L’accostamento fra proteine vegetali e auto elettriche potrebbero sembrare insolito. Ma, mentre andiamo verso una maggiore sostenibilità, entrambi i settori – le proteine vegetali e i veicoli elettrici – stanno giocando un ruolo chiave nella lotta contro il cambiamento climatico.
Facciamo un passo indietro per dimostrare come le potenzialità delle basse emissioni in questi mercati, così distanti e mai così vicini.
Un’opportunità non ancora colta
Negli ultimi anni, il mercato dei cibi a base vegetale è cresciuto rapidamente, ma c’è ancora un potenziale enorme da sfruttare. Secondo uno studio di BCG, The Good Food Institute e Synthesis Capital, intitolato What the Alternative Protein Industry Can Learn from EV Companies, l’industria delle proteine alternative potrebbe fare tesoro del percorso di successo delle auto elettriche per accelerare la sua crescita.
Il parallelo è evidente: gli allevamenti animali sono responsabili del 15-20% delle emissioni globali di gas serra, mentre il trasporto su strada contribuisce al 10%. Ridurre l’impatto di questi settori è cruciale per un futuro più verde. Fin qui, l’equazione è chiara: meno carne e più veicoli elettrici, meno emissioni. Ma c’è di più.
Auto elettriche e proteine vegetali: un’alleanza insospettabile nel nome della sostenibilità
Sappiamo tutti che le auto elettriche stanno conquistando il mercato. Nel 2012 rappresentavano solo lo 0,2% delle vendite globali, ma oggi, nel 2023, sono salite al 18%. Un salto gigantesco.
Invece, le proteine vegetali non sono ancora decollate allo stesso ritmo. Nel mercato statunitense, per esempio, i prodotti a base di carne vegetale rappresentano solo l’1% delle vendite complessive di carne. Analizziamo perché c’è questa differenza. Nonostante i prodotti vegetali stiano migliorando in gusto e qualità, il divario rispetto ai prodotti di origine animale è ancora significativo. Ma non dobbiamo scoraggiarci, la chiave per il successo risiede nell’innovazione. Esattamente come accaduto per le auto elettriche, che un tempo erano considerate lente e costose, ma oggi sono il simbolo di una nuova era.
Il panorama italiano
Anche in Italia il trend delle proteine vegetali sta crescendo. Tra il 2019 e il 2021, le vendite di carne e latticini vegetali sono aumentate di oltre il 10-20%. I consumatori stanno abbracciando il cambiamento, spinti da una maggiore disponibilità di prodotti gustosi e accessibili.
Il settore dei latticini vegetali, in particolare, rappresenta circa due terzi delle vendite globali di proteine vegetali. Ma c’è un problema: nel biennio 2022-2023, questa crescita ha subito un rallentamento, in parte a causa dell’inflazione e della riduzione del potere d’acquisto delle famiglie. Il potenziale, quindi, è ancora lì, ma servono innovazione e politiche a favore dei consumatori per mantenere la crescita stabile.
Come la carne vegetale può cambiare il mondo
Immaginiamo un futuro in cui una parte significativa delle proteine che consumiamo, inclusi i latticini, proviene da fonti vegetali. Se riuscissimo a rendere questa transizione una realtà su larga scala, potremmo ridurre in modo significativo le emissioni di gas serra legate all’agricoltura e all’uso del suolo, contribuendo a un mondo più sostenibile entro il 2050.
In effetti, se le proteine alternative riuscissero a conquistare la metà del mercato globale delle proteine, compreso il settore lattiero- caseario, questo passaggio ridurrebbe ben 5 gigatoni di CO2 equivalenti all’anno.
Non si tratta solo di adottare una dieta più salutare, ma di fare scelte che possono davvero influire sul nostro impatto ambientale.
Come con le auto elettriche, la sfida è quella di rendere le proteine vegetali una scelta gustosa, facile e accessibile per tutti, permettendo a ciascuno di noi di partecipare a un cambiamento positivo per il pianeta.
Un confronto (im)possibile: fondi e innovazione
Nel 2022, il settore delle proteine alternative ha ricevuto solo 635 milioni di dollari in sovvenzioni governative. Una cifra che impallidisce rispetto ai 40 miliardi investiti nello stesso anno nei veicoli elettrici. E anche sul fronte degli investimenti privati, il divario è evidente: dal 2017 al 2023, le aziende di proteine vegetali hanno raccolto solo un ottavo dei fondi rispetto al settore EV.
Il messaggio è chiaro: se vogliamo vedere un cambiamento reale, serve più supporto, sia pubblico che privato.
Lezione: come far decollare le proteine vegetali e puntare su più sostenibilità del settore
La strada per far decollare le proteine vegetali è lastricata di sfide, ma anche di opportunità.
Prendiamo esempio dal successo delle auto elettriche, che sono riuscite a superare gli ostacoli di prezzo e prestazioni grazie a investimenti massicci e innovazione tecnologica. Allo stesso modo, i produttori di proteine vegetali devono concentrarsi sul miglioramento di gusto, consistenza e prezzo per competere con i prodotti animali.
Ma non basta. Il ruolo del governo è fondamentale. Per spingere avanti il settore delle proteine vegetali, dobbiamo adottare obiettivi ambiziosi per la riduzione delle emissioni alimentari, creare normative che favoriscano l’introduzione di proteine alternative e finanziare la ricerca per nuovi prodotti. Come? Costruendo infrastrutture dedicate, finanziate da governi e privati, per accelerare l’espansione del settore.
Il futuro delle proteine vegetali è promettente, ma il successo non è garantito. Perché questo mercato decolli davvero, serve un impegno collettivo da parte delle aziende, dei governi e di tutti noi. Ogni scelta che facciamo – dal cibo che mangiamo all’auto che guidiamo – può influire sul benessere del pianeta.
Le proteine alternative possono ridurre significativamente le emissioni globali di CO2, migliorare la salute delle persone e preservare il nostro ambiente. Il segreto consiste in innovazione, supporto pubblico ed investimenti. Esattamente come è accaduto per le auto elettriche.
Se vogliamo aiutare il pianeta, forse dobbiamo iniziare dal piatto ovvero dalla nostra dieta quotidiana.