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IA, partner o sostituto? Verso un nuovo ruolo per l’uomo nel lavoro



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Le intelligenze artificiali stanno rivoluzionando vari settori, superando le capacità umane in diverse aree. Tuttavia, il loro impatto sul mondo del lavoro e le implicazioni etiche sollevano interrogativi importanti. Una partnership uomo-IA potrebbe amplificare le competenze umane, ma resta cruciale affrontare criticità come bias e trasparenza algoritmica

Pubblicato il 16 set 2024



intelligenza artificiale lavoro

Uno dei temi ricorrenti quando si parla di intelligenza artificiale (IA) è se queste tecnologie soppianteranno l’uomo. Non ci riferiamo a scenari apocalittici come quelli descritti in alcuni famosi film, ma piuttosto al mondo del lavoro e, più in generale, alle specifiche capacità umane.

L’IA e le nostre convinzioni sulle capacità umane

Secondo un’indagine di OurWorldinData, già nel 2020 alcune Intelligenze Artificiali superavano le prestazioni umane in vari ambiti, come il riconoscimento delle immagini, del parlato e la lettura, come illustrato nel grafico seguente. Immagine che contiene testo, schermata, linea, diagrammaDescrizione generata automaticamente

Come è accaduto con altre tecnologie in passato, le Intelligenze Artificiali, e in particolare le Intelligenze Artificiali Generative (GenAI, come ChatGPT), hanno messo in discussione molte delle nostre convinzioni sulle capacità umane, soprattutto l’idea che non ci sia nulla di più “intelligente” di noi. Inoltre, oggi possiamo affermare che non esiste un settore in cui le IA non abbiano fatto la loro comparsa, aprendo a innumerevoli opportunità nei campi della sanità, dell’industria, della finanza, della pubblicità e in molti altri ancora.

L’impatto delle IA sul mondo del lavoro

Oltre al dibattito su quanto le IA siano più intelligenti dell’uomo, c’è anche la questione dell’impatto sul mondo del lavoro. Se, quanto e quando le IA e l’automazione raggiunta da certi robot sostituiranno l’uomo in molti degli attuali lavori è una domanda centrale in questo contesto.

Prima di procedere oltre, è utile mettere in luce un implicito che spesso accompagna questa/e domanda/e: l’idea che l’Intelligenza Artificiale abbia una qualche forma di libero arbitrio. Come se lo strumento avesse una qualche coscienza e un piano segreto per sostituire l’uomo. Il “pericolo” di accettare questo presupposto è che si rischia di spostare il focus dall’essere umano allo strumento.

Negli ultimi anni, le IA generative hanno attirato molta attenzione per le loro potenzialità, ma è importante ricordare che senza un input umano (prompt) non accade nulla. Un ulteriore effetto del dare per scontato l’implicito di cui sopra è che si perdono di vista le vere criticità che tutt’oggi persistono nelle IA, come i bias o la poca trasparenza degli algoritmi. Inoltre, si rischia di incolpare lo strumento per eventuali effetti negativi, distogliendo l’attenzione dall’utente che lo utilizza.

Automatizzazione e responsabilità: l’esempio di Xiaomi

Senza dubbio, le IA generative hanno raggiunto capacità senza precedenti nella produzione di immagini, testi, video e altro ancora. Queste capacità possono sorprendere e stupire, ma anche generare preoccupazione ed evitamento. Come accennato all’inizio, uno dei temi ricorrenti è la preoccupazione che le IA possano soppiantare l’essere umano in molti ambiti lavorativi.

Una domanda più che lecita, soprattutto alla luce dei livelli di automazione raggiunti e del fatto che alcune società hanno scelto di sostituire completamente la forza lavoro umana, almeno nei processi chiave. Un caso emblematico è quello di Xiaomi, che ha costruito una fabbrica totalmente automatizzata per la produzione di cellulari [1]. Questo progetto segue una sperimentazione avviata dalla stessa Xiaomi alcuni anni fa, che ha evidentemente dimostrato la fattibilità di affidare a robot e IA l’intera produzione di smartphone.

Se restiamo su questo però rischiamo di non cogliere il nocciolo della questione.

Il potere e la responsabilità dell’IA

In un famoso film, un personaggio pronuncia queste parole: “da un grande potere derivano grandi responsabilità”. Forse la questione riguarda proprio il “potere” che le IA possono conferire all’uomo grazie alle loro capacità e la “responsabilità” che noi dobbiamo avere nell’utilizzarle.

Nel report dell’IBM pubblicato nel 2023, intitolato “Augmented Work for an Automated, AI-Driven World”, si legge questa sintesi: “L’intelligenza artificiale sta inaugurando l’era della forza lavoro aumentata, in cui le partnership uomo-macchina generano un valore aziendale esponenziale”. [2].

In sintesi, secondo IBM, le Intelligenze Artificiali, e in particolare i Large Language Model (LLM) come ChatGPT, hanno il potenziale per rivoluzionare i modelli aziendali tradizionali e trasformare profondamente il mondo del lavoro. Il focus del report dell’IBM non è solo sull’impatto delle IA sul mondo del lavoro, ma sull’importanza per le aziende di rivedere i loro modelli organizzativi. Non si tratta semplicemente di adattare o automatizzare i processi esistenti, ma di ripensare da zero alcuni modelli, poiché “automatizzare i processi scadenti non li rende migliori”.

Sinergie e investimenti: le raccomandazioni di IBM

Dal report emergono alcune indicazioni chiave:

  • Creare sinergie tra uomo e macchina: è essenziale stabilire congiunzioni tra l’uomo e la macchina per migliorare la creazione di valore, la risoluzione dei problemi, i processi decisionali e il coinvolgimento dei dipendenti.
  • Investire nella tecnologia: è fondamentale investire nella tecnologia per permettere alle persone di concentrarsi su attività meno dispendiose in termini di tempo e di valore più elevato.
  • Trasformare i processi e le strutture: i processi tradizionali, i ruoli e le organizzazioni devono essere trasformati per riflettere la nuova natura del lavoro.

Infine, emerge un aspetto interessante riguardo alle competenze che saranno e sono già rilevanti nel mondo del lavoro con l’avvento delle IA.

Come sono cambiate le skills

Qui sotto un grafico ripreso sempre dal report della IBM in merito a come sono cambiate le skills richieste dal 2016 ad oggi.

Immagine che contiene testo, schermata, diagramma, lineaDescrizione generata automaticamente

Semplificando, sembra che le competenze trasversali e soft siano diventate sempre più strategiche con l’avvento delle IA.

Il futuro della cooperazione uomo-IA

Anche per questo motivo, l’IBM propone l’idea di una partnership uomo-IA, in cui l’uomo apporta empatia e creatività, mentre le IA offrono la possibilità di amplificare queste capacità. Secondo IBM, questa combinazione genera un valore superiore rispetto a quello che i singoli elementi potrebbero raggiungere da soli.

Questo sembra allinearsi con quanto prospettato da Garry Kasparov, il campione di scacchi che nel 1996 fu battuto da Deep Blue, l’IA di scacchi sviluppata da IBM. In un’intervista di qualche anno fa e riportata in questo articolo [4], Kasparov dichiarò: “Il futuro appartiene alla cooperazione tra esseri umani e computer”. Aggiunse: “Stiamo entrando in una nuova era, e non c’è nulla di definitivo al riguardo: il risultato non è ancora deciso. Negli ultimi decenni siamo passati dalla fantascienza utopica alla fantascienza distopica, con macchine come Matrix e Terminator. Potrebbe essere, ma dipende molto da noi, dal nostro atteggiamento e dalla nostra capacità di elaborare nuove idee. Sta a noi dimostrare di non essere ridondanti.”

IA: affrontare le criticità e sfruttare le potenzialità

Come scritto poco sopra, dobbiamo concentrarci su come inquadrare le tecnologie con responsabilità, tenendo presente che queste non sono prive di criticità e allo stesso tempo offrono potenzialità enormi. È essenziale affrontare e rispondere a domande di natura etica, trovare soluzioni a problematiche inerenti la protezione e la sicurezza dei dati, la trasparenza degli algoritmi e delle risposte generate e i bias presenti nei dataset usati nell’addestramento delle IA che possono generare o amplificare discriminazioni preesistenti. Inoltre, dobbiamo considerare le implicazioni sociali e macroeconomiche derivanti da decisioni come la sostituzione dell’intera forza lavoro in un’azienda.

Conclusioni

È necessario un processo continuo di avanzamento e analisi per comprendere come ridurre al minimo tali criticità e sfruttare appieno le potenzialità delle tecnologie. Anche in questo processo si può cogliere il potenziale di una collaborazione tra esseri umani e IA, al fine di ottenere il meglio di entrambi i mondi.

Questo vale nel mondo del lavoro in generale e in ambiti come la formazione, l’uso di IA nelle Università e scuole, nella sanità e così via.

Sitografia

[1] https://www.dday.it/redazione/49915/una-fabbrica-automatizzata-di-xiaomi-produrra-dieci-milioni-di-smartphone-allanno-nessun-operatore-umano

[2] https://www.ibm.com/thought-leadership/institute-business-value/en-us/report/augmented-workforce

[3] https://www.weforum.org/press/2020/10/recession-and-automation-changes-our-future-of-work-but-there-are-jobs-coming-report-says-52c5162fce/

[4] https://en.chessbase.com/post/kasparov-on-the-future-of-artificial-intelligence

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