Le fake news hanno in realtà una storia molto più lunga di quella del web.
Il primo celebre caso risale al 315 d.C. Si tratta dell’editto di Costantino I, che estendeva il potere temporale alla Chiesa Cattolica per avvalorarne i diritti sui suoi vasti possedimenti territoriali in Occidente e richiese più di mille anni per essere confutato.
Fake news: radici antiche e sfide moderne
La differenza sta nel fatto che i mezzi digitali hanno aumentato significativamente la velocità di propagazione delle notizie, l’audience raggiungibile e la facilità di produzione e condivisione di contenuti informativi. Tutto questo è avvenuto in una società non ancora dotata degli “anticorpi” necessari ad affrontare una diffusione di disinformazione così massiccia come quella a cui stiamo assistendo oggi. Ad esempio, l’uso strumentale e diffuso delle fake news durante la campagna elettorale per le elezioni presidenziali degli Stati Uniti ha acceso i riflettori sul tema, rendendolo un problema impossibile da ignorare.
La ricerca di Riprendiamoci l’Internet
Da queste riflessioni nasce la ricerca di Riprendiamoci l’Internet!, condotta da Hearts & Science, agenzia di comunicazione integrata di Omnicom Media Group, che indaga le paure e le sfide del mondo digitale per i genitori italiani e svela il reale gap di conoscenza e il bisogno di formazione delle famiglie.
I risultati della ricerca sono stati presentati in occasione di Villa Futura, evento proprietario dell’agenzia, dedicato ad approfondire tematiche insolite e di forte interesse per la Industry, prevalentemente legate ai comportamenti che le persone hanno online, per analizzarli e abbattere gli stereotipi e le mistificazioni che spesso li avvolgono.
La ricerca Riprendiamoci l’Internet! ha coinvolto genitori italiani tra i 18 e i 55 anni con figli dai 6 ai 17 anni. I dati raccolti mostrano che un terzo degli italiani si dichiara indeciso riguardo al livello di soddisfazione della propria esperienza online. Mettendo in relazione l’impatto sul gradimento di internet e la frequenza con cui viene percepito il problema, le fake news si rivelano i problemi più urgenti da affrontare, insieme a cyber-sicurezza personale e sicurezza informatica.
Le preoccupazioni dei genitori di fronte alle fake news
I genitori intervistati sono stati segmentati in Esperti (31%) e Non Esperti (69%),sulla base delle competenze digitali avanzate o di base dichiarate. Tale distinzione si conferma molto rilevante perché ci mostra come i genitori esperti siano maggiormente competenti nel riconoscere le fake news: 4 genitori su 10 affermano di imbattersi spesso o molto spesso nelle fake news; la percentuale sale al 51% se ci riferiamo ai soli esperti.
Le competenze digitali hanno un ruolo chiave non solo per la quantità di fake news riconosciute, ma anche per la loro qualità: i genitori più esperti indicano tra le fake news in cui si imbattono più frequentemente anche quelle più difficili da riconoscere come “video e foto manipolati da software di AI” (19%), o “Interpretazione errata della satira per far passare notizie false come vere” (17%); i dati scendono rispettivamente a 14% e 13% se ci riferiamo al totale del campione.
I danni delle fake news sulla reputazione
Ma le preoccupazioni dei genitori italiani in relazione alle fake news vanno ben al di là della sfera dell’informazione. Secondo gli intervistati, le notizie false possono influenzare la vita delle persone in molti modi. Il 30% ritiene che le fake news possono danneggiare la reputazione di individui, aziende o istituzioni; il 28% degli intervistati afferma che possono amplificare l’odio e l’intolleranza, aumentando la discriminazione. Un altro 28% ritiene che possano seminare panico, mettendo a rischio la sicurezza pubblica. Infine, secondo quanto sostenuto dal 26%, possono distorcere le opinioni politiche e sociali.
Sono tanti i fatti di cronaca recente che confermano queste preoccupazioni. Ne è un esempio il caso di Marco Violi, giornalista sportivo perseguitato da alcuni hater, che lo hanno accusato di essere l’attentatore di Trump sotto lo pseudonimo “Mark Violets”. La fake news, diffusa inizialmente su X, ha fatto in poche ore il giro del mondo ed è stata riportata anche da importanti testate giornalistiche e programmi televisivi a livello internazionale. I persecutori di Marco Violi hanno trovato nei mezzi di informazione un amplificatore dall’enorme portata causandogli un danno di reputazione a livello globale.
In calo la fiducia verso l’informazione digitale
Tutti questi problemi minano la fiducia verso i nuovi mezzi di informazione. Il 27% dei genitori dichiara di fidarsi poco o nulla delle notizie o informazioni che trovano online. Una maggiore capacità di riconoscere le fake news riduce il problema portando il dato al 20% per i genitori esperti.
La tendenza riscontrata è quella di un ritorno alle istituzioni informative più tradizionali. Le testate giornalistiche di prestigio e i siti web di organizzazioni governative o accademiche sono considerati i più credibili e affidabili. I genitori esperti, rispetto al totale, esprimono una maggiore fiducia nei confronti di riviste scientifiche peer-reviewed, di blog, forum o siti web di esperti in un campo specifico e di reportage investigativi pubblicati da giornalisti riconosciuti. Questo dato rivela come le persone più esperte diano maggiore valore alle competenze specifiche degli autori delle notizie.
Circa i due terzi dei genitori non si considerano esperti della rete, e abbiamo visto come a questa minore esperienza sia associata una minore capacità di riconoscere le fake news. L’87% dei genitori intervistati ritiene di aver bisogno di informazioni e formazione sul mondo digitale in diverse aree, tra cui la gestione dell’informazione distorta e delle notizie false.
Più formazione per colmare il gap di conoscenza
Gli strumenti digitali hanno portato innumerevoli benefici alla società. Affrontare le esternalità negative che hanno generato è fondamentale per preservare i risultati ottenuti e lasciare alle generazioni future un ambiente sicuro e una cultura del digitale più consapevole ed è per questo che, anche in risposta al bisogno di formazione digitale dichiarato dalle famiglie, ci impegniamo concretamente. In collaborazione con la rete nazionale dei Patti Digitali di comunità e l’Università degli Studi di Milano-Bicocca lanceremo nel 2025 un programma di formazione volto a colmare il gap di conoscenza che rende rischiosa la rete per giovani e adulti.