intelligenza artificiale

G7 di Cernobbio: verso una governance comune dell’IA nel settore pubblico



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Al G7 di Cernobbio, i paesi membri hanno delineato un percorso di cooperazione per armonizzare i sistemi di IA nel settore pubblico, focalizzandosi su diritti umani, interoperabilità e governance digitale. L’Italia ha avuto un ruolo determinante nella emanazione del Toolkit per i servizi pubblici di IA e di un Compendium di soluzioni digitali governative

Pubblicato il 24 ott 2024

Simona Romiti

Change agent Senior Advisor in Programmi ed ecosistemi europei



Strategia italiana per l’intelligenza artificiale 2024-2026

Il G7 di Cernobbio ha segnato un importante passo in avanti nel processo di armonizzazione dei sistemi di intelligenza artificiale di apprendimento automatico, da utilizzare per e nel settore pubblico. In sintesi, la conformità dell’IA al rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali trova attuazione attraverso un meccanismo di autocorrezione istituzionale inclusivo.

Superare la frammentazione di leggi e applicazioni della tecnologia

A oggi, i paesi del forum si trovano su piani di legislazione e di applicazione della tecnologia diversificati e in parte isolati. Tuttavia dalla Dichiarazione congiunta emerge un chiaro intento di cooperazione su tutte le fasi del ciclo di vita degli applicativi algoritmici.

Le conclusioni di questa ministeriale, G7 Tecnologia, coerenti con questo obiettivo politico, sono si gli impegni sottoscritti, ma ancora di più la metodologia scelta per la costruzione di una governance comune sul digitale. L’innovazione di processori si vede nel ruolo e contibuto italiano alla emanazione di un Toolkit dei servizi di IA per il pubblico e di un Compendium dei servizi digitali governativi, nella mappatura delle soluzioni di Identità digitale e di altri servizi chiave per consentire una maggiore interoperabilità, sia tra paesi appartenenti al G7 che tra paesi al di fuori del G7.

In ultimo, nell’impegno di concludere entro il 2024, sotto la presidenza italiana del G7, il Reporting Framework da cui con un marchio MADE IN, un riconoscimento per tutte le organizzazioni che sviluppano sistemi di intelligenza artificiale avanzata. Ulteriormente, rientrano tra gli obblighi assunti dai governi del G7: l’adozione del Global Digital Compact, come sistema di riferimento per rafforzare il multilateralismo nella legittimazione di una governance globale efficace per l’IA e il digitale, in generale; la volontà di tutelare la sicurezza dei cavi sottomarini, attraverso cui circola oltre il 90% del traffico internet; il riconoscimento delle buone pratiche, basate sui principi di IA sviluppati dall’OCSE, rispondenti alle metriche indicate nel Reporting Framework del Codice di condotta internazionale del processo di Hiroshima;

IA nei servizi pubblici: il toolkit per policy maker e amministratori

Il Toolkit rappresenta una guida completa per policy maker e amministratori su come possono essere utilizzati i sistemi di Intelligenza artificiale nel settore pubblico, una piattaforma di consultazione delle migliori pratiche o di casi studio sugli step implementativi in aree vulnerabili della PA: procedure interne, nei processi decisionali, gestione di grandi flussi di informazioni e dati, reattività e trasparenza degli applicativi rispetto a una domanda di servizi dinamica.

I principi ispiratori dei Paesi del G7 per la definizione di tale guida sono stati:

  • Stabilire obiettivi strategici chiari e Piani di Azione coerenti con i benefici attesi. Le strategie dei Paesi del G7 si focalizzano su infrastrutture, accesso ai dati, potenza di calcolo, capacità di ricerca, empowerment della forza lavoro del settore pubblico e su uno sviluppo che sia sostenibile, inclusivo e che generi interconnessione.
  • Coinvolgere gli stakeholder nella definizione e implementazione di strategie, attraverso consultazioni pubbliche e richieste di pareri.
  • Rafforzare il coordinamento tra diverse autorità o organizzazioni “isolate” che partecipano alla definizione di una governance comune.
  • Fissare disposizioni regolatorie e linee politiche solide, basate sulla condivisione di standard sulle misure di sicurezza e di gestione del rischio, ovvero sulla costruzione o adattamento dei modelli di IA a specifiche tasks.
  • Migliorare la scalabilità e la replicabilità delle iniziative di IA di successo sui quadri di governance dei dati, delle competenze, ovvero degli strumenti di monitoraggio e di rafforzamento dell’infrastruttura.
  • Adottare un approccio incrementale e sperimentale all’uso dei sistemi di IA nel e per il settore pubblico, attraverso il coinvolgimento delle parti interessate -utenti e tecnici- nella fase di pianificazione e design, test e validazione dei servizi.

Adozione dell’IA nei servizi pubblici: le 5 aree di rischio o opportunità affrontate dal toolkit

Tali principi servono per modellare o rimodellare le sfide implementative dell’IA. Sfide racchiuse in cinque aree di rischio o opportunità, verso cui convergere la domanda politica dei diversi governi: supporto alle infrastrutture, definizione delle regole che disciplinano l’approvvigionamento di sistemi di IA e partnership pubblico-private; sviluppo di competenze e catalizzazione dei talenti; governance dei dati e strutture di monitoraggio, da parte di istituzioni interne; supervisione esterna dei dati, da parte di istituzioni indipendenti.

  • L’infrastruttura più critica o più strategica è l’architettura dati. I paesi del G7 hanno implementato una varietà di soluzioni per l’archiviazione, lo scambio e l’accesso ai dati. La sfida sull’implementazione di standard tecnici internazionali, risiede nella creazione di framework di interoperabilità e nella condivisione di strutture di test e sperimentazione (TEF).
  • Rispetto al tema dell’approvvigionamento dei sistemi di IA, il Toolkit propone appalti pubblici adattivi, conformi alla normativa, in grado di allinearsi al rapido cambiamento della tecnologia, ma che ne svelano, nella parte di offerta tecnica, la trasparenza e la spiegabilità. I Paesi del G7 hanno inoltre riconosciuto nella partnership pubblico-privata, in particolare nel contributo degli innovatori GovTech, un effetto leva nel trasferimento di conoscenze, tecnologie e best practice.
  • Nell’area del miglioramento delle competenze per il settore pubblico, lo sforzo dei governi è concentrato sull’attivazione contestuale di quattro elementi che garantiscono la replicabilità o scalabilità dei progetti di IA: leadership, struttura organizzativa, cultura dell’apprendimento, modalità di lavoro. Catalizzazione dei talenti e potenziamento dei team sono due fattori complementare a tali drivers. È importante a tal fine mettere rifornire il settore pubblico di competenze avanzate in IA, necessarie per sviluppare e manutenere i sistemi IA, e competenze di base in data science, indispensabili per interagire con le applicazioni IA.
  • I dati sono gli elementi fondanti dell’apprendimento automatico, stabilire quadri comuni per la loro governance nel settore pubblico, vuol dire garantirne qualità, usabilità, integrità. È strategico definire una leadership politica e amministrativa a monte del processo di legittimazione etica o tecnica del dato.
  • Per quanto attiene al monitoraggio dell’implementazione dell’IA nel settore pubblico, i Paesi del G7 sono consapevoli che l’adozione diffusa e distribuita di sistemi di IA può/deve essere sottoposta a un duplice livello di supervisione,: attraverso rami non esecutivi del governo (ad esempio, magistratura e parlamento) e nuove strutture di responsabilità, come agenzie esecutive internazionali, in grado di proibire, da un lato l’ uso improprio dell’IA, dall’altro, garantire un controllo allineato, temporalmente, con il frenetico avanzamento di tale tecnologia.

Il compendio degli approcci all’infrastruttura pubblica digitale dei paesi G7

Il Compendio rappresenta una sintesi dei Servizi Governativi Digitali e include i diversi approcci, adottati dai membri del G7 all’Infrastruttura Pubblica Digitale. È strutturato in quattro aree: soluzioni di identità digitale per l’accesso ai servizi pubblici; condivisione di dati e informazioni nel settore pubblico; altri sistemi, soluzioni e iniziative di governo digitale; abilitatori.

Le soluzioni di identità digitali più ricorrenti tra i paesi del G7 sono i Single sign-on, le carte di identificazione elettronica (eID) e i Portafogli di identità digitale. SPID, Carta di identità elettronica e l’European Digital Identity Wallet, quest’ultimo operativo a livello unionale entro il 2026, rientrano in questo primo gruppo di soluzioni digitali di identificazione della persona.

Le soluzioni di condivisione di dati e informazioni maggiormente utilizzate dai membri del G7 sono i registri di base e le piattaforme o cataloghi di dati governativi aperti. In questa area una buona pratica è rappresentata da Trembita: sistema di interazione elettronica delle risorse informative elettroniche dell’Ucraina, capace di creare un collegamento tra i registri di base e i loro sistemi informativi per generare servizi governativi digitali.

Tra le diverse iniziative di gestione dei flussi digitali, vanno invece annoverati i Gateway, in uso in Italia, con l’App IO, e in Germania, Canada, Giappone, Ucraina, Unione europea e Stati Uniti; i Servizi di Notifica tra autorità statali e cittadino, come SEND; i pagamenti digitali, come Pago PA.

L’ultimo contenitore del compendio focalizza gli Abilitatori dei servizi governativi digitali, tra cui l’infrastruttura pubblica digitale, ovvero sia le condizioni abilitanti la progettazione, la fornitura e l’accesso inclusivo a tali servizi. Una governance efficace di tali servizi tra i paesi del G7 richiede modelli istituzionali e leve politiche in grado promuoverei servizi governativi digitali adattivi rispetto a specifiche esigenze nazionali. Il modello ucraino rappresenta una buona pratica.

L’identità digitale

L’identità digitale è strettamente connessa con l’implementazione dei servizi pubblici digitali e con la sua governace globale. La domanda di cittadini e imprese di vedere riconosciute le proprie identità digitali a livello internazionale, richiede, per il futuro, da parte dei paesi una maggiore cooperazione bilaterale e multilaterale, e un quadro di interoperabilità transfrontaliero che istituisca standard tecnici internazionali sulla semantica dell’identità digitale, sulle modalità di verifica e autenticazione.

Il reporting framework

Tra le priorità della presidenza italiana del G7 – 2024, rientra la definizione e l’implementazione di un Codice di Condotta per le organizzazioni che sviluppano sistemi di IA.

Questo codice poggia su un quadro di rendicontazione, redatto dall’OCSE, con il contributo del Gruppo di lavoro Digitale e Tecnologia del G7, e compilato da diverse organizzazioni private, in totale 20, tra cui aziende tecnologiche, istituti di ricerca, mondo accademico e società civile. Il percorso di istituzionalizzazione dovrebbe concludersi entro la fine del 2024. Sono ancora aperte le aree di semplificazione, omogeneizzazione delle metriche e sviluppo dell’interfaccia online per la raccolta e sistematizzazione delle informazioni. L’output di tale lavoro è il riconoscimento di un marchio, sintesi di standard tecnici internazionali, da licenziare a favore di organizzazioni che implementano volontariamente il quadro di rendicontazione del Codice.

Il ruolo di OCSE e Unesco

L’OCSE e l’UNESCO sono state le due organizzazioni più incisive del processo di armonizzazione dei sistemi di IA all’interno della Presidenza italiana del G7, in particolare per i risultati delle ministeriali.

L’OCSE ha guidato i vari gruppi di lavoro con l’elaborazione di raccomandazioni, quadri implementativi e strumenti di ponderazione e valutazione delle politiche sull’IA. Partendo dalla descrizione di cosa sono i sistemi di IA, dalla individuazione dei principi universali dell’intelligenza artificiale e dal riconoscimento dell’etica come primo standard globale, l’impegno dell’OCSE e dell’UNESCO ha condotto i diversi governi verso una maggiore interoperabilità multilaterale, delle giurisdizioni e dei sistemi applicativi.

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