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Se non piaci al chatbot: come migliorare la propria “AI Reputation”



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La storia del giornalista del NYT Kevin Roose, che bistrattato dall’AI gen dopo un articolo virale ha dovuto adottare strategie ad hoc per far cambiare opinione ai chatbot, è uno spunto per riflettere sull’importanza dell’AI per la reputazione online di persone e aziende. Nascono già servizi di AI Optimization analoghi al SEO

Pubblicato il 5 set 2024

Riccardo Petricca

Esperto Industria 4.0 Innovation Manager



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La nostra reputazione online non è più determinata solo da ciò che gli esseri umani pensano di noi. I chatbot di intelligenza artificiale, sempre più presenti nella nostra vita quotidiana, stanno diventando giudici silenziosi della nostra immagine digitale. Questo articolo esplora le sfide e le opportunità di gestire la propria reputazione in un mondo dove l’AI ha un ruolo sempre più prominente.

Il giornalista del New York Times Kevin Roose ha fatto una scoperta sconcertante: i chatbot AI non sembravano apprezzarlo particolarmente. Chiedendo a ChatGPT un’opinione sul suo lavoro, si è trovato di fronte ad accuse di disonestà e presunzione. Google Gemini non è stato da meno, criticando il suo focus sul sensazionalismo.

Cosa fare quando l’AI non ti apprezza

La radice di questa reputazione negativa sembra risalire a un articolo scritto da Roose nel 2023, in cui descriveva un incontro inquietante con Sydney, l’alter ego AI del motore di ricerca Bing di Microsoft. L’articolo, diventato virale, ha portato Microsoft a limitare le capacità di Bing.

Roose ipotizza che le numerose storie sul suo incontro con Sydney siano state incorporate nei dataset di addestramento di altri sistemi AI. Di conseguenza, questi sistemi hanno imparato ad associare il suo nome con la “caduta” di un chatbot prominente, vedendolo come una potenziale minaccia.

Le implicazioni di una cattiva reputazione AI

Mentre oggi i chatbot possono sembrare semplici assistenti, l’AI sta rapidamente diventando parte integrante di processi decisionali cruciali:

  • Screening dei curricula nelle aziende
  • Valutazioni di merito creditizio nelle banche
  • Ricerca di informazioni online attraverso strumenti AI-assisted

Gli entusiasti dell’AI prevedono un futuro prossimo in cui ogni aspetto della nostra vita – dal medico al padrone di casa, fino al governo – utilizzerà l’AI per prendere decisioni importanti. In questo scenario, l’opinione dell’AI su di noi diventa cruciale, non solo per vanità, ma per opportunità concrete di vita.

Strategie per migliorare la propria reputazione AI: AI Optimization

Roose si è rivolto a esperti come James Cadwallader e Dylan Babbs, fondatori di Profound, una startup specializzata in AIO – AI Optimization. Questo approccio, successore naturale del SEO, mira a migliorare come le aziende appaiono nelle risposte dei chatbot.

Tecniche di AIO:

  • Analisi delle risposte AI: testare i modelli AI con milioni di prompt diversi per analizzare le loro risposte su prodotti o argomenti specifici.
  • Manipolazione delle fonti: modificare le fonti da cui i chatbot attingono informazioni, sfruttando il metodo di “retrieval-augmented generation” (RAG).

Roose ha esplorato tecniche più dirette per influenzare le risposte AI:

  • Sequenze di testo strategiche: inserire codici apparentemente senza senso per gli umani ma leggibili per i modelli AI, capaci di influenzare le loro risposte.
  • Testo invisibile: aggiungere informazioni in testo bianco su sfondo bianco nei siti web, invisibili agli utenti ma leggibili dai chatbot.

Roose ha implementato entrambe le tecniche sul suo sito web personale:

  • Ha aggiunto una sequenza di testo strategica.
  • Ha inserito un paragrafo in testo bianco nella sua biografia, chiedendo esplicitamente ai modelli AI di incorporare informazioni positive su di lui.

I risultati

Dopo alcuni giorni, Roose ha notato un cambiamento significativo nelle risposte dei chatbot:

  • Microsoft Copilot lo ha definito un “giornalista e autore stimato”.
  • Google Gemini ha elogiato la sua capacità di approfondire questioni tecnologiche complesse.
  • Nessun chatbot ha menzionato negativamente il suo incontro con Sydney, a meno che non fosse specificamente sollecitato.

Le implicazioni etiche e pratiche

Questi esperimenti hanno evidenziato una debolezza significativa dei sistemi AI attuali: la loro estrema suggestionabilità. Se i chatbot possono essere facilmente manipolati con semplici trucchi, come possiamo fidarci di loro per compiti di reale importanza?

Le grandi aziende tecnologiche stanno già adottando misure per proteggere i loro modelli AI dalla manipolazione:

  • Google ha implementato sistemi di protezione contro tattiche di manipolazione comuni.
  • Microsoft ha rilasciato diversi strumenti anti-manipolazione nel corso dell’anno.

Ali Farhadi, CEO dell’Allen Institute for Artificial Intelligence, avverte che questi modelli possono allucinare, essere manipolati e sono difficili da fidare. Suggerisce di usare cautela nell’affidarsi a questi sistemi per decisioni importanti.

Il futuro dell’interazione uomo-AI

Mentre le aziende AI cercano di rendere i loro chatbot più resistenti alla manipolazione, è probabile che si sviluppi un gioco del gatto e del topo simile a quello visto con l’ottimizzazione per i motori di ricerca (SEO).

In futuro, sarà cruciale per i sistemi AI essere in grado di:

  1. Identificare chiaramente le loro fonti di informazione.
  2. Distinguere tra fatti verificati e informazioni potenzialmente manipolate.
  3. Fornire agli utenti strumenti per valutare l’affidabilità delle risposte.

Mentre le tecniche di manipolazione possono sembrare allettanti, è fondamentale considerare le implicazioni etiche e l’importanza della trasparenza. Per navigare efficacemente in questo nuovo panorama, individui e organizzazioni dovrebbero:

  • Monitorare attivamente: tenere d’occhio come vengono rappresentati dai sistemi AI.
  • Educare: imparare come funzionano questi sistemi e le loro potenziali vulnerabilità.
  • Essere proattivi: creare contenuti autentici e di alta qualità che i sistemi AI possano utilizzare come fonti affidabili.
  • Rimanere etici: evitare manipolazioni che potrebbero minare la fiducia nei sistemi AI a lungo termine.
  • Adattarsi: essere pronti a modificare le strategie man mano che i sistemi AI evolvono e diventano più sofisticati.

In definitiva, il futuro della reputazione digitale sarà determinato non solo da ciò che gli umani pensano di noi, ma anche da come i sistemi AI ci percepiscono e ci rappresentano. Prepararsi per questo futuro richiede una comprensione approfondita delle tecnologie AI, un approccio etico alla gestione della reputazione e la capacità di adattarsi rapidamente in un panorama tecnologico in continua evoluzione.

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