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Car sharing: soluzioni tech per un uso efficiente dei veicoli



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In Italia, con il più alto tasso di motorizzazione d’Europa, il car sharing emerge come soluzione per l’inefficiente uso dei veicoli privati. Sostituendo 12-15 auto private per ogni auto condivisa, riduce traffico, emissioni e spazi per parcheggi, promuovendo una mobilità urbana sostenibile e integrata

Pubblicato il 31 ott 2024

Luigi Licchelli

Regional Business Development Lead & Public Affairs Italy Free2move



traffico (1)

In un paese come l’Italia, che ha il tasso di motorizzazione più alto d’Europa – nel 2022 ha superato il Lussemburgo, diventando il paese europeo con più auto per abitante –  il problema dell’utilizzo inefficiente di questi veicoli, che passano la maggior parte del tempo parcheggiati, diventa sempre più attuale.

A fronte delle numerose auto private in circolazione infatti, si stima che in media ciascuna di queste venga utilizzata solo il 5% del tempo, rimanendo parcheggiata per il restante 95%. Un dato che evidenzia non solo un uso inefficiente dei veicoli, con un conseguente spreco di risorse, ma anche un impatto negativo sulle città, contribuendo all’inquinamento urbano, alla congestione stradale e alla continua necessità di spazi per il parcheggio.

Il car sharing, una soluzione per un utilizzo più efficiente dei veicoli

Nel 2022 una ricerca condotta dalla ricercatrice svedese Paula Kuss presso il Lund University Center for Sustainability Studies e pubblicata in Case Studies on Transport Policy ha esplorato l’impatto di una dozzina di interventi efficaci per ridurre l’uso dell’auto nelle città europee.

Tra questi è incluso anche il car sharing, preceduto da misure come le tasse di congestione, la riduzione dei parcheggi e l’implementazione di zone a Traffico Limitato.

A primo impatto, l’idea di mettere a disposizione delle auto per ridurre il consumo di queste ultime potrebbe risultare controintuitivo. In realtà, questa soluzione permette di sostituire 12-15 auto private per ogni auto condivisa, ottimizzando in questo modo non solo i tempi di utilizzo di ogni auto, che passerebbero dal 5% al 30% o addirittura al 40%, ma anche liberando spazio prezioso all’interno delle città, alleviando la pressione sui parcheggi e migliorando la qualità dell’aria.

Le città che hanno adottato il car sharing stanno già vedendo i benefici: meno traffico, meno emissioni di CO2 e una maggiore disponibilità di spazi pubblici.

Accessibilità e convenienza grazie alla tecnologia

Soprattutto nelle aree urbane, il car sharing si adatta perfettamente alla crescente domanda di soluzioni di mobilità flessibili, in linea con l’evoluzione delle tecnologie digitali e la crescente consapevolezza ambientale.

Grazie all’integrazione di nuove tecnologie, infatti, il servizio è reso estremamente accessibile e conveniente per gli utenti, che possono localizzare i veicoli disponibili nelle vicinanze, prenotarli in tempo reale e sbloccarli direttamente tramite il proprio smartphone. Questo livello di digitalizzazione ha semplificato notevolmente il processo di utilizzo del car sharing, trasformandolo in un’opzione pratica e facilmente accessibile per chiunque abbia bisogno di un mezzo di trasporto occasionale, che riduce i costi legati al mantenimento di un’auto privata.

Inoltre, l’implementazione di sistemi di intelligenza artificiale e algoritmi di ottimizzazione permette ai fornitori del servizio di distribuire i veicoli in modo efficiente all’interno delle città, rispondendo nel miglior modo possibile alla domanda e minimizzando gli spostamenti non necessari. Ciò contribuisce a ridurre ulteriormente il traffico urbano e l’inquinamento, offrendo agli utenti un servizio più affidabile e rapido.

Integrare i servizi per una città sempre più smart

Affinché la misura si riveli efficace, è fondamentale fare in modo che essa si integri in una serie di politiche volte al miglioramento della vita cittadina, inserendosi in un tessuto di aree connesse da trasporti pubblici e infrastrutture per biciclette. Tutte soluzioni complementari che abbiano come obiettivo ultimo quello di semplificare il movimento ai cittadini, senza obbligare a comprare e mantenere un’auto privata per soddisfare le esigenze di spostamento nella vita quotidiana. 

In questo contesto, il car sharing emerge come una soluzione intelligente e sostenibile. Il concetto è semplice: anziché possedere un’auto personale che rimane inutilizzata per la maggior parte del tempo, i cittadini possono accedere a una flotta di veicoli condivisi, disponibili on-demand, tramite un’applicazione, in modalità fully digital.

Adottare il car sharing su larga scala potrebbe trasformare radicalmente il nostro modo di concepire la mobilità urbana. Non si tratta solo di un cambiamento logistico, ma di un passo verso una società più efficiente e sostenibile. Più che una semplice alternativa, il car sharing potrebbe rappresentare il futuro della mobilità, riducendo il nostro impatto ambientale e migliorando la qualità della vita nelle nostre città.

Il ruolo delle politiche e incentivi governativi

Per incoraggiare la diffusione del servizio, il regolatore gioca un ruolo importante. I governi a livello locale e nazionale possono infatti svolgere un ruolo decisivo implementando politiche e incentivi mirati, offrendo ad esempio agevolazioni fiscali o sussidi alle società di car sharing per facilitare l’espansione del servizio, o introducendo misure come l’accesso prioritario a parcheggi strategici o corsie preferenziali. Tutte misure che contribuiscono a rendere il car sharing un’opzione più attraente rispetto all’auto privata.

Alcuni governi e alcune amministrazioni locali stanno incentivando inoltre l’utilizzo di veicoli elettrici all’interno delle flotte di car sharing, contribuendo a ridurre ulteriormente le emissioni di CO2 e promuovendo la transizione verso una mobilità più sostenibile all’interno dei centri urbani. Queste misure però, se prescindono dal contesto infrastrutturale in termini di colonnine elettriche che offre la città e in assenza di incentivi o contributi per affrontare gli inevitabili maggiori costi derivanti da una flotta elettrica, non solo non favorirebbero il carsharing, ma ne pregiudicherebbero lo sviluppo, gli ulteriori investimenti e in definitiva la sua sostenibilità economica.

Il ruolo delle aziende e la CSR

Anche le aziende possono svolgere un ruolo importante nella promozione del car sharing, inserendolo come parte integrante della propria strategia di CSR. I tragitti casa-lavoro rappresentano infatti uno dei principali motivi di spostamento quotidiano degli abitanti di una città: offrendo ai propri dipendenti l’accesso a servizi di car sharing o includendo il servizio nei propri piani di mobilità aziendale, le imprese possono contribuire a ridurre il numero di auto private in circolazione, diminuire le emissioni di CO2 e promuovere uno stile di vita più sostenibile, facilitando l’integrazione di questa buona abitudine nella quotidianità.

Dalla proprietà al servizio: un cambio di paradigma della mobilità

Un utilizzo più diffuso e capillare del servizio, soprattutto nelle aree urbane, contribuirebbe ad alimentare un cambio di paradigma della mobilità, passando dal tradizionale possesso di un’auto privata a nuovi modelli basati sull’utilizzo condiviso dei veicoli. Oltre che dalla diffusione del car sharing, questo cambiamento è sollecitato da diversi fattori, tra cui l’aumento dei costi di gestione di un’auto e la crescente sensibilità ambientale. Sempre più persone stanno infatti valutando l’idea di non dover necessariamente possedere un’auto, preferendo invece la flessibilità e la convenienza di accedere a un veicolo solo quando necessario.

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