Il panorama del cloud computing è fortemente dominato da pochi grandi attori: Amazon Web Services (AWS), da solo, detiene circa il 32% del mercato globale, seguito da Microsoft Azure con circa il 23% e Google Cloud Platform, con circa il 10% (come emerge dalle statistiche sul Cloud Computing del mese di giugno 2024).
Questa concentrazione pone rischi legati alla sovranità dei dati, alla dipendenza dai fornitori e al ridotto spazio per la competizione, soffocando potenzialmente l’innovazione e limitando le scelte per gli utenti finali nell’economia digitale globale. Inoltre, contribuisce ad aumentare le diseguaglianze tra paesi ricchi e paesi poveri, tra provider grandi e provider piccoli.
Il cloud computing federato risposta alla concentrazione del mercato
La risposta a queste problematiche può arrivare da un modello di cloud computing federato.
Cos’è il cloud computing federato
Il concetto di cloud federato si riferisce a una rete di servizi cloud interoperabili, in cui le risorse sono condivise tra più fornitori di cloud. Attraverso un approccio federato si potrebbe arricchire l’ecosistema del cloud computing, non sfidando direttamente i leader di mercato, ma facilitando un ambiente più integrato e cooperativo. Questo approccio non solo espande la portata geografica e tecnologica dei servizi cloud, ma migliora anche la capacità degli utenti di scegliere i fornitori più adatti in base a esigenze specifiche come conformità, prestazioni e costi.
Vantaggi del cloud computing federato
Inoltre, questo approccio permetterebbe di migliorare la resilienza dell’ecosistema cloud diversificando le opzioni disponibili, mitigando i rischi di punti di fallimento unici e riducendo le dipendenze da qualsiasi singolo fornitore. Infine, favorirebbe un ambiente competitivo più sano, in cui i piccoli fornitori di cloud possono prosperare offrendo servizi specializzati o localizzati, che completano quelli delle grandi imprese.
L’obiettivo finale è quello di democratizzare il panorama dell’infrastruttura digitale, promuovendo l’interoperabilità e la collaborazione.
Il ruolo delle tecnologie open-source
Per raggiungere questi obiettivi, giocano un ruolo cruciale le tecnologie open-source, le uniche che permettono di abbassare le barriere d’ingresso per i nuovi fornitori di cloud e per gli utenti finali che cercano di migrare tra le piattaforme senza penalità.
Il mercato del cloud
Nel panorama digitale in rapida evoluzione di oggi, l’integrazione e l’interconnessione delle risorse cloud sono diventate cruciali. Il cloud computing sta vivendo una crescita significativa: per il mercato mondiale dei servizi cloud pubblici, IDC prevede che i ricavi raggiungeranno i 1,34 trilioni di dollari entro il 2027, con un tasso di crescita annuale composto (CAGR) del 19,4%.
Per quanto riguarda il mercato europeo, IDC prevede che la spesa per i servizi cloud pubblici raggiungerà i 291 miliardi di dollari entro il 2027, con un CAGR del 20% dal 2022 al 2027 (e potrebbero essere 650 entro il 2032). La crescita è trainata dalla necessità di infrastrutture IT a costi contenuti e dal supporto governativo, con un’attenzione particolare alla sicurezza dei dati e alla conformità normativa, soprattutto alla luce delle leggi sulla privacy e delle normative digitali.
La federazione di cloud provider e Internet exchange
In questa direzione si muove il neonato progetto Fulcrum, sostenendo un modello di Cloud Federato che enfatizza la complementarità e la collaborazione, piuttosto che la competizione tra fornitori di diverse dimensioni. Attraverso l’educazione e l’impegno della comunità, questo modello mira a creare un ecosistema cloud interconnesso, interoperabile e resiliente, a democratizzare le competenze cloud e a promuovere l’innovazione su una piattaforma internazionale di talenti. Obiettivi perfettamente in linea con quanto emerge dal rapporto del World Bank Group “Advancing Cloud and Data Infrastructure Markets. Strategic Directions for Low- and Middle-Income Countries”.
I pilastri del progetto Fulcrum
Il progetto Fulcrum poggia su due pilastri: l’InterCloud Exchange Foundation (ICX) e il Computing Exchange Market (CEM). Il primo funge da stanza del consenso per definire e concordare framework open-source per la federazione delle infrastrutture, che saranno supportati e implementati all’interno del Computing Exchange Market, piattaforma di intermediazione, che adotta soluzioni concordate e definite all’interno della ICX. Quest’ultima include anche attività di formazione e divulgazione mirate a sviluppare nuove competenze per sostenere la crescita di un ecosistema cloud federato, interoperabile e aperto.
Abilitando capacità di “roaming” (paragonabili a quelle progettate e implementate con successo per l’infrastruttura delle telecomunicazioni mobili) e supportando collaborazioni dinamiche, il progetto Fulcrum si propone di aiutare a mitigare i rischi legati alla concentrazione del mercato, permettendo ai fornitori piccoli e medi di offrire servizi specializzati che completano le offerte dei grandi attori. Questa strategia non solo supporta le entità più piccole, ma arricchisce anche l’ecosistema cloud con una diversità di soluzioni che rispondono a una vasta gamma di esigenze di mercato.
L’obiettivo è fornire un’alternativa robusta — o un “porto sicuro” — che si allinei con i quadri legali europei (ad esempio, Data Governance Act, Data Act, AI Act, ecc.) e con le esigenze specifiche delle applicazioni. Questo approccio consentirà ai fornitori di cloud europei non solo di preservare, ma potenzialmente di aumentare le loro quote di mercato mitigando i lock-in tecnologici e commerciali.