends before and after the COVID-19 Pandemic. Energies, 15(24), 9326
Chourabi H., Nam T., Gil-Garcia J.R., Mellouli S., Nahon K., Pardo T.A., Jochen H. (2012) Understanding Smart Cities: An Integrative Framework. 45th Hawaii International Conference on System Sciences.
da Silva Tomadon, L., do Couto, E.V., de Vries, W.T., Moretto, Y. (2024) Smart city and sustainability indicators: a bibliometric literature review. Discover Sustainability, 5(1), 143
Giffinger, R., Fertner, C., Kramar, H., Kalasek, R., Pichler-Milanovi N., & Meijers, E. (2007). Smart Cities: Ranking of European Medium-Sized Cities. Vienna, Austria: Centre of Regional Science (SRF), Vienna University of Technology
Gil-Garcia J.R., Pardo T.A., Nam T., (2015) What makes a city smart? Identifying core components and proposing an integrative and comprehensive conceptualization, Information Polity, 20(1), pp. 61-87
Gorelova I., Bellini F., D’Ascenzo F. (2024) Understanding smart territories: A conceptual framework. Cities 152, 105146 https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0264275124003603
Van der Hoogen, A., Scholtz B., Calitz A. (2019). A Smart City Stakeholder Classification Model. 2019. Paper presented at Conference on Information Communications Technology and Society (ICTAS), Durban, South Africa, March 6–8.
[1] https://data.worldbank.org/indicator/SP.URB.TOTL.IN.ZS?locations=EU
[2] EU Cohesion Policy: €42.7 billion to Italy (europa.eu)
[3] https://www.mef.gov.it/focus/Il-Piano-Nazionale-di-Ripresa-e-Resilienza-PNRR/
[4] https://www.agenziacoesione.gov.it/strategia-nazionale-aree-interne/
[5] https://www.agenziacoesione.gov.it/zes-zone-economiche-speciali/
[6] https://www.ministroperilsud.gov.it/it/approfondimenti/cis-contratti-istituzionali-di-sviluppo/cosa-sono/
[7] https://www.agenziacoesione.gov.it/sistema-conti-pubblici-territoriali/
[8] https://www.ministroperilsud.gov.it/media/2003/pianosud2030_documento.pdf
[9] https://www.ministroperilsud.gov.it/media/2003/pianosud2030_documento.pdf