Alcuni dati allarmanti, presentati nell’ultimo rapporto Gimbe delineano, ancora una volta, una situazione critica per la sanità italiana: nonostante una spesa per l’SSN prevista in aumento del 5,8% rispetto all’anno precedente, l’Italia spende, per la spesa sanitaria pubblica, circa 889 euro in meno per persona rispetto alla media dei paesi OCSE membri dell’Unione Europea. Il gap complessivo sfiora i 52,4 miliardi di euro. Italia, sotto media anche in termini % sul PIL: 6,2% rispetto alla media di 6,9%.
Un divario che si traduce spesso in un aumento della spesa sanitaria privata, a carico delle famiglie (+10,3%), forti discrepanze territoriali, una minore disponibilità di risorse per i servizi essenziali, per l’innovazione di processi e tecnologie e per un adeguato riconoscimento economico al personale sanitario.
Pressioni sul sistema che si trasformano in forti disagi nel quotidiano primo tra tutti il problema delle liste di attesa.
Decreto sulle liste d’attesa: interventi e novità
Il Decreto sulle liste d’attesa (DL73/2024), entrato ufficialmente in vigore dal 1 Agosto 2024, rappresenta una prima risposta per rispondere alla situazione critica dei disagi che gravano sul Sistema salute italiano. I 7 articoli e le nuove linee guida, univoche per tutto il territorio nazionale, definiscono regole e responsabilità.
Tra le novità più rilevanti, l’istituzione della Piattaforma nazionale delle liste di attesa presso Agenas e la nascita dell’Organismo di verifica e controllo sull’assistenza sanitaria per garantire qualità e trasparenza.
Un altro intervento è rappresentato dal Centro unico di prenotazione (CUP) a livello regionale per coordinare le prenotazioni delle prestazioni sanitarie erogate sia dal settore pubblico sia da quello privato accreditato. Il decreto prevede inoltre il potenziamento dell’offerta assistenziale nei fine settimana e l’estensione delle fasce orarie per visite diagnostiche e specialistiche; l’eliminazione del limite di spesa per l’assunzione di personale nel Servizio sanitario nazionale e la riduzione al 15% dell’imposta sulle prestazioni straordinarie del personale per le attività legate alla riduzione delle liste di attesa. Previsti anche: adeguamenti infrastrutturali; investimenti in attrezzature tecnologiche e formazione del personale; iniziative per potenziare la diagnosi precoce e migliorare l’accesso agli interventi tempestivi, specialmente per le popolazioni vulnerabili.
Trasparenza e completezza delle informazioni sui tempi di attesa
Gli ultimi dati Gimbe, sulla trasparenza e completezza delle informazioni sui tempi di attesa per le prestazioni sanitarie ambulatoriali regionali non sono particolarmente positivi e illustrano un quadro estremamente eterogeneo. Solo 6 regioni sono state promosse; 7 sono prive di un portale unico delle liste di attesa con dati aggiornati; quasi tutte riportano il numero di prestazioni monitorate, ma alcune non indicano il tempo di attesa medio. Importanti differenze emergono anche nelle modalità di accesso ai portali di prenotazione delle prestazioni: ci sono regioni che permettono di consultare le liste d’attesa senza necessità di autenticazione, altre che richiedono Spid, carta d’identità elettronica, tessera sanitaria o codice fiscale. Graduatorie e numeri che ben sottolineano le difficoltà e l’urgenza di generare un cambiamento.
La spinta del digitale
In questo, la leva del digitale può sicuramente dare una spinta propulsiva, come si evince dall’indagine di NetConsulting cube, condotta nel primo semestre del 2024, su un campione di circa 260 tra CIO, Direttori Generali di aziende sanitarie e ospedaliere pubbliche e private; ingegneri clinici e C-level di Regioni, In-House ed enti della Pubblica Amministrazione centrale italiana.
Il giudizio dei CIO
Invitati ad esprimere un giudizio sulla qualità dell’esperienza del paziente presso le proprie strutture i CIO ritengono i tempi di attesa per le prenotazioni il principale punto critico da affrontare (punteggio di 5,6 su scala 1/10 assegnato alle liste di attesa). La mancata sufficienza nei tempi adeguati (5,8) suggerisce che, anche quando si riesce ad accedere ai servizi, i tempi di erogazione non sono in linea con le aspettative o con le necessità mediche. Con l’avanzare della digitalizzazione, inoltre, è rilevante l’insufficienza attribuita alla multicanalità nei processi di prenotazione (punteggio di 5,9): una occasione mancata per snellire le procedure e migliorare l’esperienza del paziente.
Di poco sufficienti gli altri indicatori e quindi capacità di engagement; presa in carico, equità di accesso alle cure e trasparenza. La trasparenza, un aspetto cruciale per mantenere un rapporto di fiducia tra istituzioni sanitarie e pazienti, si attesta come l’indicatore più positivamente valutato (6,7) senza, tuttavia raggiungere ancora livelli ottimali.
Le valutazioni dei Direttori Generali
I Direttori Generali sono generalmente più ottimisti, ma esprimono valutazioni che seguono lo stesso andamento di quelle dei CIO.
È evidente a CIO e DG che per rispondere efficacemente all’esigenza di migliorare le liste di attesa sia fondamentale adottare una visione sinergica e integrata delle azioni da compiere per elevare l’esperienza del paziente: lavoro su infrastrutture, tecnologie, processi di governance, personale sanitario e non.
Le priorità per il futuro digitale delle liste d’attesa
Tuttavia, analizzando più nel dettaglio, emerge una chiara priorità tra le azioni attualmente in corso e quelle pianificate per il futuro. Ad oggi, infatti, i progetti già avviati si concentrano sui sistemi di prenotazione online (58%), sulla presa in carico dei pazienti (56%), sulla gestione integrata dei dati sanitari (54%) e sul monitoraggio in tempo reale e intuitivo delle liste di attesa (50%).
Guardando al prossimo biennio, la telemedicina e l’analisi dei dati/l’intelligenza artificiale giocheranno un ruolo centrale, consentendo di identificare schemi che permetteranno interventi proattivi nella pianificazione delle risorse e delle strategie per ridurre le liste di attesa.
FOTO 2 – Strategie di governance per migliorare i tempi delle liste di attesa
FONTE: NetConsulting cube – giugno 2024
L’assessment HIMSS EMRAM (Electronic Medical Record Adoption Model)
L’indagine condotta da NetConsulting cube ha analizzato inoltre il comportamento e le strategie adottate dalle aziende ospedaliere mettendo a confronto le strutture sanitarie che hanno completato l’assessment HIMSS EMRAM (Electronic Medical Record Adoption Model) con quelle che non lo hanno ancora terminato.
Lo studio ha fornito spunti interessanti e una conclusione significativa: le aziende sanitarie certificate HIMSS EMRAM si distinguono per una maggiore consapevolezza e proattività nell’implementazione dei progetti e nell’avvio di iniziative future riguardanti la governance dei processi, lo sviluppo tecnologico ma anche la messa a fuoco di indicatori di monitoraggio e controllo con cui identificare gap e aree da colmare. Il 72% di queste aziende ha già avviato nel 2023 progetti di presa in carico del paziente; il 63,6% ha attivato la prenotazione online; il 57,1%, il monitoraggio in tempo reale. I progetti più tecnologici (es. telemedicina, integrazione dati sanitari) sono stati posticipati nel biennio in corso.
Al contrario, le aziende NON certificate EMRAM hanno attivato progetti tecnologici (es. integrazione dei dati sanitari) e hanno pianificato nel futuro i progetti riguardanti la cura del paziente. Preoccupante è la loro elevata percentuale di progetti non pianificati.
I dati raccontano l’importanza di attivare investimenti in tecnologie sanitarie: l’adozione di sistemi informatizzati per la gestione dei dati dei pazienti, la condivisione di informazioni tra strutture sanitarie e il miglioramento delle diagnosi grazie alla tecnologia è il motore per migliorare l’efficienza e l’accessibilità dei servizi sanitari.
Il valore e le prospettive del mercato della sanità digitale in Italia
L’indagine 2024 effettuata da NetConsulting cube ha stimato il valore del mercato della sanità digitale in Italia (mercato digitale, costituito da tre ambiti principali: Information e Communication Technology, BPO e l’ambito dispositivi medici connessi, dotati di componenti hardware, software): quasi 4,2 miliardi nel 2023.
Dalle stime di NetConsulting cube, il 2023 cresce del 9,4% sul 2022, seppur con velocità differenti nelle varie componenti: 9,4% per l’ICT, i dispositivi medici che crescono dell’11%, un BPO che diminuisce dell’1,3% del 2023, ma per il quale vediamo un ulteriore incremento negli anni seguenti.