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Data Center in Italia: un volano per la crescita e la sostenibilità



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I Data Center sono diventati infrastrutture critiche per l’economia moderna. In Italia, rappresentano un’opportunità per la crescita economica e l’innovazione tecnologica. Tuttavia, sfide normative e burocratiche devono essere affrontate per sfruttare appieno il potenziale del settore, promuovendo sostenibilità e competitività internazionale

Pubblicato il 31 ott 2024

Arturo Ciotti

Ricercatore, Osservatorio Data Center del Politecnico di Milano

Luca Dozio

Direttore dell’Osservatorio 5G & Beyond del Politecnico di Milano



data center (1)

La recente iniziativa del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) per semplificare e razionalizzare l’iter burocratico per la costruzione di nuovi Data Center rappresenta un momento di svolta per il settore in Italia.

La creazione di un quadro normativo chiaro e semplificato, insieme alla promozione di modelli di sviluppo sostenibili e innovativi, segna un importante passo avanti verso la modernizzazione delle infrastrutture digitali del Paese.

Vediamo perché, se ben implementata, questa strategia potrà non solo rafforzare l’economia nazionale, ma anche contribuire a garantire la sovranità digitale e la sostenibilità ambientale, ponendo l’Italia al centro della scena tecnologica europea e globale.

Data center volano di crescita: le opportunità per l’Italia

I Data Center, fino a poco tempo fa considerati semplici strutture tecnologiche, sono oggi considerati una delle risorse infrastrutturali critiche di cui le moderne economie non possono più fare a meno. Paragonabili per importanza alle reti ferroviarie, alle autostrade e alle telecomunicazioni, i Data Center sono diventati una componente essenziale dello sviluppo economico e tecnologico. Senza di loro, l’innovazione digitale sarebbe gravemente compromessa, e molti dei servizi tecnologici di cui oggi godiamo semplicemente non sarebbero possibili.

In questo contesto, l’Italia ha un’opportunità unica: i Data Center non sono più solo un anello della catena digitale, ma un volano di crescita economica che potrebbe spingere il nostro Paese verso una posizione di leadership nell’export di servizi digitali.

Se gestito correttamente, questo settore potrebbe generare nuove opportunità economiche, creare posti di lavoro altamente qualificati e rafforzare l’autonomia tecnologica dell’Italia. Tuttavia, la strada verso una crescita sostenibile e competitiva del settore è piena di sfide.

Gli ostacoli che rallentano lo sviluppo dei data center in Italia

Nonostante l’espansione significativa dei Data Center nel Paese, permangono alcuni ostacoli che rallentano lo sviluppo del settore.

La mancanza di un quadro regolatorio chiaro e omogeneo

In particolare, la mancanza di un quadro regolatorio chiaro e omogeneo rappresenta uno dei principali freni all’ulteriore crescita. Le normative attuali sono frammentarie e spesso incoerenti, creando un contesto di incertezza che scoraggia gli investimenti e rallenta i tempi di costruzione. Gli investitori, che si confrontano con iter burocratici complessi e lunghi, tendono a preferire altri Paesi con regimi normativi più chiari e snelli.

Secondo i dati dell’Osservatorio Data Center del Politecnico di Milano, tra il 2023 e il 2025 sono previsti ben 83 nuovi Data Center in Italia. Questi progetti comporteranno un investimento complessivo stimato di circa 15 miliardi di euro. Tale cifra evidenzia l’importanza crescente del settore nell’economia nazionale, ma la sua effettiva realizzazione dipenderà dalla capacità del sistema normativo italiano di adattarsi alle esigenze di questo nuovo panorama digitale.

La lentezza burocratica

La lentezza burocratica rischia di vanificare queste opportunità, ritardando ulteriormente l’adozione di infrastrutture critiche che potrebbero posizionare l’Italia come hub europeo del digitale.

Le linee guida Mase per semplificare la costruzione di nuovi data center

In risposta a queste sfide, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha intrapreso un passo importante con la pubblicazione di un documento che rappresenta un tentativo di semplificare e razionalizzare l’iter burocratico per la costruzione di nuovi Data Center. Il documento è il frutto del lavoro della Commissione VIA – VAS (Commissione per la Valutazione dell’Impatto Ambientale) in collaborazione con i principali attori del settore a livello nazionale e internazionale, e propone una serie di linee guida per armonizzare gli aspetti progettuali, ambientali, sanitari e socioeconomici legati ai Data Center.

La nuova Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA)

Una delle principali innovazioni introdotte dal documento del MASE riguarda la nuova Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), che diventa ora obbligatoria per tutte le infrastrutture di Data Center con una potenza termica nominale dei gruppi di emergenza superiore ai 50 MW. Questa nuova procedura sostituirà la precedente Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA), semplificando di fatto l’iter burocratico e rendendo più rapida la fase di approvazione dei progetti. Il passaggio all’AIA rappresenta una risposta concreta alle richieste di maggiore chiarezza e velocità da parte degli operatori del settore, che da anni chiedevano una normativa specifica per i Data Center.

L’attenzione alla sostenibilità ambientale

Oltre alla semplificazione burocratica, il documento del MASE pone grande attenzione alla sostenibilità ambientale, un tema centrale nel dibattito pubblico contemporaneo. Si propone di favorire lo sviluppo di Data Center in aree già urbanizzate, riducendo così il consumo di suolo e l’impatto ambientale delle nuove costruzioni. In questo modo, si mira a promuovere un modello di sviluppo sostenibile, in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e con i piani di transizione ecologica europei.

L’efficienza energetica dei data center

L’efficienza energetica è un altro aspetto cruciale: il MASE incoraggia l’uso di fonti di energia rinnovabili per alimentare i Data Center, promuovendo l’autoproduzione energetica attraverso impianti solari, eolici e geotermici.

Una delle soluzioni più innovative previste dal documento riguarda il riutilizzo del calore generato dai Data Center, una risorsa spesso sprecata. Questo calore, che altrimenti andrebbe disperso nell’ambiente, potrebbe invece essere sfruttato per alimentare sistemi di teleriscaldamento nelle aree urbane circostanti, riducendo così il consumo energetico complessivo delle città e contribuendo alla lotta contro il cambiamento climatico.

Un primo passo per colmare il divario infrastrutturale con i principali Paesi Ue

Tutte queste iniziative rappresentano solo il primo passo di un percorso che potrebbe consentire all’Italia di colmare il divario infrastrutturale rispetto ai principali Paesi europei. Sebbene ci siano ancora molte sfide da affrontare, il futuro del settore dei Data Center sembra promettente. Per garantire il successo di queste iniziative, sarà necessario un impegno costante da parte delle istituzioni, che dovranno monitorare e adattare le normative in base all’evoluzione del settore e alle esigenze del mercato.

La sfida principale sarà quella di mantenere il ritmo dello sviluppo tecnologico e garantire che il Paese rimanga competitivo a livello internazionale. La creazione di un ambiente favorevole agli investimenti, insieme alla promozione di una crescita sostenibile e responsabile dal punto di vista ambientale, sarà cruciale per raggiungere questo obiettivo. Solo attraverso un approccio lungimirante e coordinato, l’Italia potrà cogliere appieno le opportunità offerte dal settore dei Data Center e posizionarsi come leader nell’economia digitale globale.

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