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Istruzione tecnico-professionale, cosa cambia con la riforma: lo scenario



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La riforma della filiera tecnico-professionale ha l’obiettivo di fornire competenze di alto livello agli studenti, con il supporto delle imprese, per ridurre il gap tra domanda e offerta nel mercato del lavoro

Pubblicato il 12 set 2024

Rossella Rizzatto

Dirigente Scolastico Liceo Artistico "G. Sello" di Udine



futuro sostenibile

Rimane acceso il dibattito sul tema relativo alla riforma della filiera tecnico-professionale che la Camera ha approvato proprio nei giorni scorsi, riforma che collega i quattro anni dell’istruzione superiore ai percorsi biennali di alta specializzazione (ITS) già approvati dal Senato il 31 gennaio 2024. La soddisfazione per il risultato raggiunto è stata espressa nella dichiarazione del Ministro Valditara: “Con la nuova filiera tecnico-professionale costruiamo un canale di istruzione di serie A, in grado di dare una solida formazione ai nostri ragazzi, secondo programmi fortemente innovativi, che assicureranno competenze teoriche e pratiche di qualità, anche grazie al contributo delle imprese”.

Di fatto, l’obiettivo principale di questa riforma è quello di favorire la costruzione di un solido futuro per i giovani, soprattutto attraverso lo sviluppo di specifiche competenze con un sistema di orientamento allineato alle attitudini di ognuno capace di garantire la competitività del sistema produttivo creando  specifiche professionalità di difficile reperimento sul mercato del lavoro.

Il problema dello skill mismatch

Ci troviamo in un periodo in cui l’industria delle competenze necessita da un lato, di personale altamente specializzato, mentre dall’altro, nutre grande interesse per i processi di innovazione e di sperimentazione. Allo stesso tempo, il mondo del lavoro viaggia velocemente perché ha fretta di inserire i giovani nell’ambito aziendale. Grazie ai percorsi ITS i ragazzi non accedono alla vita lavorativa senza conoscenze adeguate, poiché il biennio nell’ITS prevede un’accentuata integrazione degli studenti con la vita attiva aziendale e un potenziamento delle loro competenze tecnologiche da cuitraggono beneficio anche i lavoratori già inseriti nell’azienda.

Una vera e propria contaminazione tra la scuola e i settori produttivi del territorio che avranno l’opportunità di stipulare accordi dedicati con le Regioni, con gli Uffici Scolastici di riferimento nei quali saranno  includese le fondazioni ITS, le Università e ogni altro soggetto pubblico o privato interessato all’ampliamento dell’offerta formativa dei percorsi scolastici.

La stabilità della collaborazione tra il mondo scolastico e quello imprenditoriale è una vera risorsa perché per mezzo di essa viene riconosciuto il ruolo educativo delle aziende che diventano loro partner, integrando nella progettazione didattica il know how di chi si confronta quotidianamente con le sfide della globalità.

L’impatto delle transizioni ecologica e digitale

Di ciò si è dato ampio risalto durante la seconda sessione della Riunione dei Ministri dell’Istruzione G7 tenutasi nella città di Trieste dal 27 al 29 giugno 2024, nella seduta dedicata  alla valorizzazione di un’istruzione innovativa che consenta di ridurre il divario tra le competenze disponibili e quelle richieste dal mercato del lavoro – nel nostro Paese il gap riguarda il 38% della popolazione lavorativa e raggiunge oltre il 40% delle professioni ad alta specializzazione – sostenendo i giovani nell’ottenimento di un’ampia serie di competenze e lo sviluppo della mentalità necessaria per affrontare sia la sostenibilità chee la transizione verde e quella digitale, considerando che le dinamiche occupazionali nel mercato del lavoro europeo e italiano sono strettamente connesse con la sostenibilità ambientale, energetica e climatica, linee guida queste che sono fortemente ssotenute dall’Unione Europea.

Infatti, è importante comprendere che la trasformazione ecologica e digitale rappresentano elementi chiave della dinamica occupazionale per il prossimo decennio e, quindi, essa richiede da parte delle filiere formative precise misure di supporto e di accompagnamento affinché gli apprendimenti degli occupati risultino adeguati alle richieste imprenditoriali.

Riforma istruzione tecnico-professionale: gli highlights

Queste, invece, sono le novità principali della riforma dell’istruzione tecnico-professionale.

  • “Grazie al modello 4+2, gli studenti dei percorsi quadriennali potranno accedere direttamente ai corsi degli ITS Academy. In alternativa, il percorso quadriennale conferisce un titolo di studio spendibile nel mondo del lavoro al pari di un diploma quinquennale che consente loro di iscriversi all’Università. Vengono istituiti i “campus”, reti (territoriali) che collegano l’offerta didattica degli Istituti tecnici e professionali, degli ITS Academy e dei centri di formazione professionale (i centri di formazione professionale, le università e le imprese).” I campus nascono con precisi obiettivi, ovvero quelli di integrare e di ampliare l’offerta formativa, promuovere l’innovazione didattica e favorire l’orientamento e l’inserimento dei ragazzi nel mondo del lavoro;
  • “La qualità del percorso d’istruzione dei ragazzi è garantita con una maggiore interazione con il mondo del lavoro e la presenza di esperti provenienti dalle imprese per coprire competenze che non sono presenti tra i docenti.”;
  • “Sono potenziati lo studio delle materie STEM, delle lingue, la didattica laboratoriale e i Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento (PCTO).”;
  • “Gli istituti potranno riservare quote orarie da destinare ad attività legate al territorio.”;
  • “Gli organici dei docenti restano invariati, consentendo il potenziamento dello studio delle discipline nel quadriennio”.

Conclusione

Se con la nuova riforma del settore scolastico l’ambito dell’istruzione tecnico-professionale nel nostro Paese sta per produrre un cambiamento significativo in quanto risulta indifferibile programmare azioni integrate al fine di fare fronte al tema delle competenze di difficile reperimento da parte delle imprese – così come nuovamente evidenziato dall’annuale indagine 2024 di Confindustria sul lavoro – diventa cruciale, per l’efficacia degli obiettivi a medio e lungo termine, implementare le risorse allocate con nuovi strumenti normativi affinché ci sia un costante adeguamento del segmento dell’ istruzione alle sfide dell’industria moderna.

I giovani, per affrontare il mondo del lavoro con successo, necessitano certamente di possedere specifiche competenze, ma preferiscono inserirsi in quegli ambienti di lavoro che li facciano sentire partecipi e che diano loro la possibilità di realizzare le proprie ambizioni professionali a garanzia di un futuro di crescita professionale e di stabilità economica.

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