Grosse novità in vista sul piano del fisco digitaleddall’Europa sulla fatturazione elettronica e dall’Italia su pos e scontrini nella Legge di bilancio 2025. La tendenza è a favore di una maggiore spinta, con obblighi a professionisti ed esercenti, verso l’uso di strumenti digitali.
La proroga della fatturazione elettronica per l’Italia
Nella riunione del Consiglio Ecofin del maggio scorso, si è discusso il nuovo pacchetto IVA UE senza raggiungere un accordo definitivo. Tra le principali questioni sul tavolo vi è la proroga dell’obbligo di fatturazione elettronica, prevista fino al 31 dicembre 2025, insieme alle nuove norme sulle piattaforme digitali IVA.
Durante la riunione, l’Estonia si è opposta all’espansione delle regole IVA sulle piattaforme digitali, causando un rinvio. Per questo motivo, è prevista una nuova convocazione del Consiglio Ecofin a novembre.
Ricordiamo che il Consiglio Ecofin (Economia e finanza) riunisce i ministri delle finanze di tutti i paesi membri dell’UE e si occupa principalmente di politica economica, questioni fiscali e regolamentazione dei servizi finanziari.
Le riunioni di Ecofin si tengono, generalmente, una volta al mese e affrontano temi di particolare rilevanza per il bilancio e l’economia dell’Unione Europea, come l’introduzione di misure fiscali comuni o la gestione delle direttive fiscali esistenti.
Italia
Nel contesto della discussione, è prevista la proroga della fatturazione elettronica obbligatoria per l’Italia fino al 31 dicembre 2025 o, in alternativa, fino all’applicazione delle nuove norme derivanti dal pacchetto VAT in the Digital Age (Vida), che saranno adottate dai singoli Stati membri.
La proposta di decisione presentata dalla Commissione europea, la COM (2024) 447, mira a garantire continuità alla fatturazione elettronica italiana in prossimità della scadenza attuale, fissata al 31 dicembre 2024, in considerazione del successo di tale soluzione che ha permesso all’Italia di ridurre l’ammontare di frodi e omessi versamenti in materia IVA.
Come molti ricorderanno l’Italia aveva già richiesto tre proroghe per l’applicazione della fatturazione elettronica in base agli articoli 218 e 232 della direttiva IVA, che regolano l’emissione e la gestione delle e-fatture.
La nuova autorizzazione dovrebbe essere poi operativa fino a una delle seguenti due date: il 31 dicembre 2025 o, in subordine, all’entrata in vigore delle disposizioni nazionali riguardanti il pacchetto “Vida”.
Il pacchetto Vida e le novità sull’IVA per le piattaforme digitali
La nuova normativa prevista dal pacchetto “Vida” porterà significative novità per i regimi fiscali degli Stati membri, in particolare riguardo all’obbligo di fatturazione elettronica.
Gli Stati membri saranno autorizzati a imporre la fatturazione elettronica per le sole transazioni nazionali, senza necessità di richiedere un’approvazione preventiva da parte della Commissione Europea.
Inoltre, la modifica della direttiva IVA prevede che l’emissione di fatture elettroniche non richieda più il consenso esplicito del cliente, con questo passaggio si semplificherà ulteriormente il processo di fatturazione.
I soggetti passivi d’imposta dovranno adeguarsi al nuovo regime, ricevendo le fatture in formato elettronico se lo Stato membro di appartenenza attua un regime nazionale per la fatturazione elettronica.
Questo cambiamento ha come obiettivo la semplificazione del sistema fiscale interno dei vari paesi, favorire l’adozione di soluzioni digitali che si basano sull’interoperabilità nazionale e transnazionale dei dati delle fatture che trovano le loro regole tecniche negli standard EN 16931-1 e EN 16931-2.
Quali attese per l’incontro di novembre
L’incontro Ecofin di novembre sarà cruciale per stabilire le modifiche alla direttiva IVA e per raggiungere un’intesa con l’Estonia riguardo alle norme sulle piattaforme di e-commerce.
Una volta approvate le modifiche, gli Stati membri potranno muoversi con maggiore autonomia in ambito IVA, pur restando all’interno di un quadro normativo condiviso.
La proroga dell’obbligo di fatturazione elettronica in Italia al 31 dicembre 2025 rappresenta quindi una soluzione transitoria in attesa dell’adozione delle nuove norme fiscali europee.
Garantire stabilità alle imprese italiane e adattare gradualmente il sistema fiscale alle nuove disposizioni digitali europee rappresentano i principali obiettivi che l’Italia vuole raggiungere nella riunione di novembre.
Scontrini elettronici e POS
A partire dal 2026, l’Italia introdurrà l’obbligo di trasmissione digitale degli scontrini e l’uso dei sistemi POS per tutte le transazioni, ampliando ulteriormente la digitalizzazione dei pagamenti e la tracciabilità fiscale.
Questa misura, parte integrante delle nuove disposizioni fiscali europee e nazionali, mira a contrastare l’evasione fiscale e ad incentivare l’uso dei pagamenti elettronici, che saranno collegati in tempo reale ai corrispettivi (a loro volta trasmessi continuamente all’Agenzia delle entrate.
L’obbligo di trasmissione degli scontrini e dei POS: cosa cambia per commercianti e professionisti
Quindi dal 2026, ogni esercente e professionista sarà tenuto a registrare e trasmettere digitalmente gli scontrini, un obbligo che si affianca a quello già esistente per le fatture elettroniche. Parallelamente, sarà obbligatorio anche dotarsi di un sistema POS, garantendo ai consumatori la possibilità di pagamenti elettronici per tutte le transazioni, senza importo minimo.
Questa iniziativa, oltre a garantire maggiore trasparenza, punta a incentivare i consumatori a utilizzare metodi di pagamento tracciabili che riducono il rischio di pagamenti in nero.
Gli esercenti saranno tenuti a utilizzare registratori di cassa abilitati per la trasmissione telematica degli scontrini all’Agenzia delle Entrate, con l’obiettivo di automatizzare il processo di dichiarazione fiscale e ridurre errori o omissioni.
Semplificazioni e incentivi previsti
Per agevolare l’adeguamento tecnologico, sono state previste agevolazioni fiscali e incentivi per le imprese che investiranno in nuovi registratori di cassa e sistemi POS, particolarmente per le piccole imprese.
Il governo italiano, tramite gli esperti del Ministero delle Finanze, sta infatti valutando l’introduzione di un credito d’imposta, destinato a coprire una parte dei costi sostenuti dagli esercenti per l’aggiornamento dei dispositivi e per la gestione delle nuove procedure di trasmissione.
Impatti e vantaggi dell’obbligo di trasmissione degli scontrini e del POS
Questa digitalizzazione del sistema di pagamento rappresenta un ulteriore passo verso la semplificazione e l’innovazione nel settore fiscale italiano.
Consentirà alle autorità fiscali un controllo più tempestivo dei dati, offrendo vantaggi in termini di accuratezza e rapidità dei controlli effettuati sulle dichiarazioni fiscali.
Inoltre, la diffusione dei pagamenti elettronici apporterà maggiore trasparenza e, nel lungo termine, potrebbe favorire una diminuzione della pressione fiscale grazie a una riduzione dell’evasione.
In definitiva, l’avvio dell’obbligo di trasmissione degli scontrini e dei POS dal 2026 si inserisce all’interno di una strategia nazionale di modernizzazione fiscale, allineando l’Italia agli standard digitali dell’Unione Europea e creando un sistema più equo e tecnologicamente avanzato per tutti i contribuenti.